01/01/19

Raggiunto Ultima Thule: NEW! (ore 11 del 3/1/19)!

Ormai ci siamo. Basta aspettare qualche ora e un nuovo mondo ghiacciato ci apparirà da una distanza di poche migliaia di chilometri. Un inizio d'anno veramente col botto! GIORNO PER GIORNO AGGIUNGEREMO LE NUOVE IMMAGINI!

New Horizons è arrivato a Ultima Thule, ma dovremo aspettare un po' di tempo per avere le immagini del passaggio ravvicinato. Accontentiamoci di ciò che è stato ripreso il 30 dicembre, a una distanza di circa 2 milioni di chilometri. L'immagine è composta da solo tre pixel, ma sufficienti a mostrare una forma allungata, in linea con le occultazioni. Perché allora una curva di luce senza variazioni? A questo punto sembrerebbe veramente che si stia vedendo l'oggetto (o gli oggetti?) lungo la direzione del polo, oppure, aggiungo io, la rotazione è talmente lenta che le variazioni di luce si manifestano su intervalli di giorni. Va beh... è inutile continuare a fare speculazioni. Ormai è questione di ore e poi si vedrà Ultima Thule con tutti i dettagli del caso. A più tardi...

Vedete la differenza tra gli studi sui piccoli corpi del Sistema Solare e quelli, ben più osannati, degli oggetti più esotici dell'Universo? Su questi ultimi si possono fare tante teorie, sperando che i telescopi non riescano a risolvere i dubbi e a smontarle. Per gli asteroidi & co, ogni teoria è subito messa alla prova dalle sonde interplanetarie. Dura vita quella dei planetologi teorici!

L'immagine di Ultima Thule ripresa il 30 gennaio da una distanza di circa 2 milioni di chilometri. A sinsitra l'immagine grezza e a destra quella elaborata. Di sicuro è un oggetto allungato o una coppia di oggetti (almeno). Fonte: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute
L'immagine di Ultima Thule ripresa il 30 dicembre da una distanza di circa 2 milioni di chilometri. A sinistra l'immagine grezza e a destra quella elaborata. Di sicuro è un oggetto allungato o una coppia di oggetti (almeno). Fonte: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute

Risolto il problema della curva di luce piatta: l'oggetto è molto allungato o doppio, ma è proprio visto lungo la direzione dell'asse polare. Le tre immagini prese da circa mezzo milione di chilometri mostrano chiaramente la rotazione!

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Ed ecco la prima immagine da distanza abbastanza ravvicinata (circa 28 000 km) ripresa circa mezz'ora prima dell'incontro vero e proprio (distanza minima). Come ormai siamo abituati a vedere, esso è composto da due sfere a contatto (come previsto dalle occultazioni... bravi!!!). Un sistema binario decaduto? Probabilmente no... forse un'immagine di ciò che capitava al vero inizio del sistema solare, quando la velocità di incontro tra planetesimi era molto bassa e costruttiva. Una finestra su ciò che capitava pochi milioni di anni dopo la nascita del Sole? Se fosse così, avremmo scoperto una vero e proprio fossile vivente.

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Per parecchi giorni e forse mesi arriveranno nuove immagini (ce le manda con il contagocce...) e vedremo con chi abbiamo veramente a che fare. Teniamo presente che è in atto una manovra per far passare questa missione come storica a tutti i costi. Cercheremo di valutare bene la sua effettiva unicità...

Secondo il team di New Horizons la faccenda dovrebbe essere riassunta dalla figura che segue, relativa all'epoca di formazione dei planetesimi. Secondo me, però, la stessa configurazione potrebbe essere stata causata da un evento distruttivo e un successivo assemblaggio dei frammenti con sistema binario decaduto. Sarebbe bello poter sapere ogni quanto tempo è previsto un urto catastrofico per un oggetto in quella posizione e con quelle dimensioni (basta un piccolo proiettile...). Così a occhio direi che i tempi scala per una collisione sono nettamente più bassi dell'intera vita del Sistema Solare... Un analisi approfondita della superficie potrebbe far decidere... Stiamo a vedere...

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QUI trovate tutti gli articoli sulla missione New Horizons

 

 

8 commenti

  1. Leandro

    Siamo curiosi di vedere se le rappresentazioni fantasiose che sono state pubblicate siano o meno aderenti alla realtà.  Una piccola domanda: quanti secondi di arco sottende il sole da quella distanza? Dalle foto sembra che sia molto illuminato.

  2. molto rozzamente, ci troviamo a 6.5 miliardi di km dal Sole, che ha un diametro di circa 1.3 milioni di km. Da cui... o,o1 gradi, ossia 41 secondi d'arco... se non ho sbagliato qualcosa... :wink:

     

  3. Leandro

    Quindi essendo il sole visto dalla terra sotteso con 32 minuti, saremmo intorno a un diametro di 1/50 circa rispetto alla terra. Molto piccolo, però l asteroide sembra molto luminoso.

  4. SuperMagoAlex

    Come forma mi ricorda la cometa su cui si è disperso il povero Philae.

     

  5. Sì la forma a doppia sfera sembra molto comune... ma, in questo caso, dovrebbe essere un incontro a bassa velocità primordiale. Negli altri casi ci sarebbe stata la sequenza: urto violento --> creazione di un sistema doppio -->decadimento orbitale. In questo caso invece la sequenza sarebbe unica: incontro a bassa velocità di due planetesimi e aggregamento invece di distruzione... Ma è ancora tutto da studiare e capire... Ad esempio: perché è rimasto intatto anche nel resto della sua vita e nessun impatto lo ha distrutto? Le collisioni nella Kuiper Belt sono piuttosto frequenti...

    Per parecchi giorni e forse mesi arriveranno nuove immagini (ce le manda con il contagocce...) e vedremo con chi abbiamo veramente a che fare. Teniamo presente che è in atto una manovra per far passare questa missione come storica a tutti i costi. Cercheremo di valutare bene la sua effettiva unicità... :wink:

  6. Lorenzo

    Ciao Enzo,
    quindi le evidenze ci portano a pensare che questa forma a doppia sfera sia piuttosto comune, invece del classico "bitorzolo" di forma più compatta.

    Tu pensi che gli fra gli oggetti della Kuiper Belt, della Nube di OOrt e piu in generale fra gli oggetti piccoli e freddi della galassia questa possa essere la forma dominante o e solo un caso?

  7. caro Lorenzo,

    mah... non so... Bisognerebbe misurare la densità e capire se sono dei "rubble pile" o dei veri massi. Nel primo caso potrebbe veramente essere il prodotto finale di una collisione che si è prima agglomerata in due corpi maggiori orbitanti e poi decaduti. Tutto dipende anche dai tempi scala dell'evoluzione collisionale nella fascia di Kuiper. Il periodo lento di rotazione potrebbe non far pensare a un preliminare fissione in due corpi e poi al decadimento. Ma, ripeto: molto dipende dalla densità (corpi composti da frammenti e quindi con grandi vuoti interni, assimilabili a dei fluidi) e dalla probabilità di collisione in quella zona... Certo è che di asteroidi doppi ne esistono tanti, più o meno decaduti in due sfere accostate...

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