21/10/15

Esplorare lo spazio: è inevitabile per una civiltà tecnologica?

L'evoluzione, dopo circa 3 miliardi e 800 milioni di anni della storia della vita, ha regalato al pianeta Terra una specie che ha preso coscienza di sè. Essa si chiede perchè esiste e la curiosità e la voglia di superarsi ha portato allo sviluppo tecnologico e alla nascita di una civiltà tecnologica in grado di stupire con le conoscenze scientifiche in possesso (e di farti cadere le braccia, aggiungerei, quando vedi che l'umanità non sa usare per bene il suo organo migliore a disposizione: il cervello).

Un'accelerazione tecnologica che in poco più di due secoli ha accumulato una mole di conoscenze tanto grande da portarci agli attuali 7 miliardi di persone che popolano il pianeta. E pensare che c'è stato un momento in cui la nostra specie ha rischiato di estinguersi. Per fortuna per noi non è successo.

Solo poche generazioni hanno conosciuto la rivoluzione industriale rispetto all'arco di tempo della comparsa dell'homo sapiens. Queste generazioni hanno conosciuto una grande accelerazione di cambiamenti che quasi si fa fatica a seguirli. Oggi viviamo quasi al limite. Anzi, c'è chi sostiene che abbiamo raggiunto la capacità della Terra di sostenere così tante persone. Si potrebbe creare forse una crisi demografica. E allora che fare?

Se la Terra ci sta stretta, perchè non cercare di colonizzare lo spazio?
La fantascienza ha un'incredibile fantasia. Ricordo di aver letto un fumetto in cui si ipotizzava di costruire mondi nel sistema solare alimentati dal Sole e dai minerali che è possibile trovare sugli asteroidi.
Ma c'è un motivo molto più serio e grande che deve spingere l'uomo ad andare via: la morte del Sole. Se non si vuole finire arrosto, è bene trovare delle soluzioni.

Purtroppo, non faccio parte della generazione che ha visto lo sbarco sulla Luna. Mi sarebbe piaciuto un sacco vivere in diretta queste emozioni. Da allora progetti del prossimo obiettivo sono rimasti solo su carta o quasi e abbandonati per mancanza di fondi o altro. Personalmente mi sento un pò "derubato" delle emozioni che l'uomo potrebbe vivere da eventi come quello dello sbarco sulla Luna. Vedo immobilismo e mi chiedo se mai un giorno potrò emozionarmi anch'io di fronte a questo tipo di eventi.

La tecnologia deve evolvere. Sono sicuro che molti strumenti verranno inventati. Soluzioni per i vari problemi dell'umanità si troveranno. Oggi sembra tutto impossibile ma un giorno si potrà dire di essere riusciti a risolvere questi problemi.

Quello che ho scritto potrebbe portare a scetticismo. Io non la penso così. Nessuno credeva che malattie incurabili come il vaiolo venissero sconfitte ad esempio. Oggi sono un ricordo. Sono fiducioso che alla fine si troveranno cure che oggi riteniamo impensabili per le malattie del nostro tempo.

Io sono sicuro che fra questi 7 miliardi di persone ci sarà "lo scienziato pazzo" che sorprenderà il mondo con un'invenzione che ci permetterà di fare cose strabilianti. Chissà quanto tempo dovrà passare. Asimov diceva che fra mille anni tutto ciò sarà realtà. Che ne dite di una bella navicella spaziale efficiente che ci porti nella periferia del sistema solare?

Anche il problema dei raggi cosmici, che ci pongono dei limiti nei viaggi spaziali, si supererà, ne sono certo.

Da biologo, ritengo che se l'uomo vorrà vivere in un'ambiente non suo dovrà "evolversi" per adattarsi al meglio a quell'ambiente. Non sarà un'evoluzione dettata dalla selezione naturale (ci vorrebbe troppo tempo e, dato che essa agisce a caso, non è detto che l'uomo evolva nella forma voluta) ma una selezione artificiale. L'uomo dovrà diventare un'organismo geneticamente modificato in grado di resistere all'avversità del cosmo. Ciò detto per risolvere solo il problema biologico della questione di un'eventuale esplorazione spaziale.

Mi rendo conto che quanto ho scritto immediatamente sopra è un azzardo e potrebbe turbare qualcuno in quanto ad etica. E' solo la mia modesta opinione.

In conclusione. La tecnologia evolve, prosegue la sua corsa e ogni giorno ci stupisce. Ci permette di superare molti limiti imposti dalla natura.

6 commenti

  1. Gianni Bolzonella

    Tutto cio che facciamo va bene per la natura visto che ne facciamo parte,suppongo che se qualcosa accade vuol dire che aveva la possibilità di accadere.Credo che non si possa valutare la nostra evoluzione in termini naturalità e artificialità,anche quando fabbrichiamo una plastica per la natura questo è un processo naturale.

