09/09/20

Il linguaggio “terrestre"

Potrà sembrare un copia in colla dei pensieri del prof ...  Sicuramente in parte lo è, entrambi amiamo la Natura e abbiamo imparato ad ascoltarla a parlarle e a rispettarla. Proprio perché mi concentrerò sul  linguaggio  chi meglio di lei ha la grande capacità di usare e capire il meraviglioso linguaggio dell’Universo, degna così di farne parte e vivere per secoli e secoli senza autodistruggersi?

Non stupitevi  se in  tutto il racconto salterò da un concetto ad un altro, ma sono solo emozioni. Come tali è  giusto che vengono espresse senza troppo pensare se seguono veramente una logica precisa e senza troppo interrogarsi che tutto sia perfettamente corretto come richiederebbe qualsiasi testo letterario che si possa definire tale.

Le mie intenzioni sono (per il momento, almeno) di restare con i piedi per … terra e occuparmi del linguaggio utilizzato dall’homo sapiens sapiens attraverso i secoli, confrontandolo con quello di altri esseri viventi che abitano questo nostro magnifico pianeta.

Visto che ho utilizzato subito il termine linguaggio è opportuno darne una definizione prima di incominciare questo articolo (con la speranza che tutti voi arriviate alla fine )

Il principale mezzo di espressione e di comunicazione del nostro pensiero è sicuramente il linguaggio. Esso è un  vero e proprio  codice che permette ad un soggetto di trasmettere informazioni ad un altro soggetto e viceversa, dando vita in questo modo ad una comunicazione basata su un batti e ribatti di domande e risposte.

Nel momento in cui si attua una comunicazione  si dimostra automaticamente l’esistenza indiscutibile di due componenti fondamentali: gesti e parole.

Esse sono forme comunicative indissolubili.   Non si hanno dubbi sul fatto che esistano le parole e i gesti, ma quale fra le due componenti  è nata prima ?

E' nato prima il gesto o le parole ?

Per riuscire a dare una risposta è necessario fare un gran salto indietro e per far questo possiamo affidarci allo studio dei primati che più assomigliano all’uomo primitivo:  il bonobo e lo scimpanzé.

Mettiamone in evidenza  alcuni aspetti comportamentali. Per chiedere del cibo tendono la mano con il palmo aperto. Ma lo stesso movimento viene usato anche per riappacificarsi dopo un conflitto.  Per entrambe le specie, smorfie e urla sono manifestazioni legate a situazioni di paura e dolore. I gesti assumono, però,  significati diversi a seconda del contesto in cui avvengono: le braccia alzate, per esempio, possono significare esultanza o terrore.

Come possiamo notare questi gesti sono molto simili anche a quelli dell’uomo.  Due scienziati del centro di ricerca di Atlanta, analizzando tali comportamenti, hanno potuto dedurre che, molto probabilmente, il linguaggio umano ha avuto origine dai gesti di arti e mani, proprio come nei primati prima menzionati .Tali movimenti venivano utilizzati dai nostri antenati fra i  5 e i 6 milioni di anni fa.

I vocalizzi invece sarebbero comparsi solo in un secondo momento, quando l’area celebrale predisposta al linguaggio si era completamente sviluppata. Non si hanno  però ancora conoscenze di come sia avvenuto il passaggio dalla comunicazione gestuale a quella orale. Esisterebbero  però prove  che dimostrerebbero che il mento dell’uomo di Neanderthal non fosse adatto ad articolare le parole come facciamo noi … anche se  nessuno potrebbe sostenere che non fosse in grado di comunicare verbalmente.

Oggi possediamo teoricamente la stupefacente capacità di esprimerci sia a gesti che a parole, associandoli quando  vogliamo dare vita ad una comunicazione. Purtroppo, però, ciò non risulta dai fatti.

Alcuni studiosi concludono che probabilmente l’importanza che attribuiamo alla parola , rispetto al gesto, è stata una conseguenza di quella  perdita di naturalezza nel rapporto umano.

Riguardo a questo punto  ci tengo ad esprimere una  personale opinione . L’importanza che sembrerebbe essere data alla parola rimane solo TEORICA. L’avanzare dell’ ignoranza ha portato la parola a perdere il suo valore in quanto tale  e, contemporaneamente,  a svalutare completamente la funzione del gesto. Il gesto è diventato violento offensivo… una realtà ben diversa rispetto all’epoca degli scimpanzé dove i segni avevano un fine (la caccia per procurarsi il cibo ) e una funzione  (comunicazione).

