10/12/15

Viaggi interstellari. Possibili o no?

Sono un gran appassionato di documentari dedicati alla scienza e in particolare all'astronomia. In uno di essi si è parlato di viaggi interstellari e, quindi, delle varie problematiche da affrontare per tentare un viaggio verso un pianeta adatto alla nostra sopravvivenza.

Inevitabilmente se non si vuole finire arrosto a causa dell'agonia del Sole, bisognerà cercare una nuova casa.

Oggi siamo in grado di individuare nuovi pianeti e ben presto, si spera, riusciremo a individuare pianeti simili alla Terra e magari analizzarne la loro atmosfera nel dettaglio per capire se è adatto ad ospitare la vita.
Una volta individuato, bisognerà attrezzarsi per affrontare un viaggio interstellare.

Bisognerà costruire innanzitutto un'astronave, stile stazione spaziale, assemblandola magari nello spazio per evitare problemi di portare in orbità pesanti moduli che richederebbero spinte eccezionali e costi elevati.

Un problema sarà la propulsione del razzo. Che cosa usare? Con le tecniche attuali non si fa molta strada. In prima ipotesi, nel documentario, si parlava di vela solare (allontanato il sole come si fa? 8-O ) di cui vi sono tanti progetti. Si è accennato anche a razzi ad antimateria, ma ci sono parecchie problematiche da risolvere (roba da fantascienza  8-O)

Per ora sembra impossibile accelerare le astronavi per raggiungere la stella individuata nell'arco di una vita (se si riuscirà a realizzare una cosa del genere), per cui ci si dovrebbe accontentare di viaggi secolari con individui che sopravvivono e si riproducono a bordo.

La prima cosa che affronteremo, andando oltre l'atmosfera terrestre, è l'assenza di gravità. In queste condizioni, in un paio di anni, le ossa diventerebbero cosi bucherellate che basterebbe una pacca sulla spalla per distruggerle. Problema che però si può risolvere con la forza centrifuga. Basterebbe allestire sezioni dell'astronave capace di ruotare e ricreare condizioni di "gravità".

Altra problematica le radiazioni cosmiche. Bisognerà trovare modi per proteggersi, sia al livello di tute che nell'astronave stessa. Si pensa di tute capaci di creare pressione senza l'ingombro tipico delle tute attuali ma esse saranno elasticizzate. Tute meno ingombranti signfica riparazioni più facili. Io aggiungerei che secondo me saremo in grado di produrre robot in grado di riparare le astronavi. A mio avviso, da biologo, l'unica arma contro le radiazioni sarà modificarci geneticamente e saper combattere le malattie derivanti dall'esposizione alle radiazioni (la seconda ipotesi è più realizzabile).

Ancora, altro problema è la riproduzione. Noi ci riproduciamo e creiamo figli adattati alla gravità terrestre già in fase di gravidanza. E' dimostrato con i topi, che nascendo in assenza di gravità non hanno il senso dell'alto e del basso e, una volta tornati sulla Terra, se lasciati cadere in acqua cadevano in testa in giù salvo poi riabituarsi dopo un pò di tempo. Ma se si dovrà affrontare un viaggio interstellare questo è un problema grosso da risolvere perchè bisogna garantirsi una progenie sana.

Per il cibo, si faranno strada gli ogm: per garantirselo per secoli, bisogna renderlo resistente a tutto. Magari per un pò si mangierà pillole con valori nutritivi necessari alla sopravvivenza.

Credo che arriveremo a modificarci geneticamente per migliorarci il più possibile per resistere per esempio alle radiazioni cosmiche, come detto sopra. Ci sono geni in un insetto che lo rendono resistente alle radiazioni.
Potremmo avere geni che inducono una sorta di letargo e metabolismo rallentato e che ci facessero vivere molto più a lungo di 100 anni (si pensa addirittura all'incirca 500 anni). Un esperimento fatto sui vermi ha dimostrato che se si spengono determinato geni, questi vivono 5 volte più a lungo e in buona salute.
Dovremo calcolare bene quante coppie serviranno per il tempo necessario a raggiungere il pianeta X per evitare fenomeni di consaguineità.

