29/03/19

Quando i piccoli corpi si... rompono! *

Eh sì, essere piccoli significa spesso essere considerati di scarsa importanza. E, allora, ecco che questi mini corpi celesti si... rompono, ma lo fanno letteralmente!

Due notizie riguardanti piccoli oggetti del nostro Sistema Solare che, probabilmente, passeranno velocemente in secondo piano.

La prima riguarda un mini satellite di Nettuno (Ippocampo) scoperto tempo fa da Hubble, dalle dimensioni veramente esigue (40 km circa). Un satellite, in qualche modo, ricercato... Un suo fratello maggiore, Proteo (circa 400 km), presenta un cratere un po' troppo grande per non avere causato qualcosa di notevole, come la perdita di massa. E questa massa è stata trovata: il piccolo satellite che ormai rivolve attorno a Nettuno a distanza abbastanza diversa, ma esageratamente vicina a quella del suo "papà",  può essere considerato di terza generazione (almeno).

La prima generazione di satelliti è stata sconvolta dall'arrivo di Tritone dalla fascia di Kuiper. Una cattura imprevista e non certo indolore. I satelliti preesistenti hanno dovuto abbandonare il campo e in parte disgregarsi completamente. Sistematosi Tritone, ciò che restava della massa sparpagliata attorno a Nettuno ha cominciato a creare la seconda generazione di satelliti. Come successo sicuramente anche su Saturno, le comete di passaggio possono anche aver distrutto una o più volte le nuove costruzioni, ma -quasi sicuramente- un urto di una cometa abbastanza massiccia, ma non troppo, ha scaraventato un pezzo al di fuori dal  campo gravitazionale di Proteo e lo ha fatto diventare un mini satellite di Nettuno a tutti gli effetti. Gran bella storia quella di Nettuno, degna di un romanzo di avventure o di un giallo più che avvincente.

Il sistema satellitare interno di Nettuno
Il sistema satellitare interno di Nettuno

Articolo originale QUI

La seconda notizia non è più una novità: un asteroide che si pavoneggia con una doppia coda, imitando in pieno le sorelle comete. Tuttavia, non siamo di fronte  a una cometa nascosta tra i pianetini, che ha deciso di riattivarsi, ma di un asteroide a tutti gli effetti che sta perdendo i pezzi... Le code sono fatte di polvere più o meno minuta che  si distribuisce lungo una lunghissima striscia a causa della pressione di radiazione solare che lavora meglio sui granelli più fini che su quelli più grandi.

This Hubble Space Telescope image reveals the gradual self-destruction of an asteroid, whose ejected dusty material has formed two long, thin, comet-like tails. The longer tail stretches more than 500,000 miles (800,000 kilometers) and is roughly 3,000 miles (4,800 kilometers) wide. The shorter tail is about a quarter as long. The streamers will eventually disperse into space. Credit: NASA, ESA, K. Meech and J. Kleyna (University of Hawaii), and O. Hainaut (European Southern Observatory)
L'immagine di Hubble rivela l'autodistruzione dell'asteroide 6478 Gault (4 km circa). Il materiale espulso ha formato due lunghe code, la maggiore di ben 800 000 km e la minore di circa 200 000 km. La larghezza non supera i 5000 km. Fonte: NASA, ESA, K. Meech and J. Kleyna (University of Hawaii), e O. Hainaut (European Southern Observatory).

Oggi, ovviamente, si pensa subito allo YORP, ossia a quel meccanismo che tende a cambiare  la rotazione di un piccolo corpo a causa del riscaldamento dovuto alla luce solare. La radiazione infrarossa lascia l'asteroide dalla parte più calda e induce un aumento o una diminuzione della velocità rotazionale su tempi di decine di milioni di anni. Questa rotazione sempre più rapida lo può portare al limite della perdita di massa equatoriale (la forza centrifuga supera la gravità) e l'asteroide comincia a perdere pezzi, di tanto in tanto. Lo YORP è un fenomeno molto interessante, ma la sua quantificazione non è molto accurata. Io non eliminerei l'ipotesi di un urto che potrebbe causare un cambiamento repentino di momento angolare e l'asteroide  in un attimo raggiungerebbe la velocità di espulsione equatoriale.

Forse valgono entrambe le strategie, ma -come sempre- la novità è quella più seguita e diventa come il prezzemolo. Poco importa (forse), ma il fatto è che gli asteroidi hanno deciso di fare concorrenza alle comete e di  contribuire a qualche nuova fiammata periodica di meteore. Polvere... polvere... ma il Sistema Solare ne è pieno. Molta di essa è dovuta alla creazione delle grandi famiglie asteroidali tanto tempo fa, ma ancora ben visibile...

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Nella pagina d'archivio "Raccontiamo i corpi planetari" troverete molti articoli dedicati ad altri corpi celesti che piccoli sono solo per le loro dimensioni!

 

4 commenti

  1. Giorgio Mistenda

    Non sapevo che Tritone venisse dalla fascia di Kuiper. E' quindi un parente di Haumea e Makemake, un pianeta nano che si è accasato alla corte del nobile Nettuno.. Effettivamente ci sta. Ma per essersi spinto così in dentro, allora qualcosa di una certa massa deve essere stato lanciato verso fuori, per dargli questo effetto fionda, giusto?

  2. caro Giorgio,

    quando succedevano queste cose la vita dei transnettuniani era ben lungi da aver trovato una configurazione dinamica stabile e quindi le varie risonanze (magari con Urano) hanno spinto un grosso corpo come Tritone ad avvicinarsi troppo a Nettuno (ricordiamo che anche Urano con il suo asse piegato deve aver subito qualcosa del genere). Oltretutto sappiamo che Plutone non è pianeta proprio perché la sua fascia di esistenza non è stata ripulita completamente.

  3. Giorgio Mistenda

    Sì, concordo. Lo dicevo solo perché la posizione così distante di Sedna mi suggeriva questa allusione, ma d'altronde è vero, è più facile che entrambi, Tritone e Sedna, abbiano subito l'influenza di qualcosa di più grosso in un'epoca in cui entrambi stavano in tutt'altro posto.

    Ma allora molti dei grossi satelliti dei cosiddetti pianeti gassosi possono venire da quelle parti, non ci avevo mai pensato.

  4. Mario Fiori

    Interessante , cro Enzo, anche la storia del piccolo asteroide che vuole sembrare cometa ma in realtà si stà letteralmente...sciogliendo al Sole

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