20/10/17

Etilometro a fiato? No grazie!

Lunedì prossimo su RAI 3, a Report, si parlerà di etilometro a fiato. Cosa c’entra con l’astronomia? Beh… con l’astronomia poco o niente , ma con la fisica sicuramente sì. A tal punto che anni fa ero diventato una specie di paladino contro uno strumento sicuramente fallace e non adatto allo scopo che si prefigge. Vi allego il voluminoso dossier che avevo preparato a suo tempo, in collaborazione con esperti americani, ma che non ha smosso di un millimetro certe idee preconcette, dato che si basava sul mostro odierno: la Scienza vera.

Anni fa mi ero interessato molto al problema dell’etilometro, dopo aver letto lavori scientifici (ovviamente non italiani…). Ne era venuta fuori una situazione a dir poco paradossale. Le apparecchiature carissime (e le paghiamo noi) usate dalle Forze dell’Ordine si basano su una tipica falsa-scienza in grado di dare risultati quasi del tutto casuali e che niente possono avere a che fare con l’effettivo stato di ebbrezza. Le motivazioni sono molteplici e alcune hanno il tipico sapore della truffa ai danni dei cittadini, al pari dei famosi semafori che hanno l’intervallo “giallo” volutamente ridotto.

Purtroppo, i tempi del giallo possono essere misurati facilmente anche da persone senza una particolare conoscenza del problema (e quindi si possono scoprire), mentre la fallacità dell’etilometro a fiato abbisogna di conoscenze tecniche e mediche specialistiche, non certo alla portata dei politici che hanno introdotto, consciamente o inconsciamente, una strumentazione del tutto inefficace.

Nessuno vuole che guidino gli ubriachi, ci mancherebbe altro, ma soltanto che chi sia in stato di ebbrezza venga valutato da sistemi ineccepibili e sicuri, come l’analisi del sangue o test psichici e non da macchine truffaldine e prive di valore scientifico.

Per cercare di sollevare il problema all’attenzione dell’opinione pubblica le ho provate tutte, riuscendo perfino a far venire in Italia, per un paio di conferenze, uno dei più grandi specialisti della fisiologia polmonare, il prof. Hlastala dell’Università di Seattle. Io stesso, dopo molte letture, ne sono diventato un piccolo “esperto” e ho preparato un dossier da far girare un po’ ovunque. La conclusione è stata tipicamente italiana: nessuno voleva andare contro il “sistema” o sentirsi un “difensore degli assassini della strada” (così mi ha risposto un avvocato celebre per non aver paura di andare anche controcorrente). Insomma la Scienza in Italia fa ormai sempre più paura e si cercano strade alternative, “utili” a pochi,  per diffonderla attraverso i media secondo le solite direttive venute dall’alto.

Perché vi dico questo a distanza di molti anni? Perché lunedì sera, su RAI 3, a Report si parlerà proprio di etilometri e della loro validità. Probabilmente si solleveranno alcuni dubbi e niente si dirà del mio dossier che a suo tempo era stato abbastanza ben divulgato. Non m’interessa certo essere menzionato, ma penso che nemmeno loro saranno capaci di smontare le continua falsità di un sistema sempre più robusto e saturo di bugie e di contraddizioni. Se pensiamo a un ministro della Pubblica istruzione che non sapeva nemmeno cos’è il neutrino (insieme al suo “responsabile” scientifico), tutto può accadere… Se poi ci riuscissero, ne sarei ben lieto, dopo l’enorme lavoro che avevo svolto a riguardo.

In ogni modo, per chi fosse interessato allego un sommario del mio dossier e la sua versione finale, preparata con l’aiuto del prof. Hlastala (trattato in modo sgradevole anche da associazioni enoiche che tutto avevano da guadagnare dai suoi studi). Ricordo che alcuni privati me ne avevano chiesto copia e che, in qualche rara occasione, erano anche riusciti a ottenere giustizia.

Sommario

L’etilometro a fiato NON è idoneo a misurare la percentuale di alcol nel sangue

Gli etilometri a fiato (sia quelli da poco costo sia quelli utilizzati dalle Forze dell’Ordine) sono apparecchiature in grado di misurare con minore o maggiore precisione la percentuale di alcol che si trova nel fiato. Quelli più sofisticati svolgono questo compito in maniera egregia, con un errore relativamente piccolo.

