20/08/18

Il difficile sentiero dei diritti umani (5): La luce del Giusnaturalismo

LA LUCE DEL GIUSNATURALISMO

La città di Dordrec si trova nel sud-ovest dell'Olanda, su un'isola circondata dal fiume Mosa e da altri quattro fiumi. Nel 1619 vi si svolse un importante sinodo dei riformati, cui parteciparono i rappresentanti di numerose chiese protestanti d'Europa. In esso fu sancita la condanna dell'arminianismo, una corrente riformista, ispirata al pensiero del teologo Arminio, che metteva in discussione alcuni insegnamenti del Calvinismo.

Come immediata conseguenza il leader del movimento, Johan van Oldenbarnevelt, dopo un processo sommario in cui i giudici erano suoi nemici personali, venne condannato a morte e giustiziato mentre altri importanti personaggi furono imprigionati o banditi.

Tra essi, Ugo Grozio fu condannato all'ergastolo, da scontare nel castello di Loevenstein, oggi museo nazionale.

Slot_loevestein_1619

In realtà restò in prigione solo per due anni, grazie all'intraprendenza della moglie che riuscì a farlo evadere in modo rocambolesco. Ben due importanti musei olandesi sostengono di possedere la cassa di libri (autentica) in cui si nascose durante l'evasione; un genere di disputa consueta per tutte le reliquie.

Rifugiatosi a Parigi, Grozio pubblicò nel 1625 la sua grande opera “De iure belli ac pacis”(Le leggi della guerra e della pace) in cui elabora la teoria della “guerra giusta” e sostiene che tutte le nazioni sono legate dal principio del diritto naturale.

Secondo Grozio i fondamenti della convivenza degli uomini sono la ragione e la natura, che coincidono tra loro. Il diritto naturale rispecchia la razionalità, criterio con cui Dio ha creato il mondo e che Dio stesso non potrebbe alterare se non contraddicendosi; il che è impensabile.

A differenza del diritto naturale, il diritto civile dipende dalle decisioni degli uomini ed è promulgato dal potere civile. Esso ha come scopo l'utilità ed è sorretto dal consenso dei cittadini.

Appartengono alla sfera dei diritti naturali, la vita, la dignità della persona e la proprietà.

Il diritto internazionale si fonda sulla identità di natura degli uomini, e quindi i trattati internazionali valgono anche se stipulati da uomini di confessioni diverse, giacché l'appartenere a fedi diverse non cambia la natura umana.

Lo scopo della sanzione per le infrazioni ai diritti non dev'essere punitivo, ma correttivo: si punisce colui che ha sbagliato non per l'errore commesso, ma perché non sbagli più (in futuro). E la punizione dev'essere proporzionata, a un tempo, sia all'entità del reato, sia alla convenienza e utilità che si vuol trarre dalla punizione stessa.

Una delle teorie giusfilosofiche più importanti formulate dall'olandese fu quella del "contratto sociale", e cioè che “ lo stato di natura deriva dalla tendenza dell'uomo che è portato a istituire con gli altri simili una determinata forma di comunità politica, pacifica e concorde.

Il contratto sociale si attua quando lo stato di natura diventa impraticabile, violento ed insicuro per l'aumento dei bisogni, per la diminuzione delle ricchezze disponibili e per il nascere degli istinti egoistici.”

In questo caso gli uomini, in vista di un'utilità comune, passano dallo stato di natura allo stato civile trasferendo a un sovrano, mediante un patto, il potere di far coercitivamente rispettare la sfera di interessi di ciascun individuo, di mantenere l'ordine sociale e la pace.

Questo contratto, in cui si fissano i diritti del singolo ed i poteri del sovrano, crea lo Stato e il suo potere nonché le due distinte sfere di diritto pubblico e diritto privato. Lo Stato viene concepito da Grozio come un macroindividuo che è in grado, come un individuo, di tenere dei rapporti con gli uomini. Quest'idea accompagna lo sviluppo della borghesia e si traduce nell'idea giusnaturalistica secondo la quale l'uomo possiede strumenti necessari per conoscere e conseguentemente arrivare a dominare il mondo grazie alle nuove scoperte scientifiche.

Questi concetti riecheggiano in un documento stilato dal parlamento britannico nel 1689: il “Bill of rights” un atto che dichiara i diritti e le libertà dei sudditi e definisce la successione della corona.

Il testo proclama:

  • La libertà di parola e discussione in Parlamento.

  • Il divieto del re di abolire leggi o imporre tributi senza il consenso del Parlamento.

  • Le libere elezioni per il Parlamento.

  • Il divieto del re di mantenere un esercito fisso in tempo di pace senza il consenso del Parlamento.

