25/04/21

La storia dell'Unità Astronomica (1): Al Sole piace il numero 8

Questo articolo è inserito in "Storia dell'Unità Astronomica"

 

Come si è arrivati alla determinazione della distanza Terra-Sole (la cosiddetta Unità Astronomica) è una vera e propria avventura che abbraccia molti secoli, che si è conclusa solo recentemente (con l'adozione del valore di 149.597.870,61 km determinato dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa nel 1991) e che vale la pena ripercorrere.

Un'avventura lunga oltre duemila anni, durante la quale faremo molti incontri: menti geniali che hanno mancato alla grande il risultato solo per l'inadeguatezza dei mezzi tecnologici a disposizione, scienziati dotati di grande pazienza ed enorme coraggio che hanno affrontato inimmaginabili viaggi intorno al mondo per effettuare misure astronomiche impedite da nuvole di passaggio, altri che, con metodo e rigore, hanno ottenuto risultati di tutto rispetto senza allontanarsi di un metro da casa, ma anche astronomi fortunati che ci hanno indovinato partendo da ipotesi a dir poco fantasiose.

Incontreremo, quindi, nomi famosi, ne conosceremo altri ingiustamente poco o per niente noti, e vivremo con loro sorprese, speranze, vittorie e delusioni e, per non farci mancare niente, prenderemo atto che il mondo, in fondo in fondo, è sempre stato lo stesso e anche secoli fa, i grandi investimenti nella ricerca necessitavano di una contropartita di tipo politico ed economico. Ma tant'è...

Ma andiamo con ordine e torniamo al nostro titolo: perché al Sole piace il numero 8?

Innanzitutto, poco più di otto minuti è il tempo che la luce impiega per arrivare fino a noi, il che ci obbliga a vedere sempre il passato prossimo del Sole, quello relativo a poco più di otto minuti prima (magari sta esplodendo in questo istante e ce ne accorgeremo tra otto minuti…).

Vi è, però, un altro otto legato al Sole. In questo caso indica il numero di secondi d’arco dell’angolo sotto cui il Sole vede il raggio della Terra. Questo angolo viene anche chiamato parallasse solare ed è più vicino a nove che a otto, ma la storia della sua determinazione è stata lunga e travagliata, con il solito lungo periodo di indifferenza che va, più o meno, da Tolomeo fino alla rinascita iniziata con Keplero.

Fig.1

Tuttavia, la scoperta delle leggi di Keplero non risolve un granché, dato che permette di ricavare il rapporto tra i semiassi dei pianeti, ma non il loro valore assoluto, in chilometri o in quello che vogliamo. Ne segue che per trovare il valore della Unità Astronomica, ossia della distanza della Terra dal Sole, è necessario agire per via indiretta. Conoscendola, si conoscono i valori delle distanze tra i pianeti e, di conseguenza, tra di essi e il Sole, ma senza di essa non abbiamo una scala di riferimento che ci consenta di passare dalle proporzioni alle distanze in km.

Gli scienziati, da quelli greci fino a quelli dei giorni nostri, le hanno studiate tutte, utilizzando i transiti di Venere (con spedizioni, non sempre a lieto fine, che meriterebbero libri interi), le opposizioni di Marte e di qualche asteroide, l’aberrazione della luce e molte altre tecniche più moderne. Cercheremo di farne la storia senza entrare nei dettagli matematici (o, al limite li metteremo nelle appendici) in modo da dare al nostro “Cesare” (Sole) quello che si merita!

Ci divertiremo, credetemi... intanto gustatevi questo aperitivo, tanto per stuzzicare l’appetito!

Fig.2

 

Gli articoli dedicati alla storia dell'Unità astronomica sono stati pubblicati nel 2017 (li trovate QUI), ma vi consigliamo di seguire la loro riedizione perché, pur riproducendo fedelmente quelli già usciti, potrebbero contenere qualche sorpresa (quale? e chi lo sa... per ora non lo sappiamo neanche noi, ma siamo certi che ci sarà!) :wink: 

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