10/08/16

I Racconti di Ciccio e Astericcio (5): QUATTRO PASSI NELLA STORIA DELLA SCIENZA (1° parte)

Il presente articolo è stato inserito nella sezione d'archivio  "Quattro passi nella storia della Scienza"

 

“È nata così la scienza moderna, figlia dello stupore e della curiosità: queste due molle segrete le assicurano sempre progressi incessanti. Ogni nuova scoperta ci apre nuovi orizzonti e contemplandoli noi siamo presi da nuovi stupori e da una rinnovata curiosità. E, poiché l’ignoto si estende sempre all’infinito davanti a noi, nulla sembra poter interrompere questa successione continua di progressi che appagano la nostra curiosità e che, nello stesso tempo, suscitano immediatamente nuove curiosità, originando così ulteriori scoperte.” (Luis De Broglie da “Sur les sentiers de la science” 1958)

 

Personaggi e interpreti principali:

Scherzy: un abitante del pianeta Papalla in vacanza sulla Terra
Astericcio: un riccio proveniente da un pianeta troppo perfetto
Ciccio: un riccio terrestre di grande esperienza
Mimì, Tigotta e Bianchina: tre gattine molto vivaci e riflessive
Ghighetta: una ghiandaia aliena simpatica ma un po’ prepotente

Papamicio: uno scienziato burbero dal cuore tenero, proprietario del giardino che ospita i piccoli amici
Daniccia e Barbariccio: le narratrici

 

Daniccia: Ieri temevamo di non riuscire a raccontare niente di interessante e, invece, i nostri piccoli amici sono addirittura volati nello spazio!

Barbariccio: E’ stato davvero emozionante… non oso immaginare cosa si inventeranno oggi. Quasi quasi non mi dispiacerebbe che si prendessero una giornata di relax, così possiamo riposarci pure noi.

Daniccia: Concordo! Ho ancora lo stomaco sottosopra dopo l’esperienza dell’assenza di peso vissuta ieri!

Barbariccio: Speriamo, ma non ne sarei troppo sicura. Senti come sono ancora emozionati…

Daniccia: E allora facciamoci coraggio e mettiamoci in ascolto…

 

Bianchina: Buongiorno bella gente, smiao! Ho ancora la pelle d’oca (ma cosa dico… un gatto con la pelle d’oca?!) per lo spettacolo che siamo riusciti a vedere ieri! Che fortuna abbiamo avuto a vedere un pochino di questo meraviglioso Universo!

Mimì: Già! abbiamo anche imparato tante cose: per esempio come mai nell’astronave non si sente il proprio peso… che bello volare, è stata una sensazione indimenticabile!

Ghighetta: Per non parlare, poi, dell’aurora che siamo riusciti ad ammirare…

Bianchina: Pensa come erano sfortunati una volta, che non avevano tutte le possibilità che si hanno oggi. Sicuramente non conoscevano la posizione di stelle e pianeti, né la differenza tra di loro!

Tigotta: E’ grazie alle scatole tecnologiche come quella che Papamicio usa tutti i giorni, che si possono osservare bellissime immagini dell’Universo e fare calcoli incredibili…

Scherzy: Un momento, ragazze, non fate l’errore di pensare che quella scatola tecnologica sia sufficiente per riuscire a studiare l’Universo!

Tigotta: Come? Non basta schiacciare quei tasti per comprendere tutto?!

Scherzy: Certo che no! Quei tasti non servono a niente se non sono guidati da un buon uso del cervello! Papamicio lo sa bene… solo così riesce a scoprire tante cose nuove con l’aiuto di quella scatola tecnologica.

Tigotta: Vuoi dire che non basta la tecnologia per studiare il Cosmo?

Ciccio: La tecnologia può aiutare molto, ma già molti e molti anni fa, anche senza di essa, si è cominciato ad osservare e studiare l’Universo.

Bianchina: Miaramao, vuoi dire che basta sapere usare bene la testa per ottenere grandi risultati?

Scherzy: Credetemi ragazzi, occhi e cervello sono strumenti più potenti di quanto si immagini!

Bianchina: Ma per tutti i miao dell’Universo, come fai ad essere certo di quello che dici?

Astericcio: Vedi, Bianchina, esistono luoghi oscuri pieni di dipinti e immagini che dimostrano l’interesse per la comprensione del cielo fin da tempi molto antichi.

Scherzy: Perdindirindina, che meraviglia, quanto mi piacerebbe visitare un posto del genere!

Ciccio: Sì, sì… anche a me!! Quando si parte?

Bianchina: Sono d’accordo con Ciccio! Non vedo l’ora di partire per una nuova avventura che ci insegnerà ad usare il cervello sempre meglio!

Tigotta: Ma… su di te ho qualche dubbio, palletta di lardo, comunque anch’io non vedo l’ora di partire, miao!

Bianchina: Taci gattaccia spelacchiata… non ho voglia di litigare!

Scherzy: Calma, calma, ragazzi! Ho solo detto che mi piacerebbe tanto visitare una grotta preistorica piena di pitture rupestri, non sto organizzando un viaggio! E poi non ne conosco neanche una…

Mimì: Ma questo non è un problema, Scherzy… chiedi a Papamicio e vedrai che ti consiglierà dove andare, smaramao!

Scherzy: Ma, ma, ma… sinceramente sono un po’ stanchino dopo la gita nel cosmo di ieri… oggi avevo proprio voglia di stare tranquillo e farmi un bel pisolino pomeridiano su questa soffice erbetta…

Ciccio: E dai, Scherzy, non puoi sprecare così le tue giornate di vacanza!! Non fare il pelandrone!

Tigotta - Bianchina - Mimì: Daiiiiii!!!!!

Astericcio: Forza, Scherzone mio, andiamo insieme a chiedere consiglio a Papamicio.

Ghighetta: Ma sì, prima di tornare sul mio pianeta, vorrei tanto trascorrere con voi un’altra bella avventura! Così non potrò mai dimenticarmi di voi!!

Ciccio: Per favore…

Scherzy: Uffa! Perché non riesco a dirvi di no quando mi guardate con quegli occhioni???

