27/07/18

Si fa presto a dire "cinghiali"...!

Le quindici piastrelline azzurre, recuperate dalla scorta dimenticata per anni,  in fondo al ripostiglio, risaltavano sul fondo sabbioso, nell'angolo più soleggiato del giardino, disegnando una curiosa e apparentemente caotica configurazione.

Con mio nipote, Oreste Junior, le avevamo posizionate con grande cura, durante la giornata, in modo che la diagonale di ciascun quadrato fosse orientata esattamente verso un unico punto, ben determinato. I prolungamenti di ciascuna diagonale andavano tutti a convergere alla base di una “ipotenusa” che sorgeva dalla sabbia e puntava, dritta dritta, alla stella Polare. Il filo metallico rivestito di plastica verde, che la materializzava, un classico filo da rete di confine, formava con il terreno un angolo esattamente uguale alla latitudine di 39° e la sua direzione indicava con precisione il Nord.

Un lavoro coi fiocchi.

Ne avevamo discusso, con Oreste Junior, a lungo. La regola del progetto era di non usare nessuno strumento, neppure il goniometro e la bussola. La direzione Nord e l'inclinazione esatta le avevamo derivate solo osservando la stella Polare per un paio di notti di seguito. Diciamo che anche se era ben noto che la latitudine del luogo fosse di 39°, questo fatto non ci riguardava, avremmo potuto ignorarlo e tutto avrebbe funzionato comunque alla perfezione.

Piazzare le piastrelline era stato facilissimo. Avremmo potuto farlo prima, in un giorno in cui l'equazione del tempo si azzera, ad esempio a metà giugno. Ma ormai  il 15 giugno era passato da tempo.

Così, il 25 luglio, ben sapendo che si trattava proprio del giorno che in estate corrisponde al massimo ritardo di culminazione del Sole  (6' 20”), avevamo deciso di non tenere conto della correzione ma di sincronizzare la meridiana all'ora media (degli orologi). Di conseguenza, nei giorni successivi le letture della meridiana avrebbero anticipato progressivamente l'ora civile di uno o due minuti, per un paio di settimane, poi di tre o quattro minuti, nelle settimane successive, fino a circa sei minuti a inizio settembre.

Ma questa approssimazione era più che sufficiente ai fini pratici e, volendo fare i pignoli, poteva sempre essere affinata, avendo piena consapevolezza della correzione da apportare.

meridiana1

Per motivi di spazio,  legati alla ridotta lunghezza delle ombre nelle ore centrali, le piastrelle erano state distribuite non secondo un profilo circolare, piuttosto ovvio e scontato, nella sua banalità, ma secondo un disegno tale che le piastrelle non venissero mai a sovrapporsi tra loro.

Il giorno successivo, avevo scattato una foto alle due del pomeriggio, ora in cui l'ombra del filo metallico tagliava perfettamente la diagonale della relativa piastrella.

E' proprio l'immagine che vedete qui sopra.

Dalle 7 del mattino alle 7 di sera, il Sole la faceva da padrone sull'aiuola sabbiosa, sospingendo in circolo, di minuto in minuto, l'ombra dello gnomone inclinato, facendogli tagliare diagonale dopo diagonale tutte le 13 piastrelle delle ore, più una piastrella extra, posizionata sotto l'ipotenusa, per individuare il momento preciso della culminazione, il mezzogiorno reale, che alla longitudine del luogo ( 9°), e tenendo conto dell'ora legale, avveniva alle 13:24. Naturalmente l'espediente di ignorare la correzione  dovuta all'equazione del tempo, consentiva una verifica precisa di questo passaggio, almeno nei giorni immediatamente successivi.

Alle  5 del pomeriggio, scattai un'altra foto della meridiana.

meridiana2

“Sembra tutto ad'OK, vero, nonno” fu il commento soddisfatto di Orestino.

“Direi di sì, abbiamo fatto proprio un bel lavoro”, fu la mia risposta, altrettanto soddisfatta. “Adesso possiamo prenderci un bel tè freddo, per festeggiare questo risultato.”

La mattina seguente, dopo colazione Orestino  andò subito a vedere la meridiana: tutti gli orologi di casa concordavano sul fatto che fossero le nove precise.

Con suo grande stupore trovò che segnava, invece delle nove, un'ora imprecisata tra le sette e le otto, più o meno le 7:30.