Tuttavia, l’alcol presente nel fiato NON è assolutamente indice dello stato di ebbrezza di una persona. Se, ad esempio, si tenesse in bocca un bicchiere di alcol puro e poi si sputasse, si avrebbe per parecchio tempo un valore di alcol nel fiato molto alto, pur essendo perfettamente sobri.

Il risultato dell’etilometro in sé NON è quindi un test per valutare la sobrietà di una persona, anche utilizzando un’apparecchiatura estremamente precisa e perfettamente tarata.

La funzione dell’etilometro in dotazione alle Forze dell’Ordine termina a questo punto e la scienza e tecnologia su cui si basa non può fornire altre risposte.

Per valutare l’effettivo stato di ebbrezza di una persona è quantomeno necessario svolgere un’analisi del sangue e ottenere la percentuale di alcol in esso disciolto. L’operazione di prelievo può essere però fatta solo in una struttura adatta e da personale esperto e non certo in un luogo aperto e non sterile come la strada e da funzionari non qualificati per tale compito come le Forze dell’Ordine.

Questo problema, di fatto insormontabile, ha suggerito di applicare un espediente per “trasformare” il valore fornito dall’etilometro (del tutto ininfluente per stimare lo stato d’ebbrezza) in un valore relativo al sangue. Questo passaggio NON è eseguito da un’apparecchiatura scientifica, ma solo e soltanto da una semplice moltiplicazione per un numero fisso, chiamato fattore di conversione e scelto uguale a 2100. Esso deriva dalla relazione tra alcol disciolto nell’acqua e alcol in equilibrio nel vapore sovrastante, in condizioni di sistema chiuso e stabile per un temperatura di 34°C(legge di Henry).

Qual è la validità scientifica di questo espediente?

Per determinarne correttamente l’attendibilità bisogna porsi due domande:

  • Esiste una relazione accertata dalla comunità scientifica internazionale, basata sulla fisiologia polmonare, che assicuri una qualche relazione precisa e inconfutabile tra alcol nel fiato e alcol nel sangue, che sia ricollegabile alla legge di Henry?
  • Ammettendo che questa relazione esista, sarebbe il numero 2100, scelto a tavolino, uguale per tutti i soggetti e in qualsiasi condizione?

La risposta alla prima domanda è sicuramente NO. Esistono decine di articoli pubblicati sulle maggiori riviste internazionali che confutano una semplice e generalizzata relazione tra i due valori. Il sangue non è acqua e il sistema polmoni/sangue non è una “pentola” da laboratorio!

Pur non essendo, a questo punto, necessario rispondere alla seconda domanda, vale comunque la pena ricordare che prove sperimentali, eseguite nei laboratori, riportano fattori di conversione che possono variare da 1200 a 3400 da individuo a individuo e da momento a momento per uno stesso individuo. Il valore 2100 è SOLO un valore medio e non è assolutamente relativo alla persona in oggetto.

Se ne deriva che l’utilizzo dell’etilometro a fiato per stabilire la percentuale di alcol nel sangue è una TRUFFA scientifica ampiamente dimostrata dai moderni studi di fisiologia polmonare e di tossicologia forense, dei quali è a disposizione un’ampia bibliografia.

Che cos’è la VERA ricerca scientifica e che cosa sono le VERE pubblicazioni scientifiche?

NON sono i programmi televisivi di divulgazione mirati sempre a dimostrare a parole una tesi già scelta fin dall’inizio.

NON sono i libri scritti dagli pseudo-scienziati televisivi che sfruttano l’onda della fama ottenuta sul piccolo schermo.

NON sono gli articoli scritti dai cosiddetti “giornalisti scientifici” sui quotidiani e sulle riviste che si trovano in edicola.

NON sono le esternazioni parlate o scritte dei “tuttologi” e degli “opinionisti”.

  1. La ricerca scientifica sperimentale è nata in Italia ben 400 anni fa per merito di un certo Galileo Galilei. Chi se la ricorda più?

