31/03/23

Basta un po' di trigonometria per salvare un pescatore (di Maurizio ed Enzo)**

Vogliamo proporvi un simpatico problema che ha attirato l'attenzione di matematici per molti anni e che per varie volte ha visto migliorata la sua conclusione. Probabilmente si può fare ancora di meglio...

Il problema è molto semplice:

Un pescatore si dirige al largo in modo rettilineo, perpendicolarmente alla costa, ma, giunto esattamente a 1 km dal punto di partenza, cala improvvisamente una fittissima nebbia e il pescatore non riesce a vedere niente anche alla distanza di un solo metro. Egli non ha a disposizione apparati radar o cose del genere e può solamente misurare con precisione un'eventuale rotazione dell'asse della barca oltre che la distanza che percorre. Purtroppo nel momento in cui cala la nebbia la barca ruota un po' su stessa e quindi la direzione in cui stava puntando prima del calar della nebbia è andata perduta. In poche parole, non può ruotare esattamente di 180° e tornare sui suoi passi.

Quale strategia può utilizzare per tornare a riva?

Bene, la più ovvia e sicura è quella di dirigersi in una direzione qualsiasi e percorrere esattamente 1 km. Poi ruotare la barca di 90° e descrivere un cerchio attorno al punto in cui era calata la nebbia. Quest’ultima operazione non è del tutto ovvia, ma l’esperienza del pescatore la consente.  Alternativamente, avendo sempre a bordo chilometri di corda, poterebbe calare l’ancora e poi muoversi circolarmente, mantenendo tesa la corda. Succede qualcosa come quello che riportiamo in Fig. 1.

Figura 1

Il pescatore da P va al punto P', che dista 1 km da P, e poi si muove di moto circolare attorno a P. Nel caso della figura se gira verso destra arriva velocemente alla riva, mentre se gira verso sinistra è obbligato a fare un percorso più lungo, ma il ritorno è assicurato.

Il problema, però, è un altro: lui non ha carburante a disposizione per il caso più sfortunato. Infatti, il pescatore ha carburante solo per un percorso di 6.4 km. Qual è questo caso? È facile descriverlo in Fig. 2.

Figura 2

Il pescatore si dirige quasi esattamente verso il punto di partenza e, dopo 1 km, si trova QUASI a riva, ma la nebbia non gli permette di scorgerla. Cosa fare? Beh, come già detto, ruotare la barca di 90° in una direzione qualsiasi. Nel caso più sfortunato fa il percorso verso sinistra che lo costringe a compiere praticamente tutta la circonferenza di raggio 1 km e di centro P. In altre parole, il percorso s più sfortunato risulta essere:

s = 1 + 2π = 7.28 

In questo caso sfortunato il carburante non basta. Deve cercare una strategia che, anche nel caso peggiore, gli permetta di compiere un tragitto più corto.

Un miglioramento è senz’altro quello di percorrere un arco minore di quello di Fig. 2. Basta infatti che dopo 270° di percorso curvilineo prosegua per la tangente (Fig. 3)

Figura 3

In tal caso s si riduce a:

s = 1 + (3/2)π + 1 = 6.71

Un bel miglioramento ma ancora non basta. Notiamo bene che per una direzione iniziale qualsiasi la configurazione della rotta da seguire non cambia e, ovviamente, il percorso risulta sempre minore, di quello più sfortunato, come mostra l’animazione che segue.

 

Seconda strategia  

La barca si dirige nuovamente verso una direzione qualsiasi, ma aumenta il raggio, ossia percorre una certa distanza d > 1. Nuovamente, il caso più sfortunato è quello in cui, pur aumentando il percorso d si viene a trovare vicinissimo alla riva. Le cose sembrano peggiorate, dato che deve nuovamente ruotare la barca di 90° e iniziare il suo percorso circolare con un raggio maggiore. Tuttavia, deve percorrere un arco minore di 270°, dato che parte da un angolo ϑ maggiore di zero. Cosa succede, in questo caso? Aumentando il tragitto iniziale il pescatore aumenta anche il raggio del cerchio e quindi l’arco da percorrere; tuttavia, quest’ultimo, corrisponde ad un angolo minore.

