19/12/13

Ascoltando la “radio” si può anche sbagliare di molto *

Recentemente si sono rilevati segnali radio intensi e brevissimi (millesimi di secondo). A cosa sono dovuti? Le loro caratteristiche hanno subito fatto pensare a sorgenti lontanissime e potenti. Finora ne sono state registrate solo sei. Alcune proprietà dei segnali ci dicono che essi devono avere attraversato zone di spazio contenenti elettroni . Se fossero veramente lontane gli elettroni sarebbero sparsi su spazi enormi. Tuttavia, non possono provenire da lampi gamma, perché questi non potrebbero  dare origine a emissioni radio. Si è quindi pensato ad altri fenomeni estremamente energetici come il collasso di una stella di neutroni su un buco nero. In ogni caso è necessaria un’energia spaventosa.

Ma se invece di pensare a cose lontanissime, si guardasse nel giardino di casa? A parità di segnale (sempre che sia spiegabile) l’energia necessaria sarebbe di ben più basso livello. Un discorso troppo semplice per esser vero o -magari- proprio il viceversa. Beh… non sarebbe poi così difficile. Un bel “flare” stellare sarebbe sufficiente e gli elettroni non sarebbero dispersi nello spazio, ma “impacchettati” nella corona stellare. Perché andare alle Maldive quando la Sardegna ha un mare fantastico?

Però… però… bisogna che la Sardegna esista veramente! Se le sorgenti sono stelle della nostra galassia devono trovarsi nella giusta direzione del “messaggio” radio, ma non solo. Solo due tipi di stelle possono produrre normalmente lampi radio: stelle molto giovani e di piccola massa e sistemi doppi di tipo solare, talmente vicini da scambiarsi il proprio inviluppo gassoso. Entrambi i candidati devono, però, mostrare fluttuazioni luminose anche nel visibile. Una lunghezza d’onda ben più facile da investigare. Cercando, cercando, almeno in un caso si è trovato un possibile “colpevole”. Estremamente vicino alla direzione del segnale si è trovato un sistema doppio formato da due stelle di massa solare che rivolvono attorno al proprio baricentro in meno di otto ore: proprio quello che serviva allo scopo.

Altro che miliardi di anni luce, solo 2600. Una su sette non è ancora una garanzia, ma sufficiente a far nascere un ragionevole dubbio. Siamo di fronte a un fenomeno giudicato potentissimo e lontanissimo che può essere ridimensionato a fenomeno galattico? Proprio il contrario di quanto avvenne per i lampi gamma. All’inizio furono pensati appartenere a  fenomeni della Via Lattea e solo in un secondo tempo si spostarono su distanze spaventosamente più grandi.

Malgrado le osservazioni arrivino ormai ai limiti temporali dell’Universo, è ancora possibile scambiare lucciole per lanterne (nel vero senso della parola). In fondo, tutto ciò rende ancora più umana una Scienza che a volte sembra vivere in un’altra dimensione.

Il lavoro originario non è ancora stato pubblicato.

flare solare
Una nuova ricerca suggerisce che I misteriosi lampi radio veloci potrebbero originarsi in stelle vicine piuttosto che da eventi molto più energetici e distanti. L’immagine della figura mostra un “flare” del nostro Sole che assomiglia in qualche modo a ciò che potrebbe causare un segnale come quello osservato. Fonte: NASA

2 commenti

  1. Mario Fiori

    Ma il nostro Sole durante i flare potrebbe emettere onde simili "ascoltabili" nella Via Lattea o solo i sistemi binari stretti come quello trovato?

  2. no, Mario, sembra che solo sistemi stretti possano produrre onde radio di questo tipo. Questa peculiarità è dovuta alla unificazione dei propri inviluppi gassosi che producono lampi di brevissima durata nel loro movimento continuo. Analoga situazione sembra avvenire in stelle piccole di alta instabilità.

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