11/11/14

L’Italia mantiene un primato mondiale: quello dell’ignoranza!

Mi riallaccio a un utilissimo commento di Foscoul riguardo alla necessità di portare la Scienza a tutti i livelli. Sì, uno può fare tutti gli sforzi possibili, ma poi basta una notizia mediatica per rovinare tutto e ridurre l’Italia a una specie di circo equestre popolato di pagliacci. Che nervi ragazzi!

Siamo in un momento in cui gli errori della giustizia sono davanti a tutti. Non sono in grado di andare a fondo delle singole questioni, ma sembra veramente il momento di rivedere un po’ tutto e far tornare la legge a quella cosa che dovrebbe essere uguale per tutti. Tuttavia, quando escono servizi come quello di stamattina, mi verrebbe voglia di gridare e di fare una strage di giornalisti.

Mi riferisco al processo relativo al terremoto della città di L’Aquila. Se il grido rabbioso della massa si riferisse all’ignobile corruzione e allo sfruttamento da parte di ogni genere di istituzioni, mi accoderei sicuramente. Tuttavia, stamattina si parlava dell’assoluzione del gruppo di scienziati che aveva la sola colpa di non essere riuscito a prevedere un terremoto! Si sono fatti vedere parenti piangere e inveire contro la mala giustizia e contro personaggi che hanno voluto tacere per chissà quali sotterranei interessi. Piano, piano, non possiamo mischiare malaffare, mancato rispetto delle regole di costruzione, con la mancata previsione di un fenomeno che NESSUNO è ancora in grado di fare.

Far passare gli scienziati per criminali posso anche capirlo nelle urla dei familiari (anche se questo è un  segno di profonda ignoranza di un Paese), ma il silenzio triste dei giornalisti è veramente un qualcosa che grida vendetta. Nessuno che spieghi la differenza che esiste tra uno scienziato che non ha fatto un miracolo e un imprenditore che si è messo a ridere sperando in  lauti appalti di ricostruzione. Siamo proprio un paese ignorante che vuole continuare a essere ignorante!

Agli scienziati in questione era stato detto di dire se vi erano rischi di un prossimo terremoto. In quasi tutta l’Italia la risposta avrebbe dovuto essere: “SI”. In molte regioni un terremoto catastrofico potrebbe avvenire oggi o domani, sia che vi siano piccole scosse preventive (che sono quasi continue) sia che non vi siano. Se i terremoti catastrofici avvisassero prima di esplodere avremmo risolto un problema geologico fantastico: altro che Nobel! Purtroppo, gli scienziati dovrebbero dire che una moltitudine di città italiane andrebbero svuotate ogni giorno e non più abitate, se non si cambiano le costruzioni. Ma vi sembra una risposta sensata? Lo sarebbe se si passasse subito all’azione, ma questo non lo si fa mai, come le alluvioni (perfettamente prevedibili), che si ripetono come litanie ormai monotone, ci insegnano.

Non è che vi è più pioggia di una volta (come vogliono farci credere con le loro “bombe”), ma è che i torrenti e i fiumi vengono ristretti sempre di più. Il paragone con i terremoti non esiste assolutamente e -ripeto- nessuno scienziato potrebbe prevedere qualcosa di catastrofico sulla base di piccole scosse  più che normali, che si susseguono costantemente. O si svuotano le città ogni giorno o si deve convivere con un problema ancora irrisolto.

Gli scienziati in questione NON hanno mai detto che non vi sarebbe stato un terremoto, ma solo che non vi erano assolutamente segnali che lo facessero prevedere. Non per niente l’intera comunità internazionale si è messa a ridere (per modo di dire) di fronte a  un processo fatto a scienziati che avevano detto solo e soltanto la verità. Mischiare il dolore e la rabbia dei familiari per le incurie dei governanti e per le loro criminali speculazioni, con gli insulti alle risposte scientifiche è un segno di ignoranza terribile e tragicamente distruttivo per un paese che vorrebbe riprendersi.

Una stampa e una TV che niente fanno per mostrare la netta differenza sono ancora più colpevoli dei politici corrotti. In questo modo si distrugge la ricerca e il suo mantenimento, l’unica soluzione per il futuro di un Paese che ha fatto dell’ignoranza il suo simbolo.

E tutto ciò da cosa è nato? Dal solito tuttologo speculatore, come quelli che curano le malattie a suon di migliaia di euro senza essere medici, che aveva gridato: “Io l’avevo previsto, ma gli scienziati erano stati zitti”.

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

Io aggiungerei anche … “e di terrificante ignoranza!!!!

Picchiatemi pure, ma l’assoluzione degli scienziati che non hanno previsto il terremoto mi può fare  solo piacere. Ben altri sono i colpevoli da insultare…

NEW: Verbale della seduta . La commissione non era una struttura costantemente attivata, ma è solo stato richiesto un suo parere a seguito dello sciame sismico rilevato qualche giorno prima... La risposta mi sembra scientificamente corretta e in linea con quanto riportato nel mio sfogo...

RIUNIONE COMMISSIONE GRANDI RISCHI

L’Aquila, 31 marzo 2009

Verbale

Sono presenti, per la commissione grandi rischi,
Prof. Barberi (vicepresidente),
Prof. Boschi (INGV), accompagnato dal Dott. Selvaggi (Responsabile CNT),
Prof. Calvi (EUCENTRE),
Prof. Eva (Università di Genova),
per il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile,
il Prof. De Bernardinis (vicecapo settore tecnicooperativo),
Prof. Dolce (Direttore Ufficio Rischio Sismico),
l’Assessore della Protezione Civile della Regione Abruzzo,
il Sindaco del Comune di L’Aquila,
il Dott. Altero Leone (Responsabile della PC regionale),
altri rappresentanti del DPC e della Regione.