  • Il rifiuto di sottostare ad un possibile re cattolico.

  • Che il parlamento deve essere frequentemente riunito.

  • Che il re non può perseguitare i suoi sudditi per motivi religiosi

Il Bill of Rights fu approvato e firmato da Guglielmo III d'Orange, olandese che aveva sposato una componente della famiglia Stuart, Maria II d'Inghilterra, figlia di Giacomo II. Guglielmo ereditò il trono dopo la deposizione di Giacomo II, che aveva rifiutato di firmarlo.

Con la firma del documento, indispensabile per ottenere il trono, Guglielmo III accettò innanzi tutto di essere re non per volere divino (concezione discendente della sovranità), ma per volontà del popolo inglese (concezione ascendente). Riconobbe al Parlamento il potere legislativo e l'inamovibilità dei giudici. Infine riconobbe come diritti naturali a ogni individuo quelli alla vita e alle libertà (di culto, di parola, di associazione e di proprietà).

Quasi un secolo più tardi, in America, nel 1776, verrà stilata da George Mason, uno dei padri fondatori, la prima dichiarazione dei diritti dell'uomo dell'epoca moderna con l'approvazione della Convenzione dello Stato della Virginia.

La dichiarazione di Mason fu in gran parte inclusa da Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti dal 1801 al 1809,  nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America la quale afferma “che tutti gli uomini sono creati uguali tra loro, che essi sono dotati dal loro creatore di alcuni inalienabili diritti tra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità”.

jefferson

                                                                                 Thomas Jefferson

In ogni caso, la prima e vera propria carta formale dei diritti dell'uomo è nata nel 1789 (esattamente un secolo dopo il “Bill of Rights”) dalla rivoluzione francese, è conosciuta come “Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino” ed è caratterizzata da una impostazione più astratta della precedente americana.

Fu poi Napoleone Bonaparte ad esportare il concetto di diritti umani negli altri paesi d'Europa, anche se in realtà negandoli di fatto.

(continua...)

QUI gli articoli sinora pubblicati su "Il difficile cammino dei diritti umani"

11 commenti

  1. Gianni Bolzonella

    Dietro le pompose e ridondanti agenzie per i diritti umani si celano le unghie di chi domina il mondo.Attraverso di esse si costringono popoli con civiltà e attitudini diverse,a subire i dictat dei "buoni",dei civili,attraverso ricatti e sanzioni.È un gioco vecchio come il mondo,che non ha mai impedito guerre e stragi,anzi le ha favorite,suscitando l'astio e la vendetta di chi ha dovuto subire le loro normalizzazioni.

  2. Paolo

    Caro Mau, vorrei soffermarmi un attimo sull’ultima parte, quella relativa alla dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti.

    Non tanto per commentare la frase (anche se si potrebbe obiettare che tale dichiarazione valeva per i bianchi, ma non per gli africani a cui era stata sottratta la libertà, erano stati deportati e venivano usati come schiavi :evil: ), ma per porre l’attenzione su un aspetto poco conosciuto di quel periodo storico.

    Anche se molti preferiscono non parlarne, proprio nello stesso periodo anche Haiti si libera dall’occupazione coloniale.

    Ad Haiti, però, sono soprattutto gli africani ridotti in schiavitù ed i mulatti a combattere prima contro gli inglesi e poi contro i francesi fino a conquistare l’indipendenza. :roll:

    Una lotta di indipendenza scomoda per molt@, poiché la riduzione in schiavitù degli africani e il genocidio dei nativi americani cozzavano molto con le parole d’ordine diffuse dalla rivoluzione francese: Libertà, fraternità, eguaglianza!

    Nel colonialismo c’era ben poco di libero, fraterno ed uguale ed anche nelle visioni più illuminate al massimo ai neri si potevano estendere alcuni diritti riservati ai bianchi.

    Pertanto ho trovato davvero interessante quanto riportava l’articolo 14 della costituzione di Haiti del 1805: “Tutti gli uomini sono neri a prescindere dal colore della pelle”.

    Un bel ribaltamento di visuale (cambia il sistema di riferimento), che pone sempre il problema dell’uguaglianza (sarebbe meglio dire della non discriminazione), ma non pone al centro i colonizzatori bianchi (che non sono una razza a parte, ma degli approfittatori dalla pigmentazione della pelle bianca).

    Ieri il colonialismo propagandavano genocidi, schiavitù e depredazioni in nome della civilizzazione oggi ipocritamente il furto delle risorse, l’esportazione delle guerre, il bussines della ricostruzione vengono propagandate con la parola d’ordine “aiutiamoli a casa loro”. 8-O

    Forse se oggi ci sono flussi migratori così cospicui è proprio grazie a questa strana concezione di aiuto, di ieri e di oggi ed alle diseguaglianze che ha prodotto e continua a produrre!

