06/03/22

Guerra e cibernetica

In questi tempi di guerra sempre più calda e sempre meno fredda, se ne sentono di tutte e di più... un volo continuo tra notizie e false notizie. C'era, ovviamente, da aspettarselo. Si sollevano, come sempre, incubi terrificanti (molti ce ne sono realmente) e saltano agli occhi (e alla mente di chi riesce ancora a pensare) i limiti mostruosi che ci vengono imposti da un certo tipo di tecnologia che ci ha ridotto al rango di pedine in balia degli eventi.

Tra i tanti  terrori, ne estraggo uno che, da un lato, mi porta a un sorriso molto triste: la guerra cibernetica...

Uno degli attacchi peggiori è considerato, infatti, quello cibernetico. Cosa vuol dire "cibernetico"? Presto detto: "Che fa uso della cibernetica". Ne sappiamo tanto quanto prima... che cos'è, infatti, la cibernetica? Eccone una definizione: "Ramo della scienza pura e applicata, che si prefigge lo studio e la realizzazione di dispositivi e macchine capaci di simulare le funzioni del cervello umano, autoregolandosi per mezzo di segnali di comando e di controllo in circuiti elettrici ed elettronici o in sistemi meccanici".

Insomma, in poche parole, un metodo che ci permetta di sapere cosa dobbiamo fare, affidandoci solo e soltanto a comandi tecnologici prestabiliti. E se la tecnologia fosse messa fuori uso? Dramma, terrore, incapacità di superare gli ostacoli!

Stamattina, ho sentito dire chiaramente in TV: "Un attacco cibernetico potrebbe azzerare il sistema GPS e quindi rendere impossibili gli spostamenti." Sarebbe vero se ci fossimo ridotti a seguire solo e soltanto le istruzioni di un marchingegno capace di dirci che azioni eseguire per andare dalla città A alla città B, ma del tutto falso se sapessimo ancora usare il cervello e una cartina stradale. Non sempre la super tecnologia aiuta... può anche renderci impreparati del tutto rispetto agli animali che consideriamo inferiori. Che invidia avremmo di fronte a chi usa ancora le stelle, il Sole, il campo magnetico e addirittura la Via Lattea, come lo scarabeo stercorario?

La mia è ovviamente solo una riflessione che non vuole, ovviamente, togliere niente all'aiuto insostituibile di gran parte della tecnologia. Quest'ultima, tuttavia, dovrebbe  essere utilizzata e compresa, mantenendo sempre acceso il cervello. Purtroppo esso viene sempre più frequentemente "spento", preferendo "accendere", con frenesia, strumenti giudicati ormai insostituibili.

N.B.: Questa breve esternazione mi è nata mentre scrivevo (finalmente!) il primo capitolo sulle onde. Sempre che lo possa terminare e -magari- pubblicare...

5 commenti

  1. Frank

    Enzone il pensieroso, porc. mis. mi hai fatto ricordare la prima volta che ci siamo incontrati a casa tua. Il mio gps si era impallato e le dettagliate istruzioni che mi avevi fornito erano finite in fanteria a causa dell' autostrada chiusa prima Asti per incidente.... Ancora non mi spiego come ho fatto a trovarti al primo colpo. Ahahahaahah

    PS nemmeno lo stercorario ti avrebbe trovato al primo colpo, era destino che andasse così.

    PS per chi non è pratico, non so adesso ma allora neanche google map funzionava da Enzo.

  2. no, no, google maps e google earth rientrano nelle mie conoscenze. Ma sempre  "cartine" sono...

  3. Frank

    Vada per google earth proprio tirata per i capelli ma per maps non lo si può definire una cartina e anche se a pc è consultabile come tale è una tecnologia di navigazione guidata per smartphone. So che non funzionando sul tuo nokia mod. 1920 ti trae in inganno. Confermo, la tecnologia aiuta sempre è l'uso inconsapevole che istupidisce, d'altronde ormai ha assunto una tale vastità che è impossibile usarla ed essere sempre consapevoli. Quanti sanno come funziona un banalissimo frigorifero e quanti sanno come raffreddare una bottiglia di vino in pieno deserto senza alcuna tecnologia?

  4. Alberto Salvagno

    Come al solito in medio stat virtus. Ricordo ancora con apprensione come noi "vecchi" raccomandavamo ai neopiloti di non affidarsi solo al gps (che agli inizi spesso andava in tilt).

    Li vedevo tutti assorti nel loro monitor senza guardar fuori. Forse questa era una buona preparazione per il volo strumentale (ifr) da professionisti, ma per noi del volo a vista (vfr) era un atteggiamento che incuteva parecchio disagio.

    Mappa, bussola e orologio, questi erano i nostri strumenti, ma poi più di tutto, quel senso dell'orientamento che pian piano affinavamo, non so spiegare come. Quante volte, anche con scarsa visibilità, mi sono ritrovato a puntare la prua d'istinto verso la meta, per verificare solo dopo, con la bussola, che ero nella rotta giusta. Sicuramente mi aiutava il mio mestiere di fotografo: sapevo leggere la luce, la sua intensità, il suo colore. Comunque, tra i vecchi, non ero un'eccezione. Mia moglie ancora oggi si meraviglia quando in auto, in mezzo alle case, in un luogo che non conosco, le indico da che parte sta il mare.

    E quante volte, sotto un cielo stellato, al timone di una barca a vela, ho allineato l'albero o una sartia con una stella. Cullato dallo sciacquio e dal respiro pesante dei miei compagni che dormivano. Poesia pura.

    Sono certo che l'orientamento sia una capacità sempre più in disuso che ci portiamo dietro da quando si sono aggregate le prime cellule qualche miliardata di anni fa. Campi magnetici, radiazioni elettromagnetiche, echi sonori...

  5. condivido in pieno Albertone. Anche a me spesso capita di "sapere" dove sta il Nord anche senza guardare stelle o bussola.

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