09/11/23

Democrazia

Finalmente eravamo pronti ad uscire dal Sistema Solare e viaggiare tra le stelle. L’ultima versione del motore a ioni e la scoperta delle traiettorie di Chi-Lang, che sfruttavano la diversa densità dello spazio interstellare, avevano permesso di raggiungere velocità molto prossime a quelle della luce. Con un viaggio non superiore di molto ai 10 anni si sarebbe raggiunto il sistema stellare doppio XS 411.

Era questo un sistema estremamente complesso e rappresentava un caso dinamicamente eccezionale: si era, infatti, osservato che un pianeta di tipo terrestre orbitava alternativamente attorno alle due stelle in modo da spendere un periodo di circa tre dei nostri mesi attorno alla stella Alfa, che rimaneva l’unico Sole del sistema, e poi altri tre mesi attorno alla stella Beta, nuovamente l’unica in quel lasso di tempo. Questo stranissimo meccanismo dinamico, accompagnato dalla presenza di una nube scura che oscurava periodicamente la vista di una delle due stelle, non aveva comunque vietato al pianeta di XS 411 di avere una traiettoria estremamente stabile e regolare e, quello che più importava, di avere un’atmosfera simile alla nostra e tutte le condizioni migliori per lo sviluppo di una vita intelligente.

Dopo 12 anni, l’astronave “Liberty” si inserì finalmente in orbita attorno al mondo misterioso ed effettuò le prime osservazioni a distanza. Non c’erano dubbi, il pianeta era abitato e gli abitanti erano estremamente simili a noi. Anche le costruzioni e le vie di comunicazione assomigliavano moltissimo alle nostre. Le condizioni erano perfette per il primo contatto con un’altra vita intelligente. Rimaneva solo il problema della lingua e un po’ di fortuna per avviare relazioni amichevoli.

Prima di iniziare la lenta discesa verso il suolo, si fece il tentativo, con ben misera speranza di risposta, di inviare un messaggio dal tono estremamente gentile in cui si chiedeva il miglior luogo di atterraggio o planetaggio che dir si voglia. Nessuna risposta, ma dopo pochi minuti su una grande pianura, proprio nella direzione di discesa dell’astronave, si vide un gran trambusto, seguito dall’arrivo di mezzi meccanici, di installazioni provvisorie, di un nutrito gruppo di alieni che si sistemavamo attorno ad una zona ben marcata al suolo, di forma circolare. Sembrava proprio che li stessero aspettando e che gli indicassero il campo di atterraggio. La nuova avventura non poteva cominciare meglio!!

Una volta toccato il suolo ed aperto il portello principale, l’equipaggio, composto in minima parte da militari ed in larga parte da psicologi, sociologi, astronomi, botanici, antropologi, ingegneri, ecc., si trovò davanti una nutrita delegazione di notabili, con fiori e regali, ed i volti sorridenti e cordiali. Tutt’attorno la folla festeggiava con urla di benvenuto. Il primo contatto fu semplicissimo: in quel mondo tutti parlavano benissimo la lingua della Terra!! Mentre gli astronauti venivano trasportati con tutti gli onori verso la residenza imperiale, gli fu spiegato che erano anni ed anni che dal pianeta captavano tutte le loro trasmissioni televisive e radiofoniche. Purtroppo la loro tecnologia non era ancora in grado di inviare segnali nello spazio. Potevano solo ricevere in modo quasi perfetto, ma senza poter dare alcuna risposta.

Quando si erano accorti del loro viaggio proprio nella direzione di XS 411, tutto il pianeta era stato preso da grande emozione ed entusiasmo, ed ora finalmente tutti esprimevano la loro gioia con grande clamore e sincerità. Pur continuando a chiedere ed a rispondere in modo frenetico alle autorità, gli astronauti si guardavano attorno. E quello che videro non gli piacque completamente. Si vedevano costruzioni lussuosissime, con parchi fioriti, campi da gioco e piscine, automobili gigantesche e tutti i lussi più sfrenati. Ma, in altre zone, si vedevano masse di persone vestite malamente, che facevano lavori faticosissimi e venivano continuamente spronate da gruppi di guardiani in uniforme. E vi erano anche baraccopoli indegne, sporche e cadenti, con bambini che giocavano laceri in mezzo a pozzanghere maleodoranti. Il capo delegazione, Omar, si accorse del disagio e cercò di indirizzare il discorso verso altri argomenti, indicando la stella Alfa che in quel momento dominava il cielo. Gli disse anche che tra pochi giorni ci sarebbe stato il “cambiamento” e sarebbe stata la stella Beta a prendere il suo posto.

Poi arrivarono alla residenza dell’Imperatore Guglielmo. Dire “residenza” è dire poco. Nessuna reggia sulla nostra Terra poteva rivaleggiare con quello che vedevano. I giardini arrivavano fino all’orizzonte ed i palazzi di bellissima fattura erano arricchiti da preziosissime statue, fontane, cascate, padiglioni, ecc. Entrando nella residenza imperiale, videro però gruppi di “schiavi” (non potevano essere chiamati altrimenti) che pulivano il selciato in cui stava per passare il loro magnifico mezzo di trasporto. Un alto e severo uomo di mezza età non riuscì a spostarsi in tempo e fu colpito duramente. Il guidatore lo rimproverò con forza, utilizzando anche una frusta e gridando: “Sei sempre il solito, lurido Almar!!”.