    Paolo

  3. Maurizio Bernardi

    Grazie Paolo, per questa tua preziosa integrazione storica.

    Gli "aiuti" , a casa o fuori casa, non sono mai disinteressati,  e la cosa più difficile è liberarsi dei liberatori.

    Caro Gianni, i proprietari delle unghie non fanno nessuna differenza tra popoli e razze. Non hanno interesse a difendere nessuno. Il loro unico criterio-guida è il profitto. Sono i trafficanti d'armi della Cina del tredicesimo secolo, che vendevano fucili cinesi ai nemici Mongoli, sono le famiglie dei grandi banchieri (ebrei) che finanziarono Hitler. Per essere precisi finanziarono anche i nemici di Hitler, ma non per motivi ideologici. Non hanno alcuna attinenza con la difesa dei diritti umani, anche perché, umani, non  sono.

     

  4. Gianni Bolzonella

    Completamente d'accordo con te Maurizio,è un clan di mascherati,cambiano le maschere di continuo,ma dietro c'è sempre lo stesso volto che dici tu.

  5. Gianni Bolzonella

    Nessuno è più schiavo di chi si crede libero senza esserlo. L’aforisma di Goethe, tratto dalle Affinità elettive, è la sintesi della civilizzazione contemporanea. Drogati di presunte libertà, convinti di vivere nel giardino delle delizie delle opportunità, delle scelte autonome ed individuali, siamo diventati liberi schiavi, burattini in mano a un sistema che ci spreme, dirige e orienta.                     "Chi possiede tutti i mezzi, determina tutti i fini."

    Friedrich Von Hajek.  La via della schiavitù.

  6. Comunque ci sono sempre la serie A, la serie B e la serie C... Lo sterminio degli ebrei si ricorda giustamente come un episodio emblematico del limite della ferocia umana. Ma è anche una tipica rappresentazione che molti sono più uguali degli altri. Perché non si ricorda in modo equivalente lo sterminio degli Armeni? un milione e mezzo di innocenti e anche la Turchia aveva perso la guerra, ma tra ebrei e armeni c'è sicuramente una grande differenza.

    I diritti dell'uomo? Sì, ma di quale uomo?di serie A, serie B o serie C. Per non parlare delle crociate religiose in America del Sud, nel Medio Oriente, ecc., ecc. E la "normale" decisione che colore diverso = diritti diversi. Perché mai i bianchi hanno usato i negri come schiavi e non viceversa? La risposta vola nel vento: "Perché sono -forse- uomini, ma di serie C".

    L'Universo si sgola a dirci che non esistono classi, stelle di serie A o B. pianeti di serie A o B, galassie di serie A o B, diritti di serie A o B. E speriamo che gli alieni non siano più avanti di noi se no chi saranno gli schiavi?

  7. Paolo

    Una cosa è essere davvero liberi, altro è essere schiavi.

    Prova a pensare se qualcuno prima ti preleva con la forza, poi ti imbarca in catene su una nave e se sopravvivi finisci in un campo a coltivare cotone a forza di frustate.

    Hai ragione Enzo, nell’universo tutto è ugualmente importante, non ci sono superclassifiche!.

    Non mi risulta che ci siano gruppi di stelle che vorrebbero trascinare tutte le stelle gialle come il Sole verso i confini della galassia per pulire a forza i bracci della spirale…

    Paolo

  8. Maurizio Bernardi

    Caro Vincenzo, anche nella serie A ci sono umani di A1 e umani di A2 ,eccetera.

    Non a caso uno dei prossimi episodi si intitola "Sebben che siamo donne".