Tutti: Evviva!!!!!!!!!!

 

Più tardi…

Ciccio: Uao, Scherzy, fortuna che ti abbiamo convinto ad organizzare questa gita! Sarebbe stato un peccato perderci una meraviglia del genere…

Scherzy: Non a caso la chiamano la Cappella Sistina della preistoria…

Astericcio: Ma come avranno fatto uomini preistorici, che dovevano principalmente preoccuparsi di sopravvivere procurandosi cibo e difendendosi da predatori ed eventi meteorologici, a dipingere così bene e così tanto!

Mimì: Scusate non mi ricordo il nome di questo posto…

Bianchina: Lascaux… testona! E, siccome siamo in Francia, si pronuncia “Lascò”.

Mimì: Antipatica, smiao! Che bisogno c’è di trattarmi male? Me ne ricorderò la prossima volta che mi chiederai un favore, non dubitare!!

Bianchina: Ma va! Io non chiedo mai niente a nessuno… al massimo le crocchette all’amica notturna, ma lei è più gentile di te! Mirimiao!

Ghighetta: Ora sì che mi sento a casa… un po’ di baruffa ogni tanto vi rende più simpatici!

Ciccio: Lascia perdere, Ghighetta, non hanno bisogno di incentivi per litigare… ORA BASTA!!!!!! Abbiate un po’ di rispetto per questo posto!

Scherzy: Ssssss… se stiamo in perfetto silenzio, mi sembra quasi di percepire il respiro di quegli uomini che, alla luce delle torce, dipingevano questa meraviglia con le stesse mani che usavano per cacciare animali selvaggi, accendere il fuoco e costruire rifugi… come si può rimanere insensibili alla maestosità di questi “affreschi” che ci sovrastano e ci abbracciano…

Lascaux 2

…e osservatene i particolari: dalla prospettiva quasi rinascimentale di questo gruppo di animali…

Lascaux 3

…ai tratti sfumati di questi cervi che sembrano usciti dal pennello del più grande degli impressionisti…

Lascaux cervi

…per non parlare, poi, di queste fantastiche teste di cavallo che potrebbero essere il frutto della mano di Leonardo di Vinci…

Lascaux cavalli

Ghighetta: Stupendo, davvero… ma io preferisco godermi quella scena di caccia…

Lascaux caccia

Ciccio: Sono davvero senza parole… ma dove sono i riferimenti astronomici di cui parlavamo stamattina?

Astericcio: Nessuno può dire con certezza quali siano: alcuni ricercatori non credono nella loro esistenza, altri addirittura ritengono che tutte le immagini della grotta rappresentino una grande mappa del cielo. Probabilmente la verità, come spesso accade, sta a metà strada… per esempio qualcuno ritiene che i puntini che spesso fanno da contorno a delle immagini possano rappresentare dei calendari lunari, come questi…

Lascaux cavallo con punti

…ma non possiamo esserne certi. Non è, invece, difficile credere che questa testa di Toro rappresenti l’ammasso delle Iadi prospetticamente vicino a quello delle Pleiadi, che sarebbero raffigurate da quei sei puntini posti poco sopra il dorso del toro.

Lascaux toro con pleiadi

Tigotta: Ragazzi, sentite anche voi questo venticello? Che strano, non siamo vicini all’entrata…

Astericcio: Forse ci sarà qualche apertura nascosta che comunica con l’esterno. La cosa strana è che sta aumentando!

Scherzy: Sembra provenire da quella parte, proviamo ad avvicinarci, sono curioso!

Ciccio: Non sarà un’imprudenza? Io… ehm, ehm… quasi quasi preferirei rimanere lontano da quella corrente d’aria.

Scherzy: Forza Ciccio, non fare il fifone l’unione fa la forza! Su, seguitemi tutti e poche storie!! La curiosità sta diventando sempre più forte…

FRUSH PLUFF SPLANF FFFFF SWOOSH SVIIISH

Ghighetta: Oddio, cos’è successo? Ho tutte le piume scarruffate…

Bianchina: Ragazzi, come mi gira la testa!

Ciccio: Maremma zucchina… ma dove siamo finiti?

Scherzy: Non ne ho la più pallida idea, ma di sicuro non siamo più nella Grotta di Lascaux… sembra quasi di essere in quello che chiamano paradiso, con tutte queste nuvolette bianche.

Mimì: Beh, però è piacevole e rilassante…

Astericcio: Mmmm, sì, forse… però ora cosa facciamo? Come possiamo tornare indietro?

Scherzy: Ma perché tornare indietro, sembra un posto interessante! Forse, se siamo arrivati fin qui, è grazie alla nostra sempre più grande voglia di conoscere, non siete d’accordo? Secondo me, siamo in luogo senza tempo dove è possibile incontrare qualsiasi grande mente dell’umanità.

Mimì: Certo sarebbe bellissimo… dopo aver osservato raffigurazioni così belle realizzate da uomini preistorici, riguardanti anche il cielo, mi piacerebbe sapere di più su questo argomento.

Scherzy: Magari sapere quali passi in avanti, ma anche indietro, sono stati fatti dagli umani nei secoli successivi a quelle pitture che abbiamo osservato?

Bianchina: Pensate che bello poter parlare con qualcuno che, solo usando occhi e cervello, era in grado di sapere tante cose sul cosmo!

Scherzy: Sapete, leggendo uno dei miei libri, ho scoperto che gli antichi Greci, uomini vissuti, se mi ricordo bene, fra i 2.000 e i 2. 500 anni fa sono stati un grande esempio di come si dovrebbe usare il cervello! E continuano ad esserlo anche per gli uomini contemporanei!!

Ghighetta: Per tutti gli uccelli del Cosmo! Vuoi dire che già a quei tempi conoscevano tante cose sul cielo che mi circonda, quando mi diverto a fare le mie acrobazie?!

Ciccio: Vuoi dire che avevano già capito tutto su stelle e pianeti?