Essa può essere sintetizzata in questo modo: Osservo un certo fenomeno. Cerco di formulare una teoria che lo spieghi. Eseguo molteplici prove che mi permettano di riottenere il suddetto fenomeno basandomi sulla teoria. Cerco nel contempo di  svolgere esperimenti che mettano in dubbio la validità della stessa teoria. Se tutti i tentativi di distruggerla non riescono nel loro compito posso formulare che un certo fenomeno è causato da  certe particolari fattori. La ripetitività di un risultato è la base fondamentale per la ricerca scientifica. Una volta ottenuta la sicurezza invio la mia teoria sperimentale ad una rivista professionale per ufficializzarla e pubblicarla. L’editore manda l’articolo a due colleghi “referee” (arbitri) che lo valutino attentamente cercandone i punti deboli (di solito vengono scelti scienziati che in passato non hanno condiviso appieno le mie idee). Essi esprimono le loro critiche più o meno importanti e possono rifiutare la pubblicazione. Se, invece, l’articolo è inattaccabile professionalmente, dopo qualche piccola o grande correzione, viene ufficialmente pubblicato sulla rivista. Esso diventa un nuovo tassello nella conoscenza scientifica e diventa la base per futuri studi.

Una pubblicazione scientifica accettata e pubblicata NON è una personale idea di un qualsiasi scienziato che si svegli alla mattina e voglia scrivere qualcosa, ma è una verità assodata dalla comunità internazionale.

Dossier completo

2 commenti

  1. Mario Fiori

    Caro Enzo sai quanto io sia daccordo con te e con quello che la Scienza dice, ne abbiamo parlato anche a voce; forse , e sai perchè , non dovrei sbilanciarmi, ma io lo faccio eccome perchè non mi piace nascondere le mie opinioni.

    Il tuo dossier lo conosco e ti posso assicurare che altri della "manovalanza" lo condividono o comunque hanno forti dubbi. Posso anche dirti che , sull'onda del "voglio giustizia " è nata anche un'altra Legge iniqua e pericolosa , quella sull'omicidio stradale ed addirittura sulle lesioni stradali. Chi guida deve stare molto attento perchè ha un'arma tra le mani, un'arma che in più ti condiziona ed altera ,talvolta, psicologicamente ma...qui c'è un ma, chi sbaglia anche in modo grave solitamente non lo fa' volontariamente, per quello ci sono altri reati ben chiari, lo fa' appunto per imperizia, negligenza,imprudenza, insomma colpa ma assolutamente involontaria e tantomeno per cosiddetta preterintenzione. Quindi deve pagare il conto ma non stravolgere completamente la sua vita già colpita nel profondo dell'animo per ciò che è accaduto, invece siccome mi ha ucciso (ovviamente non volontariamente)  la moglie, la mamma, il figlio ecc. deve pagare e rodersi soffrendo in carcere fino alla fine dei suoi giorni ...ahhh così mi sento bene! Così mi rimanda in vita i cari, mi sento bene finalmente. Ma dove siamo :evil:

    Volevo anche aggiungerti che se uno lascia la vettura in sosta vietata , quindi soggetto ad un normale verbale magari pure giusto, se nei pressi succede un incidente si deve augurare che la sosta non sia interagente con l'evento perchè potrebbe essere anche lui o pure solo lui accusato dei reati di cui sopra.

    Ma bisogna ottenere popolarità , voti, costi quello che costi, non bisogna far ragionare l'Essere Umano. Per l'alcooltest che dire, quanto costano ? Chi paga? tutte risposte sicure e quindi non mi meraviglierei se un giorno un Magistrato (speriamo presto) scopra quali grandi interessi si muovano dietro la diffusione di questi diabolici apparecchietti. Posso dirti che , vista anche la Legge di cui ho parlato sopra adesso, almeno a Firenze, quando è possibile , si usa anche l'analisi del sangue, non sempre ma è un inizio.

    Scusa Enzo e scusate tutti lo sfogo lungo e noioso, magari anche un po' fuori tema e che mi h procurato qualche nemico.

     

  2. caro Mario,

    ti ringrazio due volte. Innanzitutto per le interessanti aggiunte e poi... sappiamo noi perché. Sei proprio una grande persona!!!!! :-P  :-P

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:wink: :twisted: :roll: :oops: :mrgreen: :lol: :idea: :evil: :cry: :arrow: :?: :-| :-x :-o :-P :-D :-? :) :( :!: 8-O 8)

 

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