29/09/18

Dante-Riemann-Einstein: Dio e il Big Bang (1B) - La nascita dell'eresia *

Questo articolo fa parte della serie "Dante - Riemann - Einstein: Dio e il Big Bang" che è stata inserita nelle sezioni d'archivio "Cosmologia" e "Arte, letteratura e storia della scienza"

 

L’eresia e i massacri di chi veniva giudicato tale, permeano tutta la storia del medioevo cattolico, prolungandosi ben oltre il rinascimento. Il suo culmine è forse la condanna al rogo di Giordano Bruno, ma ragionando globalmente, e con mente libera e razionale, è facile dedurre che essa ha sicuramente imposto un ristagno culturale terribile, interrompendo il progresso scientifico, cancellando fisicamente qualsiasi mente desiderosa di ampliare le conoscenze. Si salvarono solo quei pochi che riuscirono a mascherare abilmente la propria visione rivoluzionaria, arrivando a limiti del tutto incomprensibili per la mediocrità intellettiva di chi doveva giudicare.

Prefazione

Ciò che stiamo per scrivere corrisponde al nostro personale pensiero e alla nostra personale interpretazione. Ovviamente, molti altri studiosi di importanza ben maggiore hanno dato il via a questa lettura della chiesa cristiana d’occidente: non è quindi tutta farina del nostro sacco. La chiesa fonda le sue basi essenzialmente sulla Bibbia, una “scrittura” probabilmente mai scritta realmente e profondamente elaborata dagli stessi che ne hanno poi fatto la loro legge assoluta. Questo dato di fatto non può che sollevare molti interrogativi e dubbi in chi abbia voglia di analizzare la storia con la massima imparzialità possibile, indipendentemente dalla sua fede e dalle sue convinzioni religiose.

Tuttavia, capiamo benissimo chi vorrà confutare questo scritto, ma ci preme ricordare che ciò che diremo sarà essenzialmente solo una constatazione di fatti storici, cercandone, però, una lettura anche “alternativa”. Lettura difficile, sicuramente, in quanto i documenti scritti sono stati quasi completamente distrutti. Dare voce anche agli scettici e alle loro idee è una delle regole fondamentali di questo Circolo che vuole essere aperto e libero nelle proprie espressioni di pensiero, in un presente che ricorda fin troppo molte situazioni che cercheremo di descrivere al meglio.

Eresia

Eretico sarà chi accenda il rogo, non già colei che vi brucerà dentro!
(William Shakespeare)

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La parola chiave di questo lungo articolo, che ci porterà ad unirci strettamente al concetto di ipersfera (la cui trattazione matematica e geometrica la trovate negli articoli di questa serie contrassegnati dalla lettera A, a partire da QUESTO), è sicuramente ERESIA. L’origine del nome è greca e il suo significato tutt’altro che negativo, riferendosi al verbo “prendere” o “scegliere”. Eretico è quindi chi sceglie qualcosa al posto di qualcos’altro, in perfetta sintonia con le scuole di pensiero greche. Ad esempio, i Pitagorici formavano una scuola… eretica.

Perfino in ambito già cristiano, il nome mantiene, all’inizio, il concetto positivo di colui che è in grado di scegliere tra più possibilità. Solo nelle Lettere del Nuovo Testamento il termine inizia a essere usato per coloro che si discostano dai dogmi di una certa religione. Infine, intorno al 100 d.C. chi viene giudicato eretico può facilmente subire una condanna. Ovviamente, l’eresia è un concetto del tutto soggettivo che si basa su un certo numero di credenze indiscutibili per atto di fede.

Karl Rahner, gesuita e teologo (1904-1984), la definisce perfettamente sotto il profilo ecclesiastico e giuridico: “Eretico è colui che, dopo il battesimo, e conservando il nome di cristiano, ostinatamente si rifiuta o pone in dubbio una delle verità che nella fede divina e cattolica si devono credere”. Il che confina gli eretici nel ruolo di cristiani che si rifiutano di accettare i dogmi del cattolicesimo. E’ proprio nell’ambito della chiesa cattolica, quindi, che si sviluppa, intorno al XII secolo, una guerra senza quartiere verso gli eretici fino ad arrivare alle stragi e alle crociate contro gli stessi cristiani e alla creazione del nefasto tribunale dell’Inquisizione.

