03/12/14

Dio e l’Universo: una chiarificazione... una volta per tutte!

Non abbiate paura! Non voglio tornare a mettere il coltello nella piaga. Vorrei solo, una volta per tutte, esprimere chiaramente la visione di questo Blog (e mia in particolare) riguardo alle ripercussioni che si potrebbero avere ammettendo o non ammettendo un Creatore. Beh… direi che sono praticamente nulle.

La descrizione dell’Universo da un punto di vista puramente scientifico non tocca minimamente una sua visione legata strettamente all’opera di un Creatore. Le prove più tangibili sono i molti gruppi di ricerca astronomica composti da religiosi. Io stesso ho pubblicato un lavoro, se non ricordo male, insieme a un prete. Nessun problema, ovviamente.

La specola Vaticana non solo svolge ricerche di punta, ma affronta argomenti legati alla cosmologia. Non lo fa, però, per cercare la mano di Dio, ma solo e soltanto per fare Scienza. In poche parole, non esiste nessuna contrapposizione pratica e teorica tra un Universo senza Dio o con un Dio. Ormai, è finita l’epoca della visione creazionista (almeno a livello di studiosi veri sia credenti che non credenti). E’ la stessa scienza quella che cerca di portarci all’origine di tutto. A un’origine scientifica, però. Sia essa cercata dai credenti che dai non credenti.

La descrizione dell’Universo è la stessa e non esiste nessuna contrapposizione. Non serve, infatti, trovare una differenza nella sua evoluzione. L’importante  e l’unica differenza sta a monte di tutto: “Vi è stato Qualcuno a dare il via o non vi è stato nessuno?” Una domanda che non ha assolutamente nessuna ripercussione sui metodi scientifici e sulle scoperte relative. Poco importa a un vero credente "dimenticarsi" di Dio mentre scrive equazioni e leggi fisiche. Per lui importa solo che qualcuno abbia dato il via a tutto, senza preoccuparsi del metodo usato.

No, non siamo più nell’epoca dell’inquisizione, del geocentrismo, degli astri immacolati e di Giordano Bruno. Non ne ha più bisogno né la scienza “atea” né quella “credente”. Il loro compito nella ricerca è perfettamente uguale.

Perfino la MQ, la teoria che sembra cancellare la causalità e il determinismo potrebbe tra breve non costituire più una differenza concettuale. Non è, infatti, assurdo pensare che, prima o poi, si trovi un determinismo anche nella non causalità. Alcune ricerche del tutto atee sembrano socchiudere alcune porte. D’altra parte ricerche del tutto religiose confermano la strana apparenza della MQ.  Il Dio che gioca a dadi oppure no sta perdendo di importanza non solo tecnicamente, ma anche concettualmente.

A noi che vogliamo conoscere l’Universo, importa qualcosa se è stato Qualcuno a creare il Big Bang, oppure no? E’ assolutamente irrilevante, se non si entra nel campo della Fede, ma quella è qualcosa di personale e del tutto esclusa dal campo scientifico e quindi da questo Blog. Io non ho mai avuto e mai avrò una contrapposizione rispetto a un prete “moderno”, che non ha problemi ad arrivare fino al Big Bang insieme a me. L’unica contrapposizione sta nel "perché"   spirituale e non certo scientifico.

Addirittura, accettare o non accettare un vuoto-non vuoto preesistente al Big Bang non pone problemi. Anche l’esistenza di qualcosa che è sempre esistito non inficia assolutamente la presenza o non presenza di un Creatore.  Essa è un’argomentazione solo all’apparenza atea. Parole come sempre, infinito, nulla e tutto non spaventano certo un vero credente. Sono in fondo le caratteristiche tipiche di un Creatore: onnipresenza e onnipotenza. La prima permette di distruggere il tempo, la seconda di creare qualcosa dal nulla.

Io ho solo espresso una mia visione “concettuale”, ma non scientifica, di compromesso. Riesco, dentro di me, a pensare all’Universo come allo stesso Creatore di se stesso. Filosofia, d’accordo, ma che non tocca minimamente la descrizione del Cosmo.

