05/05/15

Il nostro “circolo” non è per tutti

Non voglio tornare sul solito problema di quegli astrofili che nell’astronomia vedono solo un modo per parlare di tecnologia telescopica, di oculari, di obiettivi, di marchingegni vari e costosi o che collezionano foto per piccoli primati personali. No, vorrei discutere un poco sulle motivazioni scientifiche che differiscono di molto da quelle di “blog” più o meno analoghi.

Posso dirvi molto chiaramente che ben raramente affronteremo problemi legati all’astronomia teorica d’avanguardia. In altre parole, modelli cosmologici alternativi, teorie rivoluzionarie, analisi accurata di buchi neri ipotetici ed effetti di strane curvature spazio temporali non troveranno molto spazio. Idem per sistemi a n dimensioni, a stringhe, a multiversi che non si limitino al concetto quantistico di base. Una grossa limitazione per un “circolo” astronomico, dato che la gente sembra spinta solo da fenomeni drammatici, spaventosi o da ciò che sta al limite, anzi oltre, della conoscenza. Se andare oltre può avere senso per i professionisti (veri), ne ha ben poco per chi vuole affrontare l’astrofisica da “appassionato”. Mi spiego meglio.

Cercare di affrontare argomenti basati su pure speculazioni teoriche, essenzialmente matematiche, ha senso solo e soltanto se si conoscono le basi. E’ un po’ come cercare di costruire un grattacielo altissimo su fondamenta di cartone. Non serve a niente se non cercare di mostrare qualcosa solo provvisoriamente.

No, per questo circolo, l’astronomia NON è cercare di leggere tra le righe di qualcosa che non ha ancora nessuna validità sperimentale e forse non potrà averla mai, ma cercare di conoscere ciò che dovremmo e potremmo sapere tutti. Lo dico spesso: “Parlare di curvatura dello spaziotempo senza sapere cos’è la relatività ristretta o senza saper studiare una funzione matematica è un gesto inutile e negativo dal punto di vista divulgativo”.

Ancora peggio se ci si addentra nei bosoni di Higgs, negli esperimenti del CERN, e si cercano anche soluzioni personali… Ecco, questo è un altro grosso rischio in cui si cade quando si affrontano argomenti ancora indistinti. Quasi immediatamente ci si sente autorizzati a proporre idee alternative, senza minimamente pensare che dietro a quei lavori professionali ci sono stati anni e anni di studio profondo e accurato.

Può, perciò, capitare (e ne ho avuto la prova poco tempo fa) che un ricercatore, voglioso di dimostrare la propria preparazione astrofisica, abbia voluto farlo solo attraverso argomenti sempre al limite della conoscenza (quelli che attirano di più, ovviamente). Risultato? Abbastanza tragico, dato che si è manifestata un’enorme incompetenza di base. Un’incompetenza non sul modello affrontato, ma sulle basi stesse dell’astrofisica, come la differenza tra gravità newtoniana e gravità einsteniana.  Al di là delle tristi riflessioni sulla preparazione universitaria dei giovani ricercatori, resta il terribile contributo di tipo divulgativo. Eppure… questa sembra la norma. Mi viene perfino da pensare che si parla solo di teorie del tutto aleatorie, senza riscontri osservativi o sperimentali, proprio perché non si conoscono le basi dei secoli passati.

Ecco perché questo “circolo” è del tutto diverso. Esso si occupa di novità astrofisiche, ma di novità vere e utili alla comprensione generale dei fenomeni reali. Ben vengano gli studi osservativi e teorici sull’evoluzione galattica, sul ruolo dei buchi neri, sulla nascita stellare e sulla loro fine. Ben vengano gli studi planetologici e anche le scoperte degli esopianeti. Però che siano trattati per quello che sono e per il contributo che possono dare per migliorare (o magari rivoluzionare) una costruzione già solida. E’ inutile elencare ogni nuovo pianeta scoperto o fare la classifica tra chi è il più grande o il più vicino o il più caldo, ecc., ecc. E’ meglio limitarsi, per adesso, alla visione generale e ai cambiamenti concettuali. E lo stesso vale per la maggior parte delle piccole variazioni riscontrate nei modelli evolutivi del Cosmo.

La vera differenza, però, di questo circolo riguarda la divulgazione dell’astrofisica in generale. Noi vogliamo costruire le basi, con umiltà, sicuri che per formare una vera conoscenza vi è bisogno di solide fondamenta, per non rischiare di fraintendere completamente una vera rivoluzione come quella della relatività generale.

