25/05/16

I buchi neri galattici non partono da zero **

Questo articolo è stato inserito nella serie "L'Infinito Teatro dei Buchi Neri", che raccoglie in modo organico gli articoli più significativi sull'argomento.

 

Un gruppo italiano ha, forse, rilevato, attraverso Chandra, due possibili “semi” per futuri buchi neri galattici. Potrebbe essere la soluzione di un problema non ancora risolto: crescono in fretta o partono già ben pasciuti?

Il succo del discorso è molto semplice. Ormai sappiamo  bene che moltissime galassie possiedono un buco nero al loro centro. Buco nero, sì, ma di massa ben diversa da quelli di origine stellare. In quest’ultimo caso si parla, al più, di decine di volte la massa del Sole, mentre per i mostri galattici si arriva a miliardi di volte.

Uno potrebbe dire: “L’Universo ha avuto tempo a far crescere questi cuccioli…”. All’inizio le stelle giganti erano tante, si trasformavano in fretta in buchi neri ed essi si univano tra loro, permettendo di raggiungere masse incredibili.  Teoricamente qualcosa di plausibile, così come i grani infinitesimi di materia riescono a creare pianeti, anche giganti, nel giro di pochi milioni di anni.

Tuttavia, le cose sembravano essere veramente eccessive. Le osservazioni di galassie già formate, dopo meno di un miliardo di anni dal Big Bang, possiedono al loro interno buchi neri già spaventosamente grandi (per esempio questo) E’ veramente difficile accettare una crescita così rapida a partire da buchi neri stellari. Ovviamente, molti hanno tirato in ballo il prezzemolo-materia oscura che in qualche modo favorisce la crescita di questi cuccioli, smaniosi di dominare gli edifici più grandi dell’Universo.

Vi era, però, un’altra possibilità. La materia era molto più concentrata durante il primo miliardo di anni di vita del Cosmo ed enormi nubi di gas potevano collassare direttamente in oggetti mostruosi senza nemmeno passare dalla fase stellare. Buchi neri formatisi direttamente per collasso gravitazionale.

Si sono creati modelli che simulassero questo scenario e si sono evidenziate delle caratteristiche dello spettro X che avrebbero potuto identificarli tra altre nubi collassanti. Questi buchi neri “quasi-primordiali” avrebbero cominciato a costruirsi prima dei 500 milioni di anni dal Big Bang e durante la nascita delle galassie sarebbero già stati a un buon punto della loro massa (magari hanno proprio funzionato come centro di accumulazione). Da quel momento in poi, hanno potuto crescere a ritmo normale, raggiungendo comunque la massa finale in tempi anche brevi.

In poche parole, tanti piccoli buchi neri devono faticare molto di più per costruirne uno enorme, mentre se si parte da un gigante già costruito, questo avrebbe pochi problemi a ingoiare massa e buchi neri “normali”.

I due oggetti individuati e studiati con Hubble,  Spitzer e, ovviamente, Chandra, hanno caratteristiche spettrali molto simili a quelle previste e la massa si aggira intorno alle centomila masse solari ciascuno.

L’immagine centrale mostra uno dei due possibili “semi” di buchi neri supermassicci. Essa è stata ottenuta da Chandra e le sue proprietà nei raggi X confermano molto bene le previsioni del modello costruito dal gruppo italiano. Fonte: NASA/CXC/Scuola Normale Superiore/Pacucci
L’immagine centrale mostra uno dei due possibili “semi” di buchi neri supermassicci. Essa è stata ottenuta da Chandra e le sue proprietà nei raggi X confermano molto bene le previsioni del modello costruito dal gruppo italiano. Fonte: NASA/CXC/Scuola Normale Superiore/Pacucci

E’ troppo presto per gridare “Eureka”, ma un primo passo fondamentale è stato fatto. Ora non resta che cercare meglio e perfezionare i modelli e le conseguenze osservative da verificare sul campo.

In molte ricerche di primo piano ci sono italiani di mezzo, ma, solitamente appartenenti a Istituti stranieri, dove la ricerca di base è ancora considerata qualcosa di importante e necessario. Questa ricerca è, invece, tutta italiana (o quasi). Insegnerà qualcosa? No, non credo… il nostro Governo ha certamente cose molto più "importanti" a cui pensare…

Articolo originale QUI

Una visione artistica che mostra la nascita di un seme di buco nero supermassiccio. Fonte: NASA/CXC/M. Weiss
Una visione artistica che mostra la nascita di un seme di buco nero supermassiccio. Fonte:
NASA/CXC/M. Weiss

 

NEWS!! I buchi neri primordiali potrebbero essersi formati anche per collasso gravitazionale diretto

1 commento

  1. Gianni Bolzonella

    Non a caso stiamo precipitando da anni in un buco nero.Le società come gli individui raccolgono quello che seminano,e la loro fotografia mostra quello che esse sono.Una configurazione spaziotemporale.I commenti sono solo fumo in evoluzione dinamica,che taroccano la foto non la realtà.

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