  2. in fondo, credo di pensarla anch'io come Gianni. E il discorso sull'entanglement cosmico mi porta sempre più verso questa visione... Se l'uomo andrà nello spazio è perché sarà l'unico modo per risolvere certi problemi che compariranno davanti alle nostre particelle "intelligenti". Il contenitore uomo non potrà che adeguarsi... 8-O Mah!!!

  3. peppe

    è chiaro caro Gianni che tutto accade nei limiti fisico - chimici imposti dal nostro universo.

    ho appena letto la notizia per esempio che ci siano buone speranze, nell'immediato futuro, di una cura per l'alzheimer. hanno appena scoperto la responsabilità "genetica".

    perchè allora essere pessimisti se la tecnologia c'è. certo siano pioneri di questa tecnologia. la rabbia semmai, parlo nel mio campo e non so se applicabile in altri, è che qui non si faccia niente per favorire la ricerca. poi scopri che sono professionisti italiani all'estero a scoprire certe cose e questo ti fa ancora più rabbia.

    detto questo, dal punto di vista biologico l'uomo se vuole andare nello spazio, si dovrà modificare geneticamente rendendosi meno vulnerabile alle radiazioni ed essere in grado di resistere a una permanenza prolungata in assenza di gravità. il futuro poi prevede anche la possibilità di rimpiazzare organi malati con parti meccaniche artificiali e non solo. è già disponibile la tecnologia per ricreare un intero organo in laboratorio interamente tutto biologico.

  4. Paolo

    Ciao Peppe, condivido pienamente quanto dici sul monopolio della ricerca..... che in Italia sembra quasi di natura feudale o meglio baronale... :evil:

    Penso, però, che la modificazione genetica forse non è l'unico modo di affrontare problemi legati a gravità e raggi cosmici (ben altra questione è la cura di patologie di origine genetica).

    A mio avviso, non è detto che in un futuro prossimo non sarà impossibile simulare la gravità (giocando con forze “fittizie” ma reali come quella centrifuga) o schermare le particelle ad altissima energia (non so quanto sia attendibile, ma si ipotizzava di usare uno strato di acqua come schermo) o porre in “stasi” (rallentando le funzioni vitali) chi deve affrontare lungi viaggi.

    Mi chiedo semmai se è davvero necessaria la presenza di organismi biologici da inviare qua e là per approfondire la conoscenza del cosmo, oppure se a volte tutto ciò è più legato più ad una visione epica dell'uomo piuttosto che a una sete di conoscenza.

    Difficile dire che non si subisce anche il fascino di una visione epica... se “domani” mi proponessero di fare un giro per la galassia su una “comoda”nave capace di curvare spazio e tempo 8-O ci andrei volentieri :-D (la fantascienza mi è sempre piaciuta, ma soprattutto sono curioso), se mi proponessero di andare su Marte, declinerei l'invito... non perchè Marte sia poco interessante, ma perchè sottoporsi ad anni di torture per vedere le stesse cose che inviano robottini e sonde non mi sembra interessante.

    Paolo

  5. Lasciatemi proseguire nella mia parte di... giaguaro.
    Possiamo pensare che un giorno ci siano davvero gli asini che volano? Direi di no, perché l'evoluzione la pensa diversamente dalla fantasia. Ora, perché mai l'uomo dovrebbe viaggiare nel Cosmo (a parte le sue fantasie epiche di conquistatore)? Non certo per salvare una razza "intelligente"... A questo ci pensa già l'Universo che invia i mattoni della vita un po' ovunque. Chi ha mai detto che dovremmo essere noi a spargere i semi, quando la Natura ci pensa da sola? Per far nascere un fiore dell'Himalaya in Europa non c'è bisogno di trasportare una pianta, basta aspettare che un uccello depositi un seme rubato laggiù. La Natura lavora così, con i suoi tempi...
    No, l'esplorazione dello spazio non è, a mio parere, un segno e un fine dell'evoluzione. E' un po' come la cattiveria e la bontà: una nostra creazione del tutto soggettiva e fine a se stessa.
    Avanti... picchiatemi duro!!! :-P

  6. Luigi

    L'esplorazione è sempre stata presente nello sviluppo filogenetico dell'umanità. Comunque la si consideri non si arrestera', sarà un fenomeno comunque "cruento" e sarà l'unica strada per non estinguersi. La storia dell'umanità è chiara: di "isole di Tikopia" ne esistono poche e non progrediscono. .. restano nel "necessario" equilibrio con la natura che esse comportano e di cui hanno bisogno per sopravvivere. Siamo spinti dal solo spirito di sopravvivenza e non si può arrestare in nessun modo. Se, come dice Enzo, saremo sopraffatti dai tempi della natura, vorrà dire che ci estingueremo come forse tante altre forme di vita e civiltà si sono estinte nel'Universo. :cry:

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