23/04/15

Andare in bicicletta non mantiene giovani… nel Cosmo *

Osservando nell’ infrarosso, è possibile analizzare la composizione e la velocità delle galassie nei loro primi anni di vita. Il redshift ha trasportato certe linee ultra interessanti proprio in questa banda dello spettro. Se i telescopi sono sufficientemente potenti, come il Subaru, si riesce ad avere un’idea di quello che stava succedendo circa 11 miliardi di anni fa, quando i movimenti delle galassie erano ben più agitati di oggi.

Non solo le città cosmiche erano molto attive, ma stavano riunendosi nei proto-ammassi, cercando una giusta posizione nella società cosmica. Il gas di sfondo era molto più denso e le galassie che viaggiavano sospinte dalla reciproca forza gravitazionale raggiungevano velocità di circa 1000 km/sec. Un po’ come i ciclisti che si lanciano in una spericolata discesa e sentono in faccia la violenta pressione dell’aria. Se, inoltre, l’aria è anche spessa e densa, le conseguenze potrebbero essere piuttosto gravi.

Immagine ripresa da Hubble della regione PKS 1138-262, una di quelle studiate nella ricerca effettuata dal telescopio Subaru. Fonte: NAOJ/HS
Immagine ripresa da Hubble della regione PKS 1138-262, una di quelle studiate nella ricerca effettuata dal telescopio Subaru. Fonte: NAOJ/HS

In realtà, si è notato che la composizione delle galassie più quiete, in zone in cui i proto ammassi non accelerano le galassie spericolate, è più “normale”, ossia presenta un metallicità (quantità di elementi pesanti prodotti dalle supernove) più consona a una fase primitiva, in cui idrogeno ed elio sono ancora quasi del tutto soli nel Cosmo. Nelle galassie “in bicicletta”, invece, si rileva che la metallicità è molto più alta, come se fossero più evolute delle sorelle tranquille.

Si potrebbe pensare che subiscano processi formativi diversi, ma è una spiegazione che non ha molto senso. Molto meglio riferirsi alle condizioni esterne, ossia proprio alla pressione impietosa causata dal materiale intergalattico che le circonda. Si è, perciò formulata l’ipotesi che, in realtà, le galassie si comportino nello stesso modo, cominciando a fabbricare i loro elementi pesanti nelle zone centrali, più dense e ricche di stelle in formazione e in … esplosione, lasciando materiale più “leggero” nelle parti esterne che, come abbiamo visto pochi giorni fa, attiveranno le nascite stellari in fasi successive.

Il processo che sembra dividere le galassie a piedi e in bicicletta non è quindi di natura intrinseca, ma estrinseca. Entrambe formano relativamente pochi elementi pesanti, ma quelle in rapida corsa perdono le parti esterne  "leggere", trascinate via dall’urto con il denso gas interstellare. In conclusione, esse mostrano una metallicità più elevata.

Insomma, andare in bicicletta sembra portare a risultati diversi da quelli umani: non mantiene giovani, ma simula molto bene la vecchiaia. A parte gli scherzi, questo meccanismo diventerebbe molto importante anche per il seguito della vita delle galassie, che si vedrebbero private di materiale ottimo per far nascere figli nelle zone più esterne.

Molte cose devono ancora spiegarsi, ma risulta indubbio che le interazioni con il gas intergalattico siano fondamentali per la stessa evoluzione delle grandi metropoli cosmiche. Ovviamente, un ruolo dominante deve avercelo la materia oscura… senza prezzemolo che galassie sarebbero?

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