La chiesa cattolica, con tutte le sue deviazioni rispetto all’insegnamento di Cristo, aveva la necessità impellente di cancellare completamente il confronto delle idee, soprattutto di quelle che proponevano innovazioni di qualsiasi tipo, sia spirituale che pratico. La vera grande vittima era, perciò, il libero pensiero, la ricerca filosofica e scientifica: non più discussioni che mostrassero la verità o la falsità di un'opinione, ma semplicemente scomuniche di posizioni non allineate e distruzione fisica di chi ne era portatore. Si doveva “bruciare” l’eresia, proprio per la sua essenza stessa di libera scelta. D’altra parte, le condizioni socio-economiche del popolo erano scese così in basso da limitare la visione della scienza a una superficiale e ingenua descrizione della Natura.

La scienza e la cultura dopo Tolomeo

Alessandria d’Egitto, una vera perla dell’eccellenza scientifica ai tempi di Tolomeo, fa già parte di un impero romano in cui la religione cristiana avrebbe da lì a poco preso il sopravvento diventando la sola, unica e obbligatoria.  Una religione che si rivolge ai poveri, agli schiavi e ai derelitti, facilmente manipolabili da parte di chi inizia a esercitare il potere religioso, fondato solo e soltanto sulla Bibbia. Un potere che diventa sempre più esteso e rigido, ben lontano dalle parole del Vangelo. Un potere che vuole tagliare tutte le radici con le culture precedenti, in quanto frutto di pensiero pagano, ma anche perché “é sempre meglio non far pensare, ma imporre con il terrore la cieca obbedienza”.

Una delle illusioni che il Cristianesimo portava con sé nelle epoche della persecuzione romana  muore non appena la chiesa assume il potere. Non è assolutamente vero che tutti gli uomini sono uguali e  resta inevitabile la schiavitù. In questo senso si esprimono molti padri della chiesa tra cui Agostino d’Ippona (IV sec. d.C) più noto come Sant’Agostino: "Se qualcuno, sotto il pretesto di pietà, incita lo schiavo a disprezzare il suo padrone, a sottrarsi alla schiavitù, a non servire con buona volontà e rispetto, anatema sia su di lui". Praticamente tutti gli ecclesiastici a titolo individuale, e la chiesa stessa come istituzione, disponevano di una moltitudine di schiavi.

E più che ovvio, che la scienza del Cosmo perda quasi improvvisamente di importanza rispetto a un mondo al cui centro c’è l’uomo, il cui unico scopo deve essere quello di cercare di entrare, dopo la morte, tra gli eletti ammessi al Cielo e non certo di sapere come è fatto il Cielo. E tutto si basa su dogmi che dettano le regole per trovare la via verso il Paradiso. Una modo molto “moderno” per favorire i ricchi, che possono anche pagarsi le "vie" più comode e sicure e, nel contempo, spaventare  e schiavizzare il popolo con visioni mostruose del peccato: ricordiamoci i portali delle cattedrali romaniche e, in particolare, i bestiari della Charente (dipartimento francese della regione Nuova Aquitania). L’obbedienza più cieca è obbligatoria e l’uomo ignorante e spaventato è sempre il più obbediente.

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D’altra parte, è indubbio che la Bibbia racconti una visione malefica del mondo. Parliamoci chiaro, l’uomo sembra essere stato creato per vivere in uno zoo, per bello e lussureggiante che sia. Appena ruba una mela (come non ricordare Benigni?), che assume il significato di “ambire alla conoscenza”, viene cacciato senza possibilità di perdono, se non nel mondo dell’aldilà. Dio non tarda a instaurare la guerra e la violenza come basi della vita umana: tra i primi due fratelli  si verifica subito l’assassinio come gesto di imposizione di superiorità. Detto con un filo di voce, a questo punto, fossi stato Dio, mi sarei chiesto: “Dove ho sbagliato?”.