La situazione viene illustrata in Fig. 4.

Figura 4

La strategia è una sola, ma le configurazioni dipendono dalla scelta di d e, di conseguenza, dell’angolo ϑ.

s  = d + d((3/2)π – ϑ) + 1

Ma d = 1/cos ϑ

Per cui ϑ = arccos (1/d)

Il percorso diventa:

s  = d + d((3/2)π – arcos (1/d)) + 1

Questa è una funzione di d, per cui è possibile metterla in grafico e calcolare il valore minimo di s ottenibile al variare di d. In altre parole, si cerca un d > 1 che permetta di compiere un percorso minore pur nelle peggiori condizioni. La Fig. 5 riporta la funzione s(d):

Figura 5

Non ci stupisce certo il fatto che per un angolo di 0° si ottiene di nuovo s = 7. 21. Il minimo si ha per d = 1.015 e questo minimo vale 6.62, minore del 6.71, ottenuto con la strategia precedente. Un valore di d = 1.015 comporta un angolo di

 ϑ = 10°

Come si traduce praticamente questo risultato? La barca si dirige verso una direzione qualsiasi per una lunghezza d = 1.015. Poi ruota di 90°, gira per 270° – 10° = 260° e, infine, va dritta per la tangente. Nel caso più sfortunato il percorso è di 6.62 km (Fig. 6).

Figura 6

Tutto si accorcia partendo da una direzione qualsiasi diversa da 10°, come mostra l’animazione.

Purtroppo, però, il percorso è ancora troppo lungo per il carburante a disposizione. Dobbiamo fare di meglio.

Riuscite a immaginare una strategia migliore? Bene, descrivetela nei commenti e non andate avanti a leggere. Chi, invece, non si vuole mettere alla prova può continuare …

Terza strategia

La barca si dirige nuovamente verso una qualsiasi direzione e ha la solita sfortuna di avvicinarsi moltissimo alla riva, senza poterla vedere. Poco male. Chiamiamo nuovamente θ l'angolo che la direzione presa fa con la linea orizzontale. Ne segue che il primo tratto rettilineo compiuto dalla barca risulta essere √(1 + tan2θ). A questo punto ruotiamo la barca, rispetto alla direzione iniziale, di 90° - θ e avanziamo di tan θ, come mostra la Fig. 7

Figura 7

Dopo questa operazione la barca si ritrova a una distanza 1 rispetto al punto d'inizio e può iniziare il suo moto circolare che finisce dopo 270 - 2ϑ, quando può proseguire per la tangente. Il percorso risulta essere:

s = √(1 + tan2ϑ) + (3/2)π - 2 ϑ + tan ϑ + 1

Non ci resta che fare il grafico di questa funzione e cercare il valore di θ che dia s minimo. Otteniamo la Fig. 8

Figura 8

Il minimo esiste, corrisponde a un angolo θ = 30° e comporta un percorso d di soli 6.39 km. Si sceglie quindi l’angolo di 30° e si procede come illustrato in Fig. 9

Figura 9

Questo è ovviamente il caso più sfortunato. Se la barca si dirige verso una direzione qualsiasi, il percorso risulta decisamente più corto, come mostra la solita animazione:

8 commenti

  1. Alberto Salvagno

    Molto curioso e ingegnoso, anche se ideato da gente che ovviamente non è mai stata in barca, nemmeno col mare piatto e tempesta di sereno. Dici bene, un percorso così perfettamente circolare senza Seri strumenti potresti farlo solo con ancora e cima lunga più di un km, ma a questo punto, viste le previsioni di nebbia (qui da me con il libeccio), tanto vale ancorarsi a terra, navigare al largo e poi riportarsi a terra tirando la cima :-)

  2. Immaginavamo che gente di mare come te avrebbe storto il naso... ma, sai, questi matematici di esperienze pratiche ne sanno ben poco... :wink:

  3. Maurizio Bernardi

    L'origine del problema è tutta in quella rotazione della barca nel momento in cui è scesa la nebbia.

    Se il pescatore  sapesse che la costa è  orientata, ad esempio a Sud,  potendo disporre di una bussola saprebbe di quanto deve ruotare la barca prima di invertire la rotta.

