07/05/18

Marte è più piccolo del previsto! No, non è una straordinaria scoperta di oggi… **

Un recente lavoro, basato sui soliti modelli e su integrazioni numeriche e simulazioni ormai alla portata degli odierni computer, ha dimostrato come vari problemi di instabilità primordiale nella formazione dei pianeti esterni possa aver portato a un Marte decisamente più piccolo del previsto (al pari della mancata costruzione di un pianeta “asteroidale”). Una grande scoperta? Nemmeno per sogno! Con grande semplicità ed eleganza lo stesso risultato era già stato ottenuto nel 1977. Tuttavia, sembra che nessuno dei nuovi autori se lo ricordi…

Non c’è niente di male a usare la nuova tecnologia per migliorare o confermare ciò che molti anni fa doveva essere affidato solo a semplificazioni magari esageratamente spinte. Tuttavia, l’idea di base c’era e con i  mezzi a disposizione si potevano trarre conclusioni sufficientemente realistiche.

Così è stato fatto, anche se la sudditanza completa alle simulazioni e a modelli che dovrebbero ancora essere confermati adeguatamente (Galileo insegna) rasenta, a volte, un’apatia scientifica di ricerca e stimola facilmente la… smemoratezza. D’accordo che non si può conoscere tutta la bibliografia, ma certi punti chiave non dovrebbero mai essere dimenticati. Non per niente, già ai tempi dei Voyager si diceva che a furia di correre dietro alle nuove immagini che arrivavano a iosa e alla voglia di dirigersi verso ricerche più “moderne” e fruttuose, aveva fatto sparire le più importanti scuole dedicate all’origine del Sistema Solare. In poche parole, vi erano immagini straordinarie, ma ben pochi che riuscissero a inserirle in un contesto veramente scientifico di massima generalità.

Ed eccoci al nuovo lavoro, che alla fine di tante ore di computer ci dice che Marte doveva essere ben più grande di quanto non sia oggi e ne spiega le motivazioni, basate su simulazioni ripetitive di modelli numerici considerati, troppo velocemente, completamente “affidabili”… In parole spicce, i pianeti giganti, formandosi, hanno profondamente disturbato ciò che stava creandosi nelle loro vicinanze, soprattutto tra la Terra e Giove.

Benissimo… peccato, però, che nei riferimenti bibliografici manchi del tutto il lavoro del 1977 di Weidenschilling, basato su una ricostruzione molto semplice della nube primordiale e su  ciò che invece si può osservare. Più di tante parole, vale una figura “classica” (almeno per i vecchi della mia età) che fa vedere la densità superficiale della nebulosa proto-planetaria prevista e quella reale. Gli asteroidi (soprattutto) e Marte (in modo non certo trascurabile) mostrano una massa decisamente ridotta… con tutte le conseguenze del caso.

martepiccoloLa conclusione non vale solo per la Scienza… il guardare avanti non implica la dimenticanza del passato… anzi! Sguardo in avanti e pensiero rivolto all’indietro. Se pensiamo a quanto Einstein abbia cercato di mantenere la sua straordinaria teoria legata alla magnifica opera di Newton, le parole sono inutili.

Il lavoro odierno, poco incline a “ricordare”, lo trovate QUI.

Il lavoro di Widenschilling, sicuramente datato, ma splendido nella sua semplicità “forzata”, lo trovate QUI.

Non pensavo mai più di dover prendere le parti di Weidenschilling, con il quale abbiamo avuto parecchi “scontri” all’inizio della mia “piccola” carriera, ma l’onestà è superiore a tutto!

 

QUI, invece, si parla di ricercatori corretti che non hanno dimenticato chi ha spianato loro la strada...

2 commenti

  1. fIorentino bevilacqua

    "...ma l'onestà è superiore a tutto!" e questo conta, ovunque.

    Per venire al grafico...gli asteroidi (complessivamente) e Marte, avrebbero dovuto avere masse maggiori di quelle che hanno, tali da collocarli sui rispettivi punti corrispondenti della linea tratteggiata ( che non sarebbe più stata tale se ciò fosse avvenuto). La linea tratteggiata è quella che avrebbe dovuto essere se non ci fossero stati disturbi gravitazionali da parte di Giove & Co. Ovviamente, mancando massa, vengono fuori parti di figli più piccoli... Ma questo, però, se si sono formati lì dove ora si trovano? No!?

  2. ovviamente sì... caro Fiore

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