23/05/19

Vagabonde bianche **

Conosciamo molto bene le vagabonde blu, ossia stelle appartenenti a enormi ammassi globulari che per qualche motivo sono state costrette a fondersi assieme e iniziare una nuova vita, a causa della materia che si sono auto regalata abbracciandosi strettamente. Molto meno le vagabonde ... bianche.

Vagabonde blu, così chiamate  perché stelle di tale vitalità non dovrebbero più esistere negli ammassi globulari molto antichi e invece appaiono, nel luogo sbagliato del diagramma HR, come se avessero bevuto un elisir di giovinezza.

Situazioni analoghe, molto più rare, avvengono, però, anche in una normale galassia se le stelle in gioco sono due nane bianche, ben note per pensarne una e farne cento...

Ormai le onde gravitazionali sono diventate quasi un fatto di routine e hanno iniziato a scrivere un nuovo capitolo della storia dell'Universo. Per adesso, dobbiamo, però accontentarci di stelle di neutroni o di buchi neri, che nella loro rotazione attorno al comune baricentro emettono onde che trascinano con loro non poca energia. Ne consegue una perdita di momento angolare e le due stelle rivolvono sempre a minor distanza tra loro, fino alla coalescenza completa e alla emissione del picco dello stropicciamento spaziotemporale che ha ancora una volta dato ragione al grande Albert.

In modo simile, anche se meno eclatante, possono terminare la loro vita due nane bianche. Due stelle di massa intermedia si trasformano in nane bianche, dopo aver bruciato il loro idrogeno e il loro elio. Poi le aspetta una tranquilla vita da stelle degeneri, composte essenzialmente da carbonio. Una vita anche lunga, che poco ha a che fare con una vera morte, ma che le costringe, comunque, a spegnersi lentamente e raffreddarsi entrando in un anonimato quasi totale.

Tuttavia, in casi piuttosto speciali, anch'esse -nel loro piccolo- emettono onde gravitazionali e tendono ad avvicinarsi sempre di più. Un bel giorno eccole unirsi e svegliarsi da un lungo sonno. La loro massa totale può tranquillamente superare quella del Sole, ma prima di seguire il destino di una supernova, hanno a disposizione un intervallo di rinascita completa. La massa è sufficiente a innescare la fusione degli elementi che erano rimasti un sogno e la stella rinata può giunger fino al ferro e predisporsi alla trasformazione in supernova. Uno spettacolo inaspettato e improvviso, che si concluderà con la nascita di una stella di neutroni. Un processo che passerebbe del tutto inosservato se non fosse per una nebulosa emessa soprattutto nell'infrarosso e che, per le sue caratteristiche peculiari, fa subito capire cosa si celi al suo interno.

Questo è quello che sta succedendo nella costellazione di Cassiopea a circa 10000 anni luce dalla Terra.

Un evento non solo raro di per sé, ma che necessita anche di una gran dose di fortuna per essere colto, dato che il bruciamento del carbonio fino al ferro impiega solo poche migliaia di anni. E brave le nostre nane bianche che ne sanno sempre una più del diavolo per stupirci con effetti speciali...

A sinistra due immagini riprese a 22 micron (con differente scala d'intensità), a destra ciò che si vede nell'ottico... Fonte: WISE e Vasilii Gvaramadse/Moscow University
A sinistra due immagini riprese a 22 micron (con differente scala d'intensità), a destra ciò che si vede nell'ottico... Fonte: WISE e Vasilii Gvaramadse/Moscow University

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