    Sempre che Alberto non mi smentisca...

    Non avendo la bussola, (e senza essersi ancorato a terra che comunque sarebbe stata una buona idea), deve esser  sicuro di due cose:

    1  la costa  presenta un andamento rettilineo per un tratto di almeno  6,4 km sui ambedue i lati.

    2. la barca ha ruotato meno di 81° nel momento in cui  è scesa la nebbia.

    A questo punto se inverte la rotta,  anche nel caso più sfavorevole (81°), raggiungerà la costa percorrendo  al limite 6,4 Km

    Infatti:  6,4 Km cos (81°) = 1Km   ( distanza dalla costa)

    6,3 Km sen (81) =  6,32 Km  ( meno del tratto di costa rettilineo disponibile)

    Ma le ipotesi sulla bussola, sulla conoscenza della costa, sulla fortuna del pescatore non le abbiamo volutamente prese in considerazione, altrimenti ci saremmo persi il divertimento.

  4. Maurizio Bernardi

     " 6,3 Km sen (81) =  6,32 Km  ( meno del tratto di costa rettilineo disponibile) "

    Ho scritto 6,3 ma ovviamente è 6,4.

  5. Alberto Salvagno

    Piuttosto che in barca (con tanto di ancora e cima lunga un km), il problema sarebbe abbordabile in aereo. Basta essere dotati di quello strumento di base che è il virosbandometro (nel volo a vista, i piloti esperti nemmeno lo guardano, ogni assetto lo sentono col culo; lo giuro!).

    virosbandometro

    Il virometro (parte superiore) indica la virata standard di 3° al secondo classica del volo strumentale. 360:3 = 120 secondi = 2 minuti, tempo necessario per un giro completo. Se volo a 90 nodi/ora, in 2 minuti percorro una circonferenza di 3 miglia nautiche, vale a dire con raggio di 0,477 miglia, pari a circa 835 metri. Ovviamente se aumento la velocità, aumento il raggio.
    Certo è che la virata deve essere ben coordinata e qui subentra lo sbandometro (parte inferiore), in pratica una pallina che scorre all'interno di un tubetto di vetro a mezza luna. O, in pratica, un filo a piombo. Se coordini bene pedaliera e cloche, la pallina resta sempre al centro, il filo a piombo cioè resta perpendicolare al piano alare, anche in caso di una virata stretta. Senza scivolare d'ala o senza imbardare.

    Quanto al rischio di sbattere contro una costa montagnosa, in caso di nebbia, è un problema ligure, qui a Venezia la speranza è che siano visibili almeno le luci pista del Marco Polo.

  6. Maurizio Bernardi

    Ottimo, Alberto !

    Quindi il problema è risolvibile se il pescatore si accontenta di pescare solo pesci volanti e invece di uscire in barca usa l'aereo.

     

    La caratteristica che rende particolari questi pesci è la capacità di effettuare, mediante le ampie pinne pettorali, "voli" più o meno lunghi fuor d'acqua per sfuggire ai predatori. Dapprima il pesce percorre una tratta rettilinea a pelo d'acqua, poi le pinne pettorali vengono spiegate, il pesce fuoriesce dall'acqua e la pinna caudale vibra velocemente sfiorando l'acqua con il lobo inferiore allungato per conferire la velocità necessaria al "decollo". Il volo dura al massimo una trentina di secondi e raggiunge un'elevazione di solito inferiore al metro mentre la tratta percorsa può raggiungere alcune centinaia di metri. Le pinne ventrali, nelle specie che le hanno allungate, hanno funzioni stabilizzatrici.
    Gli Exocoetidae sono fortemente attratti dalle luci e spesso si trovano sulla coperta delle imbarcazioni che non abbiano murate troppo alte dove planano attratti dall'illuminazione di bordo. Tutte le specie sono gregarie.

    Cheilopogon melanurus in volo

    Sono catturati da cetaceitonnimarlin e lampughe e anche da pescatori-aviatori

  7. Scusate l'ignoranza... si potrebbe pescare con un aliscafo? :mrgreen:

  8. alberto salvagno

    Forse stiamo andando lievemente fuori tema, meglio che io passi all'ultima lezione sulle derivate

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