Noi, nell’epoca definita dell’intelligenza, vediamo i ragazzi (ma non solo)  che si prendono a coltellate perché non vince la squadra del cuore. Come non dimenticare, poi, il grande divertimento nel lanciare le pietre da un ponte sperando di colpire una macchina. Che risate!!!!

Ma, poi, arriva anche il momento del ‘orca assassina, abituata a vivere negli oceani. Noi uomini dall’intelligenza “superiore”, abbiamo ben il diritto di far divertire in qualche modo  questi  poveri bambini che si annoiano perché non sanno cosa fare durante il loro  tempo libero ! Basta poi così poco per renderli felici … Prendiamo un orca,  la  chiudiamo in pochi metri cubi d’acqua e la costringiamo a fare capovolte e passare dentro cerchi (naturalmente quando e come vogliamo noi ) e poi, solo perché si ribella, subito pronti a urlare: “A morte,  vendetta sia fatta. Gli animali sono sempre animali!”

Povera illusa, lei cercava solo la sua  libertà.  Ha osato sfidare l’uomo di razza “superiore”. La sua violenza è segno di inferiorità. E la nostra, invece?

Una visione molto egocentrica

Ammetto di aver avuto una splendida opportunità e una grande fortuna:  vedere queste splendide creature mettersi in mostra saltando, con i loro cuccioli, tra una barca e l’altra. Che emozione !!! Ma anche un po’ di timore  (soprattutto, ragionando da homo sapiens): e, se quel bestione avesse voluto, giuro non sarei qui a scrivere . Ma perché mai avrebbe dovuto farmi del male? l’Oceano è  così grande  e poteva scatenarsi altrove. Era venuta solo per giocare. Non certo per fare pranzo (sembra in oltre che non siamo poi così appetitosi ) e nemmeno per esibire una violenza pura: non si è mai vista un’orca buttare pietre giù da un ponte!

Ma non è finita... noi vediamo ovunque la violenza della Natura: abbiamo montagne assassine, fiumi assassini, clima assassino, ecc., ecc. Tutti contro di noi, specie eletta e come tale violentata dalla Natura, magari per invidia.  Che egocentrismo e che arroganza! Cosa pensiamo mai, noi piccoli esseri, di poter essere e di poter fare?

Siamo così presuntuosi da credere di  poter comandare l’intero Universo, che, invece, ci sta parlando chiaramente anche utilizzando parole semplici . Il problema di fondo è che noi non siamo in grado di capire il suo linguaggio. Cosa, questa, invece, che gli animali sanno fare  benissimo. Essi sanno adattarsi, senza troppi problemi a qualsiasi mutamento del clima e del territorio in cui vivono.

Ebbene sì,  caro uomo di sapienza, devi prendere atto che il linguaggio non è una prerogativa  solo tua, anzi …

Quando ci si riferisce alle forme di comunicazione tra  animali, si deve parlare proprio di comunicazione animale, intesa come "linguaggio".  Il loro linguaggio gli ha permesso di capire e trasmettere benissimo i messaggi dell’Universo, infatti, come si può constatare continuamente, loro non solo vivrebbero benissimo senza di noi,  ma starebbero anche meglio!

Dopo questo sfogo (di cui chiedo scusa, ma non poi tanto), mi sembra opportuno ritornare nel mio piccolo guscio e affrontare l’argomento già in parte anticipato:

I linguaggi verbale e gestuale devono coesistere

Vediamo se entrando più nel particolare riesco ad essere più esaustiva.

Qualsiasi forma di comunicazione ha come obbiettivo quello di stimolare interesse  e voglia di conoscere. Il linguaggio è  sicuramente un mezzo meraviglioso per raggiungere tale scopo. Prenderò in esame solo alcune forme di comunicazione a me più vicine, perché elencarle tutte sarebbe un ‘impresa ardua. Inoltre qualsiasi sia la forma di comunicazione lo scopo non cambia.

Naturalmente deve rimanere in noi la volontà,  la voglia e il desiderio di sapere, non illudendosi  che le competenze acquisite a scuola, al lavoro, ecc … siano state sufficienti  per evitare una vita “statica”. Questo punto è fondamentale per capire come non sia sufficiente possedere il linguaggio  verbale o gestuale, ma sia estremamente importante saperlo utilizzare al meglio.