Dovremo evitare problemi psicologici a bordo, altro nodo da sciogliere. Per questo problema si ipotizza di mandare nuclei famigliari (mia piccola opinione è che i legami di parentela non siano proprio una garanzia)

Insomma tante problematiche. Sicuramente ci sarà qualcos'altro da considerare, ma rendono bene l'idea delle difficoltà da affrontare.

Una volta giunti a destinazione? Bisognerà adattarsi ai nuovi pianeti, che avranno caratteristiche simili ma non uguali alla Terra.  Basta la differenza di alcuni parametri che gioco forza con l'isolamento dal resto del genere umano creeranno nuove specie di homo sapiens. Magari bisognerà "terraformarli". La domanda è: ma quanto tempo ci vorrà?

Che dire se il pianeta X fosse già abitato. Cosa succederebbe?;)

6 commenti

  1. Mario Fiori

    Caro Peppe grazie per questo salto nella fantascienza e per il complesso tentativo di renderla realizzabile. Le radiazioni e l'aspetto psicologico restano certamente, a mio parere, l'aspetto più difficile. Poi naturalmente i costi organizzativi e produttivi, il convincimento di questa disastrata umanità di cambiare e diventare "Homo Cosmicus".
    E poi raggiungere (?) la velocità necessaria a far si che i tempi siano ragionevoli, dopodichè tutti gli effetti relativistici e così via.
    Comunque grazie per averci fatto sognare e...chissà...io non voglio porre limiti...almeno mentali.

  2. E se si viaggiasse con l'entanglement? prima o poi ci si riuscirà anche per il macrocosmo?
    Oppure, più semplicemente, non ve ne sarà bisogno perché la razza umana si autodistruggerà....
    Comunque, sì, caro Peppe... i problemi sono enormi, soprattutto quelli legati alla velocità troppo ridotta. E cosa succederebbe al fisico se si dovessero raggiungere velocità simili a quelle della luce? Accelerazioni e decelerazioni terribili...
    Mamma mia, che bella sarebbe la nostra casetta cosmica se si riuscisse a tenere a modo con tanta equità! magari il Sole vivrebbe anche molto più a lungo :mrgreen:

    Grazie Peppe! :-P

  3. Luigi

    Lo ammetto sono un amante del genere. La fantascienza mi è sempre piaciuta. Da star trek in poi passando per il pianeta delle scimmie... :-P la cosa che ho sempre trovato molto interessante è che molti autori hanno previsto in modo incredibile gli sviluppi tecnologici che poi si sono concretizzati. La fantasia dell'uomo spesso c'azzecca per dirla alla Di Pietro. :mrgreen: chissà che sull'argomento non abbiano indovinato qualcosa gli autori di Interstellar...

  4. Lampo

    Sarò pessimista ma credo che nel cosmo sicuramente ci siano moltissime altre forme di vita intelligente, con la condizione imposta però da chissà chi o che cosa di non poter interagire gli uni con gli altri.

    Ogni forma di vita nasce, si evolve e si estingue nel proprio mondo... Anche perché altrimenti qualche altra civiltà, magari un miliardo di anni più avanzata di noi, sarebbe già dovuta venire a trovarci. E, a parte quelle che racconta Giacobbo...non mi sembra sia mai venuto nessuno a farci visita.

  5. SuperMagoAlex

    A parte i problemi legati alla fisica, come ha già detto Enzo, che a mio modesto parere sono insuperabili, io credo proprio che ci autoestingueremo ben prima di costruire una carretta spaziale che ci porti su M31. Perdonate il mio pessimismo... cosmico :)

  6. luigis

    Non mi direi pessimista, ma, come Lampo, preferisco immaginare che i danni che stiamo dimostrando di saper fare resteranno circoscritti a questa piccola e bellissima parte di Universo.

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