02/12/17

Quando le onde della mente interferiscono costruttivamente

Ho scritto questo articolo nel settembre 2013, all'indomani del G20 che si tenne a San Pietroburgo, forse perché l'ennesimo ritrovo dei cosiddetti "grandi" mi aveva fatto tornare in mente, per contrasto, uno dei momenti fondamentali della Storia dell’Uomo, forse poco conosciuto ma senza dubbio ben più importante delle mille e una riunioni che si organizzano oggi su temi universali e che, alla fine, interessano (nel senso che fanno l'interesse) solo quelle poche mezze figure che credono di comandare il mondo.

Nell’ottobre del 1927, a Bruxelles, si svolse uno dei momenti più grandi della storia dell'intelletto umano: ventinove fisici si incontrano al V Congresso Solvay per discutere delle problematiche legate al confronto tra meccanica classica e relativistica, da un lato, e meccanica quantistica dall’altra. E’ facile rendersi conto che la nascita della MQ aveva sollevato molti problemi su cosa fosse la realtà e, addirittura, sull’esistenza stessa della realtà. A Bruxelles si incontrarono/scontrarono due schieramenti di fisici:

1) Bohr, Heisenberg, Dirac, Pauli… (la cosiddetta Scuola di Copenaghen)

2) Einstein, De Broglie, Schrödinger, Planck, Ehrenfest, Lorentz…

Le questioni sul tappeto si possono riassumere in una domanda di base, che molti lettori si sono posti direttamente o indirettamente: “Esiste una realtà indipendentemente dalle nostre osservazioni?”

A tale domanda le risposte possibili sono almeno tre:

1) SI (punto di vista realista o metafisico)

2) NO (punto di vista idealista)

3) LA QUESTIONE NON HA SENSO (punto di vista agnostico o operativista).

La fisica newtoniana è, in fondo, consistente con tutti e tre i punti di vista ora accennati. Non obbliga a un punto di vista particolare. La fisica dei quanti impone, invece, una scelta tra i tre punti di vista, limitando le nostre libertà metafisiche. La Scuola di Copenaghen scelse il terzo punto di vista: accettò come fondamentale il concetto di quanto, bandì dalla teoria tutte le grandezze non osservabili e rinunciò al determinismo classico. Le leggi probabilistiche della fisica dei quanti furono considerate come una realtà definitiva ed il principio di Heisenberg fu assunto a prova di un nuovo determinismo fondamentale nelle leggi della Natura.

Non ci si limitò a dire che non è possibile conoscere simultaneamente posizione e velocità di una particella; si affermò addirittura che in generale una particella non ha né una posizione né una velocità ben determinate. La particella è diffusa in tutta l’onda e, quindi, si trova, con maggiore o minore probabilità, contemporaneamente in tutta l’onda. La particella ha contemporaneamente, con diverse probabilità, diverse velocità.

Gli altri furono sconfitti. Einstein accettò le conclusioni, ma tentò, per anni e inutilmente, di ribattere e di portare argomenti a sostegno delle tesi opposte a quelle che vinsero. Tutte le sue prove furono, prima o poi, distrutte concettualmente e concretamente, ma dettero filo da torcere ai suoi "avversari". Mentre la Scatola di Einstein mise in crisi Bohr, che la distrusse grazie ad un'argomentazione basata proprio sulla relatività generale, solo per una notte, ben più difficile fu contrastare il Paradosso EPR, esperimento mentale che metteva in dubbio la capacità della MQ di descrivere la realtà in modo completo, rilevando un'incongruenza nel fenomeno dell'entanglement: formulato nel 1935, solo nel 1964 venne confutato dal Teorema di Bell... anche quando aveva torto, la potenza del pensiero logico-matematico di Einstein era devastante per chi non la pensava come lui.

Ma torniamo a bomba a quel Congresso del 1927. Riporto una foto dell’epoca con i nomi dei partecipanti.

solvay
I partecipanti al V Congresso Solvay di Bruxelles dell’ottobre del 1927.