  9. Gianni Bolzonella

    Tutti gli uomini,intesi come razze e popoli e anche religioni per quello che ne so,hanno schiavizzato,sfruttato altri uomini,è un ricorso della storia.Vi ricordate gli stermini di milioni di neri contro altri neri solo di pochi anni fa,e che continua brillantemente ancora?Le ultime notizie dallo Zibawe,dal Sud Africa...(anche non ultime)sono tutte di abusi contro i bianchi,espropri,brutali omicidi,tanto che i capitali e imprese stanno scappando,visto che gli indigeni sembrano,malgrado ormai decenni di istruzione(la cattiva cultura di matrice euroasiatica)poco capaci di far funzionare le cose al meglio.La serie A e B e C esiste pure nello sport,un campione nel suo ambito è un campione,un brocco è un brocco.Magari il brocco sarà un campione in qualcosa d'altro,ma eliminare le differenze per decreto non mi sembra un sistema logico.Se mi mettessi a dire che sono uguale in campo scientifico non solo a Vincenzo ma a molti di voi direi una stupidaggine,non per questo mi sento inferiore a chicchessia,ogni individuo ha pregi e difetti e abilità che altri non hanno,questo vale anche per le società e per le nazioni,e la non consapevolezza di questo(tra le altre cose) porta a scontri,e rancori.Pure la Chiesa sembra essere molto in crisi,al limite dell'eresia,perché sembra si sia buttata pericolosamente nel sentiero dei cosiddetti diritti,che poi spesso significa doveri per altri,basta battere i piedi ed organizzarsi.Il fondatore di questa Chiesa(Cristiana) disse che il suo regno non è di questo mondo,la giustizia non vi abita(lapalissianamente),Pure il primo comandamento è rivolto a Dio,alla sua adorazione,al pensiero e alla mistica ultraterrena.Si sono fatti coinvolgere troppo,e adesso hanno le Chiese vuote,malgrado siano zeppi di anziani con un piede sulla tomba,se le prenderanno i mussulmani con la forza a momento debito,già adesso si sentono dichiarazioni di ministri? del culto,che vogliono dividere gli spazi e le chiese con i fratelli di altre religioni 8-O  8-O .È come quel tipo che lascia la bella moglie a letto con un estraneo,per poi lagnarsi che gli sono cresciute le corna.Dall'Universo io credo,ognuno può tirare fuori quello che vuole,tanto è vario e immenso e poco conoscibile.Cari amici è sempre bello confrontarsi in questo sito,ci sono altri megasiti,che pur sbrodandosi e nuotando nella democrazia(la loro,e guai chi abbia un minimo dubbio), sono avezzi a pesanti censure,non parlo solo di me,ma abbiamo fatto un passaparola tra la gente e sembra che i sospesi(che buoni questi democratici,solo sospesi ripetutamente)siano una Moltitudine,e non perché offendono,basta avere idee veramente diverse,quelle che fanno male alla bottega mondiale.L'ultima volta con me,la scusa è stata che avevo usato la parola finocchio,che ormai viene usata in tutti i giornali,perché criticavo il mostrarsi praticamente nudi per le pubbliche vie,e anche nelle foto di quel sito, senza nessuna censura ,individui con sulla loro schiena scritto" Confini aperti come i nostri culi"...

  10. caro Gianni...

    Punto 1): tu continui a usare una parola che non ha nessun significato scientifico, ma solo politico: RAZZA. Se i politici sono ignoranti non è detto che dobbiamo esserlo anche noi.

    Punto 2): le guerre tra i neri sono stati fomentate dai ricchi bianchi allo scopo di succhiare a  piacere le risorse che li avrebbero potuto rendere ricchi e felici se ci di fosse stata una equa ripartizione.

    Punto 3): le guerre tra i popoli sono una costante della specie umana e non vi è colore che tenga. Schiavizzare per il colore è qualcosa di diverso: una capacità meravigliosa degli occidentali e della chiesa cristiana...

    Punto 4): ogni individuo di una stessa specie può avere carattere diverso e predisposizioni diverse. La stessa cosa succede perfino tra i gatti, i cani e tutti gli animali (sembra che li abbiano anche le piante). Ma questo non c'entra assolutamente niente con i colori, le religioni, e tutte le altre invenzioni  legate all'arroganza e alla stupidità dell'homo medio.

    Un calciatore di serie A può essere nero, giallo o rosso, così come uno di serie Z.... Le serie sono nostra invenzione non certo "roba" naturale...

     

  11. Paolo

    Condivido i punti precisati da Enzo, vorrei solo aggiungere che il termine uguale viene spesso mal interpretato o utilizzato.

    Nel contesto specifico per uguale si intende che non ci sono trattamenti differenzianti, non che le persone sono identiche.

    Certo uno può eccellere in un campo ed essere un brocco in un altro… proprio per questo lo scambio, l’interazione è così importante.

    L’interazione consente di confrontare queste diverse capacità, offrendo la possibilità di crescere…

    Se uno è un brocco in disegno e qualcuno gli insegna alcune tecniche, magari potrà essere un po’ meno brocco in disegno.

    Se chi è bravo in disegno è un brocco in fisica, magari attraverso il confronto e lo scambio con chi conosce bene tale materia, diventerà un po’ meno brocco in fisica.

    Se invece il disegnatore pensa di essere superiore al fisico e/o viceversa non c’è più possibilità di crescita ed interazione…

    In tal caso la differenza è solo sottrazione, o peggio diventa il pretesto per discriminare l’altro, in nome di una presunta superiorità!

    Al contrario l’interazione, lo scambio, possono trasformare le differenze tra le persone in ricchezza, purché le menti rimangono aperte, come il famoso paracadute che funziona solo se si apre.

    Paolo

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