La riunione ha inizio alle ore 18.30.

Apre i lavori il Prof. De Bernardinis che porta i saluti del Capo del Dipartimento della Protezione Civile. La riunione odierna si è resa necessaria per esaminare la fenomenologia sismica in atto da alcuni mesi nel territorio della Provincia Aquilana, che è culminata con la scossa di magnitudo 4.0 del 30.03.09. Alla riunione partecipano le massime autorità scientifiche del settore sismico, in grado di fornire il quadro più aggiornato e affidabile di quanto sta accadendo.

Il Prof. Dolce fornisce un primo inquadramento delle problematiche da affrontare, con riferimento al quadro che emerge dalle registrazioni e valutazioni dell’INGV e della rete RAN del DPC, e dalle notizie fornite dalle Protezione civile regionale sui danneggiamenti subiti dalle costruzioni. Distribuisce un documento preparato dal DPC, nel quale sono riportate, tra l’altro, le registrazioni accelerometriche della RAN ed alcune elaborazioni. Evidenzia come la scossa di ieri sia stata preceduta da una sequenza sismica che dura oramai da quasi sei mesi, con scosse di magnitudo mai superiore al 2.7, e seguita da una serie di scosse, la prima delle quali di magnitudo 3.5 seguita da altre di magnitudo inferiore. Evidenzia inoltre come si siano registrati picchi di accelerazioni piuttosto alti, rispetto alla magnitudo, fino a 0.14g. A queste registrazioni corrispondono però spettri di risposta di forma stretta, con picco per periodi molto bassi, ed una durata di pochi secondi.

Prende poi la parola il Prof. Boschi, per completare il quadro conoscitivo del fenomeno. L’attività sismica a L’Aquila si manifesta in un’area di confine tra due grosse strutture sismogenetiche. I forti terremoti in Abruzzo hanno periodi di ritorno molto lunghi. Improbabile che ci sia a breve una scossa come quella del 1703, pur se non si può escludere in maniera assoluta.

Il dott. Selvaggi riporta come la sequenza in corso sia molto seguita dal Centro Terremoti, che localizza e segnala tutte le scosse di magnitudo almeno 1.4. Procede quindi ad un commento del documento dell’INGV distribuito all’inizio della riunione. L’area appare caratterizzata da un’attività pressochè costante, con terremoti distribuiti su tutte le ore del giorno e della notte, e non prevalentemente in alcune ore.

Al termine dell’esposizione del quadro conoscitivo, prende la parola il Prof. Barberi, per indirizzare e condurre la discussione, specificando, innanzitutto, gli scopi della riunione:

1) fare una valutazione oggettiva degli eventi sismici in atto in relazione a quanto si possa prevedere;

2) discutere e fornire indicazioni sugli allarmi diffusi nella popolazione.

A proposito del primo punto, il Prof. Barberi evidenzia come sia estremamente difficile fare previsione temporali sull’evoluzione dei fenomeni sismici. Si può fare riferimento alla conoscenza storica, da cui emerge l’elevata sismicità del territorio abruzzese. La domanda da porre agli specialisti è se nei terremoti del passato c’è testimonianza di sequenze sismiche che precedono forti terremoti.

Il Prof. Eva spiega cha la casistica è molto limitata, anche perchè terremoti così piccoli non venivano registrati nel passato. In tempi recenti non ci sono stati forti eventi, ma numerosi sciami che, però, non hanno preceduto grossi eventi (esempio in Garfagnana). Ovviamente essendo la zona di L’Aquila sismica, non è possibile affermare che non ci saranno terremoti.

Il Prof. Boschi spiega che, se si guarda una faglia attiva, la sismicità è in un certo modo sempre attiva, manifestandosi attraverso scorrimenti lenti, piccoli terremoti e, talvolta, terremoti forti. Quindi la semplice osservazione di molti piccoli terremoti non costituisce fenomeno precursore. Guardando l’Italia nel suo complesso probabilmente c’è una logica che governa lo sviluppo dei terremoti. E ancor più questa logica può riguardare l’intero pianeta Terra. Ma questa logica non è ancora nota e non è perciò possibile fare previsioni. E’ invece molto noto che il Comune di L’Aquila è classificato in zona 2, e dunque è caratterizzato da una sismicità che richiede una particolare attenzione verso le costruzioni, che vanno rafforzate e rese capaci di resistere ai terremoti.

Il Prof. Calvi fa notare, sulla base del documento distribuito dal DPC, che le registrazioni delle scosse sono caratterizzate da forti picchi di accelerazione, ma con spostamenti spettrali molto contenuti, di pochi millimetri, e perciò difficilmente in grado di produrre danni alle strutture. C’è quindi da attendersi danni alla strutture più sensibili alle accelerazioni, quali quelle a comportamento fragile.

Il Dott. Selvaggi evidenzia come ci siano stati anche alcuni terremoti recenti preceduti da scosse più piccole alcuni giorni o settimane prima, ma è anche vero che molte sequenze in tempi recenti non si sono poi risolte in forti terremoti.

Il Prof. Barberi conclude che non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento.

Riguardo al secondo punto, l’Assessore alla PC della regione chiede se si possa affermare con sicurezza che non si debba dare credito a chiunque affermi di poter fare previsioni e proponga strumenti allo scopo.