Ho segnato in rosso quelli più “celebri”, ma è difficile tentare classifiche: ben diciassette dei ventinove partecipanti avevano vinto o vinceranno un premio Nobel. Essi si affrontarono a viso aperto, sciorinando idee, prove, teorie, accettando le evidenze e contestando le ambiguità. Sarebbe possibile farlo oggi, in un contesto in cui l’umiltà, la verità, la sincerità sono merce rarissima, se non del tutto irreperibile? Perfino il clima e le sue problematiche, che, visto l’interesse generale sia concreto che scientifico, dovrebbero mettere a confronto le più grandi menti odierne, vengono invece affrontate da mezze figure, influenzate, se non guidate, da interessi di parte e soprattutto economici e politici. Mala tempora currunt.

Tuttavia, il Congresso del 1927 ci dà una speranza. Ogni tanto le onde dell’intelletto riescono a produrre un’interferenza veramente costruttiva (tanto per rimanere in tema di MQ) e allora i geni nascono come i funghi, quasi fossero legati da una sorta di azione razionale e predisposta. Malgrado la probabilità infinitesima di questa interferenza, essa, ogni tanto, avviene.

Non è difficile vederci forti analogie con le onde di probabilità della MQ. Non fatemi, però, cadere nella filosofia. Fatemi, invece, ricordare un altro di questi momenti quasi impossibili, ma senza dubbio reali. L’inizio del '400 a Firenze. Artisti insuperati come Brunelleschi, Masaccio, Donatello, Andrea del Castagno, Paolo Uccello, Piero della Francesca… si scontrarono, vincendo, con geni altrettanto eccezionali, quali Ghiberti, Beato Angelico, Masolino e molti altri, ancora legati alla visione gotica e impersonale della Natura. L’uomo ne usciva vincente, come entità concreta, pensante, reale, poderosa nella sua essenza carnale e intellettuale. La prospettiva aiutava ed esaltava la sua reale posizione nel mondo, dandole spazio e armonia. Nel '500 si ebbe un altro picco, come una scossa di assestamento dopo un terremoto sconvolgente e portò ai nomi immortali di Michelangelo, Leonardo, Raffaello, ecc... Considerazioni analoghe potrebbero farsi per altri episodi dell’arte figurativa (anche se non di tale “ampiezza”), per la musica, per la letteratura, solo per fare alcuni esempi.

Forse basta aspettare che le onde interferiscano nel modo giusto. Chissà che un giorno non capiti anche per la fratellanza, la comprensione e il bene comune?

Per adesso godiamoci la foto del 1927, magari sognando di essere uno di quei “29 geni 29″, maestri di Scienza, ma anche di vita e di pensiero.

 

Godiamoci QUI l'infinito dialogo tra due di quei maestri di vita e di Scienza: Albert Einstein e Niels Bohr

8 commenti

  1. Daniela

    "Se la fisica fosse insegnata partendo da questa fotografia, il passaparola di quanto è bella correrebbe veloce e il vero boom delle iscrizioni universitarie sarebbe per le facoltà scientifiche"

    Questo (e molto altro) dice Gabriella Greison in QUESTO VIDEO, giornalista laureata in fisica, autrice del libro "L'incredibile cena dei fisici quantistici" in cui, mischiando sapientemente vero e verosimile, ci racconta la cena che chiuse il V Congresso Solvay e ci fa un quadro semplice e a tratti divertente di come è nata la fisica quantistica, oltre a tratteggiare le personalità di quegli incredibili personaggi che l'hanno partorita.

    Leggendolo, capirete anche perché in quel particolare momento storico le onde delle menti hanno generato un'interferenza costruttiva consentendo ai geni di nascere come funghi... il segreto è racchiuso in due parole: meritocrazia e circolazione delle idee! Non raccomandazioni, né interessi di bottega da difendere, ma solo tanto spazio ai più bravi e tanta, tantissima apertura mentale verso le idee altrui.

  2. Gianni Bolzonella

    È l'altra faccia della realtà; la fisica ne è ferrea testimone.Pure le cose umane ne sono controllate(e come potrebbero non esserlo).La fortunata foto,fatta sul finire dello splendido trentennio,già cominciava ad avere i bordi inzuppati di sangue,dal successivo periodo nero per gran parte dell'umanità,per poi successivamente rinascere,con una esplosione anchessa tremenda e mai vista ,di sviluppo e stupefacenti scoperte.Dove c'è il Sole,in qualche parte esiste la sua ombra,dove la materia,l'antimateria.Non credo esista in natura la giustizia,forse,con distinguo la giustezza;l'onda,che dopo avere raggiunto l'apice,si tuffa e riprende slancio disegnando un'altra effimera forma.

