01/07/23

Dove sta andando la scienza ?

Vi sarete resi conto che, a parte i miei problemi fisici, il numero di news sta decisamente calando. Se non ci fosse il Webb a tenere alta la Scienza basata su osservazioni di configurazioni mai analizzate prima, direi che la situazione sta proprio degenerando. Vi sono molti esempi atti a valutare questa crisi che ci porta sempre più lontano da Galileo.

Ne cito alcuni, ma sarebbero molti di più. Innanzitutto, il problema della "fretta" e della "visibilità".  Nel giro di pochi anni il numero di pubblicazioni scientifiche è cresciuto in modo spaventoso. Il che farebbe pensare a un miglioramento delle conoscenze. Purtroppo non è così... Pur di arrivare primi a dire qualcosa si usano metodi ben poco galileiani: si ricicla spesso e volentieri l'acqua calda, dimenticando (volutamente oppure no) di citare gli studi precedenti che già avevano raggiunto risultati del tutto equivalenti. Tutto sta nel condire le ricerche con frasi eclatanti, in cui "scoperta", "sensazionale", "imprevedibile", ecc. hanno un ruolo predominante.

Qualche volta si legge, in piccole note, che il lavoro ripete quanto era stato già fatto, ma questa buona abitudine è sempre più rara. Quante volte si annuncia come risultato importantissimo il sapere che non si sa ancora se sono nate prima le galassie o i buchi neri? Eppure vengono sfornati decine di articoli che arrivano alle stesse conclusioni, cambiando (quando lo fanno) si poco il loro approccio. La "fretta" di concludere e di gridare al miracolo comporta spesso e volentieri errori madornali o, ancora peggio, l'utilizzo di dati fasulli.

Sembrerebbe impossibile, eppure capita sempre più spesso. A volte si arriva a puri controsensi che vengono facilmente digeriti dalle persone. Un esempio su un argomento che mi sta molto a cuore... Si dice con enfasi che certe discipline portano al caos, ossia all'imprevedibilità di certi effetti. Ciò comporta la totale impossibilità di creare modelli veritieri che sarebbero basati su dati sicuramente insufficienti. Si entra nel mondo dei sistemi complessi, dove si impara che la Natura è sempre un passo in avanti rispetto a noi. Essa è capace di auto organizzarsi e raggiungere comunque un'armonia per caotica che sia. Proprio lo studio di questa straordinaria auto organizzazione dovrebbe farci capire quanto sia piccolo e trascurabile il contributo umano su certi fenomeni e, invece, gli stessi studiosi dei sistemi complessi cercano di favorire interventi che sanno benissimo essere inutili. Ma così si vuole lassù dove vengono elargiti i soldi per la ricerca,  e dove questa non è assolutamente compresa nei suoi fini più nobili, ma solo in quelli molto pratici: soldi, soldi e soldi!

Vi è poi il problema dei referee. Anche una volta si potevano trovare referee poco utili allo scopo o, in qualche modo, ostili all'autore, ma - in generale- se un articolo conteneva qualcosa di sbagliato non giungeva alla pubblicazione. Oggi la faccenda è molto più intricata e pericolosa. Anche le riviste più prestigiose hanno mostrato gravi lacune, arrivando a pubblicare "lavori" basati su dati fasulli, la cui fallacità è stata scoperta, però, da scienziati esterni alla rete di esperti della rivista. Molti referee non pensano realmente a leggere il lavoro che deve passare la loro ispezione profonda, ma sono più interessati dal fatto che gli autori sotto esame potrebbero facilmente essere, un domani, i referee di un loro lavoro.

Va poi tenuto conto che la scienza in generale è ormai asservita quasi totalmente a un utilizzo che porti  a lucrose speculazioni. I poteri forti non sono certo scienziati e ben poco gli importa delle "vere" scoperte. A loro interessa che vengano fatti esperimenti che gli permettano di individuare "scoperte tecnologiche" capaci di imbonire completamente il popolo medio. E' solo lui quello che compra e spende per riempire le tasche dei grandi burattinai. La parte più grande nel gigantesco "affare" è giocata dai social media, covo di fake news e ignoranza galoppante, ma anche accettata dagli scienziati. Se partecipano al banchetto in modo attivo avranno sicuramente la loro parte e, sicuramente, acquisteranno onori e gloria. A volte basta coniare un nuovo nome, meglio se inglese e incomprensibile, per stimolare la smania di possedere e di sentirsi qualcuno. Ultimamente tutto ruota attorno all'AI (Artificial Intelligence). Tutto ormai è dominato da questa tecnologia che di veramente innovativo ha ben poco. Perfino gli spazzolini da denti funzionano in base all'AI. Affidiamoci a lei e saremmo sicuramente felici!