Quando si dà vita ad una comunicazione è sempre necessario tener conto della persona con cui stiamo dialogando o del pubblico che ci sta ascoltando, che siano essi bambini o anziani o esperti del campo. Utilizzare  termini e parole adatte allo scopo, fare attenzione alla tonalità della voce o anche a disegni, immagini “proiettate” non solo per essere capiti,  ma anche per mantenere sempre viva l’attenzione,  suscitando così interesse, forti emozioni e voglia di sapere

Per evidenziare come il linguaggio verbale non sia, in realtà, cosi più efficiente di quello gestuale, proviamo ad immaginare una conversazione. Le reazioni  che suscitiamo possono essere altamente indicative, anche senza bisogno di lunghi discorsi, basta, per esempio, un semplice gesto di affermazione con il capo per far capire perfettamente la propria opinione favorevole o, al contrario, un semplice “uffa!”, accompagnato da un’alzata delle mani, è informazione chiarissima.

A volte, poi, basta l’intonazione per rivoltare una situazione apparentemente non ambigua. Immaginiamo un  dialogo dove le domande che vengono poste all’interlocutore siano sempre le stesse. In questo caso anche la stessa risposta può cambiare drasticamente il risultato del colloquio. Non e necessario guardare il suo volto o i suoi movimenti per capirlo esattamente :

 

Le varie forme della comunicazione

A questo punto, come avevo  accennato precedentemente, vorrei soffermarmi su alcune forme di comunicazione, a me più vicine e appaganti come l’arte, sottolineando che non prenderò in esame tutte le sfaccettature che possiede, perché allora qualsiasi forma di comunicazione sarebbe arte. Ovviamente l’arte comprende sia quella figurativa, che quella letteraria, musicale, ecc. La Divina Commedia non è forse un’opera d’arte, come una sinfonia di Beethoven?  Analizzeremo, però, anche gli animali e le loro abilità, distinguendo per quanto possibile l’istinto dalla decisione e riflessione.

Tutto ciò che ci circonda è, in fondo, arte: dal grattacielo ad un fiore , siamo letteralmente circondati da un mondo fatto di arte. La spiegazione è semplice: l’Universo  stesso è un’opera d’arte  Così per tutte le forme di comunicazione che  prenderò in esame.

Mi terrò al significato in quanto tale e alla loro  funzione.   Tutti conoscono il significato del detto   “impara l’arte e mettila da parte" (Imparare una tecnica e conservarla perché un giorno ti verrà utile).

Immaginiamo di aver fatto un disegno che, di certo, non si può definire bello. Se perseveriamo un giorno potremo anche migliorarlo e, in ogni caso, continuare ad amare la pittura e a coltivarla.

Il giorno che ci recheremo in un museo e osserveremo per esempio il dipinto della Gioconda  saremo in grado di dare un giudizio fondato su delle conoscenze acquisite precedentemente. Le  nostre conoscenze potrebbero  essere utili anche alla persona vicino a noi che  sta osservando la Monna Lisa.

L ‘arte è sicuramente una delle forme di comunicazione che meglio mette a nudo la nostra vera personalità, l’unica traccia  della nostra esistenza  che potremo lasciare alle generazioni future, uno fra gli strumenti  più formidabili per suscitare,risvegliare e comprendere le nostre emozioni .

Non è forse arte anche una fotografia? Non solo perché è ben scattata ma anche per i ricordi che risveglia. Per una mamma il disegno  del suo bambino è sicuramente un’opera d’arte… quanti ricordi e quante emozioni prova ogni volta che lo osserva.

Anche gli animali sono artisti

Un nido, così come la tela di un ragno possono benissimo definirsi opere architettoniche

 

Proprio gli uccelli sono fra i migliori architetti e sanno perfettamente come utilizzare la loro abilità, e sfruttarle al meglio. Sebbene sia una componente innata, il fatto che sappiano costruire il loro nido senza averne fatto mai uno precedentemente lascia sempre esterrefatti. Anch’essi, inoltre, hanno l’abilità di migliorare le loro tecniche facendo sempre meno errori e renderli più confortevoli e soprattutto meno visibili ai predatori.