Il Prof. Barberi, riferendosi a quanto sta accadendo a L’Aquila, spiega come le misurazioni del gas Radon ai fini previsionali dei terremoti sia un problema molto vecchio e oramai a lungo studiato, senza arrivare a soluzioni utili. Sicuramente in preparazione o in concomitanza dei fenomeni sismici ci sono fenomeni geochimici, la cui complessità è, però, tale da non poter essere utilizzati come precursori. Dunque, oggi non ci sono strumenti per fare previsioni e qualunque previsione non ha fondamento scientifico. Il problema va, invece, visto nei termini generali, perché l’unica difesa dai terremoti consiste nei rafforzare le costruzioni e migliorare la loro capacità di resistere al terremoto. Un altro importante aspetto da curare ai fini di protezione civile è migliorare il livello di preparazione a gestire un’emergenza sismica. Tutti i componenti della Commissione concordano con questa valutazione.

Il Prof. De Bernardinis, infine, pone la questione sul tipo e entità del danneggiamento che terremoti di questo tipo possono procurare.

In relazione a quanto detto in precedenza dal Prof. Calvi, il Prof. Dolce evidenzia la vulnerabilità di parti fragili non strutturali e evidenzia come sia importante, nei prossimi rilievi agli edifici scolastici, verificare la presenza di tali elementi, quali controsoffittature, camini, cornicioni in condizioni precarie.

La riunione ha termine alle ore 19.30.

27 commenti

  1. Alvermag

    Caro Enzo, è evidente che hai ragioni da vendere.
    Tuttavia, volendo fare la parte dell'avvocato del diavolo, io un dubbio ce l'ho. Mi chiedo perchè quegli scienziati si siano resi disponibili a formare una commissione alti rischi in tema di terremoti. Qualunque decerebrato sa che il terremoto non è, al momento, prevedibile nè in termini di tempo, nè di luogo (epicentro), nè di magnitudine.
    A San Francisco stanno attendendo da sempre il big one. Quando sarà? Boh. Cosa distruggerà? Boh. Quante vittime farà? Boh.

    Allora, quale doveva essere la funzione di questo comitato di esperti? Io non lo capisco. Secondo me c'è stata molta leggerezza (corroborata da interesse?) nell'accettare un incarico privo di significato.

    Io, Enzo, ritengo che sia da salvaguardare in massimo grado la scienza ed il metodo scientifico che ci viene da autentici giganti della logica e dell'indagine, i quali hanno segnato (e continuano a segnare) la cultura della nostra specie.
    Dopodichè esistono le persone che quel metodo dovrebbero applicare. Beh ... si sa, gli uomini ... sono uomini ... e allora .....

    Secondo me questi scienziati avrebbero dovuto essere condannati non perchè incapaci nella loro professione, ma per aver ingenerato, soprattutto nell'ignorantissima opinione pubblica (giornalisti, popolino, ecc...) delle illusioni.
    Bisogna stare molto attenti: essere scienziati significa mettere i puntini sulle i ad ogni piè sospinto. Allora e solo allora si è scienziati con la S maiuscola.
    Temo che la s di quelle persone (scrivo di proposito persone e non scienziati) sia invece così minuscola da essere quasi invisibile.

    Certo che NON condividerai, ti saluto caramente.

  2. caro Alvy,
    condivido ciò che hai detto. Per quanto ne so io, però, il loro compito non era di prevedere, ma di monitorare continuamente la situazione... Io spero vivamente che essi abbiano detto che più di tanto non potevano fare (così almeno avevo letto), ma, in qualche modo ai politici bastava e avanzava, forse per pulirsi la coscienza. Sono però d'accordo con te che qualcuno avrebbe dovuto opporsi platealmente e avvisare che il loro era un lavoro con minime speranze di essere utile nel limitare eventuali danni. Non so... però andrebbe fatta chiarezza in questo senso e non nell'accusarli di avere nascosto prove di imminente terremoto. Mi metterò alla ricerca di qualche documento che serva a chiarire questa situazione.
    Grazie per avere sollevato problemi: era proprio quello che volevo nell'avere postato questa situazione ben poco chiara. I media non ci aiutano di certo, accettando la ragione dell'ignoranza...
    Chi ha notizie si faccia avanti... Cerchiamo di fare luce noi, dato che nessuno cerca di farla...
    In pratica il punto che sollevi e che condivido in pieno è : "Perché hanno creato la commissione? Quali erano i veri scopi ufficiali?"

  3. caro Alvy, trovato ciò che cercavo: il verbale della commissione riunitasi solo per il caso in questione e non mantenuta costantemente. La risposta mi sembra scientificamente valida e la colpa dei media che l'hanno tenuta nascosta, permettendo l'ignoranza della gente, è decisamente molto grave!

    Ho inserito il verbale nell'articolo!!!!