Le sacre scritture continuano con punizioni e distruzioni. Le piaghe d’Egitto con la morte terribile di migliaia di innocenti, giudicate necessarie e accettabili per la libertà di un popolo considerato portatore della verità. Tuttavia, un popolo molto poco convinto delle proprie regole divine, se bastano pochi giorni di assenza del loro capo Mosè per farlo ripiombare nel culto pagano del vitello d’oro. Sodoma e Gomorra vengono rase al suolo senza curarsi se tra gli abitanti sicuramente ci sia qualcuno che tale non è… e si dà la salvezza solo agli amici degli amici. Stessa cosa per Noè, che, inoltre non perdona il figlio che l’ha visto nudo. Ma la lista delle carneficine e delle distruzioni compiute in nome di Dio sarebbe lunghissima...

Se affrontata con la giusta serenità di spirito e con la mente libera da preconcetti, la Bibbia mostra un Dio crudele, punitivo, anche arrogante (ricordiamo la sceneggiata del sacrificio di Isacco), il cui scopo principale non è la bontà, ma il mantenere una sudditanza completa da parte dell’uomo, capace solo di nefandezze (ma chi lo aveva creato? Non poteva fare di meglio? Un minimo di senso di colpa per un’opera sicuramente imperfetta…?).

La chiesa e i suoi “padroni” hanno, perciò, buon gioco a spaventare e a punire, ritagliandosi pezzi di potere sempre crescenti. Un periodo che, volenti o nolenti, credenti o non credenti, non può non lasciare sentimenti contraddittori e ambigui. Ma non è questo il luogo per valutare la Bibbia e i suoi insegnamenti, siano essi seguiti perfettamente o travisati per scopi ben poco “divini”. A noi interessa solo capire che una chiesa siffatta, desiderosa di respingere qualsiasi conquista del pensiero umano precedente, non può che condurre a un periodo di morte scientifica e culturale.

Rispetto all’epoca classica, in pieno sfavillio nel periodo ellenistico (ricordiamoci che, per quanto errata, la visione del mondo tolemaico resta un grande capolavoro, pronto a essere migliorato e “velocemente” elaborato), il medioevo cristiano rappresenta una regressione completa. Un regressione particolarmente “pesante” nell’Europa occidentale.  Se si considera l'Impero romano d'Oriente e i suoi contatti con la civiltà araba che in gran parte digerisce sapientemente gli insegnamenti grecisi capisce perfettamente che in quella regione si è a livelli di molto superiori. La regressione culturale a cui si accomuna il Medioevo è soprattutto localizzata in una parte del vecchio Impero Romano d'Occidente, ove, tuttavia, è accentrata la storia che si impara nei libri di scuola.

Come già menzionato, anche personaggi del calibro di S. Agostino, che passa la gioventù ad Alessandria d’Egitto (e diciamo poco…), accantonano il problema del Cosmo giudicandolo del tutto inutile per salvare la propria anima. Si arriva addirittura a riformulare la forma del mondo e a rendere ufficiale l’idea della Terra piatta.

Anticipando il ruolo che avrà la donna sia tra i catari che nello stesso Dante (come probabile conseguenza) non si può non ricordare, a titolo di esempio, in qualche modo precursore di ben più colossali ed empie nefandezze, l’astronoma e filosofa Ipazia di Alessandria, vissuta nel IV secolo d.C. Essa venne perseguitata della chiesa fino alla morte, in nome della sua passione per la scienza, la libertà e la ricerca della verità.

La sua unica colpa era non solo di essere donna, ma anche donna estremamente attiva nel dibattito scientifico dell’epoca, che arditamente si pronunciava contro il modello geocentrico di stampo tolemaico, che poneva la Terra al centro dell’Universo e che ai tempi era ritenuto la teoria consolidata, a favore del modello eliocentrico, con il Sole centrale, che si rifaceva invece ai vecchi e dimenticati studi di Aristarco.

Ipazia venne, ovviamente, accusata di stregoneria, nonché diffidata in quanto pretendeva di insegnare agli uomini. E il vescovo disse: "Sia lapidata a morte". Un gruppo di monaci andò oltre... la trascinò in una chiesa dove venne uccisa a colpi di conchiglie affilate. Ancora viva, le furono cavati gli occhi come punizione per avere avuto la presunzione di studiare il cielo. Fu, infine fatta a pezzi e bruciata. E' interessante notare che Raffaello la inserì nel suo affresco della Scuola di Atene, unica donna tra soli uomini...