Si sono visti molti uccelli giocare fra un nido e l’altro non solo per rubacchiare il materiale, ma, secondo alcune ricerche, anche per imparare a non commettere gli stessi errori. Sembrerebbe inoltre che gli uccelli si sforzino di fare la propria casa sempre più  bella per attirare le femmine. Insomma … dei veri furbacchioni!

Veramente incredibile. Ci fa capire come l’arte non sia sempre necessario impararla a scuola, ma spesso basti un po’ di astuzia e sfruttare al meglio le nostre abilità.

Entriamo più nei particolari. Come mai i nidi sono quasi  sempre circolari e non quadrati? Perché la sfera è la forma geometrica più stabile che esista, quindi ha la capacità di sostenere i pulcini e i genitori, ma soprattutto resistere alla pioggia, al vento, alla neve e al continuo cambiamento del clima (?!). L’abilità e, di conseguenza, anche l’arte della costruzione dei nidi cambia a seconda dall’habitat in cui vivono

Proviamo a parlare di un altro animaletto: il ragno, considerato da molti insetto ripugnante, dimenticando che la sua tela  è una vera opera architettonica,  come sapeva bene  Primo Levi ( scrittore e chimico, ha  dedicato molti dei suoi capolavori  ai ragni  ). Egli,  attraverso i suoi studi, è giunto a poter affermare  che le tele del ragno sono  un vero capolavoro fisico-chimico: migliaia di fili intrecciati danno luogo ad  un unico filo di resistenza  incredibile, ben 5 volte superiore a quella dell’acciaio, ma nettamente più leggera ed elastica.

Molto ancora si ha da scoprire sul regno animale e sulle loro abilità che si possono  definire benissimo arte anche se innate.

Ma voglio ancora ribadire che l’interesse non può e non deve mai mancare anche se si parla di un semplice ragno.

Se manca la voglia di sapere e di conoscere, nemmeno la Gioconda o la Cappella Sistina sarebbero opere d’arte. Dobbiamo sempre avere voglia di aprire gli occhi per GUARDARE  CON LO SCOPO D’IMPARARE,  altrimenti non saremo mai in grado  di provare forti e nuove emozioni.

La più bella esperienza che possiamo avere è il mistero – l’emozione fondamentale che sta alla base della vera arte e della vera scienza.
(Albert Einstein)

Ma, la faccenda è forse ancora più profonda...

Benché possa sembrare  impossibile  non solo gli animali possiedono un linguaggio gestuale ma hanno  anche la capacita di comunicare.   Ad esempio, gli uccelli comunicano cinguettando, emettendo  suoni  diversi e ben modulati Le api comunicano attraverso una speciale "danza"  Le scimmie usano gesti e suoni. I cani e alcuni felini comunicano anche attraverso l'emissione di specifici odori. Alcuni pesci e le formiche comunicano attraverso l' l'emissione di specifiche sostanze chimiche.

Vi sono alcune prove che dimostrerebbero come gli uomini e gli uccelli abbiano in comune sia alcuni geni sia, anche, strutture celebrali associabili con l’uso della parola. Per questo motivo, alcuni scienziati si sentono di poter affermare che con lo studio dei volatili si può arrivare  a capire come si sia evoluto il linguaggio umano

“Ammettilo grande uomo stai perdendo colpi “

Il naturalista Charles Darwin scrive: “I suoni emessi dagli uccelli offrono, per parecchi aspetti, l'analogia più vicina al linguaggio”.  Tutti gli individui della stessa specie emettono grida istintive che esprimono le loro emozioni.

Il cinguettio di un usignolo e il linguaggio dell'uomo hanno diversi punti in comune.  Sono tra i suoni più complessi del regno animale.

In piena estate, soprattutto, è più facile  sentire  e trovare piacere ascoltando il canto di diversi uccelli;   il merlo, che diventa elegante quando canta; il fringuello che sembra un vero pettegolo con il suo continuo cinguettare; e il meraviglioso usignolo che ti dà il buon giorno e la buona notte.

Il cinguettio è sempre stato paragonato a  un pentagramma e gli  uccelli a veri e propri angeli.

Gli uccelli  sono  presenti nelle opere letterarie  sin dagli autori più antichi: già Virgilio, nel sesto libro dell’“Eneide”, facendo scendere Enea nell’Ade, paragona le ombre  sul fiume Acheronte ad uccelli che “si rifugiano sulla terra venendo dall’alto mare quando la fredda stagione li mette in fuga dai luoghi posti oltre il mare e li sospinge verso terre assolate”.  Ancora Virgilio, insieme a Dante Alighieri nel quinto canto dell’Inferno, (quello di Paolo e Francesca), vedendo i due amanti avvicinarsi   al “luogo perduto”, li paragona a colombe che volano verso il loro nido.