Prima di arrivare a lei e alle sue conseguenze future, bisogna capire cos’è uno spaziotempo, cosa rappresenta uno spazio non euclideo, come si può riassumere la geometria generale. E questo fatto comporta il dovere andare ancora più indietro e non snobbare Newton, Galileo, il momento angolare o la quantità di moto. Senza di loro è ben difficile arrivare a comprendere anche la ben conosciuta, ma poco compresa, formula E = mc2. Essa è un po’ come la Gioconda, tutti ne parlano, tutti la vanno a vedere, ma ben pochi ne capiscono la grandezza artistica.

In modo analogo, è ormai tempo di entrare nel mondo della meccanica quantistica e viaggiare con grande umiltà tra le sue pieghe illogiche, ma profondamente reali. Solo così si potrà anche parlare di grande unificazione, di teoria del Tutto. Ma anche la meccanica quantistica ha bisogno di basi classiche che ritornano a concetti ben più antichi come l’interferenza, l’accelerazione, la conservazione di grandezze fondamentali. E ha bisogno dei modelli atomici ormai obsoleti, ma importantissimi per comprendere il vero significato delle grandezze in gioco.

Come diceva Feynman: in fondo, il Cosmo si risolve quasi soltanto con l’interazione tra elettroni e i loro figlioli fotoni. Ma per definire le loro interazioni vi è bisogno di comprendere perfettamente i fenomeni fisici più elementari, troppo spesso trascurati del tutto dai divulgatori.

E che dire della necessità di costruire il campo da gioco delle particelle elementari e dei giganti del Cosmo (sono in fondo la stessa cosa…)? Non si può fare a meno dello sfondo teatrale, dello spaziotempo, anche di quello apparentemente “ristretto” di Minkowski.

Potrei continuare con le basi dell’analisi matematica e lo studio delle funzioni. Derivate e integrali aiutano a risolvere, non sono trucchi per complicare.

E come poter parlare di telescopi senza conoscere le leggi dell’ottica geometrica? No, non è un peccato mortale usare ancora i raggi luminosi quando i fotoni si divertono a danzare tra particelle e onde. Basta solo sapere quello che si sta facendo e quali sono le limitazioni.

Beh… ecco, questo circolo vuole fare proprio questo: cercare di creare le basi. Poi si potrà anche andare a leggere i modelli più assurdi e matematici. Ma, forse, dopo aver compreso la bellezza e l’ampiezza di quello che già conosciamo molto bene (o dovremmo conoscere molto bene) passerà anche la voglia di andare dove non vi sono certezze. C’è ancora tanto da sapere nella vilipesa fisica classica, così come nella relatività ristretta. Umiltà e amore per il Cosmo. Due sole parole possono spiegare il tutto…

Per chi, dopo questi chiarimenti, vorrà ancora rimanere in un “circolo” che scappa di fronte ai misteri della materia oscura, dell’accelerazione dell’Universo che magari non c’è, dei modelli cosmologici alternativi, delle dieci o cento dimensioni, degli universi paralleli, dei buchi bianchi o –magari- colorati, consiglio di leggere attentamente, nei limiti di tempo concessi dalla vita e dal lavoro quotidiano, anche gli articoli dove appaiono le formule. Fidatevi! Sono sempre banali, comprensibili e riproducibili con un minimo di voglia di pensare  e riflettere.

Certo, sono più faticose che le farneticazioni casuali su qualche nuovo modello del Tutto. A chi preferisce la più comoda (e inutile) seconda ipotesi, posso solo dire che questo circolo non fa per lui…

Un ultima cosa… questo circolo (e io personalmente) non si schierano mai, per atto di fede, dalla parte del “così dicono tutti, anche la televisione!”. Non troverete mai un “copia e incolla” che passa di blog in blog come il vecchio telefono senza fili. No, qui si è sempre pronti a criticare quando è necessario, ammettere gli errori, correggere gli svarioni propri e degli altri, uscire allo scoperto senza paura di andare contro corrente. Umiltà sì, ma anche sapersi prendere apertamente le proprie responsabilità. Sono troppo grasso, ormai, per nascondermi dietro a un dito.