Posso fermarmi qui, ribadendo ancora che una visione religiosa dell’Universo e una prettamente scientifica non hanno nessuna contrapposizione. Esse si identificano perfettamente sia nel passato che nel futuro più lontani. Nel mondo della scienza, se le cose non cambieranno, non può più esistere un Giordano Bruno portato al rogo, così come non dovrebbe più esistere un credente che possa pensare a un Adamo costruito col fango.

Il Cosmo non ha paura di Dio e la Sua presenza non inficia minimamente la descrizione scientifica, che, anzi, potrebbe acquistare ulteriore logicità e generalità. D'altra parte, Dio non può avere paura del Cosmo, dato che sarebbe una sua creatura.

 

QUI altre riflessioni su Dio e Universo

11 commenti

  1. Michael

    Son dovuto andarlo a cercare: http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2014/03/23/la-domanda-delle-domande-perche/
    Questo penso sia uno dei post migliori di questo blog, sopratutto per i commenti ed il dibattito nato da esso.
    Dal mio punto di vista, ci sono così tante cose che sono perfette così come sono create che sembra quasi impossibile non ci possa essere lo zampino di un'Entità che controlla tutto... ma resta sempre la possibilità che, in un'infinita possibilità di universi diversi, nel nostro sia tutto perfetto in quanto, se non lo fosse, non esisteremmo e non lo sapremmo mai.

  2. caro Michael,
    il succo del post non è, però, quello di cercare o di prospettare quale sia la scintilla iniziale (ognuno è libero di avere la propria), ma il fatto che la descrizione dell'Universo non ne ha bisogno, dato che è la stessa in entrambi i casi. E questo concetto che vorrei far comprendere e che dovrebbe guidare le esternazioni dei credenti e dei non credenti...
    Spero in tal modo di evitare contrapposizioni di IDEALI o di ATTI DI FEDE, ma di limitarci alla COMUNE evoluzione. Non vogliamo e non possiamo rispondere al perché etico o assoluto, ma ai perché spiegabili con le leggi della fisica. E sono ancora tanti...

  3. Alvermag

    Bravo Michael, è un pò la storia dell'uovo e della gallina: qual'è la causa e quale l'effetto?

    Quant'è meravigliosa la natura che ci circonda, con i suoi colori, odori e suoni.
    Eh già, ma se non fosse così la nostra specie probabilmente non sarebbe sopravvissuta in un mondo con il quale non avremmo potuto interagire garantendoci l'esistenza.

    Un esempio banale. I magnifici colori dei fiori che ci incantano con la loro bellezza. Peccato che, analizzandoli con apposita strumentazione, si evidenziano altri "colori" che taluni insetti vedono senza bisogno dei nostri strumenti. E devono vederli perchè per loro sono segnali importantissimi che ne garantiscono la sopravvivenza, loro e degli stessi fiori.

    Allora, siamo sicuri che le bellezze della natura siano lì per noi, per esseri cioè apparsi un quarto d'ora fa nella storia complessiva della Terra?

    L'armonia, la bellezza e la "perfezione" del mondo è solo il riflesso NECESSARIO della strada che l'universo (noi ne facciamo parte) ha intrapreso nella sua storia.
    Perchè ha intrapreso proprio quella strada? E' come chiedersi perchè la gravità varia in ragione inversa al quadrato della distanza (visione classica): temo sia una domanda che non riguardi l'ambito scientifico.

    Questa è la mia visione del mistero dei misteri, come Darwin chiamava la vita, che, ben lungi dal togliere fascino all'indagine ed al tentativo di comprendere, ci pone domande sempre più complesse facendoci al contempo penetrare sempre più in profondità nella conoscenza, l'unico vero motivo per cui la nostra esistenza ha una dignità ed un senso.

    Concludo con un avviso ... ai naviganti: diffidate sempre e comunque di chi parla di fatti/eventi inconoscibili: l'inconoscibilità è già una sentenza, lasciamola a chi ritiene di avere in pugno tutte le verità. Io preferisco il termine inconosciuto (capisco che la lingua gridi vendetta al cielo ma mi serviva ... l'assonanza!).

    Caro Enzo, 'cchè ce voi fa ? Io so' ccosì, piji o lasci.

