19/03/14

Curiosity non solleva più curiosità? *

Questo articolo è stato inserito nella pagina d'archivio dedicata alle missioni su Marte

Il punto chiave è sempre lo stesso. Per dare un certo valore a queste carissime e parecchio inutili missioni, altamente tecnologiche e poco scientifiche, bisogna sfruttare sempre e comunque la scoperta della vita o -almeno- qualche suo segno antico. Purtroppo, c’è poco da fare. La vita non si trova e si prova in tutti i modi a creare un po’ di fumo: scoperta di composti organici (comunissimi non solo tra asteroidi e comete, ma un po’ ovunque nell’Universo), prove dell’esistenza antica di acqua liquida (ma trovare segni di acqua non dà nessuna garanzia di vita), strane formazioni rocciose che potrebbero far pensare a interazioni con la vita biologica (potrebbero… ma vi sono altri modi inorganici per ottenerle) e via dicendo… Insomma, niente vita marziana e molti dubbi che prima o poi le nostre contaminazioni si facciano scoprire e vengano attribuite al pianeta rosso.

verme marziano
Il celebre “verme” marziano che tanto scalpore fece nel 1996.

Sapete già come la penso. In qualsiasi punto della Terra (anche ben “peggiore” di Marte) facessimo delle analisi accurate troveremmo segni di vita. Il non aver trovato ancora niente sul mondo alieno fa proprio pensare (logicamente) che la vita non solo non ci sia ma che non ci sia mai stata. E intanto Titano, Europa ed Encelado aspettano…

Purtroppo Curiosity & Co. fanno quello che possono e dare notizie del tutto false è impossibile anche nel mondo mediatico odierno. Ci si deve accontentare di piccoli e saltuari pseudo-annunci da scoop che in fretta rientrano nell’ombra. Ne segue che, ogni qual volta io leggo articoli che ravvivano le speranze di vita marziana, parto subito  un po’ prevenuto: a furia di gridare al lupo al lupo ci si fa il callo.

Questa volta, la notizia tra l’eclatante e il banale (basta leggere bene tra le righe) si riferisce all’analisi di una meteorite marziana. Niente di recente, tuttavia, ma un qualcosa trovata già nel 2000 (e finora tutti fermi a guardarla?). Inspiegabilmente, solo oggi si fa il punto su alcune sue caratteristiche peculiari e si cerca di riallacciare certi micro-tunnel e certe sferule a una “possibile” attività biologica. Riprende vigore, perfino, la vecchia bufala del “verme” marziano trovato in un’altra meteorite del 1996. Verme o batterio o fossile o quello che volete era finito tra il divertimento di tutti o quasi, più che tra le notizie scientifiche.

sferule
Le sferule identificate in uno strato di iddingsite, un minerale che si forma sotto l’azione dell’acqua. Fonte: NASA.

Lo scopo di questo “articolo” o esternazione personale va però oltre a una notizia che lascia, in fondo, il tempo che trova. Ciò che mi ha stimolato è proprio il risultato controproducente di questa pseudo-novità. Se si voleva dare risalto a Curiosity, si è ottenuto proprio il risultato opposto. Nel lavoro si dicono, infatti, varie cose che sembrano sfavorevoli a missioni tipo Curiosity. Innanzitutto, si conferma che lo studio delle meteoriti deve essere continuato con grande costanza dato che questi frammenti, pur rappresentando un piccolo campione di suolo marziano, possono essere studiate con tecnologie che Curiosity & Co. non potranno mai utilizzare. Insomma, meglio poco e bene che tanto e male. Tuttavia, nell’articolo si dice anche che i risultati ottenuti sulle meteoriti stimolano a continuare con le analisi, semplicistiche e ambigue, di Curiosity. Mah… a me sembra proprio il contrario. Potremmo dedicarci solo alle meteoriti e otterremmo di più e meglio.

micro tunnels
Tunnels e microtunnels nella stessa meteorite di prima. Potrebbero essere legati ad attività biologica (ma non solo…). Fonte: NASA.

Inoltre, dopo tanti paroloni, si ammette che, comunque, tutto ciò che si è trovato può dare -forse- qualche segno positivo per l’esistenza di antica acqua liquida, ma ben poco sulla reale esistenza di processi biologici. Analoghi risultati si possono ottenere attraverso reazioni chimiche inorganiche. Insomma, anche le meteoriti riescono a dire poco o niente. E allora, dico io, figuriamoci Curiosity…

Se si voleva rinvigorire la curiosità su Curiosity temo che si sia sbagliata completamente strategia. A meno che per i politici non sia più che sufficiente qualche annuncio un po’ enfatico e molto poco scientifico. Mah… mi spiace veramente dover battere sempre lo stesso chiodo, ma queste saltuarie esclamazioni di giubilo, immediatamente ridimensionate, servono poco alla vera Scienza.