Scherzy: Non proprio… ma non è importante il fatto che non fossero riusciti a comprendere tutto, in fondo ancora oggi abbiamo tanto da scoprire! Importanti furono l’atteggiamento mentale, il modo in cui cercavano di comprendere il mondo che li circondava, le domande che si ponevano, le risposte che tentavano di dare, l’anelito continuo verso la conoscenza di sé e della natura. Sto parlando dei grandi filosofi che hanno cambiato il corso della storia, influenzando, in positivo o in negativo, la cultura delle generazioni successive.

Ciccio: Uao… faccio davvero fatica a credere che si possa arrivare a tanto solo con la forza delle idee… sei sicuro, Scherzy? Non credi di esagerare un pochino?

Scherzy: Non esagero per niente! Sto parlando di uomini di grande cultura, i cui interessi spaziavano dalla matematica alla pedagogia, dalla fisica alla politica, dall’astronomia alla letteratura e all’oratoria!

Ciccio: Ma dai… nessuno può essere in grado di sapere così tante cose tutte insieme, non ci credo!

Scherzy: Fai male a non crederci, sei sempre il solito! Uno dei più conosciuti di questi uomini si chiamava Aristotele. Uomo di cultura a tutto tondo, mi sembra che sia stato proprio lui ad aver fondato il primo istituto superiore dedicato alla ricerca e all’insegnamento: quel Liceo che prese il nome dal tempio dedicato ad Apollo Licio, situato nelle vicinanze. Dai… proviamo a chiamarlo sarà proprio lui a raccontarci tutto, così anch’io avrò modo di saperne di più. Leggere è una bella cosa ma parlare direttamente con l’interessato deve essere ancora più eccitante. Se siamo in un luogo come quello che pensiamo e vogliamo, dovrebbe rispondere…

Ciccio: dai forza tutti insieme… Aristoteleeeeeeeeeeeeeee!!!

Aristotele: Sono qui, sono qui… cosa avete da urlare tanto, chi siete?

Scherzy: Siamo un gruppo di amici ed abbiamo tanta voglia di conoscere tutto quello che nell’antica Grecia siete stati in grado di comprendere senza l’uso della tecnologia che hanno gli umani nel nostro secolo!

Aristotele: Molto bene, ma per curiosità in quale epoca vivete?

Bianchina: Miao, miao, che emozione!!! Diciamo che siamo nati circa 24 secoli dopo di te…

Aristotele: Che meraviglia!! Chiedete pure sono a vostra disposizione!

Scherzy: Stavo per raccontare ai miei amici che grande uomo di cultura sei, e del tuo Liceo.

Aristotele: Ohhh… che bei ricordi mi fai tornare in mente… i miei alunni ed io compivamo lunghe passeggiate in quel bel viale che si chiamava Peripato, è per questo che molti ci chiamavano peripatetici. E mentre si passeggiava, io parlavo di logica, fisica, metafisica, zoologia, politica e tanto altro ancora… e loro mi ponevano tutte le domande che gli venivano in mente! Ops… chiedo scusa, mi sono fatto prendere dalla nostalgia dei ricordi… ma, prego, fatemi tutte le domande che desiderate, sarà un piacere rispondervi!

Ciccio: Sai, Aristo-Cometichiami, io avevo sollevato dei dubbi sul fatto che alcuni uomini fossero riusciti ad influenzare così tanto la storia del mondo, solo esprimendo delle idee, tutto qui!

Tigotta: E tu, Aristotele, cosa hai fatto per cambiare la storia?

Aristotele: In verità, signori miei, non pensavo proprio che le mie idee potessero andare avanti per così tanti secoli! Mi sono limitato a trovare una spiegazione logica per ciò che vedevo intorno a me… forse era talmente logica che sembrava impossibile che ci fosse una spiegazione diversa, chi lo sa…

Scherzy: Sbaglio o sei l’ideatore della teoria sui movimenti di stelle e pianeti che, con qualche piccolo aggiustamento apportato da un certo Claudio Tolomeo, è stata insegnata fino al XVIII secolo?

Astericcio: Sicuramente è un bel vanto, non c’è che dire, ma oggi sappiamo che quella teoria era sbagliata…

Aristotele: Ai miei tempi, mio caro, non c’erano strumenti per verificarla e, sinceramente, non mi ponevo neanche il problema di una verifica: l’importante era saper dare una spiegazione che rispettasse le regole della logica! Per l’esattezza, avevo ipotizzato che la Terra fosse immobile al centro di una serie di sfere di cristallo concentriche, nell’ordine: la sfera della Luna, di Mercurio, di Venere, del Sole, di Marte, di Giove e di Saturno. Infine quella delle stelle fisse…

Sfere aristoteliche

…inoltre il mio universo era diviso in due zone cosmiche: quella sublunare, contenente la Terra, era considerata imperfetta e dominata dai quattro elementi - aria, acqua, terra e fuoco - e quella sopralunare, dei cieli perfetti costituiti da quell’elemento divino che era l’etere, incorruttibile e perenne.

Astericcio: Certo, come teoria era molto bella ed elegante ma, ripeto, ormai sappiamo che non corrisponde al vero… non ti dispiace un pochino che tanti umani abbiano studiato per così tanto tempo delle cose non vere?

Aristotele: Dispiacermi? Non saprei… a volte mi capita di riflettere su ciò che mi stai dicendo, ma sinceramente non riesco a farmene una colpa… io ho espresso delle idee, ma non ho obbligato nessuno a seguirle. Se è stato fatto per così tanto tempo, evidentemente sono stato molto convincente, o più bravo di altri… ma l’ho fatto in buona fede… e poi non ho inventato tutto di sana pianta, ma ho proseguito la strada tracciata dal mio maestro Platone. Cosa posso dirti…?

Scherzy: Una cosa posso dirla io, Aristotele. Tu sicuramente sei stato molto famoso ed influente perché, grazie alla tua intelligenza e capacità di persuasione, sei riuscito a diventare amico di uomini potenti, quindi le tue idee apparivano più autorevoli di quelle di altri. Ma, se la tua teoria ha dettato legge per così tanto tempo, non è solo merito tuo, ma anche di un signore molto brillante che non solo è riuscito a spiegarla dal punto di vista matematico, ma anche a migliorarla.

Aristotele: Lo so, lo so, lo chiamo subito, sono contento di rivederlo è da molto che non ci incontriamo. Tolomeooooo!!!!!