Ipazia d'Alessandria. Raffaello, Scuola d'Atene
Ipazia d'Alessandria (Raffaello, Scuola d'Atene)

Si devono aspettare gli arabi per riprendere coscienza degli scritti greci e per introdurre la matematica. Ricordiamo anche che gli insegnamenti e i problemi di Pitagora raggiungono sia l’India che la Cina, ma non il mondo occidentale governato (ormai in modo totale e imperioso) dalla chiesa. La stessa visione aristotelica del Cosmo, che viene considerata normalmente la base del dogma cristiano, viene accettata dalla chiesa e poi resa legge divina solo a seguito dell’opera di divulgazione di Tommaso d’Aquino (XIII secolo). Quella struttura, attraverso poche manipolazioni teologiche e malgrado i suoi ovvi limiti, va benissimo per la chiesa e guai a chi se ne discosta.

La forza del pensiero scientifico si basa proprio sul non riconoscere nulla come dogmatico e sull’essere sempre pronti a modificare o a rigettare ogni teoria se l'osservazione o il ragionamento ne dimostrano l'inconsistenza. La chiesa imponeva, invece, l'esistenza di una idea assoluta di verità (e ciò faceva molto comodo al potere e alla ricchezza).

Ne segue che anche nelle prime fasi della nuova legge divina basata solo sulla Bibbia, la lettura dei vangeli non può non creare problemi di incomprensione e di stordimento nelle classi meno agiate (in fondo, quelle agiate stavano bene anche con la chiesa da cui traevano benefici sia spirituali che corporali). Cristo ha predicato la bontà, la fratellanza, l’uguaglianza, il perdono, il sacrificio, mentre la chiesa fa proprio l’opposto. Qualcosa non va per il suo verso ed ecco nascere, soprattutto nelle regioni più vicine all’oriente e alle tradizioni greche e arabe, i primi movimenti di ribellione attraverso una presa di coscienza sempre più chiara che si estende velocemente verso buona parte dell’occidente, nelle zone ancora non completamente oppresse dalla chiesa ormai sempre più diretta alla conquista del mondo conosciuto.

Prima di analizzare con maggior dettaglio i passaggi che hanno probabilmente influito sul pensiero di Dante, fateci presentare un rozzo schema dell’evoluzione della cultura scientifica dell'Occidente dagli antichi fino ad oggi. In questo contesto, ciò che poi verrà chiamata magia e stregoneria potrebbe in minima parte rappresentare gli sforzi fatti per tornare sulla strada del progresso scientifico. Gli alchimisti sono i precursori della chimica, ricordiamolo… Molti, ovviamente, ne hanno approfittato per scopi non sicuramente puri e sinceri, ma alcune menti fulgide, probabilmente del tutto sconosciute, potrebbero essere state distrutte sul nascere per evitare che la voglia di conoscenza e di libera ricerca tornasse sul suo giusto percorso.

L'evoluzione della cosmologia (e del pensiero scientifico, in genere) subisce un drastico altolà a partire dal 400 d.C., per terminare abbastanza velocemente nel '600. Una stasi ottenuta con la violenza e il potere della Chiesa. Probabilmente, la strada interrotta potrebbe essere ricostruita parzialmente solo conoscendo a fondo le menti annullate rapidamente come eretiche, e molti etichettati come maghi, streghe e alchimisti vari.

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Fortunatamente immuni da questi dogmi (o, almeno, influenzati solo riguardo alle tematiche) sono state le arti figurative. Esse sono riuscite a evolversi e a creare capolavori indiscussi sia in architettura che in pittura e scultura, fino a giungere alla rivoluzione rinascimentale.

Nel seguito descriveremo con maggior dovizia di particolari l'origine e l'espansione dei catari, il movimento eretico più importante, praticamente azzerato da una vera e propria crociata e da terribili eccidi. Proprio i catari, il loro sviluppo e la stretta connessione con la lingua d'oc hanno probabilmente portato alla visione dantesca dell'Universo.

Barbara e Vincenzo Zappalà, ossia... gli eretici!

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