Pensiamo anche ad alcune fiabe in cui gli uccelli fanno da protagonisti. Una per tutte vorrei citare l’L’USIGNOLO E L’IMPERATORE

L’imperatore teneva rinchiuso in gabbia  un usignolo.  Un giorno lo sostituì con  uno meccanico,  tutto d’oro, che cantava a suo comando. L’imperatore, poco dopo, si ammalò e l’usignolo si ruppe. Fu colto da disperazione, pensando di dover  affrontare la malattia senza la compagnia di quel dolce cinguettare. L’usignolo scacciato, preso da compassione, ritornò a cantare per l’imperatore

La metafora è molto semplice ma importante: .

  • Anche gli animali hanno un cuore e una dignità: amano, soffrono e restano amareggiati dall’indifferenza degli uomini nei loro confronti
  • Gli animali devono vivere liberi nel loro ambiente. Chiuderli in gabbia e utilizzarli unicamente per il proprio diletto è un’azione crudele senza che ci sia spesso la coscienza della crudeltà perpetrata.
  • La tecnologia è capace di cose meravigliose, ma non può sostituirsi alla capacità di esprimere emozioni che è propria degli esseri viventi.
  • Gli animali sono degni di attenzione e di rispetto.

Sembra  voglia parlare solo di uccelli , anche se -vivendo fra i boschi- devo ammettere che ne sono molto affezionata ... ormai stanno diventando la mia musica preferita.

Mi diverto anche ad osservare le tele dei ragni splendide, soprattutto di mattina illuminate dalla rugiada. Mai riuscirei a romperne una, adesso che ho imparato qualcosa in più sull’abilità necessaria per costruirla.

Non posso non citare il mio Ciccio riccio , (penso che tutti sappiate chi è ), ma per i nuovi arrivati è il mio -no, dire “mio” già non mi piace,  nessun animale appartiene a qualcuno- fantastico RICCIO.

Sono ormai sei anni che tutte le sere d’estate si presenta (riconoscibile da una striscia bianca sul dorso ), si fa accarezzare , mi porta i suoi cuccioli. Non è amore o affetto? Sono certa  che mi riconosce e solo a parlarne una lacrimuccia sta scendendo.

Tra noi si e creato un linguaggio fatto di segni, ma anche di “parole”:  ci capiamo benissimo anche se non parliamo la stessa lingua. Non esistono frontiere …la comunicazione è perfetta perché è carica di EMOZIONI

Tranquilli non dimentico certo i miei grandi amici , compagni da anni di avventure e disavventure, non me lo perdonerebbero mai!!!!

Ecco  già uno sta arrivando, comincia ad essere geloso del tempo che sto passando seduta su questa sedia? … no mi sa che ha solo fame.  guardo l’ora: “oddio, le cinque , si mangia!”.

Sono sicura che tutti avete capito di chi parlo, dei micetti  o, per meglio dire, micioni. Hanno la capacità di consolarti quando sei triste , di ridere e giocare con te quando sei felice; si è creata fra noi  un’ intesa perfetta . Non c’è bisogno di utilizzare parole forbite o fare lunghi discorsi, basta uno sguardo  e tutto è perfettamente chiaro.

Sanno farsi capire benissimo quando hanno fame o quando desiderano coccole. Attenzione! Elemento fondamentale: non sei mai tu a decidere il momento delle coccole ma loro e non si capisce ancora se sei tu a fare le coccole a loro o loro a farle a te

Grande dignità che li caratterizza, legata ad un affetto e amore unico (non tutti sono obbligati a crederlo, naturalmente). Non è forse un vero linguaggio? Non si può –forse-  parlare di comunicazione gestuale e verbale? Io dico di sì … voi come la chiamereste? Io mi sento di affermarlo con certezza  visto la convivenza con 11 gatti (se ho contato bene )

Un rapporto meraviglioso e quante EMOZIONI!!!!! L’amore per gli animali non ha limiti.