Tolomeo: Yawnn… che succede? Mi hai svegliato nel bel mezzo di un sogno bellissimo… era proprio necessario?

Scherzy: Ragazzi… sono sempre più emozionato… vi rendete conto di cosa ci sta accadendo?

Mimì: Shhhh, non rompere l’incantesimo… ho il presentimento che, prima che tutto questo finisca, avremo imparato un’infinità di cose interessanti!
Aristotele: Certo che era necessario, che domande… eppure sei un ragazzo intelligente! Ti ho chiamato perché tu possa spiegare a questi nostri graditi ospiti, come hai fatto a dare una spiegazione matematica alla mia teoria dei cieli. Chi, meglio di te, può farlo?!

Tolomeo: Oh, santa polenta, mi entra il mal di testa solo a pensarci! Non hai idea della disperazione… notti e notti in bianco ad osservare le stelle e i pianeti alla ricerca di un’intuizione!

Tigotta: Perché disperazione? Cosa c’era di tanto difficile?

Tolomeo: Beh, ora lo so perfettamente che la difficoltà consisteva nel dover spiegare qualcosa che era solo un’illusione! A quei tempi, però, anch’io ero convinto che la teoria fosse giusta e non mi davo pace perché non riuscivo a spiegare quello strano movimento dei pianeti, che non sempre era rettilineo e uniforme come sosteneva Aristotele… avrei tanto voluto parlare con lui per chiarirmi le idee, ma era morto da 400 anni!

Bianchina: Strano movimento dei pianeti? Puoi spiegarti meglio, per favore?

Tolomeo: In realtà i pianeti non si muovono in modo strano, ma seguono delle leggi precise che sono state scoperte molti secoli dopo di me, da un certo Keplero… ma, osservandoli dalla Terra, che eravamo convinti fosse ferma al centro dell’universo, a volte sembra che tornino indietro per poi riprendere il verso precedente.

Ciccio: Ma dai… come è possibile che un pianeta torni indietro?

Tolomeo: Infatti non lo fa, ho solo detto che sembra! Comunque, se vuoi capire come si muovono realmente i pianeti, dovrai chiederlo a chi verrà dopo di me… se lo desideri io, al massimo, posso spiegarti la mia teoria!

Astericcio: Anch’essa sbagliata…

Ciccio: Già!

Tolomeo: Ma siete proprio dei bei tipi voi due! Ho interrotto il mio sonnellino pomeridiano per voi e non mi fate neanche parlare… un po’ di rispetto, per favore!

Scherzy: Su, ragazzi, lasciate parlare Tolomeo! Anche se la sua teoria si è rivelata sbagliata, è comunque meritevole di grande rispetto perché espressione di una mente davvero brillante! Non è da tutti riuscire a dare una spiegazione matematica ad un qualcosa che non esiste. E non dimenticate che a quei tempi era praticamente impossibile mettere in dubbio il sistema aristotelico, considerato verità assoluta perché appoggiato dai potenti…

Mimì: Scherzy ha ragione, fate silenzio! Non voglio perdermi una parola!!

Tolomeo: Grazie! Il problema enorme era conciliare il moto uniforme dei pianeti ipotizzato da Aristotele con questo saltuario moto retrogrado apparente: doveva per forza essere un effetto solo ottico, non fisico! Ma come spiegarlo?!

Ghighetta: Scusa, Tolomeo, prima di andare avanti ci spiegheresti cos’é questo moto retrogrado apparente? Se no è impossibile per noi capire di cosa stai parlando.

Tolomeo: Giusta osservazione! Lo farò subito… prendiamo, per esempio, Marte: quando è possibile, osserviamolo ogni notte alla stessa ora e rappresentiamo la sua posizione su un foglio. Notte dopo notte, il nostro disegno prenderà la forma di in una serie di puntini che seguono un determinato verso. Ma, ad un certo punto, accadrà qualcosa che non ti aspetti: il pianeta sembrerà tornare indietro, per poi riprendere il verso precedente! La linea che unisce i puntini assumerà la forma di un cappio, più o meno come questa

Moto retrogrado 1

Tigotta: Miao! Che magia è questa??

Scherzy: Nessuna magia, Tigotta, l’Universo non ne ha bisogno! Un po’ di pazienza e capirai.

Tolomeo: Bene… da una parte avevo dei pianeti che dovevano seguire un movimento uniforme, dall’altra vedevo questo strano balletto! Dopo tanti mal di testa (e non avevo neanche le pasticche che avete oggi per farlo passare!) è arrivato il colpo di genio! Guardate questo disegnino..

epicicli

…non è fantastico? Il pianeta si muove di moto uniforme lungo la circonferenza detta “epiciclo” e il centro dell’epiciclo si muove di moto uniforme disegnando, intorno alla Terra, la circonferenza detta “deferente”. Et voilà! Il movimento che osserviamo dalla Terra descrive perfettamente quegli strani andirivieni, senza bisogno di contraddire Aristotele!

Astericcio: Et voilà qui, et voilà qua, ma la teoria sempre sbagliata rimarrà!

Scherzy: Su, Asty, non essere insolente… è facile oggi per noi esprimere giudizi, se fossimo vissuti a quei tempi, non ci avremmo nemmeno pensato a mettere in dubbio certe teorie!

Mimì: Maramao… non c’era proprio nessuno che aveva qualche piccolo dubbio?

Scherzy: Certo che c’era, cara Mimì. Ma non è riuscito a far sì che le proprie teorie si affermassero…

Mimì: E perché? Non è semplice far capire una teoria vera?

Scherzy: Cara piccola saggia Mimì, hai toccato un tasto veramente dolente… purtroppo la ricerca della verità nel mondo degli umani spesso si scontra con interessi più forti e, quando ciò accade, è la verità che ci rimette… almeno per un bel po’ di tempo! La storia insegna che, prima o poi, la verità ce la fa sempre ad affermarsi… ma quanta sofferenza costa a chi la professa? Tanta, davvero tanta!

Mimì: Che peccato…

Ciccio: A questo punto, non possiamo conoscere qualcuno che, già a quei tempi, aveva capito come stanno davvero le cose?

