06/07/17

Stelle aliene iperveloci **

Questo articolo è stato inserito nella sezione d'archivio dedicata alla Missione GAIA, in "Strumenti e Missioni".

 

Se lanciate con grande abilità e forza, le stelle di altre galassie possono venirci a trovare.

Ogni tanto si scoprono stelle che non seguono le regole della nostra galassia. Esse hanno velocità tali da poter anche lasciare per sempre la loro casa cosmica. Quali meccanismi possono aver “sparato” queste stelle verso l’ignoto? Le possibilità ipotizzate sono essenzialmente tre: (1) oggetti passati troppo vicini al buco nero galattico e lanciate verso l’esterno a folle velocità (una specie di disco lanciato da un discobolo), (2) stelle nate in un ammasso caotico dove spinte e controspinte potrebbero essere all’ordine del giorno; (3) stelle appartenenti a piccole galassie ingoiate e disintegrate dalla nostra.

C’è però uno strana coincidenza: tutte e venti le stelle iperveloci, scoperte finora, si trovano in una zona di cielo abbastanza ristretta. E se non fosse un caso? Un’idea, allora, ha ribaltato la situazione: non sono stelle che stanno cercando di scappare dalla Via Lattea, ma stelle fuggite da una galassia aliena e penetrate all’interno della nostra.

Serve allo scopo una galassia vicina, ma che sia capace di sparare oggetti stellari a velocità eccezionali, anche con sistemi di lancio, veri e propri, relativamente semplici. In parole povere, un qualcosa di simile a gettare qualcosa dal finestrino di un treno ad alta velocità: il nostro gesto (spregevole!) imprime una piccola velocità, ma a lei si somma quella del treno! Basta poco perciò per ottenere un proiettile potentissimo, capace di uscire dalla gravità della galassia.

Si deve cercare il treno, un vero freccia rossa… Il treno c’è ed è la Grande Nube di Magellano, capace di orbitare attorno alla Via Lattea alla ragguardevole velocità di 400 km/s. Basta trovare una stella che improvvisamente si libera dall’abbraccio gravitazionale della compagna (diventata supernova) ed ecco che una velocità non eccezionale (più o meno quella che aveva mentre orbitava), sommata a quella del treno galattico, può tranquillamente farla scappare dalla gravità dell’intera Nube che ha una massa pari solo al 10% della nostra.

Le stelle iperveloci sono tutte stelle giganti che non possono essere troppo vicine alla loro compagna se no si sarebbero fuse prima della esplosione di una delle due. Perciò, il meccanismo applicato alla nostra galassia non funzionerebbe sia per la velocità non eccessiva ottenuta dopo l’esplosione della compagna, sia per la gravità dell’intera galassia. Ben diversa la situazione su un treno rapidissimo e di poca massa come la Grande Nube di Magellano.

Una stella fuggitiva vista con la fantasia. Fonte: Amanda Smith, Università di Cambridge.
Una stella fuggitiva vista con la fantasia. Fonte: Amanda Smith, Università di Cambridge.

In questo modo si spiegherebbe anche perché le fuggitive sono localizzate in una certa zona di cielo, quella dove vanno a finire gli oggetti buttati dal treno in corsa!

Si stimano almeno 10 000 stelle di grande massa originatesi in questo modo, vaganti in tutto il cielo. Molte di loro avrebbero velocità capaci di non essere catturate nemmeno dalla Via Lattea. Vagabonde per sempre? Sicuramente sì… ma intanto la loro vita continua.

Stelle giganti… vita corta. Se le stelle, ancora stelle, sono 10 000, si stimano milioni di stelle che hanno terminato la loro vita “stellare” normale e sono diventate stelle di neutroni o buchi neri. Chissà quante di loro stanno sfrecciando attraverso la Via Lattea e chissà quante potrebbero essere nei nostri paraggi?

La missione Gaia sta localizzando e classificando miliardi di stelle della Via Lattea. Ci darà una mano a recuperare molti fuggitivi… sperando che non siano pericolosi.

Articolo originale QUI

 

QUI abbiamo parlato della stella Zeta Ophiuchi, vera e propria "nave pirata", individuata grazie all'onda d'urto che provoca scontrandosi con la materia che permea tutta la galassia e QUI di milioni di buchi neri che si ritiene stiano vagando nella Via Lattea

NEWS del 13.11.2019 - Scoperto un "Usain Bolt" in fuga dalla Via Lattea

4 commenti

  1. Fiorentino Bevilacqua

    ...da qualche parte ho letto di nebulose planetarie osservate nello spazio inergalattico... L'evoluzione stellare continua anche fuori dalla galassia in cui la stella ha avuto origine...

  2. Daniela

    Ciò che dici, Fiorentino, mi ha fatto tornare in mente questo articolo

    http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2017/07/06/stelle-aliene-iperveloci/

    forse quelle nebulose potrebbero essere ciò che resta di qualcuna di queste stelle che arriva allo stadio finale della sua evoluzione durante il viaggio intergalattico...

     

  3. Fiorentino Bevilacqua

    ... Non ho ritrovato la fonte da cui ho appreso la notizia della presenza di nebulose planetarie nello spezio intergalattico (può darsi che sia questo stesso blog). La fonte, comunque, è recente.

    Ricordavo, però, una fonte un po' ... datata, divulgativa, consultata ai tempi del liceo: Al di là della Luna, di Paolo Maffei (1973). Ho controllato (al volo!): cita un catalogo (Abell, 1955) di 13 ammassi globulari "distantissimi, di gran lunga al di fuori della Galassia" e conclude che "negli spazi intergalattici  si possono incontrare [...] agglomerati di stelle minori, come gli ammmassi gobulari" ma anche "stelle isolate", e qui parla di stelle blu, dalla magnitudine apparente molto bassa e ad alta latitudine galattica.

  4. Sicuramente una stella fuggitiva continua nella sua evoluzione anche se è in uno spazio vuoto. Gli ammassi globulari si formano, normalmente insieme alla galassia di cui sono satelliti o durante collisioni galattiche successive. Di solito restano uniti, ma capita anche che perdano dei "pezzi"...

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