  4. peppe

    caro enzo, gaber diceva:
    "io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono".

    io oramai mi sento di questo stato d'animo.
    ora vogliono gli scienziati che fanno i profeti. Secondo me, bisognerebbe cominciare a investire su edifici più sicuri, modello giappone ad esempio, o non costruire nei luoghi non adatti (vedi genova).

    l'altro giorno in un documentario si spiegava come mai il colosseo era sprovvisto della sua parte sud mentre la parte nord era rimasta pressochè intatta. il motivo è che i romani costruirono la nord su un terreno più solido mentre la sud era su un terreno molle. poi ci fu un terremoto e la parte sud cedette. ora considerando che i popoli antichi erano molto giudiziosi di noi, il loro limite è stato quello di non avere abbastanza conoscenze tecniche. Noi abbiamo queste conoscenze e lasciamo costruire..poi succedono le catastrofi.
    Se ci facciamo poi influenzare dall'apprendimento facile (la tv) e non si approfondisce meglio l'argomento con altre fonti allora si che siamo davvero ignoranti.

    comunque la scienza propone teorie: possono essere smentite o confermate in toto o in parte. non è che se uno scienziato dà una teoria e poi questa si rileva errata, allora è un incompetente.
    giusto per fare un esempio. la relatività di einstein non regge su tutte le situazioni. eppure lui non era un incompetente o considerato tale.
    ci vuole più equilibrio

  5. Michael

    Mi sento abbastanza sicuro di scommettere che il TG in questione sia uno della famiglia B. :roll:

  6. Purtroppo, TUTTI i telegiornali hanno fatto vedere i pianti e le urla e gli insulti senza alcun commento...

  7. Alvermag

    Dal verbale si evince che si è sostanzialmente discusso del nulla co(s)mico.
    E, tutto sommato, gli scienziati sembrerebbero uscirne bene.

    Attenzione però alla conclusione del Prof. Barberi:
    "Il Prof. Barberi conclude che non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento".

    Bene, sembra una sentenza. Che ne è della prudenza e dell'incertezza dei discorsi a monte, che dovrebbero costituire le ipotesi da cui derivare la tesi, cioè la conclusione?
    Certo, la conclusione non è espressa in linguaggio scientifico, ma conviviale.
    E qui sta il punto, già segnalato nel mio precedente messaggio: non aver messo i puntini sulle i e on aver detto, con estrema chiarezza, che le scosse avvertite possono essere i prodromi di QUALUNQUE evento successivo, MINIMALE o MASSIMALE.

    Il linguaggio scientifico ha poco da spartire con quello "di tutti i giorni". Noi spesso utilizziamo termini che riteniamo sinonimici pur non essendolo: verso, direzione, senso nel linguaggio ordinario esprimono lo stesso concetto, nel linguaggio scientifico invece NO!
    Lo scienziato che sa bene quali possibili rischi d'incomprensione si possano facilmente generare, deve avere la capacità di tradurre in termini comprensibili a tutti i concetti scientifici stando attentissimo alla scelta dei termini.
    A mio giudizio nella conclusione, che dovrebbe essere la summa di quanto dibattuto, ciò non è stato fatto.

    Enrico Bellone affronta nella parte iniziale del suo libro (quello segnalato qualche tempo fa) la questione di come lo scienziato passi dal bordo osservativo del linguaggio, all'interno del quale si trovano le espressioni quotidiane scarsamente specifiche, a "terre di nessuno" del linguaggio che esplora anche attraverso astrazioni, in modo da approdare ad un nuovo modo di leggere la natura.
    Il senso comune trae spesso in inganno, figuriamoci il linguaggio comune: l'osservazione ci dice che la Terra è ferma e che il centro del pianeta rappresenta un punto privilegiato del cosmo, con buona pace di Galileo, Newton, Einstein e soci.
    Se una capra come me sa che le cose stanno diversamente è perchè Galileo riuscì a fare astrazione (immaginando uno spazio isotropo ed omogeneo, in aperta contraddizione con l'esperienza osservativa) NON fidandosi quindi della sola esperienza.

    Ribadisco, a scanso di equivoci: non asserisco che il verbale della commissione dovesse contenere conclusioni espresse in un linguaggio tecnico incomprensibile alla pubblica opinione. Dico che si poteva comodamente restare all'interno del "bordo osservativo del linguaggio" essendo meno sciatti nell'argomentazione.

    Scusate se ho allargato la questione, ma mi è sembrato necessario.

  8. foscoul

    Leggo ora con interesse lo sfogo di Enzo le riflessioni di Alvy ed il buon senso di Peppe.
    Che aggiungere forse la comunità scientifica in modo compatto dovrebbe intervenire e tra scienziati far fronte comune contro questo tipo di vessazioni mediatiche verso la categoria mettendo in luce i limiti intrinsechi che la ricerca scientifica ha in se stessa. Nessuno ha la sfera magica per prevedere quando si verifichi l'evento catastrofico e i media hanno ben altri interessi e riscontri economici che quelli di tutelare chi della scienza fa una sua ragion d'essere.
    Riguardo la popolazione colpita la comprensibile rabbia difficilmente si concilia con il buon senso con la voglia di stare ad ascoltare ma davvero, forse mi ripeto, se il popolo avesse una benché minima infarinatura un minimo approccio alla pratica della scienza si renderebbero conto della situazione ed allora davvero "cazzierebbero" i media,architetti, chi per scopo di lucro costruisce senza coscienza e non i poveri ricercatori.

  9. foscoul

    P.S.
    Potrebbe anche darsi che lo scienziato per non perdere i finanziamenti prometta quello che non può ottenere cioè la prevenzione accurata dei fenomeni dal tronde a cosa serve una commissione rischi sisma se poi non possono prevedere granché...... :(

  10. foscoul

    Forse per paura di perdere finanziamenti lo scienziato si rifugia proprio fuori dal
    "bordo osservativo del linguaggio" come inteso da Alvy ,esprimendosi in linguaggio diciamo "scientifico forbito" proprio per non proclamare i limiti nel campo di ricerca a cui deve far fronte.....