Scherzy: Certo che sì, perdincibacco! Stavo giusto per farlo… Aristarcoooooo!!! Dove sei???

Aristarco di Samo: Eccomi, eccomi… non sono sordo, per Zeus!

Scherzy: Cari amici, ho il piacere di presentarvi un signore con un’intelligenza davvero fuori dal comune. Egli aveva intuito che, di solito, la spiegazione più semplice è quella che descrive la realtà…

Aristarco: Ti riferisci forse, a quella mia idea sul fatto che tutti i pianeti, compresa la Terra, ruotano intorno al Sole?

Scherzy: Esattamente! Ti farebbe piacere raccontarci qualcosa?

Aristarco: Eccome se mi fa piacere! Finalmente qualcuno che ha voglia di ascoltarmi!! Sono molto orgoglioso della mia intuizione della parallasse delle stelle. Se solo avessi avuto degli strumenti un po’ più precisi, non avrei dovuto aspettare la bellezza di diciotto secoli per avere qualche riconoscimento!! Che rabbia…

Scherzy: Parallasse?! Di cosa stai parlando, Aristarco?

Aristarco: Perdonami, caro, hai ragione… te lo spiego subito. Giorno dopo giorno, notte dopo notte, osservando Sole e pianeti, mi ero convinto che tutti, compresa la Terra, ruotassero intorno al Sole! Quindi ho provato a rappresentare tutto questo con uno schema: Sole al centro e i pianeti che si muovevano intorno ad esso lungo orbite circolari.

Bianchina: Bello… e hai provato a dimostrarlo?

Aristarco: Per prima cosa, dovevo essere assolutamente certo che la mia intuizione fosse corretta! Quindi ho provato ad immaginare se i moti che osserviamo dalla Terra fossero compatibili con la mia ipotesi… pensando alle stelle fisse, ho compreso che, osservandole ogni notte e rappresentando la loro posizione su uno schema, avrebbero dovuto disegnare nel cielo una piccola ellisse: un semplice effetto ottico dovuto al moto della Terra, che volevo dimostrare

parallasse

Ciccio: Uao! Ce l’hai fatta?

Aristarco: Purtroppo no… l’angolo da misurare per poter calcolare la parallasse è talmente piccolo che non avrei mai potuto farcela con gli strumenti della mia epoca.

Scherzy: Se non ricordo male, ci è riuscito un certo Friedrich W. Bessel, matematico e astronomo tedesco, nel 1838…

Mimì: E quindi hai abbandonato le tua teoria?

Aristarco: Neanche per idea! Ne ero assolutamente convinto e avevo capito che l’impossibilità di calcolare quell’angolo piccolissimo fosse dovuta all’enorme distanza dalla Terra delle stelle fisse, che dovevano essere molto più lontane di quanto si pensasse. Ma i miei contemporanei non vollero prendere in considerazione questa possibilità: niente parallasse, niente moto della Terra intorno al Sole!

Tigotta: Che disdetta… se solo tu avessi avuto degli strumenti più precisi, sarebbero stati obbligati a cambiare idea!

Aristarco: Ci ho pensato spesso, mia cara, ma non ne sono così sicuro, sai? Aristotele era il più autorevole dei pensatori, amico dei più potenti uomini dell’epoca! Se pensi che Filippo II di Macedonia gli affidò l’istruzione di suo figlio Alessandro, proprio quell’Alessandro che conquistò gran parte del mondo allora conosciuto e sarà ricordato dai posteri con l’appellativo di Magno, puoi capire quanto provare ad affermare una teoria diversa dalla sua, fosse un’impresa impossibile per chiunque!

Bianchina: Quindi, miao miao, se fossero esistite delle stelle più vicine a cui misurare questa paraltrave…

Aristarco: Parallasse, Bianchina, parallasse…

Bianchina: Sì! Ok, ok… l’importante è capirsi, smaramao!

Tigotta: Ma per capirsi, bisogna parlare nel modo giusto, ignorante! Te lo dico sempre che devi leggere di più!!

Mimì: Senti chi parla… quella che passa il tempo a rincorrere poveri topolini indifesi… intellettuale da strapazzo!

Scherzy: Basta, maleducate! Vi sembra questo il momento?! Se non smettete subito cercherò di rispedirvi a casa immediatamente!!

Bianchina-Tigotta-Mimì: Scuuuuusa…

Aristarco: Comunque ho capito cosa intendeva dire Bianchina: quelle “stelle” vicine c’erano eccome, erano e sono i pianeti! Purtroppo, però, hanno un grande difetto… anch’essi si muovono intorno al Sole e la loro parallasse non è un’ellisse perfetta, quindi nessuno ci credeva.

Ghighetta: Fermi tutti!

Scherzy: Ghighetta, come ti permetti di interrompere una conversazione in questo modo?

Ghighetta: Uffa! Lo sai che io non sono abituata ad usare parole come “scusa” o “per favore”, fino a ieri neanche le conoscevo!

Scherzy: Ok, sei scusata, ma guarda di impararle alla svelta!

Ghighetta: Va bene… dunque, vi ho interrotto per dirvi che, se Aristarco fosse vissuto nel mio mondo, non avrebbe avuto problemi a dimostrare la sua teoria! Avrebbe semplicemente fermato i pianeti e misurato la loro parallasse, come se fossero stati stelle vicine! Noi possiamo farlo… possiamo sempre fare ciò che vogliamo!

Mimì: Comodo, non c’è che dire! Ma noi non possiamo fermare i pianeti, giusto Aristarco?

Aristarco: Non possiamo farlo, ma possiamo usare la mente per immaginare cosa accadrebbe se lo facessimo! La mente è uno strumento potentissimo se usata bene! Grazie, Ghighetta, mi hai dato un’idea! Ragazzi, facciamo un gioco: immaginiamo di fermare un pianeta, che forma avrebbe il suo percorso apparente nel cielo?

Mimì: Mmm… visto che la Terra si muove intorno al Sole disegnando un’ellisse, ci sembrerebbe che sia il pianeta fermo a muoversi lungo un’ellisse, giusto?