I libri parlano

Per non continuare ad annoiarvi parlando solo di animali,  vi è un altro grande amore che mi ha posseduta fin da quando ero ancora bimba. Una frenesia sovrumana mi attanaglia non appena tengo in mano un libro cartaceo ( sia ben chiaro intendo un libro degno di questo nome ). I libri  sono sicuramente  una perfetta forma di comunicazione (i libri risvegliano le emozioni, garantito dalla scienza).

Che leggere sia bello su questo non ci piove, Attenzione, però,  non è poi così scontato come può sembrare. Per far si che  ciò avvenga lo scrittore deve avere la grande capacità di attirare la nostra attenzione, impresa non certo facile. I libri devono essere in grado di stimolare emozioni.  Possiamo provare a paragonare gli scrittori a delle macchine che devono saper fornire la giusta quantità di carburante, che permetterà di continuare il  viaggio del libro, fino al raggiungimento dell’obbiettivo desiderato.

Possiamo fare un paragone per cercare di capire meglio.

Se, dopo aver letto un libro, non ti viene più la voglia di  rileggerlo e lo metti via è esattamente come quando conosci una persona  e non desideri più rivederla: l’obbiettivo dello scrittore così come l’incontro è fallito

"Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso e mi ricordano che i giorni corrono veloci e che la vita fugge via.” (Francesco Petrarca)

Il libro ha la capacità di trasmettere dei piaceri unici. Il solo toccarlo o sfogliare le sue pagine dona felicità. Quando regali a qualcuno una copia del tuo libro preferito è come se regalassi una parte di quelle emozioni che ti ha suscitato. Non c’è regalo più prezioso

Sicuramente non può essere come regalare una copia elettronica, magari semplicemente inviandogliela , con un freddo "auguri".

La bellezza che provi nel ritrovare un vecchio libro appartenuto ai tuoi genitori o magari ai tuoi nonni … che emozione e come se condividessi una parte del loro passato. Per non parlare dell’odore dei vecchi libri (altra forma di linguaggio...). Non servono altre parole per descrivere le sensazioni che si possono provare. Un vero e proprio tuffo nel passato.

Che bello poter sottolineare, evidenziare e scrivere le note a margine. Mi è capitato di ritrovare le mie annotazioni di parecchi anni prima: che divertente confrontare le emozioni che mi avevano trasmesso allora con quelle di adesso.  Pensiamo anche che le librerie che abbiamo in casa trasmettono molto della nostra personalità. Chiunque entri  e le osservi può capire benissimo non solo i miei interessi ma anche il mio carattere.

Libri virtuali ?

La domanda che può nascere spontanea: l’ebook può sostituire il libro cartaceo? Non esiste né un sì né un no… il libro rimarrà sempre eterno con la sua bellezza che ho elencato precedentemente; l’ebook  è, sicuramente, più pratico, dato che portarsi in viaggio una libreria non è affatto comodo e i libri sono sicuramente più costosi.

Io ritengo che uno non sostituisce l’altro e possono convivere perfettamente con entrambi, così come non si può affermare che internet possa far sparire una biblioteca (anche se purtroppo stanno diventando sempre più rare). Internet è sicuramente un grande aiuto . Il problema è sempre lo stesso: saperlo usare bene. Non deve essere lui che usa e comanda te , ma sei tu che lo utilizzi per i tuoi fini

La conclusione che ritengo più appropriata è che niente può sostituire  niente, la cosa fondamentale e usare bene il povero cervello. Creiamoci in un angolo  della casa una piccola palestra ricordandoci che anche il cervello è un muscolo  da allenare quotidianamente se si vuole vivere in salute !!, .

Prima di parlare metti in funzione il cervello

E la musica?

Come  avevo affermato precedentemente anche la musica non è da meno …  era considerata arte sublime sin dall’antichità, quando veniva definita come un vero e proprio codice, un linguaggio universale, presente in tutte le culture della storia dell’umanità.

Curiosamente i segni geroglifici che rappresentavano la parola musica erano identici a quelli che rappresentavano la parola allegria e benessere. In Cina, i due ideogrammi che la rappresentavano, significavano “divertirsi con il suono” La musica indica soprattutto sensazioni piacevoli, ma, nell’antichità, veniva anche utilizzata per incitare i guerrieri e cacciatori . O, come diceva Oscar Wilde: “la musica è sicuramente l’arte più vicina alle lacrime e ai ricordi

Chi non ha mai vissuto un’esperienza di vera emozione mentre ascoltava della musica ? Chi non ha mai associato una situazione sia bella che brutta  ad una colonna sonora? E qualcuno può pensare di poter vivere senza musica? .

