29/01/16

Evoluzione umana e complessità. Siamo troppo specializzati?

Si sente dire spesso che l'uomo è l'essere vivente vincente sul pianeta Terra. Ha raggiunto un grado di evoluzione che gli permette di poter trovare il cibo facilmente (supermercato), correre più velocemente di un leopardo (automobile), volare come un uccello (aereo) e cosi via. Si potrebbero postare altri esempi di questo tipo.

Si afferma che, oltre all'evoluzione biologica, quella tipica di tutti gli esseri viventi, l'uomo ha raggiunto anche un'evoluzione culturale. Tramite quest'ultima, ha assimilato le conoscenze adatte per poter sopravvivere a dispetto delle limitazioni ambientali.

Al giorno d'oggi, un individuo malato può essere curato e gli si può salvare la vita grazie ai progressi della medicina e magari dargli la possibilità di riprodursi, andando contro i principi dell'evoluzione biologica che imporrebbe la perdità del  suo corredo genetico nell'ambito del gioco di combinazioni che porta all'evoluzione stessa.

Abbiamo stravolto un pò queste regole dell'evoluzione. Ciò, a maggior ragione che siam diventati globalizzati, rendendo quasi impossibile la formazione di una possibile nicchia dove isolarsi ed evolvere come  nuova specie.

L'uomo ha dunque creato un percorso di evoluzione culturale, cioè la tecnologia, tale da permettere l'adattamento ad un determinato ambiente con molta facilità. In un certo senso, egli non conta più esclusivamente sulle proprie forze fisiche per adattarsi ma c'è l'aiutino. Quello che siamo oggi è la somma di tanti risultati tecnologici avvenuti in passato. In fondo un bambino di oggi non differisce molto da uno del neolitico. La vera differenza è che il bambino di oggi ha a disposizione le conoscenze acquisite nella storia dell'homo sapiens.

Nonostante la globalizzazione, si pensa comunque che alcune modifiche, seppur minime, possano essere avvenute negi ultimi 10 mila anni. Alcune vanno intaccare il fenotipo, fomando le razze, modulando le altezze, le caratteristiche della pelle ecc.
Altre sono meno visibili. Sono avvenute mutazioni che avrebbero favorito l'uomo riguardo la resistenza a particolari malattie.

Tirando le somme, l'evoluzione c'è ma è molto rallentata dalla tecnologia a nostra disposizione. Quest'ultima, tuttavia, può portarci in direzioni inaspettate. Non ci dobbiamo aspettare che crescano le ali ma solo piccoli adattamenti.

Si parla dunque di evoluzione ma solo per piccoli adattamenti. Quindi. per ora, nessuna nuova specie. Questo potrebbe accadere solo se l'uomo conquisterà lo spazio e si stabilirà in colonie ben isolate, creando le condizioni ideali di isolamento.

Il problema semmai è un altro. Specializzarsi troppo non è mai una buona idea nell'ambito evolutivo. Essere troppo adattati all'ambiente porta alla conseguenza inevitabile di non riuscire ad adattarsi ad un eventuale cambiamento climatico che stravolgerebbe l'ambiente stesso. Ciò provecherebbe estinzioni a catena dato che gli esseri viventi sono legati tra loro dal complesso gioco preda - predatore.

L'uomo è stato dunque in grado di adattarsi, praticamente, a qualsiasi ambiente grazie all'aiuto della tecnologia. Non dimentichiamoci che solo un secolo fa si è conquistato il freddo Antartide e oggi ci sono stabilimenti scientifici ma non certo moduli abitativi degni di una metropoli. Vero è che, quando vuole, l'uomo sa anche stupire in quanto a innovazione tecnologica. Ma se si presentasse una situazione del tipo "terra palla di neve"? Riuscirebbe a cavarsela?

In fondo siamo sempre troppo piccoli per competere con le avversità che la natura ci riserva. Staremo a vedere se saremo in grado di cogliere la sfida e vincerla.

Se parliamo di evoluzione, però, noi dobbiamo abbassarci di livello ed essere umili. Non siamo vincenti per niente. Siamo troppo specializzati. Se spogliassimo l'animale uomo della sua appendice tecnologica, credo proprio che non andrebbe molto lontano. I batteri al contrario sono miliardi e sono qui sul nostro pianeta da 4 miliardi di anni. Resistono alle estreme condizioni ambientali. Sono in grado di resistere anche al vuoto spinto dello spazio.

Potrebbero sedersi vicino a noi e raccontarci quanto la vita abbia faticato in tutto questo tempo per difendersi dalle avversità e dai continui cambi di clima che hanno contraddistinto la storia della Terra.  La vita ha risposto sempre con un cambio di specie: una si estingue e un'altra si origina con un continuo gioco di staffetta. Alcune, però, non hanno trovato il compagno successivo e si sono estinte definitivamente scendendo dal treno della vita prematuramente, altre continuano a viaggiare.

E noi. Dovremo scendere definitivamente da questo treno o l'evoluzione permetterà di rimanerci ancora per molto tempo?

7 commenti

  1. ottimo articolo Peppe! (se hai tempo correggi qualche piccolo errore ortografico... che ti è scappato nella fretta) :-P

  2. È difficile dare un giudizio visto che è veramente da poco che il genere umano ha intrapreso questa strada,ma io propendo che l'attuale apparente evoluzione sia un plus.Noi corriamo in aiuto al nostro corpo anche con interventi esterni(vedi medicina),noi possiamo colonizzare anche ambienti difficili che prima ci erano impensabili(poli,sottomarini ,aerei,spazio)usiamo potentissimi moltiplicatori di intelligenza( computers,telescopi,macchine),non ci stiamo specializzando,direi il contrario!

  3. caro Gianni... sui moltiplicatori  di intelligenza avrei qualche dubbio. Loro sono frutto dell'intelligenza, ma non  possono essere seme di intelligenza superiore. Quella vive separatamente... Ma il discorso è molto ingarbugliato...

  4. peppe

    ho corretto :mrgreen:  avevo sbagliato bozza

    Comprendo il tuo pensiero Gianni, ma quando parlo di specializzazione non includo la tecnologia. Tratto la specializzazione in ambito evolutivo. Spogliando l'uomo della tecnologia, egli è un animale qualunque. Un animale qualunque adattato ad un ambiente in maniera molto spinta, avrà maggior rischio di estinguersi poichè avrà molte difficoltà ad adattarsi a un brusco cambiamento climatico.

    il batterio, essendo più primitivo e più semplice, si presta più a modificarsi per potersi adattare. Non è un mio pensiero ma parlano loro che esistono praticamente da sempre.

    si può supporre quindi che davanti a un cambiamento il batterio avrà più chance di andare avanti.

    Poi l'uomo, se saprà usare per bene la sua appendice tecnologica, potrebbe giocarsi le sue possibilità di sopravvivenza.

     

  5. Avevo capito(forse), che l'articolo si riferiva soprattutto alla parte automatica quella che avviene per vie che chiamo interne ovvero senza l'ausilio di quello che chiamiamo cultura,intelligenza ecc,solo che io credo che tutto sia evoluzione ancorché non necessariamente vincente.Immagino che  sia importante vincere non il modo come si vince.

     

     

     

     

  6. peppe

    se ci si specializza troppo si rischia di andare in un vicolo cieco dell'evoluzione, meglio lasciare aperta sempre una porta che porti al cambiamento e quindi all'adattamento a nuove condizioni.

    La tecnologia può dare una mano all'uomo per contrastare le avversità ma spogliato della sua tecnologia quale sarebbe il suo destino.

    I batteri, invece, senza tecnologia sono ancora tra noi

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