Aristarco: Perfetto, cara! Quell’ellisse sarebbe la sua parallasse. Immaginiamo ora di ordinare al pianeta di rimettersi in movimento…

Bianchina: E’ più difficile immaginarci cosa accade perché abbiamo due movimenti: quello dalla Terra e quello del pianeta…

Aristarco: Su, forza ragazzi, siete dei tipi in gamba, sono certo che ci potete arrivare! Chiudete gli occhi, ripensate all’ellissi del pianeta fermo e fatela muovere…

Astericcio: Ma certo! La linea che il pianeta disegna in cielo, invece di chiudersi e formare una perfetta ellissi, forma una serie di “cappi”!

Ciccio: Oddio, mi sta girando le testa, non riesco proprio a capire…

Aristarco: In effetti, non è facile da spiegare a parole, ma con disegno è semplicissimo! Guarda qui

Figura 2
Figura 2

Ciccio: Ma… ma… quella linea rossa è uguale a quella che ci fatto vedere Tolomeo!! Quindi anche la sua teoria è giusta!

Aristarco: Aspetta, Ciccio, non fare confusione… ora provo a spiegarti meglio! Quella linea rossa è l’effettivo movimento dei pianeti che si osserva da Terra: la differenza tra me e lui è la spiegazione che abbiamo dato a quel movimento! Tolomeo, convinto che la Terra fosse ferma al centro dell’universo e che i pianeti le girassero intorno, lo ha giustificato con l’espediente degli epicicli. Io, invece, ero già convinto, nonostante non lo potessi dimostrare, che quei ghirigori, noti anche come “moto retrogrado apparente”, altro non erano che delle parallassi storpiate dal moto proprio dei pianeti intorno al Sole.

Tolomeo: Mi duole ammetterlo, caro Aristarco, ma neanch’io ero in grado di dimostrare ciò che affermavo, mi sono limitato a trovare una spiegazione logica per ciò che vedevo…

Aristotele: …e avevi il grande vantaggio di sostenere la mia teoria che nessuno osava mettere in dubbio!

Scherzy: Su, ragazzi, non fatevene una colpa! La colpa è di chi ha avuto interesse ad ostacolare la ricerca scientifica perché le menti pensanti fanno paura a chi detiene il potere e ha intenzione di continuare a detenerlo per sempre! E’ per questo che il metodo scientifico, quello basato sulla verifica delle ipotesi per mezzo di osservazione e sperimentazione, è stato partorito solo molti secoli dopo di voi, da quel gran cervello di Galileo Galilei… e anche lui ha avuto i suoi problemi…

Astericcio: Se ben ricordo, Aristarco, quello della parallasse non è l’unico risultato degno di rilievo a cui sei giunto…

Aristarco: Beh… in effetti ce ne sarebbe un altro… ma di solito non lo sbandiero ai quattro venti perché l’errore della misura che ho ottenuto è davvero grande… sigh…

Scherzy: Perdindirindina! Non essere così severo con te stesso!! Hai fatto un ragionamento perfetto, non puoi farti una colpa se i tuoi strumenti di misura non ti hanno consentito di misurare in modo accurato l’ampiezza di quell’angolo!

Mimì: Di quale angolo state parlando? Su, non teneteci sulle spine, maramao!

Aristarco: Stiamo parlando dell’angolo che la Terra forma con Luna e Sole quando la Luna è in perfetta quadratura, ovvero quando è visibile il primo o l’ultimo quarto…

Triangolo Terra-Luna-Sole

…calcolai che quell’angolo fosse di 87° e questo mi portò a concludere che la distanza tra la Terra e il Sole fosse di 18-20 volte quella tra la Terra e Luna. Poi, visto che, durante le eclissi di Sole i diametri apparenti di Luna e Sole sono uguali, ho dedotto che il rapporto tra i loro raggi fosse uguale al rapporto delle loro distanze dalla Terra… tutto giusto, tranne la misura di quel dannato angolo che non era di 87° bensì di circa 89°51’ e che ha inficiato tutti i calcoli!!!

Ghighetta: E’ tanto grande l’errore?

Scherzy: Abbastanza, infatti la distanza Terra-Sole è circa 390 volte quella Terra-Luna, ovvero 20 volte più grande di quella calcolata da Aristarco… ma ciò niente toglie alla genialità dell’intuizione!

Aristarco: Grazie, amico! Ma ti confesso che, ancora oggi, quando la Luna mostra il primo o l’ultimo quarto, mi sorprendo ad osservarla con un’ammirazione intrisa di rammarico e nostalgia…

Astericcio: Anche se hai dovuto aspettare molto tempo, Aristarco, finalmente ora tutti sanno che sono i pianeti, Terra compresa, a ruotare intorno al Sole, proprio come dicevi tu… ne sei felice?

Aristarco: Vorrei poterti rispondere di sì… in parte lo sono, ci mancherebbe… ma un po’ di amarezza rimane quando vedo quella statua in mio onore nell’Università di Thessaloniki in Grecia…

Statua Aristarco

Astericcio: Perché? Non è stato un bel gesto dedicartela? Un riconoscimento alla tua intelligenza, anche se molto tardivo?

Aristarco: Quell’Università è dedicata ad Aristotele…

Eratostene di Cirene: E di cosa lamenti, amico mio… almeno tu una statuetta ce l’hai, io neppure quella!

Scherzy: Benvenuto tra noi, Eratostene, è un vero piacere conoscerti di persona! Ragazzi, vi presento un’altra grande mente di quel glorioso passato. Vuoi essere tu a spiegare a tutti noi cosa sei riuscito a calcolare con un bastone e un dromedario?

Eratostene: Molto volentieri! Innanzitutto fammi dire due parole su quel bastone che si chiama gnomone e che, nella mia lingua, significa “indicatore”: esso veniva piantato nel suolo in modo perfettamente verticale e serviva, grazie alla misura dell’ombra che proiettava sul terreno, per determinare la posizione del Sole nel cielo, nonché per calcolare la durata dell’anno solare.

Mimì: Su, per favore, non sto più nella pelle pelosa, miaoissimo! Cosa sei riuscito a calcolare?