Avevo l’intenzione  di  citare un artista "moderno" che rappresenta  il valore della musica a tutto tondo.  Sicuramente, per me, il primo posto è occupato dal grande  Fabrizio  De Andrè,  poeta  e musicista senza eguali.  Non potevo però non ricordare l’enorme vuoto che il mondo della musica ha subito  quest’anno con la scomparsa del grande maestro Bosso.  La sua bacchetta aveva la capacità non solo di far suonare gli strumenti ma di farli parlare. La musica era la sua forza la sua energia.  La sua malattia genetica  passava inosservata, di fronte alla capacità di provocare in tutti noi,  esperti e non  di musica classica, emozioni  indescrivibili.

Non perdetevi il piacere di ascoltare non solo la sua musica ma anche le sue parole grande lezione di vita per tutti noi:

 

Vi chiedo ancora una piccola riflessione: visto il periodo che stiamo vivendo, ricordiamoci che non esisterà mai un vaccino contro la conoscenza!

Quale verbo scegliereste per affrontare al meglio le vostre giornate? Tenendo ben presente come obbiettivo quello di imparare e di conoscere  sempre  un qualcosa in più, provando così emozioni fino ad ora sconosciute?

Vedere -guardare - osservare

Sentire - ascoltare

Sono stata lunga e -forse- a volte prolissa. Sicuramente sono passata "di palo in frasca", ben lontana dalla logica matematica che caratterizza questo blog. Ma, spero, di avervi trasmesso qualcosa...

Alla prossima!

 

5 commenti

  1. N.B.: volevo far presente che il nome BUCCI (che appare come nome dell'autore) è relativo a mia figlia BARBARA. Devo aver fatto qualche pasticcio nella parte "profili", ma spero che Scherzy riesca a metterlo a posto... sono proprio una frana...

  2. Mario Fiori

    Carissima Barbara ci hai regalato una carrellata meravigliosa sul linguaggio, un racconto molto tenero che ci fà capire che l'essere umano ha semplicemente uno dei tanti ruoli nell'Universo e non è un ruolo particolarmente speciale ma sono tutti importanti e speciali; l'essere umano ha però sicuramente un ruolo importante: quello di capire proprio che il suo ruolo è solamente un angolino nel tutto.

    Enzo però come sei pasticcione e proprio con tua figlia , dai :mrgreen: :mrgreen: :lol:

  3. Barbara

    Caro Mario , come sempre le tue parole mi lusingano , ma sono contenta di essere riuscita a trasmettere il messaggio , So di essere stata prolissa ,e anche un pò psticciona ma è un difetto di famiglia :lol:

  4. Andrea I.

    Grazie per averci regalato questo interessante scritto, barbara.

    Ci sono paio di considerazioni che mi sento di voler condividere dopo la lettura.

    La prima é sul ruolo dei diversi tipi di comunicazione: Non vi pare che i limiti della comunicazione legata all'interpretazione dei suoni (che moduliamo e rappresentiamo come parole) possano essere legate al fatto che, almeno cosi mi pare di osservare in natura, rappresenta  un modo per suscitare una reazione e non una interazione?

    La seconda é relativa all'amore che condividiamo per i "non umani" (dire animali comprenderebbe anche noi no? :mrgreen: ).

    Trovo che rapportandoci con loro ogni giorno impareremmo parecchio anche su noi stessi.

    Rimango sempre meravigliato dall'ingegno che manifestano quando vogliono comunicare con noi, il piu delle volte nel meraviglioso ed edificante silenzio che l'osservarsi e il rispettarsi a vicenda richiede.

  5. Barbara

    Hai colto nel segno Andrea, il problema di fondo è che i non umani come giustamente li definisci tu , sono sempre pronti ad interagire con noi e soprattutto a cercare di capirci ma siamo spesso noi che rifiutiamo questa meravigliosa comunicazione che si potrebbe creare  , ritenendoci superiori . I non umani non hanno bisogno di dimostrare niente a nessuno e non hanno timore di sentirsi inferiori , tutte strane elaborazioni celebrali che solo noi ci creiamo.

    Io credo che il silenzio sia il momento più ricco di parole dove si creano comunicazioni perfette .

    LINGUAGGIO = SILENZIO / SILENZIO = LINGUAGGIO :idea:

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