17/07/16

Camò e la sua famiglia

Questa è solo e soltanto una favola basata su un’avventura reale. Quanto ci sia di fantasia e quanto di realtà è un problema di non facile soluzione, almeno per me che l’ho vissuta direttamente… Per molti altri è sicuramente un sogno infantile. Per qualcuno, però, potrebbe anche essere un tassello in più per la comprensione della Natura. Chissà…

camoscio

Camò è un vigoroso camoscio di mezz’età (il nome lo inventato io, ma penso gli piaccia). Insieme a due amici sta pascolando tranquillamente su un ripido pianoro, poco sopra la traccia di sentiero che mia moglie e io stiamo percorrendo. Come capita sempre, i camosci si accorgono di noi molto prima (puzziamo sicuramente di più e siamo normalmente molto rumorosi), per cui quando mi accorgo dei tre animali, due di loro stanno già correndo verso l’alto, al rifugio sopra rocce inaccessibili.

In un primo momento, nemmeno mi accorgo del terzo, talmente è vicino e poco sopra di me Ricordiamo che per i camosci, animali estremamente poco fiduciosi dell’uomo, essere vicini corrisponde grossomodo a 40 -50 m. Ovviamente, si possono anche vedere più vicini, ma solo per un attimo, quando vengono sorpresi a causa di condizioni al contorno sfavorevoli (per loro), come vento o cose del genere.

Camò si trova a circa 30 metri, in condizioni al limite della sopportazione. Una situazione che può anche succedere, ma il camoscio non sarebbe certamente a suo agio. Forse è stato incaricato di vigilare sul branco o vuole mettersi in mostra rispetto alle giovani donzelle, ma i suoi occhi non vi mollerebbero un attimo, i suoi muscoli sarebbero tesi, al minimo vostro accenno di movimento scatterebbe come un proiettile. Una situazione di stallo estremamente precaria, un equilibrio davvero instabile.

Camò, invece, mi guarda con occhi diversi - sapeste come sono belli gli occhi di un animale selvatico che non ha paura di voi!- sembrano tranquilli, al limiti leggermente curiosi. Anch’io lo guardo con pari curiosità, ma soprattutto con enorme ammirazione: che creatura stupenda!

La mia curiosità si traduce in un’ovvia domanda: “Fino a quando? Quanto durerà questo intervallo senza tempo e senza spazio? Di quanti centimetri dovrò muovere il piede per rompere l’incantesimo?”.

La paura di far durare troppo un momento magico (quante volte ci capita di distruggere da soli una situazione meravigliosa?) mi spinge a muovermi. Sì, è stato bellissimo, ma non può durare di più… La reazione di Camò è del tutto inaspettata. Mi guarda un attimo e poi si mette a brucare con grande piacere. Una rapida occhiata ogni tanto, ma più per controllare dove sono che per timore. Mi fermo di nuovo. Non è facile vedere un camoscio così vicino che continua a brucare sapendo della tua presenza.

Mi accorgo che sto parlando insieme a lui: “Ciao bello! Sei meraviglioso. Hai capito che non voglio farti del male?”. Magari mi risponde anche, ma IO non riesco a capirlo. So, però, che inizia le sue pulizie. Si lecca dappertutto eseguendo contorsioni tali che i suoi muscoli non sarebbero più pronti alla scatto. Mi sento commosso e piccolo, piccolo… Ma la storia non finisce lì. Terminate le pulizie si sdraia sull’erba per un bel riposino. Oltre che commosso sono allibito e capisco che comprendiamo ben poco della Natura.

Mi allontano sul sentiero voltandomi sovente indietro a guardare il nuovo AMICO. Sono vecchio e magari a volte mi invento delle situazioni non autentiche. Forse, vorrei solo che la vita andasse avanti così. Fatto sta che mi trovo a sorridere, dato che mi sembra di sentire un sussurro: “Ci vediamo domani, ti porto a vedere la mia famigliola”. Un brivido, una scrollata di spalle e tante riflessioni insieme a mia moglie (ci siamo perfino dimenticati di riprenderlo con la telecamera, ma gli occhi e la mente sono la migliore telecamera).

Il giorno dopo siamo di nuovo in alta montagna, in un altro vallone che si unisce a quello predente attraverso roccioni e ghiaioni. Un incubo per un umano che non sia uno specialista, ma una sciocchezza per un camoscio. Siamo diretti verso un lago, ma quando siamo a ormai a poche centinaia dimetri lungo la ripida salita, sento il bisogno o il desiderio di scendere in una conca piena di rocce, prati meravigliosi e fiori fantastici. E’ esattamente nel versante opposto del sentiero di ieri.

Si sentono marmotte e decidiamo di fermarci e goderci lo spettacolo della Natura. Non passano cinque minuti ed ecco che a mezza costa si vedono nettamente tre camosci: un papà, una mamma e un cucciolo. La mamma è davanti, molto timorosa e ci scruta con molta apprensione: il papà è dietro a coprire la traversata. Sembra nettamente più tranquillo.

Ormai mi conoscete… cosa posso aver mai pensato e soprattutto detto: “Ciao Camò! Hai mantenuto la promessa… Complimenti per la famigliola e per il cucciolo. Sono sicuro che diventerà forte e coraggioso come te!”. Non mi vergogno a parlare a voce alta, mentre il piccolo continua fare la spola correndo dalla mamma verso il papà e viceversa. Si allontanano lentamente. Beh… la realtà dell’avvistamento non può che mischiarsi con la fantasia della favola. E ne sono contento, la Natura potrebbe avermi svelato un altro piccolo mistero. E se io e Camò fossimo amici “entangled”, abbracciati in un sogno che potrebbe anche esistere da qualche parte nell’immenso Universo?

