19/01/22

La favola del carbone *

Questo articolo è una delle tante "ciliegine" che potete gustare QUI

 

"La Terra è malata, addirittura morente e noi dobbiamo cercare di salvarla dopo averla ridotta in uno stato veramente pietoso". Quante assurdità in una sola frase. L'evoluzione geologica e biologica della Terra è stata un'avventura eccezionale che ha visto il nostro pianeta e i suoi abitanti cercare di utilizzare sempre al meglio le risorse e trarre beneficio anche dai fenomeni più estremi a cui sono andati incontro. Innanzitutto, la Terra ha saputo trasformarsi, sempre in piena salute, per assorbire l'energia del Sole, difendendosi attraverso atmosfera e campo magnetico dalla pioggia di raggi cosmici che provenivano dallo spazio. Un pianeta la sa lunga e sa come fronteggiare una storia evolutiva che ha ben quattro miliardi e mezzo di anni.

Perché ha continuato a mutare? Volendo veramente entrare in una favola, potremmo dire che l'ha fatto per permettere l'evoluzione della vita. In realtà, sarebbe più giusto dire che la vita ha soltanto cercato di adattarsi ai cambiamenti terrestri, addirittura traendone sempre nuovi benefici per progredire e diventare sempre più complessa. Tuttavia, certi cambiamenti che avvenivano sulla Terra hanno rappresentato ostacoli da superare. A volte, la vita ha dovuto radicalmente cambiare e/o restare in attesa, quasi dormendo.

Oltretutto, non solo la Terra proponeva nuovi scenari, ma era aiutata in ciò da fenomeni di origine esterna. Pensiamo agli impatti con asteroidi e comete, a qualche esplosione di una supernova particolarmente vicina o a momenti agitati della sua stella. La Terra ha imparato ad affrontare questi eventi e ormai ha un'esperienza enorme. La vita ha dovuto seguirla, ribaltando certe regole che sembravano ormai ben radicate e, in certi casi, ricominciare tutto da capo, pur mantenendo la memoria di dove era già arrivata. Insomma, è la Terra che trascina con sé l'evoluzione della vita biologica e non certo la vita biologica che condiziona l'evoluzione e le decisioni di un pianeta.

Durante questa lunga e movimentata vita in comune ne sono successe di cose... momenti che sembravano dire "alt" all'evoluzione biologica, altri che ponevano ostacoli che la stessa vita aveva creato. Non parliamo solo dei momenti di completa glaciazione o di sparizione completa del ghiaccio, di esplosioni vulcaniche parossistiche o di scuotimenti della crosta, ecc. , ma anche di mutazioni della stessa vita capaci di porre grandi problemi a se stessa. E la Terra, in fondo, stava a guardare...

Tra tanti episodi del genere ve n'è uno forse poco conosciuto, ma che è stato sfruttato (e forse dovrà ancora esserlo) dalla forma più evoluta (teoricamente), ossia la specie umana.

Torniamo a circa 360 milioni di anni... animali e piante prosperano. Queste ultime, poi, hanno messo a punto una strategia eccezionale, ossia quella di riuscire a catturare il carbonio dall'anidride carbonica, rilasciando ossigeno. Un vantaggio enorme per loro, ma anche per le altre forme di vita. Il tutto è perfettamente inserito in un ciclo perfetto: le piante sfruttano il carbonio per crescere  e poi lo restituiscono al suolo all'atto della loro morte. Una restituzione che aiuta le nuove nascite e che è abilmente velocizzato dai funghi e dai batteri.

Le piante hanno creato molecole complesse che, ora, si spezzano nei loro componenti più piccoli, attraverso una decomposizione perfettamente elaborata. Un ciclo che si ripete con la gioia di molti. Tuttavia, le piante vorrebbero durare di più, resistere al meglio a condizioni critiche esterne... insomma essere molto più resistenti. Ed ecco, allora, che si inventarono un polimero organico molto pesante, adatto allo scopo: la lignina. Il nome la dice lunga, dato che stiamo veramente parlando del... legno. Alle piante si uniscono gli alberi, di tutti i generi e di tutte le stazze.

