08/05/18

"Lo Tsunami dell’accelerazione tecnologica" di Fabio Marzocca

Approfitto, ancora una volta, dell'interessante blog "Acrònico" di Fabio Marzocca per presentare nel nostro Circolo un suo recente articolo che fa un quadro estremamente variegato del nostro presente e futuro tecnologico. Un "pezzo" che sicuramente farà pensare, riflettere, essere in sintonia o contrari. In ogni modo, un aiuto perchè il nostro cervello non diventi anche lui un'appendice tecnologica del progresso travolgente...

Lo Tsunami dell’accelerazione tecnologica

Discussioni e commenti sono più che graditi sia qui che nel blog originario.

 

10 commenti

  1. Fabio Marzocca

    Grazie Enzo!

     

  2. Tapro

    Molto interessante, grazie.

    l'ultima frase «Quando le persone si rendono conto di quanto velocemente stiamo correndo verso il grande sconosciuto, la loro reazione è di sperare che qualcuno agisca sui freni e rallenti, ma nessuno è in grado di sapere dove siano i freni. Nessuno è quindi capace di collegare tutti i punti e vedere l’immagine completa. Giacché nessuno capisce più il sistema, nessuno potrà fermarlo», mi ha fatto pensare all'analogia della tecnologia con un enorme volano, partito con la prima rivoluzione industriale. Ora è diventato impossibile fermarlo, ci si chiede dove siano i freni, ma non è pensato per essere fermato. I freni non ci sono.

  3. Fabio Marzocca

    La metafora del volano è molto azzeccata. Una grande inerzia iniziale per farlo partire, ma poi - una volta in velocità - basta un niente per accelerarlo.

  4. E ti voglio a fermarlo!!!

  5. Fabio Marzocca

    Metafore a parte, non credo sia nemmeno giusto ormai cercare di fermarlo. Occorre però che il "volano" delle istituzioni politiche e sociali si sincronizzi. Servirebbe una sorta di "differenziale" per il moto...:-)

  6. Maurizio Bernardi

    Tra i più devastanti effetti collaterali della irrefrenabile e nevrotica evoluzione tecnologica, c'è l'influenza esercitata sullo sviluppo mentale della popolazione infantile, particolarmente esposta e indifesa.

    Per chi volesse approfondire questo tema, consiglio la visione del seguente filmato.

    https://www.youtube.com/watch?v=xTk5pKVR5mI#t=00m00s

  7. Paolo

    Ho letto con interesse l’articolo.

    A mio parere la domanda da porsi dovrebbe essere: chi usa chi?

    Più che confidare in una sorta di protezione degli Stati, che nel corso della storia si sono dimostrati molto più attenti agli interessi di pochi a discapito di molti, piuttosto che alla tutela del bene comune, penso sia necessario recuperare l’arte della critica.

    In sintesi molti moderni e veloci strumenti sono utilizzati in forma totalmente acritica, con la conseguenze che siamo noi a divenire strumento di una tecnologia, che nasconde dietro l’utilità una sorta di “indirizzamento” dei comportamenti individuali e sociali.

    Quando due persone una affianco all’altra comunicano inviandosi sms, le relazioni tendono a scomparire o meglio si virtualizzano… quasi come se per dimostrare di esistere sia necessario mostrare in rete che ci si sta relazionando.

    Il rischio è che la virtualità finisca per sostituire l’esistenza…

    Non penso che il problema sia risolvibile ridimensionando gli strumenti tecnologici, piuttosto penso che sia necessario recuperare la capacità di usare criticamente la tecnologia, per non finire per essere usati…

    Certo una domanda mi sembra lecita: se domani la nostra stella dovesse decidere di espellere massa coronale in direzione del nostro piccolo pianeta blu, come d’altronde è già accaduto nel 1859 (Evento di Carrington), mettendo fuori uso buona parte della tecnologia, dalle fonti energetiche fino ai dispositivi elettronici, come potremmo cavarcela senza tecnologia, senza conoscenza e senza una costruttiva capacità critica ?

    Paolo

  8. Fabio Marzocca

    Paolo,

    sono molto d'accordo con quanto riporti. Nei miei articoli precedenti infatti affronto con decisione proprio il punto da te evidenziato. Quest'ultimo vuole solo porre l'accento  anche sull'assenza di norme (etiche e politiche) per la regolamentazione delle tecnologie. Chi verifica tutte le possibili conseguenze (anche sociali) dell'immissione di una nuova tecnologia? 
    In quanto allo spirito critico (elemento essenziale di libertà personale),  solo la cultura accresce e forma lo spirito critico. È per questo motivo che la peggior droga che si spaccia oggi è l'ignoranza: affinchè nessuno sia libero.

    Fabio

  9. "È per questo motivo che la peggior droga che si spaccia oggi è l'ignoranza: affinchè nessuno sia libero"

    Quanta verità in queste parole. E aggiungerei: "L'ignoranza crea automaticamente la cattiveria... con tutte le conseguenze che abbiamo davanti agli occhi".

  10. Franco Mantovani

    Grazie Vincenzo per la segnalazione di "Acronico". Grazie Maurizio per la segnalazione dell'interessantissimo filmato.  Anche io sono perfettamente in sintonia con questi ultimi due commenti di Fabio e Vincenzo: è sempre più evidente, per chi ha un minimo di spirito critico, che volutamente si diffonde falsa coscienza e tanta superficialità e stupidità attraverso tutti i mezzi di comunicazione.

     

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