Comunque Viva Curiosity e Viva chi rimane ipnotizzato dal suo fascino di cartapesta. E Viva anche chi crede fondamentale il viaggio dell’uomo su Marte. Qualche eroe in più e qualche avventura pionieristica che faccia versare molte lacrime di gioia, di orgoglio (e forse anche di cordoglio) e riproponga l’immagine dell’uomo impavido e inarrestabile? Un nuova epopea da Far West, fortunatamente senza indiani da distruggere. Può darsi, ma io mi tengo strette le mie convinzioni…

Articolo originale QUI

18 commenti

  1. Supermagoalex

    Se la NASA avesse risparmiato tutti i soldi per i vari robottini su Marte (buoni secondo me solo per le splendide foto in HD del suolo marziano) probabilmente il telescopio Webb sarebbe già in orbita e chissà quante nuove scoperte avremmo potuto fare  :(

  2. Caro SMA,
    è il prezzo che bisogna pagare ai politici. Guarda cosa sta succedendo al GW. Più si scoprono e si rendono pubblici bachi enormi nei modelli "ufficiali" e più la TV e i giornali sono spinti a confermare il GW. Hanno paura di perdere il succoso osso... Vi è proprio una forte correlazione (altro che quella tra CO e temperatura...). Pochi giorni fa ho letto del fallimento di una nuova riunione tra alti papaveri, dove si arriva ormai a dire: "Ma freghiamocene di questo WG che non sta producendo niente di negativo e che ci costa un sacco di quattrini..." e della nuova politica della Germania che dice di seguire le energie alternative e, intanto, si è lanciata a corpo morto verso il carbone... (chiudendo fabbriche legate ai pannelli solari). Tuttavia, quando il GW scricchiola sempre di più, sempre più alte si levano le grida di terrore e di finta paura... E la TV e i giornali, lautamente pagati, eseguono... con il codazzo dei soliti servi pseudo-scienziati (a loro -a volte- basta un po' di pubblicità per farsi pagare conferenze e interventi pubblici). Poveri noi... In fondo Curiosity un po' di Scienza la fa, ma i soldi che buttiamo nel GW non rendono assolutamente niente alla comunità... :-x

  3. gioyhofer

    Purtroppo al giorno d'oggi non esiste più la ricerca intesa come "sete di scoperta" ma essa esiste solamente come "sete di guadagno"... :(

  4. Michael

    Ciao Vincenzo, sono un nuovo lettore.
    Ti ho letto a più riprese accennare a Titano, Europa ed Encelado quali possibili culle di vita extraterrestre.
    Considerato ormai chiaro che vita su Marte non ce n'è e che tutti voglion mandarci sopra qualcosa per i loro scopi, perché non investire tutto questo denaro per provare una delle tre lune sopracitate? In quel caso avrebbero il vantaggio di essere i primi ad esserci andati con grande risalto anche in caso di fallimento. 

  5. caro Michael,
    intanto benvenuto! La penso come te e spero solo che quanto promesso venga mantenuto. Probabilmente, chi gestisce i soldi pensa che il ritorno di immagine del pianeta rosso sia sempre vincente... Sicuramente vi sono più speranze su Europa e Titano che non su Marte. una missione verso Giove o Saturno costa certamente di più, ma ne varrebbe la pena... Dipendesse da me... :wink:

  6. Michael

    Possibile che la scelta sia dettata sopratutto dalle tempistiche per il raggiungimento dell'obbiettivo?
    Mi spiego meglio: chi deve dare l'ok alla missione (che è poi anche chi ne prenderebbe prestigio) vuole chiaramente trarne i vantaggi al più presto e, sopratutto, mentre è in carica.
    Lanciare una missione per Europa sapendo che la sonda la raggiungerà dopo che lui sarà pensionato, potrebbe non essere poi così interessante.
    A quanto ammonterebbero, nella migliore delle ipotesi, le tempistiche per raggiungere Marte, Giove e Saturno, con la tecnologia moderna? 

