10/06/20

Siamo tutti figli degli asteroidi *

Questo articolo è inserito nelle pagine d'archivio "I miei amici asteroidi" e "Figli delle stelle (e degli asteroidi, e delle comete...)"

 

Esperimenti di laboratorio hanno dimostrato come l'impatto di meteoriti possa avere facilmente formato semplici aminoacidi e innescato la nascita delle prime cellule terrestri. Che dire? Siamo proprio figli dei miei "cari" asteroidi.

Sembra proprio che gli asteroidi e i loro frammenti siano capaci di regolare la vita sulla Terra (e forse ovunque) prima creandola e poi distruggendola secondo ritmi che fanno parte delle leggi della Natura.

Cari amici, lo devo ammettere, io sono un pacifista e odio tutte le armi, ma c'è stato un tempo in cui ho usato i cannoni. E che cannoni! Pensate che i proiettili raggiungevano velocità dell'ordine dei 5 km/s. Guarda caso proprio la velocità media con la quale si scontrano e si sono sempre scontrati gli asteroidi durante la loro lunga e continua vita collisionale.

I proiettili erano in pratica delle gocce liquide che a quella velocità non avevano problemi a comportarsi come solidi a tutti gli effetti. Eravamo riusciti a "sparare" anche in Italia, nei pressi di Roma, ma i centri di ricerca per eccellenza per questo tipo di esperimenti erano in Arizona e California e, ancora di più, in Giappone.

Attraverso riprese con telecamere ad altissima risoluzione e centinaia di immagini al secondo (negli anni '80 era tecnologia di punta) si seguivano tutti i momenti dopo l'urto e la conseguente frammentazione. Poi i dottorandi si mettevano su un tavolo a contare, misurare, pesare i pezzetti rimasti delle grosse pietre, di varia composizione, che erano state il bersaglio. Si stimavano, tra l'altro, le energie in gioco, la velocità di espulsione dei frammenti, la loro rotazione e tanti altri parametri che erano osservabili anche nella cintura vera e propria.

Nel 1982 (se non ricordo male) avevamo organizzato un congresso molto specialistico a Pisa e tra i partecipanti vi erano un paio di giapponesi che nessuno aveva mai visto direttamente. Uno di questi era professore all'Università di Osaka ed era tra i più accreditati "spacca asteroidi", nonché autore di articoli tra i più quotati. Doveva arrivare alla stazione di Pisa ed eravamo andati ad aspettarlo.

Il treno è arrivato, ma di professori giapponesi nemmeno l'ombra (a quei tempi non era comune vedere in giro molti asiatici). Vi era soltanto un ragazzino in pantaloni corti che girovagava nella sala d'ingresso. Nessun segno particolare, però, da parte sua. Abbiamo perfino pensato che fosse il figlio del nostro ospite e abbiamo cominciato a girargli più vicino, tenendo in mano una rivista di planetologia. Qualche sguardo incuriosito e niente più.

Alla fine, dopo circa mezz'ora di quella pantomima, abbiamo deciso di intervenire e abbiamo chiesto al ragazzino se aveva a che fare con il professore. Chiaramente non capiva molto bene l'inglese, ma -finalmente- nell'udire il suo nome (sicuramente pronunciato male) aveva accennato a un mezzo sorriso "giapponese" (molto discreto) e aveva cominciato a scuotere il capo in segno di assenso e di saluto. Non gli avremmo mai dato più di 17-18 anni e invece era proprio lui il professore! Accidenti come portano bene gli anni i giapponesi...

Va bene, scusate questo ricordo allegro e spensierato dei bei tempi andati e torniamo a noi. A quei tempi si studiavano solo le caratteristiche fisiche ed evolutive degli asteroidi e le frequenze e conseguenze degli impatti tra loro e con i pianeti interni (in particolare il nostro). Particolare attenzione, quindi, alla formazione delle famiglie e ai crateri di impatto che i satelliti artificiali stavano scovando un po' ovunque anche sulla Terra. Asteroidi e vita erano due cose a cui nessuno voleva credere: per quel legame esistevano solo le comete!

Oggi leggo che in Giappone si continua ancora in quel filone di ricerca, effettuando esperimenti di urti a ipervelocità, soprattutto per vedere come certi elementi tipici delle meteoriti possano combinarsi con altri elementi tipici dell'atmosfera e dell'oceano terrestre di miliardi di anni fa. L'energia che si sviluppa nell'impatto può fare miracoli!

Il cannone usato per le simulazioni di impatto. Fonte: Yoshihiro Furukawa

Ed ecco che attraverso elementi come anidride carbonica, azoto, acqua e ferro si sono visti formare aminoacidi come la glicina e l'anilina. Molecole iniziali, ma fondamentali per le proteine. Sarebbe stato ancora più facile usare ammoniaca e metano, ma le evidenze favoriscono un'atmosfera primigenia ben diversa da quella attuale (la terribile CO2 imperversava... meno male che Greta non era ancora nata!).

Un esperimento non facile, ma i giapponesi con quel tipo di cannoni ci hanno sempre saputo fare. Tra gli autori non c'è nessun nome dei miei tempi, ma sono convinto che siano ormai tutti professori e che dimostrino, comunque, non più di vent'anni!

Articolo originale QUI

2 commenti

  1. Mario Fiori

    Lo studio degli Asteroidi e delle sorelle meteoriti vedo ch ti è rimasto veramente nel cuore carissimo Enzo ed è sempre piacevole sentirti parlare di ciò. La vita è comunque giunta dal Cosmo anzi è il Cosmo stesso sicuramente quando si parla di molecole organiche.Siamo un tutto uno molto più di quanto a noi possa sembrare e non voglio essere troppo filosofico.

    Volevo anche dirti che fà piacere sentire i tuoi ricordi e come li racconti , in particolare dopo averti sentito pure in diretta con quale gioia, coinvolgimento e sentimento li fai , ma anche con quale simpatia e naturalezza li resenti; tranquillo non lo dico per dire ma lo penso veramente caro Enzo.

  2. grazie di cuore, grande amico Mario!

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