26/03/24

Scivolando verso la vittoria

 

Scivolando verso la vittoria

 

Una delle azioni più spettacolari nel gioco del baseball è la conquista di una base in “scivolata”, una prodezza che richiede un certo talento, ed ha lo scopo di eludere la minaccia del difensore della base, scomparendo letteralmente dal suo orizzonte.

Il giocatore in difesa, a cui i compagni di squadra hanno lanciato la palla in gioco deve usarla per toccare il corridore e così squalificarlo. Ma al momento cruciale, se questi si è lanciato verso il terreno, non avrà nulla da toccare e l'attaccante sarà salvo, arrivando perfino a segnare il punto se la base è l'ultima del circuito (Home).

Esistono due stili di scivolata: quello a piedi in avanti e quella a testa in avanti. Sia il primo che il secondo modo di lanciarsi richiedono agilità e talento ma il secondo denota anche coraggio e personalità.

Il dibattito su quale dei due stili sia il più efficace è un discorso quanto mai aperto, come bene illustra il seguente articolo, in cui si tira in ballo nientemeno che il momento angolare.

Ebbene, questo non è un quiz, non si richiedono formule e non si danno soluzioni, tuttavia a livello puramente intuitivo, mi sembra che una delle due tecniche sia migliore.

Rifletteteci sopra...

 

Articolo di Brandon Keim - Wired 29 settembre 2008
Le scivolate a testa in giù (diving = tuffarsi) sono migliori delle scivolate con i piedi (sliding = slittare), afferma David Peters, fisico e appassionato di baseball della Washington University.
Secondo Peters è semplice fisica: quando un corridore scivola a testa in giù, il centro di gravità del corpo è spinto in avanti. Fai scorrere prima i piedi e il baricentro del corpo cadrà all'indietro, lontano dalla base.
"Si tratta semplicemente del momento angolare e delle leggi di Newton applicate a un corpo in movimento che viene lanciato in aria", ha detto Peters.
Il collega fisico Alan Nathan è d'accordo, sottolineando che è più facile per le gambe di un corridore generare forza lanciandosi con la testa e le braccia che guidano, non che seguono.
Il tempestivo comunicato stampa di Peters, arrivato pochi giorni prima dell'inizio dei playoff della Major League, è l'ultima salva in un dibattito vecchio quasi quanto il gioco del baseball a cui non verrà data una risposta definitiva tanto presto.
Molti addetti ai lavori del baseball, in particolare gli allenatori preoccupati per il rischio di infortuni dovuti alle scivolate a testa in giù, dicono che la differenza è trascurabile.
Dei tre studi pubblicati per testare l'ipotesi dei fisici, nessuno ha riscontrato un vantaggio significativo, mentre uno ha riscontrato uno svantaggio.
"In questo studio non abbiamo riscontrato differenze statisticamente significative nella velocità tra lo scivolamento a testa in giù e quello con i piedi, a tutti i livelli di gioco" hanno concluso i ricercatori dell'Università del Texas in un'analisi del 2002 dell'American Journal of Sports Medicine sulle tecniche di “furto” di basi.
(“rubare una base” non significa asportare dal terreno il cuscino che la segnala, bensì conquistare la posizione con azioni particolarmente “furbe” come la scivolata).

Ma altri, incluso il campione di tutti i tempi delle basi “rubate” Rickey Henderson, si schierano dalla parte di Peters e Nathan. Il tuffo sembra semplicemente più veloce.
Per quanto riguarda gli studi, bisogna dire che la casistica era limitata e la metodologia incerta.

Scoraggiati da allenatori e genitori che temono rotture di mani e dita, i giovani giocatori di baseball spesso non imparano la tecnica corretta del tuffo. Se si atterra troppo presto lo slancio andrà letteralmente perso nella terra.
"Si perdono molte energie sul terreno in questo modo", dice Nathan. "Devi volare in aria senza toccare terra se non all'ultimo momento."
Uno studio ha scoperto che i “tuffatori” raggiungevano la seconda base 0,02 secondi più velocemente. I calcoli effettuati a posteriori mostrano che un corridore che viaggia a 15 miglia all'ora otterrebbe cinque pollici in più da quei 0,02 secondi - e nelle leggendarie parole di Branch Rickey, il baseball è un gioco di pollici.
Allora chi ha ragione? Senza studi più ampi e rigorosi, non c’è modo di saperlo.
Ma come giornalista scientifico e tifoso dei Boston Red Sox vorrei citare come prova aneddotica il “furto” più celebrato nella storia del baseball: il secondo punto segnato da Dave Roberts alla fine del nono inning in Gara 4 dell'American League Championship Series del 2004. Il “furto” ha catalizzato la storica rimonta dei Red Sox da un deficit di tre partite, e li ha lanciati verso la vittoria delle World Series.
Roberts scivolò a testa in giù in un mirabile tuffo.
                                                                                                            ***

Dimenticavo... il giovane “tuffatore” nella immagine di copertina è Davide Bernardi che con quella azione ha segnato il punto della vittoria della sua squadra, proprio domenica scorsa.
Parente? Sì, il mio terzo splendido nipote.

4 commenti

  1. Alberto Salvagno

    Vivissimi complimenti anche a Davide Bernardi! È ancora integro? Dove e con che squadra gioca? Giocavi anche tu a baseball?

  2. Alberto Salvagno

    Ho sempre pensato che ogni attività seleziona il suo baricentro migliore. I vecchi pescatori di Chioggia che navigavano con i bragozzi (barche praticamente senza nessun bordo di protezione) erano rinomati per le loro gambe molto corte e quindi per il loro baricentro basso. Selezione naturale: quelli troppo alti, con le onde, risultavano più sbilanciati, cadevano in mare e annegavano.

  3. maurizio

    Grazie, Alberto.

    La squadra è la Ares Milano, una compagine che milita in serie B (per ambire alla serie A ci vorrebbe uno sponsor molto generoso). Il presidente è "Faso", il bassista di Elio e le storie tese.

    Davide ha molto entusiasmo ed è seguito da ottimi allenatori. Grazie a questo riesce a fare cose complicate con naturalezza. Gioca in prima base ma anche come lanciatore.  In questo ruolo se la cava molto bene: nonostante una potenza di lancio non ancora pienamente sviluppata, ha una estrema precisione di tiro, cosa  insolita per la sua età, con cui riesce a ottenere un'alta percentuale di strike-out.

    Nel secolo scorso, fine anni 60, seguivo la Pirelli, ottima squadra di serie A e partecipavo agli allenamenti. Ma ero in età avanzata, avendo superato i 20 anni, e non avevo alcuna speranza di poter ottenere apprezzabili risultati cominciando così tardi.  E' comunque rimasta una esperienza indimenticabile che mi regala un meraviglioso terreno di dialogo con mio nipote.

     

  4. Maurizio Bernardi

    Giusta osservazione sul baricentro dei barcaioli. Pare che quelli alti annegassero già prima che Darwin elaborasse la sua teoria sulla evoluzione.

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