Per chi rimane… solo un augurio: buona lettura e nessuna paura di ammettere la propria ignoranza. Tutti siamo ignoranti, ma una cosa è volerla superare e un’altra è cercare di nasconderla!

14 commenti

  1. Celterman

    Mi trovi pienamente d'accordo! Avanti adagio (o al massimo avanti pari mezza, che avanti tutta è troppo veloce per me...) per la via tracciata!
    Grande Enzo!

  2. Daniela

    Giusto Celterman! Avanti adagio (specialmente con la relatività ristretta :-| ), ma sempre avanti :-D !!

    Non ti preoccupare, Prof., chi non è in linea con lo spirito del Circolo, si "screma" da solo...

    Un bacione e un grande "in bocca al lupo" a Barbara!

  3. Mariner

    Tutti abbiamo paura, ma una cosa è volerla superare e un’altra è cercare di nasconderla!

  4. Mario Fiori

    Ti dico solamente Grande Enzo, ripetitivo lo so' ma ti dico solo così.

  5. gioyhofer

    Per quella che è atat la mia esperienz, per fare propria una materia ci vuole tempo, dedizione e molta pazienza poichè l'apprendimento di tutti i concetti, soprattutto i più difficili, per me non è mai stata una cosa immediata...
    Solo i veri appassionati quindi rimarranno fedeli al circolo.... ;)

  6. Gianni bolzonella

    Dovete imparare le regole del gioco. E poi giocare meglio di chiunque altro"
    Albert Einstein

  7. su di voi, ovviamente, non avevo dubbi... :)

  8. luciano

    caro Prof
    è la frequenza sulla quale sono sintonizzato, anche se sovente mi manca il ' campo' .
    Ma, perdonerai, quando mi faccio la barba, mi sorprendo a sconfinare nella gnoseologia. Affascinante e incommensurabile. Come ogni vero amore. :wink: :wink: :wink:

  9. foscoul

    E' sottointeso siamo umani e a nessuno fa piacere ammettere la propria ignoranza, io per primo.
    Ammiro molto l'intuito e l'uso del cervello che facevano i nostri antichi predecessori che con gli scarsi mezzi a disposizione, come si è spesso sottolineato in questo blog, sono riusciti ad ottenere grandi risultati, la nostra mente se usata con umiltà e con voglia di far proprio il giusto "stile" di apprendimento, è il migliore strumento in nostro possesso.
    Dunque sono certo che il ripercorrere le orme di chi ci ha preceduto carpendone le intuizioni ma soprattutto lo spirito con cui ci sono arrivati ci possa portare a crescere e a maturare.
    Spero di aver compreso correttamente il pensiero, il concetto, l'idea e gli obbiettivi che il nostro prof si prefigge di raggiungere con questo blog.
    Buon lavoro e in bocca al lupo Enzo!!! :mrgreen: :wink:

  10. ammettere la propria ignoranza è il primo passo per la vera conoscenza. Tutti siamo ignoranti ed è una fortuna, perché se compresa ci dà lo stimolo per imparare. :wink:

  11. Alvermag

    Caro Enzo, non vorrei provocarti un travaso di bile ma ....

    qualche giorno fa ho amabilmente discusso del circolo con un conoscente, cercando di evidenziarne le meraviglie. La mia esposizione non deve aver brillato per chiarezza visto che la domanda finale è stata: " ... ma secondo il prof. Zappalà esistono gli UFO?"

    Gli ho risposto che proprio la prossima settimana inizierà la pubblicazione di una serie di speciali dedicati agli UFO, ad ATLANTIDE, al triangolo delle BERMUDE ed all'AREA 51. 8-O 8-O

    ... era tutto contento .... :lol: :lol:

    Mi raccomando, non deluderlo! :evil:

  12. caro Alvy,
    il tuo amico ha perfettamente ragione e ha anche le prove... Se è tuo amico, infatti, dovrebbe provenire anche lui da qualche altro mondo e quindi ne sa più di me sugli UFO. Potrebbe curare lui la nuova sezione 8-O :roll:

  13. givi

    Come sempre ultimo, ero all'estero, ma anch'io concordo pienamente.
    Avanti così, anche perchè questo è un CIRCOLO, non un blog.

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:wink: :twisted: :roll: :oops: :mrgreen: :lol: :idea: :evil: :cry: :arrow: :?: :-| :-x :-o :-P :-D :-? :) :( :!: 8-O 8)

 

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