Eratostene: La misura della circonferenza terrestre!!! ……… Beh?! Neanche un piccolo applauso?

CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP

Eratostene: Grazie, troppo buoni… ma torniamo seri, per favore, e veniamo al dunque! Innanzitutto lo gnomone era necessario, ma non sufficiente: servivano anche due località sullo stesso meridiano, in una delle quali il Sole si trovasse allo Zenit, ovvero non producesse ombre in un determinato momento dell’anno e un servitore affidabile a cui far percorrere il tragitto tra le due località in sella ad un dromedario, per calcolarne la distanza. Ma, soprattutto, serviva una Terra sferica, altrimenti il mio ragionamento sarebbe stato privo di senso!! Io ero fermamente convinto che lo fosse, ma ero uno dei pochi…

Ciccio: Gnomone, dromedario, zenit… mi gira la testa… non ci capisco proprio niente!

Eratostene: Tranquillo! Un pochino di pazienza e capirai tutto, è più semplice di quanto sembri! Guarda questo disegno…

erato

…mi era arrivata notizia che ogni 21 giugno, a metà del giorno, per pochi minuti a Siene i raggi del sole erano perpendicolari e illuminavano il fondo dei pozzi. Inoltre avevo intuito che l’angolo formato dall’ombra dello gnomone a metà del 21 giugno ad Alessandria fosse uguale all’angolo tra Alessandria e Siene viste dal centro della Terra. A questo punto mi mancava solo di conoscere la distanza tra le due città per calcolare la circonferenza terrestre con una semplicissima proporzione, visto che il rapporto tra questa distanza e la circonferenza doveva essere uguale al rapporto tra l’angolo misurato e l’angolo giro di 360°!

Ciccio: Piano piano sto cominciando a capire anch’io… grazie Eratostene!

Scherzy: Il nostro Ciccio ci mette un po’, ma arriva sempre in fondo! Eh, eh, eh!!

Tigotta: E possiamo sapere il risultato del tuo calcolo?

Eratostene: 250.000 stadi!

Tigotta: Ma di cosa stai parlando?! Cosa c’entrano gli edifici dove gli umani giocano a calcio?!

Scherzy: Si tratta semplicemente dell’unità di misura che usavano ai suoi tempi e corrisponde a circa 39.375 km… niente male visto che la misura effettiva si aggira intorno ai 40.000! Lo stupore per questo risultato fu immenso anche nell’antichità: Plinio il Vecchio, il noto naturalista romano che fu vittima dell’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei nel 79 d.C., la definì «impresa inaudita, ma così semplice che è impossibile non credergli».

Bianchina: Chissà come mai le tue idee non si sono affermate come quelle di Aristotele… forse non conoscevi uomini potenti?

Eratostene: Beh… in realtà non ero messo proprio male… anch’io sono stato il maestro di un sovrano, per l’esattezza un faraone egizio di nome Tolomeo IV Filopatore. Non sarà famoso come Alessandro Magno, ma sempre un sovrano era! E poi sono anche stato direttore della celeberrima biblioteca di Alessandria d’Egitto. Insomma, non ero né povero, né sconosciuto! Chissà… forse mi mancava un po’ di carisma, forse non ero un grande comunicatore, né particolarmente bello… ritratto eratosteneanche questo aiuta, sapete? Qualcuno, addirittura, mi prendeva in giro chiamandomi Eratostene Beta, ovvero “Secondo”, riferendosi al fatto che mi occupavo di moltissime discipline, ma non riuscivo a primeggiare in nessuna di esse… ci ho sofferto tanto, ma ormai è passato troppo tempo, non vale più la pena prendersela!

Scherzy: Ben detto, Eratostene! Il tempo guarisce tutte le ferite e, piano piano, rimette tutto a posto… peccato che, a volte, ci impieghi un po’ troppo, come nel caso della ricerca scientifica che ha dovuto aspettare il XVI secolo per trovare finalmente terreno fertile in menti brillanti che hanno raccolto il testimone tuo e di altri come te!

Ciccio: Senti, Scherzy, è tanto che ti ascolto e sono davvero abbagliato e frastornato dal pozzo di conoscenza che stai tirando fuori! Non pensavo davvero che tu fossi così erudito, ma come fai??

Scherzy: Ma come? Mi sottovaluti! Non sai che le scuole di Papalla sono tra le migliori del nostro ammasso galattico?

Ghighetta: No, no, mi dispiace Scherzy, non mi prendi in giro. Non posso credere che tu improvvisamente abbia imparato tutte queste cose… Prima sapevi molto, ma non così tanto!

Scherzy: In effetti, ad essere sincero, non lo so bene neanch’io, ma appena sono arrivato in questo posto così strano, mi è entrato un forte fischio alle orecchie e mi rendo conto di sapere cose che non ricordo di avere mai studiato.

Ghighetta: Guardate là! Cos’è o chi è quella strana … cosa… creatura?

Curiosità: Non potevo continuare a restare nascosto, siete troppo simpatici! Un gruppetto di amici così divertenti e affiatati non l’avevo mai incontrato.

Bianchina: Ma tu chi sei? Sei veramente buffo!!!!

Curiosità: Lo so… lo so di non essere bello e sono anche un p0’ cicciotto, ma non è colpa mia: il cibo è innamorato di me e, non appena mi avvicino a lui, non può fare a meno di saltarmi addosso! Ah! Ah! Ah!

Tigotta: Di questo non ti devi preoccupare, guarda Bianchina, le vogliamo bene anche se non è bella e ha un girovita che fa concorrenza al tuo e a quello di Scherzy!

Bianchina: Eccola la più simpatica, parla miss micia! Prrrrr!!!

Mimì: Volete piantarla voi due! Lasciamo che ci racconti chi è! A proposito, come ti chiami?

Curiosità: Lo sapevo, siete proprio uno spasso! E’ per questo che ho deciso di farmi vedere. Mi chiamo Curiosità!

Ciccio: Che bel nome!

Scherzy: Già! Sei tu a farmi fischiare le orecchie e a donarmi tutta questa incredibile conoscenza?

