25/03/21

Attenti al gorilla! *

Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "L'intelligenza che non ti aspetti" (in "Vita, Intelligenza, Astrobiologia")

 

Non sono certo un esperto in questo tipo di argomento, per cui mi limito alla notizia e a una piccola riflessione a proposito.

Si ci è sempre chiesti come mai l'evoluzione di certi primati ha portato allo sviluppo di un cervello nettamente superiore come volume e numero di neuroni. Sembrerebbe quasi che sia stata necessaria una bacchetta magica... Sicuramente c'è stata una selezione naturale che ha portato alle differenze naturali, ma la vera chiave di tutto il processo sembra oggi estremamente semplice e riguarda la forma delle cellule chiamate precursori neurali, ossia le cellule parzialmente caratterizzate che hanno poi dato luogo, moltiplicandosi, alle cellule sempre più raffinate e sempre più abili per scopi specifici.

Bene... la forma iniziale di queste cellule hanno forma cilindrica, in modo da facilitare al massimo la replicazione. Il processo rallenta sensibilmente quando le nuove cellule così formatesi assumono forma conica. La chiave di tutto sta proprio nella forma geometrica (spazio) e nel tempo avuto a disposizione prima della trasformazione in forme geometriche meno "produttive". Nei topi bastavano poche ore per rallentare il processo raggiungendo la forma conica; nei progenitori primati come il gorilla e lo scimpanzé ben cinque giorni; nella specie umana il tempo si è allungato fino a sette giorni.

Più tempo  hanno avuto a disposizione durante la fase a cilindro e maggior numero di "figlioli" cilindrici sono nati e via dicendo, di figlio in figlio... Possiamo immaginare il tutto come un interruttore che passa da ON a OFF in un tempo maggiore per l'antenato dell'uomo rispetto all'antenato dell'odierno gorilla. Un semplice cambiamento di spazio che si realizza in un maggiore o minore intervallo di tempo utile.

Mi sposto nettamente da un campo che non è il mio e cerco di vedere il tutto come una manifestazione dello spaziotempo. La stessa forma spaziale viene deformata in un tempo più o meno limitato permettendo di fare aumentare il numero delle cellule che andranno a formare il cervello. E' un po' come se dicessimo che stando più vicini alla massa (o meglio energia) centrale, il tempo si curva più drasticamente (maggiore è la rapidità di deformazione) e una intera stella può essere ridotta a brandelli (più numerose sono le forme cilindriche nate prima di quelle coniche).

Insomma, per vivere bene è sempre meglio stare lontani dai buchi neri...

Ma la vera sorpresa, legata a questo semplice processo spaziotemporale, è che sarebbe bastato ben poco per dare ai precursori neurali dei gorilla più tempo rispetto a quelli dell'uomo. Qualcuno potrebbe dire: "Beh, proprio per questa differenza, il gorilla si è trasformato in homo erectus, sapiens, ecc.". E, invece, no... dato che il gorilla continua a esistere. Ne segue che l'alternativa gorilla erectus, sapiens, ecc. sarebbe stata sicuramente possibile (gli altri precursori cellulari avrebbero potuto rimanere gli stessi) e oggi il potere politico ed economico sarebbe in mano a enormi gorilla, con tanto pelo sullo stomaco (ma forse non molto di più degli attuali...) e capaci di arrampicarsi sugli alberi (e non solo sui vetri).

 

Come diceva il grande Brassens: "Attenti al gorilla!" (chi non capisce il francese può anche ripiegare sulla versione "milanese" di Nanni Svampa o su quella "più raffinata" di Fabrizio de André).

Articolo originale QUI

 

A proposito di forma delle cellule, QUI parliamo di scutoidi e diagramma di Voronoi

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