  4. ma io che ho detto? La stessa identica cosa... che ripeto sempre: NOI SIAMO UNIVERSO!!! Tutto ha la stessa dignità e bellezza e grazie alla scienza che riusciamo a mettere un po' d'ordine in tanta meraviglia (ordine per la nostra mente, ovviamente), chiunque o qualsiasicosa l'abbia creato o mantenuto. Mi sembrava di averlo mostrato spesso e volentieri... :roll: O sto parlando arabo????? 8-O

  5. Alvermag

    mmmmh ... aramaico? Ma come sei suscettibile! Scherzo Enzone!

    Guarda il lato positivo ... sei d'accordo con me! Ti pare poco? :mrgreen: :mrgreen:

  6. davide1334

    bravo enzo,è sempre importante aggiustare il tiro,diciamo....colgo al balzo la tua definizione di "comune evoluzione",aggiungendo carne al fuoco,e sperando che possa essere pertinente al contesto....la propongo a te enzo,ma anche a tutti gli amici di questo blog:
    l'attività della scienza,lo studio delle leggi fondamentali della natura possono "portare" diciamo a due assiomi:
    a) stiamo scoprendo man mano la "realtà" e un giorno,anche fra trilioni di anni, un giorno ci si imbatterà nella formulazione matematica delle leggi ultime della natura,senza nessuna "indagabilità" ulteriore.
    b)oppure,modestamente e più ragionevolmente ,l'impresa scientifica è un processo in cui si affina e aggiorna il nostro quadro della realtà,passo dopo passo,ricorrendo ad approsimazioni che ci sembrano adattarsi al meglio sempre più a questo processo.
    ora,l'assioma b è ovviamente il più ragionevole,senza alcun dubbio e quello che fondamentalmente sposano(penso) tutti. ma l'assioma a,è un "punto all'infinito" o potrebbe realmente verificarsi?
    è vietato rispondere "quarantadue"(cit) :lol:

  7. bella questione Davide...
    Potrebbe darsi che capiremo tutto proprio quando tutto starà per completare il suo ciclo. Certe cose devono probabilmente essere vissute in diretta... Ma non parlo, ovviamente, di uomini o creature viventi o chissà cosa. Lo stesso Universo capirà chi è in quel momento, ma non ci sarà nessuno ad ascoltare la conclusione. Mi ricorda tanto Asimov... :-P

  8. caro Alvy,
    ma tu pensi veramente che io sia suscettibile a causa di queste discussioni? Ci vuole altro. Anch'io ho sempre cercato di vedere il lato scherzoso in ogni cosa seria... Vado veramente "fuori" di fronte alla grettezza e all'ignoranza che non vuole accettarsi come pregio fondamentale per iniziare a conoscere. Normalmente, accetto dispute con chi stimo. Cerco di mediare e un po' (temporaneamente) mi altero con con chi non conosco bene. Dimentico del tutto chi si è mostrato irrecuperabile! Per litigare veramente non so proprio cosa ci vorrebbe. Una cosa è rimanerci male, essere depresso, criticarsi e criticare. Un'altra è ignorare del tutto. Questo è, per me, il limite inferiore. Mi è successo poche volte finora... :roll:

  9. Andrea I.

    Io, nella mia ignoranza, penso che forse il nostro limite sta proprio nella nostra appartenenza a un "ciclo" e che siamo troppo legati a ció che ci siamo convinti di essere per riuscire ad affrontare in modo adeguatamente aperto determinate questioni. :mrgreen:

  10. Mario Fiori

    Ragazzi qui, come dice Enzo, l'Universo è tutto e Noi siamo Universo, poi abbiamo la "mania" di dare un nome a tutto e soprattutto "personificarlo" e quindi c'è Dio, Allah, Geova, Zoroastro ed altro simile, ma che sono persone forse? E' l'Universo stesso , è l'Energia che lo permea, è qualcosa di indescrivibile nel suo Tutto; Raga andiamo avanti e studiamo queste meraviglie, avviciniamoci ad esse e scopriremo sempre più tutta la bellezza e l'energia che c'è al loro interno che poi è anche la nostra, ce l'abbiamo anche dentro di noi che, nel bene e/o nel male , ne siamo parte, piccola naturalmente difronte al Cosmo, ma presente; basta comunque non pensare di essere esclusivi, fondamentali , indispensabili ed onnipotenti come spesso ( a dir poco) facciamo.

  11. Bravo Mario! Hai colto nel segno (nel mio almeno...) :-P

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