La favola-avventura sarebbe finita. Ma pochi minuti prima di scrivere queste righe, il giorno dopo,  esco sulla terrazza per guardare il panorama. A poche decine di metri, sul sentiero che sale al rifugio, c’è un camoscio. Stano… mi dicono, di solito non scendono così in basso in questa stagione. Io sorrido e so benissimo chi è quel camoscio e perché è sceso così in basso. Ogni tanto tra amici è bello incontrarsi anche senza appuntamenti.

La realtà è poca e la fantasia è molta, come avevo premesso fin dall’inizio. Però, però, ho sentito dire da amici dello spazio, che scrivono le loro avventure in questo circolo (Astericcio & co., tanto per intenderci) che esiste un pianeta attorno a una stella simile a Rosetta, in una galassia sperduta e lontana, che ha la forma di un volto sorridente, in cui questa favola è solo una storia di vita normale.

Non abbiamo avuto tempo di parlarne, ma penso proprio che sia Camò che io vorremmo incontrarci là, in un futuro forse non così lontano.

A presto Camò… un bacione a Camino e un rispettoso saluto a Camà.

6 commenti

  1. Gianni Bolzonella

    Mi piace questa mezza favola,la sento mia perché sono sicuro che molti di noi hanno vissuto momenti simili,assaporando la gioia di trovarsi in un ambiente amico,di scoprire che altre dimensioni ci sono vicine, come quando si entra in un negozio e per caso s'incontra un vecchio amico.Il Puzzle,visto da noi, si completa magicamente in uno spaziotempo definito,una nuvola fumosa di positività concentrata , che cerchiamo di trattenere prima che si diradi.La curiosità non appartiene in esclusiva all'umanità,insieme a crudeltà e diffidenza.Sono architetture della materia in quello che noi chiamiamo evento, la distanza spaziotemporale era QUELLA ,come la disposizione degli "oggetti".Un'ispirazione  poetica,essa si palesa solo in ambienti rarefatti;astronavi dello spirito dove la perdita della gravità,alleggerisce la fatica di muoversi e vivere.

     

     

  2. Sì, caro Gianni... una specie di universo parallelo in cui le cose restano le stesse, ma cambiano i rapporti. E' solo un attimo? A volte sta a noi decidere.... :wink:

  3. Mario Fiori

    Stupenda e dolce avventura la vostra Enzo: la Natura ò grande e l'Uomo fà bene a sentirsi piccolo come ti sei sentito tu davanti a questi meravigliosi eventi. Poi la tua riflessione sull'entaglement...e beh...

  4. Barbariccio & Daniccia

    Proprio ieri abbiamo parlato di quel meraviglioso pianeta con i nostri piccoli amici!

    E volete sapere perché ha un volto sorridente? Perché è il luogo in cui si concentrano le onde mentali di tutti gli esseri viventi che hanno pensieri sufficientemente positivi per credere nella sua esistenza! Così è inevitabile che finiscano per incontrarsi casualmente anche nei loro mondi e stringano amicizia...  :wink:

  5. la saggezza dei ricci è sempre una lezione per tutti... :-P  Quanto abbiamo ancora da imparare da loro... :-o

  6. Gianni Bolzonella

    "C'è una vecchia stella che sta lasciando la sequenza principale,ancora pochi anni e si libererà lo spaziotempo per colui che ti sarà assegnato come figlio",comunicò l'entità a mio padre.In quell'angolo di spaziotempo ebbi molti fratelli che videro la luce insieme a me:insetti,pesci,uccelli e una moltitudine di piante.Ormai dopo molti anni ci sono giorni che mi sento un poco solo.La maggior parte di quella moltitudine di vita che nacque con me non c'è più,certo non posso lagnarmi,la vita mi ha dato molto e riesco ancora agevolmente a manipolare le forme che si muovono dentro il mio spazio,ma le leggi dell'universo non fanno sconti .Una settimana fa,alla fine di una giornata serena,muovevo i miei passi per raggiungere il parcheggio della piazza principale di Piazzola Sul Brenta,quando mi accorsi che qualcuno camminava dietro a me,mi passò un certo brivido lungo la schiena che conosco bene,feci finta di guardare altrove e con la coda dell'occhio mi accorsi che era uno di loro,altissimo,con un tabarro lungo fino ai piedi scoperti come un frate e come un frate la testa nascosta dentro il cappuccio.Rallentai il passo per lasciarlo passare,cercai di radunare quanta più energia possibile,pronto alla lotta.Già molti anni prima venni colpito da un negativo come lui in questo luogo.Non successe niente,mi passò vicino,non vidi i suoi occhi,probabilmente non ero il suo obbiettivo o forse la stirpe alla quale appartengo mi protesse.È difficile sostenere gli occhi di un maligno,anche quando sei forte qualcosa ti rimane e spesso capita qualcosa di infelice a te o a ciò a cui tieni di più;indossano delle forme viventi o anche oggetti,ma in realtà sono ologrammi ,pura energia,opposta a quello che tu sei.Raramente sono più forti di te,ma si sanno concentrare bene e attaccano quando sei vulnerabile.Di solito una persona che nasce media,la squassano con facilità perché chi ha un ruolo superiore a codesti umani, li spendono per proteggere altri che sono più aderenti ai loro scopi .Ma la lotta è durissima, ovunque, in qualsiasi punto dell'infinito spaziotempo.

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