  11. Daniela

    Anch'io mi indignai per la sentenza di primo grado, che ci ridicolizzò agli occhi di mezzo mondo ("era dai tempi di Galileo che non succedeva una cosa del genere...") e non posso che essere parzialmente (non c'è stata assoluzione completa per tutti) soddisfatta per l'esito dell'appello.
    Tuttavia ritengo anche che uno Scienziato (la S non è casuale) dovrebbe declinare l'invito a partecipare ad una commissione del genere per i motivi che sono già stati ampiamente discussi. Mi chiedo a quanto sia ammontato il gettone di presenza, ma poi rifletto anche sul fatto che chi vive di ricerca in Italia di solito non naviga nell'oro e deve pur arrivare a fine mese... un bel dilemma!

  12. beppe

    Sono abbastanza in linea con Alvy, lo scienziato non dovrebbe emettere giudizi se non è sicuro al 100%. Cioè al 99,9% (3 sigma). In questo modo i meteorologi dovrebbero smettere di prevedere il tempo, i vulcanologi dovrebbero solo parlare al passato, di ciò che è accaduto e mai azzardare ad una previsione.

    Il problema è appunto questo, se la previsione è a livello di ipotesi ma con livello di probabilità basse o peggio non verificabili, lo Scienziato non dovrebbe esprimersi, specialmente se ciò che dice può essere manipolato per influire sulla vita della gente.
    Non vorrei essere nei panni dei vulcanologi che monitorano il Vesuvio che dovranno lanciare il piano di evacuazione con solo tre giorni di tempo...

  13. tucson

    Io avrei scritto una sentenza di un rigo, e cioè: "In nome del popolo italiano, la corte accerta che non è mancata la PREVISIONE del terremoto ma la PREVENZIONE". Punto e basta!

    Siamo i soliti italioti...Semmai, a proposito di sentenze, ce ne vorrebbe una così in Italia:
    http://www.repubblica.it/esteri/2014/11/11/news/corea-100252018/?ref=HREC1-8

    Ma per noi sarà utopia...

  14. adriano

    I più ignoranti sono i magistrati che hanno tirato in piedi questo processo invece di indagare a fondo sulle collusioni tra amministratori pubblici, politici e costruttori.
    Quanto ai vari tg hanno perso l'ennesima occasione per confezionare dei servizi giornalistici seri ed obiettivi. Purtroppo in Italia l'ignoranza aumenta ogni anno che passa :cry: spesso c'è da vergognarsi di essere italiani.

  15. foscoul

    Purtroppo dobbiamo convivere in modo promiscuo con il potere del Dio denaro, non vedo altra via e riuscire a sfruttare ogni occasione che ci è data per portare avanti, se possibile e se ci definiamo uomini di Scienza la ricerca costante e continua della verità come fosse una missione sentendoci un po' come i medici che hanno giurato come Ippocrate.
    E come si persegue e si cerca di ottenere, oltre naturalmente alle nozioni scientifiche, proprio qui nel nostro piccolo in questo blog ce lo ha insegnato mostrandocelo in prima persona diverse volte (vedi esempio Tanaro ecc. ecc.) il nostro Enzo.
    Mi rendo conto che questa è una questione di etica una scelta che può solo essere personale quindi ognuno si faccia i suoi conti.

  16. foscoul

    Beppe il problema è che devono esprimersi se vogliono mangiare ed i poteri forti se ne lavano le mani .... Catastrofe??? colpa degli scienziati dei ricercatori.... :evil:

  17. Paolo

    Giusto per offrire un altro piccolo spunto, questo è il comunicato emesso allora dalla Protezione Civile:

    "30-03-2009
    Terremoti Abruzzo: domani riunione esperti Commissione Grandi Rischi

    Su richiesta del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, con l’obiettivo di fornire ai cittadini abruzzesi tutte le informazioni disponibili alla comunità scientifica sull’attività sismica delle ultime settimane è stata convocata domani, 31 marzo, all’Aquila, alle ore 18,30 presso la sede della Regione Abruzzo, una riunione degli esperti della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi.
    All’incontro, finalizzato all’analisi della frequente attività sismica registrata nella provincia dell’Aquila dall’inizio del 2009, parteciperanno, tra gli altri, il prof. Franco Barberi, presidente vicario della Commissione, il prof. Enzo Boschi, presidente dell’INGV, il prof. Gian Michele Calvi, il prof. Claudio Eva e il Vice Capo Dipartimento, prof. Bernardo De Bernardinis.
    È utile precisare che non è possibile prevedere in alcun modo il verificarsi di un terremoto e che non c’è nessun allarme in corso da parte del Dipartimento della Protezione Civile, ma una continua attività di monitoraggio e di attenzione.
    Secondo l’Ingv, ente preposto alla sorveglianza della sismicità del territorio nazionale, le scosse avvertite dalla popolazione in data odierna fanno parte di una tipica sequenza di terremoti, del tutto normale in aree sismiche come quella dell’aquilano che, negli ultimi mesi, ha registrato quasi 200 eventi, la maggior parte dei quali non avvertiti dalla popolazione."

    Sono perfettamente d'accordo che i terremoti non sono prevedibili, mi chiedo, però, allora come si possa scientificamente affermare. "le scosse avvertite dalla popolazione in data odierna fanno parte di una tipica sequenza di terremoti, del tutto normale in aree sismiche come quella dell’aquilano che, negli ultimi mesi, ha registrato quasi 200 eventi, la maggior parte dei quali non avvertiti dalla popolazione."

    Se i terremoti non sono prevedibili sulla base di cosa è stata fatta una simile affermazione?