“Nonno, nonno, vieni subito, abbiamo un problema” (Orestino amava abusare della celebre citazione da Apollo 13).

“Cosa stai dicendo? Che problema?”

“Guarda!... La meridiana è impazzita”

Osservai con perplessità la scena. Le piastrelline erano chiaramente fuori posto e tutt'attorno, sulla sabbia, spiccavano numerose orme di ungulati, certamente cinghiali.

“Eh, Orestino, tutto da rifare, questa notte i cinghiali si sono divertiti a disfare la nostra meridiana.”

Così dicendo, scattai una foto con il cellulare, come si fa per documentare i danni negli incidenti stradali, per mostrarla ad un ipotetico assicuratore.

Passammo le ore successive a cancellare le buche delle impronte e a riposizionare le piastrelle finché, alle sette di sera, tutto era tornato a posto.

“Ho pensato che sarebbe meglio mettere intorno alla meridiana quattro paletti e attaccarci una rete in modo che i cinghiali non facciano altri danni, nonno, che ne dici?”

“Ma no, Orestino, è stato certo un caso. Non penso che torneranno di nuovo, ormai, se cercavano radici e tuberi, li hanno trovati e mangiati e non c'è motivo per venire ancora a scavare qui.”

Mi sbagliavo di grosso.

La mattina dopo sull'aiuola di sabbia le orme dei cinghiali risaltavano chiaramente e le piastrelle erano nuovamente fuori posto.

“Ma… non ci credo! Sono tornati e hanno sconvolto tutto di nuovo"

“Sì, nonno, e forse ho capito perché. Mi mostri quella foto di ieri?”

Armeggiai con il cellulare e recuperai l'immagine che avevo scattato dopo il disastro.

“Ecco, nonno, vedi? Osserva come sono messe le piastrelle ora e come erano messe ieri mattina.”

La scena che avevamo davanti agli occhi era, assurdamente, la ricostruzione esatta di quanto avevamo visto ventiquattr'ore prima.

“Ma che senso ha? Come hanno potuto fare una cosa simile?”

“C'è solo una spiegazione” rispose pensieroso mio nipote “Se osservi che ora segna la meridiana in questa disposizione, vedrai che si tratta esattamente dell'ora solare, senza aggiunte per l'ora legale e senza tenere conto dei fusi orari o di altro.”

“Va bene, se le cose stanno così non ci resta che la recinzione, oppure... lasciare che la meridiana segni l'ora che vogliono loro e accontentarci di aggiungere un'ora e 24 minuti a quello che segna lei per essere sincronizzati con l'ora ufficiale.”

E questa seconda opzione fu quella che decidemmo di mettere  in atto.

A poche centinaia di metri, quasi contemporaneamente, all'ombra di un grande leccio, si svolgeva questa conversazione.

“Pensa quanto sono testardi ! Gli ho messo a posto quella stupida cosa, e per fortuna che c'era la Luna piena, se no non ci sarei riuscito, per poi vedere che, solo dopo ventiquattr'ore, avevano incasinato daccapo tutto lo schema.” Un  lungo grugnito di disapprovazione sottolineò quanto il comportamento fosse considerato riprovevole.

cinghiale2

“E allora cosa hai fatto, poi ?”

“Che vuoi, gli ho dato una seconda chance, ho risistemato tutto di nuovo ma, mi sono detto: questa è l'ultima volta. Se quegli zucconi non la capiscono, che si arrangino... Ora vedremo cosa succede.”

In silenzio, all'ombra del leccio, i due cinghiali ripresero a scavare con muso, zanne e unghioni, i deliziosi bulbi degli asfodeli.

Oreste Pautassooreste

 

MINI-QUIZ

Qualcuno potrebbe mettere in dubbio che, nottetempo, sia possibile, perfino ad un super-cinghiale, posizionare ora per ora con precisione, le piastrelline in modo che di giorno indichino le ore solari.

Bisogna però tenere conto della data in cui si è svolta l'azione...

Qualcuno di voi, lettori, ha idea di come ciò sia possibile? Chi lo desidera può dircelo nei commenti, tutti gli altri possono leggere la seconda puntata...

 

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QUI le istruzioni per costruire una meridiana con le vostre mani

QUI la spiegazione della differenza tra il tempo solare e quello legale

QUI i sistemi di coordinate celesti

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