  7. no, non è certo solo legata alle tempistiche, anche se Marte si raggiunge ben più in fretta di Giove (leggi anche l'articolo su Europa dove si parla di future missioni di questo tipo). Il problema è quello che ci sta dietro, ossia lo sviluppo delle tecnologie dei robottini che vedono l'appoggio di lobby industriali potenti. Non dimentichiamoci, poi, che Marte ha ancora il mito di essere raggiunta dall'uomo e questo fatto si trascina interessi sia economici che politici ben superiori a quelli di Europa o Titano... La ricerca della vita è il solito alibi che si usava già negli anni 70 e 80, il modo per convincere l'opinione pubblica che Marte era il target primario.  Il vero scopo, però, non è mai stato quello, ma i soldi che stavano dietro alle tecnologie necessarie... Tuttavia, dire che spendi tot per preparare il viaggio dell'uomo su Marte è più accettabile che dire di andare a testare l'oceano di Europa per trovare qualche batterio o cellula primitiva...

  8. Michael

    Chiarissimo, grazie Vincenzo.  :wink:

  9. alexander

    Enzo, probabilmente la mia opinione sull'argomento la conosci già...
    Non mi ha mai attirato la ricerca della vita (o indizi di vita passata) sugli altri pianeti o satelliti del sistema solare.
    Al massimo, ma proprio al massimo, trovo più affascinante lo sviluppo delle tecnologie per viaggiare nello spazio e nel lancio dei satelliti e/o nuovi shuttle.
    Per il resto mi è sempre bastata quella famosissima formula matematica (non ricordo chi la propose) che dava, in termini statistici, la quasi certezza della vita fuori dal nostro pianeta e/o sistema solare.
    Tra l'altro ho saputo che negli ultimi anni quella stima è però stata drasticamente ridotta al ribasso.
    Tu ovviamente la conosci benissimo, ce ne parli un pò se hai tempo?
    grazie mille
     

  10. Pier Francesco

    Caro Enzo,
    Lavoro nel settore aerospaziale (lato aeronautico, in verità) e per il mio piccolo posso dire che sì, Curiosity ha portato poco dal punto di vista delle conoscenze scientifiche propriamente dette ma è stata una sfida tecnologica impressionante e, diciamolo pure, un grande successo: l'integrazione di sensori raffinati in uno spazio piccolissimo ha richiesto non pochi sforzi di ricerca e progettazione e ancora più l'incredibile sistema utilizzato per calare la sonda sul suolo marziano. Ricordiamo, infatti, che gli air-bag che furono utilizzati per Spirit e Opportunity non erano applicabile a Curiosity, data la massa notevole del robot, e si è inventato un complesso sistema che facesse basato su una gru che si sarebbe dovuta "arrestare" a mezz'aria, a circa 20 metri dal suolo, e successivamente calare il robot: contando che doveva fare tutto automaticamente alla distanza di 60 milioni di Km, è stato un risultato teconologico straordinario. Senza contare poi il fatto che queste sonde permettono lo sviluppo di algoritmi per l'esecuzione atuomatica di missioni, che possono benissimo essere impiegate in applicazioni civili e terrestri.
    Attenzione, quindi: dietro Curiosity, non ci sono solo le lobby (in realtà, sono dappertutto) ma anche tanti lavoratori, scienziati, ingegneri e operai. :wink:
    Detto questo, concordo pienamente con Michael sul fatto che l'attenzione su Marte sia dovuta anche a scopi "elettorali": la meta è vicina, e quindi facile da raggiungere, già conosciuta e quindi più facilmente affrontabile e con minori rischi di fallimento. L'idea era quella di spianare la strada alla missione umana sul Pianeta Rosso ma mi pare che, da questo punto di vista, non corriamo più rischi: anche la NASA ha ormai riconosciuto che un viaggio umano su Marte equivarebbe a un suicidio perché non sarebbe possibile (allo stato tecnologico attuale) proteggere gli astronauti dalle radiazioni cosmiche letali.
    Pienamente d'accordo, comunque: spendere soldi per una Cassini-Huygens-2 sarebbe certamente più saggio e altrettanto impegnativo dal punto di vista tecnologico... :-D  

  11. Pier Francesco

    @ Alexander,
    Penso che tu ti riferisca alla "formula di Drake" (Drake astronomo, non il pirata ovviamente :wink: ), che parte da una stima aprioristica di quante stelle ci sono nella galassia, quante di queste hanno sviluppato sistemi planetari, quanti di questi pianeti sono nella zona abitabile, quanti dei pianeti abitabili hanno sviluppato la vita, ecc...ecc... 
    Un altro aspetto interessante, legata a questo tema e che mi è sempre piaciuto, è anche il Paradosso di Fermi: dove sono tutti?
    Ai loro tempi, si pensava che la vita fosse un fenomeno molto più diffuso nel Cosmo... :-P

  12. caro Pier,
    condivido ovviamente la tua perfetta sintesi della situazione (che conosco abbastanza bene avendo dovuto stare a contatto per anni e anni con l'ASI e l'ESA e vedere come si facevano certe scelte). Hai già, però, risposto tu: "Perché non provare le stesse tecnologie d'avanguardia prima sulla Terra (evitando rischi di contaminazione), che ha zone altrettanto "difficili", e poi - soprattutto- su Europa e su Titano? Forse, a parte il tempo del viaggio, le difficoltà sarebbero anche state minori. In fondo, siamo riusciti a far orbitare e far scendere (un po' duramente, ma volutamente) una sonda su un oggetto come Eros...

