11/02/21

Una lunga attesa *

Questo articolo è inserito nella pagina d'archivio "Record cosmici"

 

Tra il serio e il faceto salutiamo l'ingresso del più lontano oggetto del Sistema Solare osservato finora.

Un vostro carissimo amico, amante sfrenato dei lunghi viaggi, vi ha comunicato che un certo giorno, a una certa ora, vi manderà un segnale dal luogo più lontano che abbia mai visitato. Lui è puntualissimo, ma voi cominciate a nutrire seri dubbi in proposito. Quando ormai state per perdere le speranze, ecco finalmente il segnale! "Era ora", dite fra voi, "Alla faccia della puntualità! La bellezza di oltre 18 ore di ritardo...". Avete entrambi ragione e non è difficile scoprire dove si trova il vostro amico: su un oggetto "nuovo" di zecca (o quasi...) che dista circa 132 Unità Astronomiche da voi.

Il suo nome è ancora del tutto provvisorio, in attesa di una decisione ufficiale, ma la dice giù lunga: Farfarout che, tradotto, sta per "molto, molto lontano". Eh sì, il vostro amico si trova sul corpo trasnettuniano, dalla sigla ufficiale 2018 AG37, al momento l'abitante del Sistema Solare osservato alla massima distanza da noi.

Dobbiamo dire che ha passato un paio di anni di lotta dura contro un fratello altrettanto desideroso di avere il primato, dalla sigla 2018 VG18, scoperto pochi mesi dopo. In un primo momento sembrò essere proprio quest'ultimo il più lontano e ricevette  il soprannome di Farout, ossia "molto lontano". Le osservazioni successive, però, diedero ragione al primo che è stato premiato con un "far" in più. Una rapida considerazione personale: speriamo che non ne arrivino di nuovi proprio in questo periodo, altrimenti si rischia una lista di "far" da sembrare  "balbuzienti"! Immaginatevi questo colloquio: "Sai, Farfarfarfarout sembra più lontano di Farfarfarout, ma sicuramente meno di Farfarfarfarfarout..." o cose del genere. Va bene torniamo seri e diamo qualche notizia in più.

Ovviamente, il fatto di scoprire un transnettuniano più lontano di qualsiasi altro scoperto finora ha un interesse molto relativo dal punto di vista scientifico. Sappiamo benissimo che ne mancano all'appello un numero enorme e che la loro scoperta dipende molto dalla posizione che hanno nell'orbita e dalla loro grandezza (ammettendo che abbiano tutti la stessa riflettività, cioè "albedo"). Passi in  avanti si sono fatti grazie soprattutto al diametro dei telecopi usati, come il Subaru e il Gemini North, ma siamo pur sempre a magnitudini veramente grandi.

Forse ancora più "ridicolo" del nome provvisorio è il fatto che ci si stia già preoccupando se i due fratellini possano essere considerati "piccoli corpi" o "pianeti nani". Per Farfarout si stima un diametro di circa 400 km e quindi dovrebbe restare sul piedistallo più basso, mentre per Farout vi sono speranze che con i suoi (forse) 500 km possa entrare nella categoria superiore. Beh... ridiamoci su, dato che abbiamo parlato molte volte dello scarso valore scientifico di questa classificazione, nata, quasi solo e soltanto, per "salvare" al meglio l'americano Plutone...

Qualche considerazione un po' più seria... Quando è stato scoperto Farfarout, il primo, si è basata la sua posizione e la sua orbita mooolto preliminare su due osservazioni eseguite a distanza di un solo giorno, come vediamo nella coppia di immagini sovrapposte della figura che segue

Le immagini di Farfarout del 15 e 16 gennaio 2018, prese al telescopio Subaru, sono state sovrapposte per evidenziare lo spostamento di Farfarout. Fonte: S. Sheppard

Due osservazioni separate da un solo giorno contro un periodo orbitale che dovrebbe superare i 1000 anni. Uno spostamento quasi impercettibile che non può dare che stime estremamente approssimate. Oggi, dopo almeno circa tre anni di osservazioni, le cose vanno un po' meglio, ma le incertezze rimangono molto alte. Ci permettiamo comunque di visualizzare le due orbite nella figura che segue, dove si riportano anche i più importanti elementi orbitali calcolabili al momento (tre anni su 1000 restano un intervallo veramente piccolo!).

Si può notare che Farfarout dovrebbe attraversare l'orbita di Nettuno e ciò comporterebbe che l'orbita potrebbe subire cambiamenti anche drastici nel lontano futuro. D'altra parte, eccentricità così alte sono quasi sicuramente state raggiunte a causa degli "strattoni" dinamici dell'ultimo vero pianeta (almeno per adesso...).

Va bene, la notizia è stata data e aspettiamo con pazienza e un po' d'ironia il prossimo "Far", sempre in vibrante attesa del nono pianeta.

P.S.: Attenzione a non confonderci. Stiamo parlando della massima distanza a cui è stato osservato un oggetto del Sistema Solare e non dell'oggetto che raggiunge la massima distanza da noi. Infatti, molte comete che arrivano su orbite quasi paraboliche o addirittura iperboliche raggiungono distanze ben maggiori.

 

2 commenti

  1. Mario Fiori

    Mi ha sempre affascinato l'estremo settore del  nostro Sistema Solare e seguo sempre volentiere notizie che giungano da quelle parti.Capisco che non sarà facile e che "politicamente" non rende ma una più decisa esplorazione di quellazona con qualche sonda sarebbe sicuramente interessante.

  2. Beh... nel suo piccolo è quello che ha fatto e spera ancora di fare New Horizons... Sai, Mario, una missione così lunga e decisamente complessa non è cosa di tutti i giorni. Magari, se si scoprisse il nono pianeta, la pianificherebbero...

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