01/11/14

Oltre l’arcobaleno *

Quest’articolo non ha niente a che vedere, direttamente, con l’astrofisica, ma riguarda antichi abitanti della Terra che hanno provato in prima persona gli effetti di una catastrofe planetaria e che conoscevano meglio di noi la luce del Sole e non solo. Visto che ci stiamo occupando di spettroscopia, di ottica e di meccanica celeste mi sembrava doveroso informarvi su questa nuova, probabile, scoperta.

Chi non ha visto Jurassic Park o -ancora meglio- chi non ha letto il libro di Chricton? Penso ben pochi. Il fascino dei giganteschi dinosauri e dei predatori spietati come il Tirannosaurus Rex e il Velociraptor  rimane invariato. Tuttavia, anche in quel film e romanzo, i terribili carnivori erano pensati come enormi lucertoloni con la pelle a squame, con un aspetto tutt’altro che gentile. D’altra parte ci si rifà velocemente ad alcuni loro progenitori come i coccodrilli che tutto sono meno che attraenti. A volte ci si dimentica, però, che il filo più diretto dell’evoluzione dei dinosauri a due zampe (quelli più temibili e terrificanti di cui si diceva prima) porta agli uccelli tra cui splendono per  grazia e colore gli uccelli del paradiso e i colibrì.

Dopo i ritrovamenti della Cina degli ultimi decenni si è avuta la certezza che i bipedi carnivori, i cosiddetti teropodi, erano sicuramente piumati e i loro colori erano probabilmente meravigliosi e ricchissimi. Un risultato ormai confermato che tarda ancora a diventare di dominio pubblico. Chi riesce a immaginarsi un tirannosauro con sgarcianti piume verdi, rosse, blu e -magari- addirittura iridescenti?

feathered

Oltretutto, quale sarebbe stata mai la ragione per  essere così colorati? La presenza di piume poteva, invece, avere un’ovvia motivazione: il volo. Tuttavia, dal periodo dei pesanti teropodi piumati fino  i primi dinosauri volanti il tempo è stato molto lungo. E forse non ve ne era nemmeno un bisogno così impellente per la maggior parte dei quasi perfetti velociraptor & Co.

Per parecchio tempo si è mantenuta questa visione molto aleatoria e parziale. Ulteriori ricerche hanno però cominciato a fare nuova luce sui terribili predatori di Jurassic Park. Essi, come i loro discendenti uccelli e coccodrilli hanno una capacità visiva nettamente superiore alla nostra. Posseggono e possedevano quattro tipi di ricettori e il loro arcobaleno si spinge fino all’ultravioletto. In altre parole, per loro il colore era un mezzo importantissimo per la comunicazione e per la scelta del compagno.

Solo casi particolari hanno in seguito utilizzato le piume per il volo verso gli uccelli. A differenza dei primi mammiferi, i teropodi vivevano di giorno e i colori erano nel loro pieno fulgore. I mammiferi, invece avevano abitudini notturne. La notte non aveva bisogno di colori sgargianti e bastava essere adattati al bianco e al nero senza bisogno di spingersi molto oltre al blu. D’altra parte con gli abitanti diurni che giravano attorno era meglio starsene rintanati. Per ciò che necessitavano era inutile avere occhi troppo specializzati e nemmeno avere piume che comportano una maggiore capacità di rifrazione luminosa e riflessione. La presenza di piume offre, poi, un ottimo isolamento termico tale da implicare animali a sangue caldo. Ai mammiferi bastava e avanzava la pelliccia, ossia tanti aghi ravvicinati, che per la loro stessa caratteristica non può portare a colori sfavillanti ma a varie tonalità di bianco e nero e , al più, al marrone e al giallastro.

I dinosauri piumati sarebbero nati per migliorare i rapporti tra loro e aumentare la procreazione, oltre che mantenersi ben caldi. Mi piacerebbe molto vedere un nuovo Jurassic Park dove tirannosauri e velociraptor abbiano l’apparenza di giganteschi pavoni o fagiani multicolori. Probabilmente il finale sarebbe ben diverso… Chi ha paura di un tacchino anche se gigantesco?

Gli esperti mi scusino se sono stato molto impreciso nella mia esposizione (non sono un esperto), ma penso che la notizia valesse la pena di essere divulgata. In ogni modo, l’articolo originale si trova QUI (purtroppo a pagamento).

 

6 commenti

  1. Mario Fiori

    Beh, caro Enzo, questa è las conferma che l'Uomo non è il Top della Natura, non lo è o è mai stato certamente per la vista, la velocità,la resistenza... per l'intelligenza poi mi sembra che i dubbi siano già fugati da un bel po'.

  2. beppe

    Ah! Enzo adesso nei miei incubi peggiori sarò inseguito da tacchini con i "DENTI"!!! 8-O :mrgreen:

  3. peppe

    caro enzo,
    le piume, per quanto ho studiato io, sarebbero una conseguenza della modifica delle squame del rettile.
    per quale scopo?
    mantenersi al caldo? beh la terra all'epoca era un mondo non dico tropicale ma quasi....ma mai scartare ipotesi.
    per garantirsi un successo dal punto di vista della procreazione? probabile. in natura esempi di questo tipo ne esistono tanti.
    ricordiamoci che gli scienziati si affidano molto allo studio della natura attuale per poi immaginare questi adattamenti ai tempi passati.

    uno svantaggio ad avere piume vistose? essere troppo visibili attirava i predatori.

  4. caro Peppe,
    da quanto dicono nell'articolo le piume erano un modo perfetto per le comunicazioni "colorate". E non credo che i predatori avessero paura dei predatori... Comunque, non sono un esperto e mi sembrava un'interessante ricerca...

    Bellissima la meteora frontale!

  5. Fiorentino Bevilacqua

    Se il piumaggio molto colorato, variopinto e appariscente è apparso e si è diffuso nella popolazione, vuol dire che non aveva, sulla sopravvivenza e sulla capacità riproduttiva differenziali,  un effetto negativo tale da recare svantaggio agli individui che lo esibivano.

    Perciò ha potuto affermarsi, perciò una percentuale sempre crescente di individui di quella specie lo ha esibito: dava vantaggi significativi e, per come si è manifestato, non dava  svantaggi altrettanto significativi.

    Negli esemplari in cui si fosse manifestato in maniera ... abnorme, gli svantaggi avrebbero potuto superare i vantaggi: la selezione avrebbe eliminato questi esemplari, facendo sì che, così, la popolazione avesse, per quel carattere, un valore, una manifestazione ... permessa ottimale che magari sarebbe diventata ... la "moda" della specie per quel carattere.

     

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