  13. la formula di Drake va completamente rivista dopo la scoperta dei pianeti extrasolari e le loro caratteristiche. Forse va anche cambiata l'idea di "abitabile", come stanno indicando le nane rosse e le super-terre. Direi quindi che ha perso del tutto il suo significato e sarebbe meglio aspettare di capire meglio quali sono le migliori culle per i pianeti abitabili (sempre che si sappia definirli un po' meglio). Rimane sempre valido il paradosso di fermi, che resta però una bellissima provocazione... Tutto dipende dalla frequenza della vita e dai metodi utili per identificarla... Se non si andava nelle viscere delle montagne... col, fischio si sarebbero rivelati i neutrini... Forse è ora di cambiare strategia o -meglio ancora- aspettare che la tecnologia ci fornisca occhi e orecchi adatti. Con quelli che stiamo usando non possiamo che dare ragione a Fermi...:wink: 

    Qualcuno potrebbe dire: "Accidenti, abbiamo forse sentito i primi vagiti dell'Universo e non riusciamo a sentire le urla della vita!". Potrei rispondere che non abbiamo ancora trovato un amplificatore come l'inflazione... Cari alieni, vi preghiamo, ... URLATE PIU' FORTE o USATE UN MEGAFONO!!! 

  14. davide1334

    eh si,alla faccia del magafono che servirebbe   :mrgreen:
    la formula di drake andrà sempre rivista,man mano che riusciremo a spingerci sempre più in là con le scoperte,osservazioni ,rilevamenti, teorie e modelli,ma rimane sempre un concetto "valido".per quanto vi sia ancora la remota possibilità di essere l'unica forma di vita nell'universo,comincia a diventare veramente fantascientifico crederlo.quello che ci frega(a noi e a tutti gli altri abitanti del cosmo) sono le distanze e l'ampiezza della nostra casa universo,di cui abbiamo preso co(no)scienza reale da relativamente poco, che sembra studiata ad hoc per evitare ogni contatto fra noi,con l'espansione della stessa a complicarne le cose....anche immaginando civiltà evolutissime.ma qua si sfora già in territori metafisicofilosofici...comunque mi piacerebbe tanto essere smentito :wink:

  15. Michael

    Ma come?!
    Ho appena letto il tuo articolo "Un sole tiepido per due miliardi di anni… e poi?" e già mi dici che va cambiata l'idea di "abitabile"?  :mrgreen:
     

  16. Beh Michael,
    i parametri per rendere qualcosa abitabile e per quanto tempo non sono pochi e sembrano crescere sempre, a volte  a favore di un allargamento a volte verso una restrizione. Inserire numeri nell'equazione di Drake che stanno cambiando a ritmo rapidissimo sta diventando anacronistico. Forse, pretendiamo troppo e troppo in fretta... Abbiamo occhi e orecchie, ancora imperfetti per scrutare il Cosmo, da troppo poco tempo... In fondo, facciamo ancora fatica a riconoscere i nostri simili sulla Terra ( a parole diciamo di riuscirci, ma con i fatti... non proprio), figuriamoci nello Spazio... :-|

  17. Pier Francesco

    Caro Enzo,
    Avrei invece una domanda più specifica su Marte, di quelle basilari basilari, che più basilari non si può, ma che ogni tanto mi si arrovella nella testa: perché Marte è rosso?? :?: :oops:
    Ho letto da più parti che dipenderebbe molto semplicemente dall'abbondanza di ferro nelle sue rocce superficiali, ferro che tenderebbe ad arrugginire. Per arrugginire, però, occorre l'ossigeno e non mi risulta che su Marte ce ne sia o, comunque, non ce ne dovrebbe essere in quantità tale da far arrugginire un intero pianeta! :mrgreen:

  18. caro Pier,
    Marte si è arrugginito quando l'ossigeno era abbondante. In parte nelle primissime fasi, quando la sua atmosfera era spessa e ricca. Poi, comunque, dalla fuoriuscita di ossigeno prodotto da vari composti immagazzinati nel mantello durante il lungo periodo di vulcanesimo. Oggi non diventerebbe più rosso...

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