    Al di la di ciò penso anch'io, però, che ben altre sono le responsabilità di chi ha edificato in quel modo in una zona sismica (ma anche in una non sismica), a chi ha costruito e/o non ristrutturato la casa dello studente, a chi rideva per gli affari in vista della ricostruzione....

    Paolo

  18. caro Paolo,
    innanzitutto ciò che tu riporti è una comunicazione già "filtrata" attraverso la PC, di cui era a capo un certo Bertolaso, non certo fulgido esempio di persona integerrima. Il verbale (anch'esso abbastanza ammaestrato per la distribuzione ai politici) aveva un tono ben diverso. L'unica cosa che poteva essere detta si basava sull'esperienza passata di fenomeni analoghi. Il che portava a dire che non vi era nessun rapporto tra sciami ricorrenti e terremoti catastrofici. Di più non poteva essere detto a parte la solita frase che tutti dovrebbero conoscere: un terremoto non è prevedibile!

    Ragionando al contrario. Cosa avrebbero dovuto dire gli scienziati? Probabilmente questo: "Non è possibile prevedere un terremoto e poiché l'Aquila è zona sismica è meglio evacuare la città". la stessa cosa l'avrebbero però detta a Napoli, a Reggio Calabria, in Friuli e i mille altri luoghi italiani. Dovevano consigliare di fare evacuare mezza Italia? Era meglio questa soluzione? Cerchiamo di essere seri... L'unico modo di agire in un paese sismico è costruire nel modo giusto. Ma questo non è compito degli scienziati e nessuno glielo aveva chiesto (anche se lo avevano fatto presente centinaia di volte prima di quel giorno)

    Il problema è che se ti chiedono se c'è rischio, si può solo dire che il rischio c'è sempre, ma che non ci sono motivi statistici per far pensare a un rischio maggiore di quello di qualsiasi giorno dell'anno. E questo hanno detto. Non è diverso dalla possibilità di essere colpiti da un asteroide... Si può fare un discorso statistico, ma niente di più (a parte conoscere tutte le orbite dei "cattivi", cosa che per i terremoti non abbiamo nemmeno).

    No, tutto il caos contro la Scienza ufficiale è nato dalle esternazioni di un incompetente che voleva farsi notare . Un paese che sceglie le sue strategie contro la Scienza attraverso gli imbonitori (vedi caso staminali, metodo di Bella, ecc.) è un paese ignorante e che gode della propria ignoranza.

    Bastava dire che la risposta degli scienziati era l'unica che poteva essere data, che quel tecnico era un millantatore e che la colpa era della mancanza di regole nelle costruzioni.
    Che fine ha fatto colui che rideva di notte? temo che sia stato eletto parlamentare e se la stia ancora ridendo... Ce la prendiamo con una Scienza che ammette di non conoscere, ma poi accettiamo che i balconi delle case appena costruite cadano come le mosche.

    L'ignoranza sta vincendo, alleandosi con la corruzione e l'ingordigia. Prendere gli scienziati come unici colpevoli è un passo chiaro e deciso verso l'annullamento completo della ricerca scientifica. Un noto politico l'aveva già detto molti anni fa: "L'Italia non può permettersi la ricerca scientifica. E' un lusso che non c'interessa..."

  19. Paolo

    Caro Enzo, proprio perchè ho ben presente quanto è integerrimo Bertolaso non capisco perchè si sono prestati ad un pessimo gioco comunicativo (il che nulla centra con il ritenere il verbale della riunione, che mi sembra non dir nulla, ma proprio nulla, come responsabile dei danni del terremoto).

    Concordo con te sul fatto che ancor più insensato sarebbe stato suggerire l'evacuazione.... di cosa dell'Aquila? Dell'Irpinia; della Calabria? . Non avrebbe alcun senso.... sono stato in Irpinia nell'80, e in quel caso non vi è stato alcuno sciame sismico precursore ...

    Sensato, invece, sarebbe imporre in un paese sismico un adeguato modo di costruire e ristrutturare, ma questo si che non si vuol affrontare seriamente, per cui via con la caccia alla natura cattiva, alle bombe d'acqua, alle alluvioni eccezionali....... tutto viene presentato come eccezionale, pur di non mettersi mai in discussione e qualunque reale prevenzione scompare sotto le risate dello speculatore di turno...

    Questo si che mi preoccupa!

    Paolo

  20. Tu dici bene... "non prestarsi"... ma cosa avrebbero detto di scienziati che non volevano comunicare? Sì, forse il modo migliore era dire che niente avrebbero detto dato che niente era stato fatto per prevenire. Sì, la scelta migliore... ma per uno che rifiuta ce ne sarebbero stati altri che l'avrebbero accettata. Anche gli scienziati sono uomini e vengono a compromessi. Ma da lì a ritenerli colpevoli ce ne corre... non credi?

    Per tutto il resto siamo perfettamente d'accordo!!!!

  21. gioyhofer

    Questa vicenda mi ricorda tanto un fatto accaduto qui da noi in Cadore.
    Nel 2009 il Soccorso alpino di Pieve di Cadore ha subito la grave perdita di quattro dei suoi componenti. I quattro soccorritori erano impegnati in un volo in elicottero di ricognizione sopra Rio Gere (località ai piedi del massiccio del Cristallo) in seguito ad una frana verificatasi in quella zona poche ore prima.
    A causa di un cavo dell'alta tensione non correttamente segnalato, della nebbia e delle condizioni meteo avverse, l'elicottero è precipitato portandosi via i quattro soccorritori.
    A chi è stata data la colpa? Ovviamente al pilota dell'elicottero, non a chi non aveva segnalato correttamente i cavi dell'alta tensione...
    Purtroppo siamo in un paese in cui la prevenzione è una parola sconosciuta, si corre ai ripari solamente quando la tragedia si è già computa, o si cerca di dare la colpa a chi non può difendersi, giusto per scaricare le responsabilità...