Curiosità: Sì, sì, sono proprio io! Sono stato generato da mamma Universo, con la missione di aiutare tutti coloro che mostrano interesse in qualsiasi campo del sapere: matematica, fisica, filosofia, letteratura, storia, biologia, semiologia, antropologia, chimica, zoologia…

Mimì: Ok, abbiamo capito… non importa l’elenco completo! Ma allora sei vecchissimo!

Curiosità: Cara Mimì, l’età non conta, questa è una dimensione senza tempo. E poi non esistono limiti d’età per chi ha voglia di sapere!

Scherzy: Non riesco a capire, però, perché non ti fai vedere e non racconti in prima persona quello che sai…

Curiosità: Io sono molto timido e il mio aspetto non mi aiuta ad avere fiducia in me.

Ciccio: Ma non dire stupidaggini, l’aspetto esteriore non conta niente, la cosa importante è essere belli dentro!

Curiosità: Lo so, in teoria è così, ma non tutti la pensano come voi.

Ghighetta: Dai, dai… smetti di nasconderti nelle orecchie di Scherzy, rimani con noi con tutta la tua ciccia e la tua simpatia (e anche con quel grosso foruncolo sul naso!) e non te ne pentirai!!!

Curiosità: Grazie, mi avete quasi convinto, ma ho bisogno di pensarci con calma: non voglio rischiare un’altra delusione! Tutte le volte che ho provato a fidarmi di qualcuno, ho finito per soffrire…

Scherzy: Ok, prenditi pure i tuoi tempi. Ma come faremo a chiamarti quando avremo bisogno di te?!

Curiosità: Non avete bisogno di chiamarmi, continuate ad avere questa voglia di scoprire e di conoscere e io ci sarò! Ma adesso andate a riposare, è quello che ci vuole dopo un’esperienza così emozionante!!

Bianchina: Sì è meglio tornare a casa, prima che l’amica notturna vada a letto! Non vorrei perdermi la mia dose di coccole serali.

Scherzy: Su, andiamo a casa, non vedo l’ora di raccontare tutto questo a papamicio! Ma domani… lui di sicuro sta già dormendo!

Curiosità: Buon riposo e… a prestissimo!

 

I curiosoni che desiderano approfondire alcuni argomenti trattati in questa storia e altri, sempre legati alle conquiste dell'intelletto degli antichi greci, possono farlo grazie a questa appendice

Le altre puntate dei racconti di Ciccio e Astericcio sono disponibili nella rubrica ad essi dedicata

Sarà vero che è stato Colombo a scoprire l'America? Dipende da cosa s'intende per "scoprire"... sentiamo cos'ha da raccontarci l'inossidabile coppia Curiuss-Gualtiero circa le capacità deduttive degli antichi greci!

6 commenti

  1. Gianni Bolzonella

    Che bel racconto,va giù come un bicchiere d'acqua,a parte Aristotele mi ricordavo i nomi ma non quello che avevano scoperto questi Greci sapientoni.Spedisco il tutto a qualche curioso su Facebook.

  2. Barbariccio & Daniccia

    Grazie di cuore, Gianni!  :-D

    E' il più bel commento che tu potessi fare perché significa che siamo riuscite a centrare il nostro obiettivo di parlare di certi argomenti, tradizionalmente considerati "pesanti" visto come vengono affrontati a scuola, in modo leggero e allegro.

    Lo scopo, ovviamente, è solo quello di generare un po' di curiosità e desiderio di approfondire!

    Grazie per l'opera di divulgazione, se ben usato anche Facebook può essere un utile strumento di conoscenza  :wink:

  3. Paolo

    Che dire ci avete accompagnato zampa nella zampa alle origini della conoscenza, a come questa non nasca dal nulla, alla sua evoluzione, nonostante i mille ostacoli, i potenti interessi che cercano di spacciare pezzi di conoscenza come intoccabili verità assoluta... per fortuna è arrivata la curiosità che della conoscenza costituisce il motore e l'ancora di salvezza! :-D 

    Paolo

    PS: spesso mi chiedo come le civiltà precolombiane e poi Atzechi,  Maya, Incas e nativi americani abbiano maturato le loro conoscenze scientifiche e astronomiche... mi rendo conto, però, che avendo sterminato per interessi :twisted: queste popolazioni, insieme è andata persa buona parte di quel pezzo di conoscenza e di approccio alla conoscenza cry:

  4. Barbariccio & Daniccia

    Grazie per l'apprezzamento, Paolo... qua la zampa!  :wink:

    Riguardo alle civiltà precolombiane, chissà... forse Curiosità sa qualcosa,  magari prima o poi glielo chiederemo!

  5. Maria Pia

    Che bellezza questa puntata! È un concentrato di cultura, figure importanti della scienza, scoperte e idee di diverse epoche...

    Ricordo che la storia di Apollo Liceo da cui deriva il nome del Liceo ce l'aveva raccontata la prof. di filosofia il primo giorno in cui abbiamo avutotale materia e sono rimasta a bocca aperta! Che bei ricordi... ho da sempre stimato moltissimo i Greci, ma nemmeno io riuscivo a correlare tutte queste grandi menti alle loro scoperte. Così diventa semplicissimo, e, cosa ancor più importante, divertente!

    Mi è piaciuta moltissimo l'idea dell'aspetto della "Curiosità"... soltanto chi lascia indietro i pregiudizi e cerca il sapere per il solo piacere di farlo, con una mente aperta, lo trova... e ti basta cercarlo con onestà, che la curiosità lo trova per te :wink:

  6. Barbariccio & Daniccia

    Sai, Maria, la forza di questi personaggi è che hanno 'preso vita' mentre noi li facevamo parlare... è bastato iniziare con poche battute e poi sono stati loro a condurci dove volevano... sul serio, non stiamo scherz(y)ando... non hai idea di quanto ognuna di queste storie sia diversa dall'idea iniziale con cui siamo  partite e di quante deviazioni di percorso abbiano subito strada facendo... è questo il bello, è questo il motivo per cui ci emozioniamo mentre ci crescono sotto gli occhi e che ci spinge a scriverne sempre di nuove!

    Non dirlo a nessuno, ma tra qualche giorno dovrebbe uscire la prossima!

    :-D

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