Poi, continuarono tra file di valletti, servitori, lacchè, maggiordomi. Visitarono di corsa anche le cucine dove si stava preparando il banchetto in loro onore. Doveva essere un pranzo magnifico, ma in che situazione tragica lavoravano gli inservienti! Il calore era insopportabile, l’olio schizzava dappertutto e perfino i bambini erano occupati a pulire immediatamente la spazzatura che si riversava a terra, letteralmente schiacciati dagli adulti che si muovevano freneticamente.

Quando entrarono nella Sala del Trono, e chiamarla “Sala” era sicuramente riduttivo dato che a malapena si vedeva la parete di fondo, furono stupiti da una situazione completamente diversa. Gruppi di bambini giocavano con balocchi della più elevata tecnologia. Gli adulti discutevano tra loro indossando vestiti luccicanti e costosissimi. I nobili vivevano sicuramente tra agi indescrivibili. Fu uno di loro, certamente tra i più alti in grado, il conte Palmiro, a presentarli alla famiglia reale: l’imperatore Guglielmo, la moglie Altea, i giovani figli Riccardo e Alibrando, e tutto il corteo di fratelli, sorelle, nipoti, zii, ecc., ecc. Anche se sembrava impossibile, la famiglia reale sfoggiava abiti ancora più abbaglianti. Tutt’attorno musici, buffoni di corte, danzatori ed attori cercavano di allietare la sfarzosa scena in cui dominava la ricchezza più sfrenata.

Avvicinandosi all’imperatore, i nostri astronauti sbirciarono dalle finestre e videro che molte delle apparecchiature che ravvivavano la festa erano guidate all’esterno da poveracci legati a barre di legno, a ruote ed a leve. La fatica che dovevano fare aveva dell’incredibile, ma nessuno poteva rifiutarsi, guardati com’erano da aguzzini dai volti spietati. Una volta davanti all’imperatore, si inchinarono goffamente, ma fu lo stesso Guglielmo a dire di alzarsi e di sedersi insieme alla famiglia reale: in fondo erano loro i festeggiati. L’imperatore ordinò da bere ed una bellissima servitrice si avvicinò con brocche di un liquido dolcemente ambrato, ma scivolò su un giocattolo del piccolo Riccardo e cadde con grande frastuono. Venne subito colpita e redarguita con male parole dal primo maggiordomo: “Sarai duramente punita, maldestra Deianira !!”. Poi tutto divenne nuovamente divertimento sfrenato, cibi incredibili e gustosissimi, vini meravigliosi e musica armoniosissima.

I nostri pionieri terrestri passarono cinque giorni in quel lusso sfrenato, contenti da un lato della meravigliosa accoglienza, ma anche profondamente turbati dall’estrema differenza sociale che esisteva tra i potenti e i servitori. Forse nemmeno la Terra nel suo lungo passato aveva mai assistito a un tale divario. La quinta notte era un momento astronomicamente molto interessante: al mattino sarebbe stata la stella Beta a dominare il cielo per tre mesi terrestri. Non ci si accorse, però, del drastico cambiamento ed al mattino seguente tutto sembrava tale e quale al giorno precedente. Erano stati invitati ad una battuta di caccia con la famiglia reale e avrebbero visto gran parte della tenuta del monarca. Appena usciti dalle loro stanze gli sembrò che la ricca colazione gli fosse servita da un valletto che assomigliava straordinariamente a Omar, il capo delegazione che li aveva accolti al loro arrivo. Ovviamente era impossibile. Poi però videro l’imperatrice Altea in persona che stava pulendo i vetri della grande galleria. Non poteva esserci alcun dubbio. Sbirciando nella cucina ebbero un’altra grossa sorpresa: non erano i figli dell’imperatore quelli che pelavano chili e chili di patate?

Giunsero nella sala del trono e – accidenti!- quello che sedeva nel seggio più alto era Almar, l’uomo che era stato investito dalla loro automobile di rappresentanza. Accanto a lui sedeva la bellissima e maldestra Deianira, ingioiellata in modo splendido. Gli astronauti furono presi da sgomento e terrore: erano arrivati nel bel mezzo di una rivoluzione e, come si sa, in questi casi non si va molto per il sottile nemmeno con gli ospiti! Il loro disagio colpì l’Imperatore, ex servo di infima posizione sociale, che immediatamente li rincuorò: “Nessun problema, cari amici. Oggi è sorta Beta!”. Il grande maestro di cerimonia, ieri uno dei più miseri sguatteri di cucina, sussurrò agli astronauti esterrefatti: “Questa è la nostra Democrazia: tre mesi per uno non fa male a nessuno!!”.

2 commenti

  1. oreste pautasso

    Non fa una piega, Professore, mi compiaccio! (posso?).

    Altro che "alternanza" dei partiti, qui il problema è risolto alla base.

  2. Guido

    Bello! Grazie Enzo! E speriamo che la nube continui a fare il suo lavoro "imparziale"....

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