  22. Osvaldo

    Caro Enzo,
    sono uno dei tuoi lettori silenziosi. Ho deciso di commentare questo post perché ho avuto l'impressione di un contenuto ispirato da interessi corporativi, provocato da un riflesso automatico di appartenenza.
    A mio modesto parere la sentenza di primo grado era giusta. Se leggi le motivazioni noterai che la condanna era scaturita principalmente dalla considerazione che la Commissione Grandi Rischi anziché limitarsi alla valutazione del rischio, funzione alla quale era preposta e per la quale esisteva, aveva sforato dai suoi compiti e aveva PREVISTO che NON sarebbe accaduto un forte terremoto.
    Gli scienziati della Commissione si sono difesi affermando che allo stato attuale delle conoscenze prevedere un terremoto è impossibile. Orbene per quale motivo hanno PREVISTO che NON sarebbe avvenuto?
    Non credo che tutto questo c'entri qualcosa con la Scienza con la S maiuscola, ma quando uno scienziato accetta un incarico di componente di Commissione, dovrebbe avere quanto meno il coraggio di rifiutare le pressioni del politico che cerca in tutti i modi di scaricare su altri l'onere della decisione se allarmare una popolazione o no.
    Quindi secondo me la Scienza non è mai stata messa sotto accusa dai giudici, basta leggersi le motivazioni della sentenza. Il rivolgimento della sentenza in appello dipende solo dalla bravura degli avvocati della difesa, che sono riusciti a distogliere i giudici dal merito della questione: il RISCHIO (cosa diversa dall'evento in sé) perché non è stato valutato? :twisted:
    Cordiali saluti

    p.s. Ti leggo sempre con piacere

  23. caro Osvaldo,
    innanzitutto grazie per il tuo interesse!
    Se le conclusioni fossero quelle che dici tu, avresti pienamente ragione (io non sono corporativo come vedi bene dalle critiche che faccio spesso). Nel verbale della commissione io NON vedo una frase in cui si preveda che il terremoto non ci sarà. Si dice solamente che "Non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento". La cosa è ben diversa. Il motivo scientifico per pensare a una scossa forte non c'è e non ci sarà mai (per adesso almeno). Cosa dovevano scrivere secondo te? Che il rischio c'era ? Ma era lo stesso rischio che vi è in qualsiasi luogo sismico d'Italia. Il succo è che scosse di quel genere non sono scosse che indicano una crescita di probabilità. La probabilità è la stessa sia con sciami che senza sciami.
    Se hai la sentenza puoi inviarmela?
    Io rimango dell'idea che l'opinione pubblica e i giudici di primo grado siano stati influenzati dalle parole di quel tecnico che voleva farsi pubblicità e non dalle parole dette dagli scienziati, in cui non vedo un'assicurazione del NON rischio.

  24. Osvaldo

    Caro Enzo,
    nella sentenza di I grado c'è molto di più. Ti invio il link seguente:
    https://processoaquila.files.wordpress.com/2013/01/sentenza-grandi-rischi-completa-1.pdf
    potrai leggerla con calma e verificare così che i componenti della Commissione Grandi Rischi, all'epoca si comportarono come degli Azzeccagarbugli, dicendo tutto e il contrario di tutto.
    Comportamento squisitamente politico di chi, stando ai vertici, non ha il coraggio di dire chiaramente "non lo so e non lo posso sapere". Dovevano valutare il rischio, ma hanno detto che non c'era. Non dovevano dire terremoto si o no, ma dovevano dire quanto grande fosse il rischio e invece hanno giocato con le parole trascurando completamente la valutazione del rischio.
    Ripeto che qui la Scienza non c'entra assolutamente nulla, qui entrano in gioco considerazioni sull'opportunità o meno di compiacere il politico di turno ansioso di dare una risposta ai suoi concittadini elettori. Non è stata certo la prima volta, a Genova in Ottobre la Protezione Civile non ha dato l'allarme e qualcuno è morto affogato per l'alluvione. Allora meglio fare come Marino che a Roma ha dato l'allerta ma poi non è successo niente, qualcuno può anche ironizzare sul cosiddetto allarmismo, ma quando si ha a che fare con fenomeni non scientificamente controllabili la prudenza è il minimo che ci si dovrebbe aspettare.

  25. Osvaldo

    Là dove cito Azzeccagarbugli penso sia meglio la figura di Don Ferrante di manzoniana memoria. :wink:

  26. caro Osvaldo,
    la situazione è molto più ingarbugliata di quello che sembra. La condanna mi sembra un po' un mix di cattiva interpretazione simile a quella di cui si accusa la Commissione.
    La mia domanda di fondo è: "Come si fa a valutare un rischio se si ammette che nei terremoti non vi è modo di prevedere o di valutare lo svolgimento futuro di una certa situazione?". Oltretutto, la scossa non è stata "terribile", ma lo sono stati gli effetti a causa della mancata manutenzione e controllo delle abitazioni. Di questo gli scienziati non hanno nessuna responsabilità e anzi l'hanno anche chiarito.
    Ripeto ancora che in tali situazioni non poteva essere detto che c'era un rischio particolare, dato che il rischio esiste ed è costante in mezza Italia. La presenza dello sciame NON dava alcun segno aggiuntivo al rischio. Questo è quello che mi pare abbiano veramente concluso gli scienziati. Internamente al gruppo, però, c'erano quelli della protezione civile che hanno un piede piccolo nella scienza e un piede grande nella politica. Sono loro che hanno riassunto in malomodo le analisi scientifiche,
    L'unica cosa che posso imputare agli scienziati (ed è abbastanza grave, almeno per me...) è di non aver detto chiaramente e PREVENTIVAMENTE che nessuna valutazione di rischio può essere fatta per fenomeni sismici, dato che gli effetti sono inoltre strettamente legati al tipo di abitazioni. Se lo stesso terremoto fosse capitato in Giappone o in California, non se ne sarebbe accorto quasi nessuno. Eppure il rischio del fenomeno sarebbe stato sempre lo stesso. Io non accetterei di far parte di una commissione così mischiata tra scienziati e politici e direi soltanto: "arrangiatevi da soli!". Il dire che non c'era pericolo è stato una soluzione della protezione civile che ha interpretato a modo suo la relazione degli scienziati.
    Rimango più o meno della stessa idea e l'unica colpa è secondo me di aver accettato di far parte di una commissione all'italiana, dove la scienza alla fine passa in secondo piano. Io avrei preteso che alle istituzioni fosse data la seguente conclusione: "Non è possibile valutare il rischio sulla base dei dati scientifici. Per cui agite di conseguenza". Punto e a capo.
    Sono, però, anche convinto, che un verbale del genere avrebbe scatenato l'ira contro gli scienziati.
    Siamo tornati allo stesso punto: l'Italia è ormai talmente IGNORANTE che non riesce più a comprendere le parole della Scienza. Tanto varrebbe non accettare nessun incarico istituzionale... ma poi si sarebbe condannati per mancanza di professionalità, per ignavia, paura e cose del genere.

    Ripeto ancora: non si può fare una valutazione di un rischio legato a un fenomeno che non può essere previsto in alcun modo. Aspettarsi qualcosa del genere è sintomo di STUPIDITA' congenita. Male hanno fatto i pochi veri scienziati ad accettare un incarico di questo genere. Questa è la loro colpa. Ma se non accettavano loro, avrebbero accettato persone ancora più malleabili e la scienza ne sarebbe comunque uscita sconfitta.

    Il mostro NON è stato un terremoto catastrofico, ma una scossa veramente modesta per l'area in esame. E' diventata una tragedia solo per la gestione politica delle abitazioni. Loro dovrebbero pagare realmente e non scaricare tutto sulla ambigua interpretazione delle parole scientifiche. Continuiamo a scendere di livello nella scienza e ci troveremo dietro a tutti i paesi africani...

    Solo in Italia poteva essere fatto un processo ai risvolti di una frase più o meno alterata dai politici e non ai veri colpevoli che magari siedono tranquilli in parlamento o sono in vacanza alle Bahamas o stanno già costruendo le nuove case che crolleranno per una scossa ancora più bassa...

    Se non è un paese IGNORANTE questo... :-x

  27. Osvaldo

    Caro Enzo,
    credo che non cogli il punto fondamentale sul concetto di rischio che, in sé, non è riferito all'evento, ma alle persone che vivono in zone a rischio. La valutazione del rischio di qualcosa è calcolato in base alla probabilità statistica che questo qualcosa possa avvenire a danno di qualcuno.
    Per esempio, se abito in mezzo a una landa desertica, posso ben dire che il rischio di subire un'alluvione è bassissimo se non prossimo allo zero. Se viceversa abito sul greto di un torrente tale rischio è altissimo se non prossimo a 1.
    Se quindi abito in zona storicamente soggetta a sismi di varia grandezza, in abitazioni non dico fatiscenti ma quasi, dove la sismicità di fondo è continua nel tempo e dove è iniziata da qualche mese una nuova sequenza sismica, come si fa a dire che il rischio non è aumentato?
    Per me questi scienziati sono stati ambigui nelle risposte che davano alle persone che gli chiedevano un parere e questo per mera soggezione davanti ad esponenti del Potere, che poi sono quelli che danno i soldi.
    Purtroppo la Scienza ci va di mezzo, ma coloro che studiano fenomeni scientifici sono esseri umani, con tutte le loro debolezze, pronti a chinare la testa e ad abiurare per fare di necessità virtù (Galileo docet).
    Mi sembra che al giorno d'oggi la percentuale di scienziati ossequienti verso il potere sia alta quanto o più che nei secoli passati, basta guardare quanti scienziati continuano ad esternare cavolate sul GW (Riscaldamento Globale), di cui anche tu ti sei lamentato su questo blog. Per cui continuo a rimanere della mia idea: il processo di primo grado che ha condannato i componenti della Commissione non ha processato la Scienza, ha processato degli uomini che nel momento del bisogno hanno messo in secondo piano i fatti e non ostacolato ovvero assecondato opinioni favorevoli alla diffusione di maggiori sentimenti di tranquillità nella popolazione.
    Possiamo chiuderla qui, in fondo siamo entrambi innamorati della Scienza e possiamo concordare sul fatto che i processi tendono a stabilire una verità giudiziaria che spesso può non coincidere con la realtà, infatti il giudice emette le sentenze sulla base del suo libero convincimento, che è come dire che si fa persuadere durante il processo dalle OPINIONI di chi meglio sa esprimerle, a prescindere dalla verità.

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