08/08/14

Il Sole non scalda, parola dell’IPCC *

Sappiamo benissimo che il Sole mostra una grande variabilità nella sua attività magnetica e passa continuamente da “Grandi” massimi a “Grandi” minimi. Tuttavia, il perché lo faccia  non è ancora stato compreso appieno. Ciò è soprattutto dovuto alla scarsa copertura dell’attività solare nei tempi passati e alle incertezze collegate alla ricostruzione di un andamento generale. Oggi, finalmente, un recente lavoro del prof. Usoskin e colleghi è riuscito a stabilire la prima ricostruzione priva di aggiustamenti arbitrari su un periodo di 3000 anni.

Lo studio ha portato alla Figura che segue, dove si nota un perfetto accordo nel periodo in cui si sovrappone l’andamento della ricostruzione (linea nera) a quello delle osservazioni dirette e continuative (linea rossa).

Ricostruzione della media decennale del numero di macchie nel periodo 1150 a.C – 1950 d.C. L’intervallo di confidenza, pari al 95%, è indicato dalla banda grigio chiara. La linea rossa si riferisce all’osservazione diretta. Fonte: Usoskin et al.
Ricostruzione della media decennale del numero di macchie nel periodo 1150 a.C – 1950 d.C. L’intervallo di confidenza, pari al 95%, è indicato dalla banda grigio chiara. La linea rossa si riferisce all’osservazione diretta. Fonte: Usoskin et al.

L’andamento complessivo mostra diverse caratteristiche evidenti, tra cui Grandi minimi di attività solare. Essi si riferiscono al 770 a.C., al 350 a.C., al 680 d.C, al 1050, al 1310, al 1470 e al 1680. Si  nota anche il Grande massimo “moderno”, intorno al 1950-2000. Proprio quest’ultimo si mostra come un evento estremamente raro, sia in grandezza che in durata. Penso che nessuno possa pensare che l’attività solare sia anch’essa influenzata dall’opera dell’uomo, dato che -guarda caso- il Grande massimo coincide con il periodo più rilevante del ben noto global warming.

Ulteriori analisi statistiche della ricostruzione indicano che il Sole agisce in tre modi abbastanza ben distinti.

(1) Un "modo" regolare che corrisponde a un’attività moderata che varia in una banda stretta del numero di macchie, compreso tra 20 e 67.

(2) Un modo di Grande minimo che non può essere spiegato da fluttuazioni del modo regolare. Questo andamento peculiare è convalidato da un’alta significatività statistica.

(3) Un “possibile” modo di Grande massimo che, però, essendo presente in un caso unico anche se ben determinato, non può essere confermato statisticamente in maniera sicura, per adesso almeno.

I risultati sembrano comportare importanti ricadute sia sui modelli “dinamo” delle stelle di tipo solare sia sui modelli climatici del nostro pianeta. Sfortunatamente, le ricadute climatiche sono al di fuori dello scopo del lavoro, ma la ricostruzione lancia una “grande” domanda ancora senza risposta: “Che cosa può aver causato il Grande massimo sul clima terrestre durante la sua manifestazione?”

L’importanza di un evento così raro e unico avrebbe dovuto avere un’attenzione speciale da parte di coloro che hanno studiato il clima di quel periodo e mi riferisco, soprattutto, all’IPCC. Invece, con grande sorpresa degli studiosi della nostra stella e di molti climatologi “informati”, gli studi a riguardo sono stati trascurati quasi del tutto dall’istituzione internazionale che dice di aver tenuto in conto TUTTE le possibili cause plausibili per una fase di riscaldamento globale. Tutte, tranne che il Sole, la fonte energetica più importante per il nostro pianeta. Anzi, l’IPCC ha assunto che l’influenza sulla temperatura di questo periodo, così raro e peculiare dell’attività solare, era decisamente e sicuramente inferiore al potere radiativo dovuto alla crescente concentrazione della CO2 nella nostra atmosfera.

Come già detto, se confrontiamo il periodo di riscaldamento globale con il Grande massimo non è molto difficile vedere una concomitanza quantomeno “sospetta”. Sapendo con buona certezza che i Grandi minimi hanno sempre portato a drastiche diminuzioni della temperatura, non potrebbe essere vero anche il contrario? Insomma, si è guardata la pagliuzza nell’occhio, ma non la trave. Ignoranza o qualcos’altro?

Eppure vedrete che anche questo luglio sarà etichettato come il più caldo degli ultimi quattro milioni di anni! Lasciate che, finite le ferie, torni a pontificare il nostro piccolo climatologo ufficiale della TV, che non conosce il Sole e che non è nemmeno climatologo di professione. Ma è un personaggio televisivo e… , quindi, non può che dire la verità assoluta!

Non vi sembra una situazione più adatta alla MQ che non alla logica umana. No, è proprio vero: o Dio gioca veramente a dadi con il nostro cervello o si è girato dall’altra parte da un bel po’.

L’articolo di Usoskin e colleghi si può trovare QUI. Esso spiega con grande dovizia di particolari i metodi usati per la ricostruzione.

4 commenti

  1. gioyhofer

    E' tipico dell'uomo non vedere quello che ha sotto il naso, credo bisognerebbe tenere sempre in considerazione la teoria del rasoio di Occam.... Gli scienziati a volte sono così presi dal dover trovare una teoria originale a tutti i costi che finiscono per essere ridicoli...

  2. SuperMagoAlex

    Non penso sia un problema di teorie ridicole, più che altro ci sono tanti $$$ dietro al global warming e gli scienziati si piegano ai loro governi.
    Se qualcuno non ci sta verrà sicuramente emarginato nel suo lavoro, nel migliore dei casi...

  3. gioyhofer

    Hai ragione Alex, alle volte sono un po' ingenua e credo che a qualcuno importi ancora della scienza... :(

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