13/03/18

RACCONTIAMO I CORPI PLANETARI. 9: FEBE, UNA SPIA VENUTA DAL FREDDO.

Questo articolo è stato inserito nella sezione d'archivio "Raccontiamo i corpi planetari", compresa in "Sistema Solare"

 

Permettetemi questo piccolo strappo alla regola, ossia considerare il piccolo Febe come un “vero” satellite di Saturno, anche se le sue origini sono chiaramente esterne. D’altra parte i suoi 200 km circa e l’interazione che mostra con il sistema del Signore degli anelli glielo consentono.

Durante il periodo della guerra fredda tra URSS e USA circolava un quiz-barzelletta: gli americani decidono di inviare in Unione Sovietica la loro migliore spia per carpire i segreti dell’ultimo micidiale ordigno nucleare. L’esperienza dello 007  e la sua carriera ne fanno un vero mito. Tuttavia, non si è ancora sistemato adeguatamente all’interno della rete informatica sovietica che viene clamorosamente individuato e scoperto! Com’è mai stato possibile? Ovvio, era un uomo di colore…

Bene, qualcosa di simile è capitato a Febe: colore diverso, densità diversa, orbita retrograda, periodo di rotazione non sincronizzato con quello di rivoluzione, dimensioni “enormi” per la distanza rispetto al pianeta (è l’oggetto più grande del Sistema Solare che rivolve a una distanza dal pianeta comparabile alla sua). Insomma, ci voleva ben poco per riconoscerlo subito come un intruso.

Febe è anche stato il primo satellite a essere stato scoperto attraverso la tecnica fotografica, nel 1898. Analogamente è stato anche il primo a essere osservato dalla sonda Cassini, all’inizio della sua missione (doveva osservarlo all’inizio della missione, dato che dopo non avrebbe più raggiunto distanze così grandi da Saturno) nel 2004 e le immagini furono estremamente accurate, passando a soli 2000 km dalla superficie.

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Una superficie martoriata da crateri anche di grandi dimensioni. Anche se relativamente piccolo la sua forma originaria doveva essere quasi esattamente sferica e si è allontanata da essa proprio a causa dei crateri che l’hanno letteralmente deformato.

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Cassini riuscì anche a riprendere una rotazione completa, proprio perché il corpo celeste mantiene ancora una rotazione piuttosto veloce, del tutto scollegata rispetto al pianeta (troppo distante per sincronizzarlo). Esso ruota attorno al proprio asse in poco più di nove ore.

Come già si accennava, il colore di Phoebe è piuttosto scuro e all’inizio aveva fatto pensare a una cattura asteroidale. Tuttavia, le immagini riprese da vicino, e con grandi dettagli, hanno mostrato che sotto quella crosta così scura faceva capolino del ghiaccio. Qualcosa di molto più simile a un “cometone”, ricoperto da uno strato di polvere che raggiunge i 300-500 metri. Inoltre è stata scoperta anidride carbonica, composto rarissimo sugli asteroidi. La densità dell’ordine di 1.6 g/cm3 sembra implicare un nucleo roccioso pari al 50% del volume contro il 35%, valore medio dei satelliti “propri” di Saturno. Tutto sembra favorire l’ipotesi ch Febe provenga dalla fascia di Kuiper e che si sia poi immesso nel gruppo dei Centauri, per finire catturato. Un oggetto sicuramente primordiale che mostra segni di rilassamento gravitazionale e di differenziazione interna, un vero piccolo pianeta la cui forma d’equilibrio è stata profondamente modificata dagli impatti susseguenti.

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Come abbiamo accennato all’inizio, però, Febe tutto ha fatto meno che starsene tranquillo e rilassato in una posizione di relativa pace cosmica. Ha pensato bene di giocare con i satelliti più interni e gettare polvere scura contro Iperione. Un’intera schiera (una trentina) di mini satelliti (Norse group) che si trovano nei suoi paraggi orbitali potrebbero essere suoi detriti scagliati lontano da impatti quasi catastrofici.

Il Nurse Group dei satelliti formatisi on i detriti espulsi da Febe
Il Norse Group dei satelliti formatisi con i detriti espulsi da Febe

Ma il suo gesto più plateale, probabilmente dovuto al continuo bombardamento di micro meteoroidi, è il suo anello norme (ma molto tenue) che caratterizza la parte esterna del sistema di Saturno e che ha contribuito quasi certamente a far diventare juventino (bianco e nero) il povero Giapeto.

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Lasciamo Saturno con una visione piuttosto strana… immaginiamo di avvicinarci al pianeta dall’esterno ed ecco cosa vedremmo se potessimo colorare di azzurro le orbite dei satelliti irregolari. Per confronto è stata anche segnata l’orbita di Titano, in rosso…

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La serie completa degli articoli sui corpi planetari la trovate QUI

2 commenti

  1. Fiorentino Bevilacqua

    Un nucleo roccioso pari al 50% del volume...e magari anche una maggiore coesione tra i materiali degli strati esterni al nucleo...forse questo lo ha salvato dalla disgregazione che magari avrebbero provocato gli impatti che hanno originato quei crateri enormi che ne hanno "sbocconcellato" la forma originaria!?

  2. caro Fiore,

    direi che è stata solo una questione di fortuna... Molti asteroidi rocciosi (anche più "solidi" di Phoebe) sono stati completamente distrutti dagli impatti con i loro simili: l'energia in gioco è tale che se il proiettile è quello giusto le speranze sono minime. Basta guardare le numerose famiglie asteroidali...

    http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2018/01/14/miei-amici-asteroidi-12-solo-catastrofe-puo-far-nascere-grande-famiglia/

     

     

     

     

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