Oltre ai social, abbiamo così anche i divulgatori "a servizio", capaci di convincere anche i più razionali e riflessivi. La TV ne è piena, così come certe riviste pseudo-scientifiche.

Potrei continuare con gli esempi, ma mi fermo qui anche perché so che non faccio altro che apparire come un povero e stantio Don Chisciotte che scambia le meraviglie odierne per un insieme di giochi fasulli e dannosi.

La mia grande speranza è che, ancora una volta, la Natura sappia auto organizzarsi e rimettere le cose a poso. Sempre che vi sia qualche nuovo Galileo che abbia il coraggio di ricordare cosa è e come opera la vera Scienza. Quando l'homo sapiens capirà che le altre specie che convivono con lui sono ben più progredite (gli alberi vivono più a lungo, hanno una rete informatica enorme, sanno sfruttare al 99% l'energia solare, a tal punto che non hanno nemmeno bisogno di muoversi) e capaci di fronteggiare i comunissimi alti e bassi dl sistema Terra-atmosfera-campo magnetico-Sole, non sarà mai troppo tardi.

Se ci fermiamo a pensare come in nove mesi una sola cellula riesca a organizzarsi a tal punto da crearne miliardi e miliardi, ognuna capace di svolgere un compito eccezionalmente specializzato, le nostre conquiste tecnologiche fanno solo sorridere. Una nuova Scienza ha bisogno di esseri umili, capaci di assecondare nella loro parte più microscopia le leggi della Meccanica Quantistica. La differenza tra specie l'ha creata l'homo sapiens, non è certo una legge della Natura. Fatto sta che gli stormi di uccelli, pur nel completo caos, riescono a ottenere strutture armoniche e organizzate, mentre noi non solo non ci adattiamo e non cerchiamo di collaborare, ma utilizziamo quel poco di intelligenza che abbiamo per distruggerci a vicenda solo per possedere della cartaccia in più nelle nostre tasche.

Una certa  scienza ha permesso di visitare a suon di dollari il fondale oceanico per togliersi il gusto di vedere un relitto famoso e mostrare ancora di più la propria ricchezza. Bene, la Natura ha mostrato chiaramente che di queste pantomime non ne ha assolutamente bisogno.

Mi fermo qui e mi scuso per una delle mie solite "prediche" fuori tempo. Vi consiglio, comunque, la lettura di questo articolo scritto da chi la scienza e gli scienziati li conosce molto bene.

ON BROKEN SCIENCE (di William M. Briggs) - articolo originale

SULLA CATTIVA SCIENZA - articolo tradotto con Google Traduttore

 

1 commento

  1. Fabrizio

    Ho letto l'articolo che hai consigliato. Certamente evidenzia alcuni aspetti critici dell'attuale modo di fare scienza in modo più o meno convincente. Volendo assumere anche che tutto quello che dice Briggs sia convincente, rimane da capire cosa intende proporre.

    Mi sembra simile al dibatto sulla democrazia che fece dire a Churchill: "È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora."

    Forse l'alternativa è mettere tutto sullo stesso piano? Per qualche aspetto mi sembra proprio si vada in questa direzione. Un esempio è la vicenda della biodinamica più volte seguita in questo blog o la qualifica di medicinale data per legge all'acqua pura o quasi pura se marcata come prodotto omeopatico o la vicenda della Xylella.

    Per altro, non tutto quanto dice Briggs è convincente. Sulla falsificazione fa intendere provocatoriamente che alcune teorie bizzarre siano falsificabili, quando non lo sono. Ad esempio l'esistenza dell'uomo delle nevi non mi risulta che sia falsificabile, a meno che non si dica dove mettere la foto-trappola e per quanto tempo tenercela. Anche l'esistenza di alcune particelle credo che siano tra le teorie speculative che sono ancora alla ricerca di una prova eseguibile che possa falsificarle. Ma principalmente dimentica  di dire che se una teoria falsificabile è falsificata, sarà pure scientifica, ma comunque falsa.

     

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