Un'enorme conquista per le piante, ma questa "rivoluzione" influisce sul resto della vita? La lignina può ancora essere decomposta dai batteri e dai funghi per ripristinare le condizioni iniziali? No, non può. I funghi e i batteri sono colti di sorpresa e perdono la loro capacità fondamentale. Questa lignina non è cibo per loro...

Sappiamo, però, che la vita non si piange addosso, non ne ha tempo, deve continuare a correre. Dopo circa 60 milioni di anni, ecco nascere nuove generazioni di funghi e batteri, finalmente in grado di agire anche sul legno. Ma cosa succede in quei 60 milioni di anni? Gli alberi muoiono e si decompongono, ma solo parzialmente. Il legno rimane intatto o quasi. Piano piano si deposita al suolo e viene ricoperto da strati alluvionali. In poche parole tutta la Terra emersa si copre di uno strato di carbone, ossia di lignina, che viene poi fossilizzata.  Finito questo "breve" intervallo, il lavoro dei batteri e dei funghi riprende e anche il legno riesce a essere decomposto completamente.

In poche parole, tutto il carbone che esiste sulla Terra è stato fabbricato in soli 60 milioni di anni. Oggi è un nemico dell'uomo, ma quanto è stato utile per la sua sopravvivenza!

9 commenti

  1. Mario Fiori

    La tua descrizione caro Enzo è perfettamente comprensibile. L'evoluzione della Terra ha permesso la vita ed  essa ha saputo adattarsi uscendo anche da momenti di forte sofferenza. L'unica cosa che sicuramente l'essere umano sta facendo di sbagliato (forse effettivamente non l'unica ma comunque una veramente importante) è appiccare il fuoco e distruggere le piante che appunto sono le vere guardie che mantengono, cibandosene, l'anidride carbonica in giusto equilibrio, sempre che ce ne sia bisogno e sempre tenendo presente , come abbiamo sempre detto, che non è certo tale elemento che compromette la Terra.

    Comunque la creazione del Carbone è stata sicuramente una svolta fondamentale per lo sviluppo dell'Umanità e quindi non va assolutamente sbeffeggiato, sminuito, condannato, dimenticandosi invece di condannare la deificazione di un0'altra invenzione : quella del denaro. Ma questo è un altro discorso.

  2. Eh sì, caro Mariolino... è proprio un altro discorso!!

  3. Daniela

    Favola molto bella e interessante, me ne ha ricordata un'altra che, con l'occasione, ho riletto con piacere. Si tratta della storia di un atomo di carbonio, scritta da Primo Levi nel 1975 ed inserita nel suo libro "Il sistema periodico".

    QUI il libro, a pag. 57 il capitolo sul carbonio (ma vale la pena leggerlo tutto!)

  4. "... la fotosintesi non è solo l’unica via per cui il carbonio si fa vivente, ma anche la sola per cui l’energia del sole si fa utilizzabile chimicamente..."

    Impariamo gente, impariamo...

    Grazie Dany!!

  5. Alberto Salvagno

    Insieme a "Il sistema periodico" di Primo Levi non dovrebbero mancare nella biblioteca di uno scienziofilo anche "Storie naturali" di un certo Damiano Malabaila (che altri non è che lo stesso Primo Levi, consigliato a usare uno pseudonimo per non "offuscare" la sua produzione letteraria ritenuta ovviamente più "prestigiosa") e il divertente "H2O/famosa formula/della sostanza che al mondo trovasi/più in abbondanza" di Alberto Cavaliere “ossia Chimica in versi/in rime distillate/per chi a scuola/fra atomi e elementi/studio' la chimica/con pianti e con lamenti"

  6. Bellissima Albertone! Possiamo ben dire : "Naufragar c'è dolce in terra e in mare..."

  7. Alberto Salvagno

    La poesia di Cavaliere sull'elemento Carbonio è lunga 6 pagine, ma questa è la parte che interessa il carbone:

    poesia sul carbonio

  8. grazie Albertone! Anche il carbone diventa poesia in questo "pazzo" Circolo!

  9. Guido

    Grazie delle segnalazioni, Alberto!

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