  3. Gianni Bolzonella

    Ciao Daniela,casualmente ho visto proprio ieri sera la registrazione di questo video.Bello e interessante,con un ritmo narrativo impressionante.Bravissima!

  4. Daniela

    Bravissima davvero la "nostra" Gabriella, questo è il suo sito http://greisonanatomy.com/ l'ho appena scoperto e ho intenzione di approfondirne la conoscenza, depone a suo favore anche il fatto che non contenga pubblicità.

  5. Gianni Bolzonella

    La fisica quantistica e il potere della mente--

    La fisica quantistica e gli insegnamenti del Buddha--

    Di Pier Giorgio Caselli,

    della serie:trovi fisica dove non te lo aspetti.Su you tube,uno che mischia in maniera precisa e avvincente,la vita,la scienza di grandi scienziati diciamo alla Greison,basta saltare qualche minuto di riflessioni New Age o Buddisti,ma non pedanti. È preciso quando parla,e più profondo della Greison.

    Nel primo un ritratto di Plank.Nel secondo,Bohr, Heisemberg,Schrödinger,Born

  6. Paolo

    Caro Enzo, c’era una volta la scienza come tentativo di interpretare i fenomeni che ci circondano ed un pochino anche noi stessi. :roll:

    I partecipanti al congresso ritratto nella foto, non erano lì perché invitati da qualche sponsor pubblicitario (come accade spesso ai medici invitati da questa o quella casa farmaceutica), ma per discutere liberamente, pur partendo da ipotesi diverse.

    Quali sono i segreti dell’interferenza costruttiva?

    Il primo a mio avviso è quello di non pensare in termini assoluti, ma di ritenere un’interpretazione, fosse anche la propria, come parziale…  quella che oggi appare come la miglior risposta, un domani potrebbe rilevarsi come parziale, incompleta o addirittura errata.

    Il secondo, a mio avviso, è la capacità di discutere liberamente, senza sponsor o senza alcun interesse per il presunto merito, ma per sete di conoscenza.

    Spesso la cosiddetta meritocrazia viene usata per definire un feudale sistema di gerarchie in funzione degli interessi di questo o di quello… altro che i migliori, semmai i “premiati” sono i più opportunisti e ubbidienti.

    In quel congresso, invece, spiccano gli indisciplinati, quelli che non si son fermati alle classiche risposte scientifiche, ma hanno avuto il coraggio di inventarne di nuove. 8-O

    In quel congresso le ipotesi sul piatto erano ben diverse, come tu hai descritto nell’articolo e la diatriba non è certo finita lì.

    Eppure quella discussione ha sicuramente contribuito a migliorare la comprensione di molti fenomeni, nel macrocosmo e soprattutto nel microcosmo.

    Oggi la vedo molto più dura per la scienza… più che la sete di conoscenza, spesso la circolazione delle idee si ferma davanti alla corsa al finanziamento o all’allacciare relazioni con questo o quel potente di turno… un sacrificio in nome del merito che uccide la ricerca, il cui finanziamento è ormai relegato alle briciole delle leggi finanziarie o agli spot televisivi che invitano a finanziare questo e quello.

    Difficile in questo contesto generare interferenze costruttive… difficile senza mettere fortemente in discussione il contesto… :roll:

    Paolo

  7. E poi, caro Paolo, vi erano dibattiti accesi, qualche  vaffa.. ma poi erano tutti uniti e si stimavano come pochi, Ognuno di essi sapeva che gli altri erano degni del maggior rispetto. niente odio tale da influenzare le decisioni... come oggi capita anche in moli altri campi (che ben conosciamo...). Rispetto, umiltà, passione, ricerca della verità...

  8. Molinaro Francesco

    Bellissimo articolo, veramente molto stimolante..

    Personalmente suppongo di aver  avuto delle "esperienze" diciamo quantiche/quantistiche che avvalorerebbero il Bohr-Pensiero, ma Tutto poi riconducibile solo all'Amore INFINITO del Signore, che si tramuta in infinita forza mentale/sentimentale che addirittura, può cambiare anche gli eventi "fisici/reali".

    Avrei tante domande in una semplice domanda extra-scientifica (o addirittura in una semplice pseudo-domanda!), cui però la fisica non è tenuta a rispondere, come probabilmente comprese anche il grande Einstein.

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