01/02/15

La Scienza di Rosetta: scoperte o solo conferme? *

Cerco di sintetizzare i vari risultati, facendone una valutazione basata su quello che già si sapeva sulle comete. Premetto che osservare da vicino un corpo planetario, per piccolo che sia, è sempre una grande conquista. Ma, di corpi planetari piccoli ce ne sono tanti e molto più facili da raggiungere. Da una cometa -forse- ci si aspettava qualcosa di più risolutivo sulla formazione delle molecole organiche complesse.

Le prime informazioni riguardano le dimensioni, la massa e la densità. Il lobo più piccolo misura 2.6 x 2.3 x 1.8 km, mentre quello più grande misura 4.1 x  3.3 x 1.8 km. Il volume dell’intero oggetto è di 21.4 km3, mentre la massa è risultata pari a circa 10 miliardi di tonnellate, portando a una densità di 470 kg/m3. Assumendo la cometa composta essenzialmente di ghiaccio d’acqua e polvere (con una densità dell’ordine di 1500-2000 kg/m3), si ricava che ha un interno molto poroso, in cui blocchi di materia, incollati soprattutto per autogravitazione, nascondono grandi spazi vuoti. Insomma, un oggetto del tipo “pile of rubble”, che ben conosciamo già dallo studio degli asteroidi.

La densità media delle comete studiate finora porta a valori di densità dell’ordine di 500 kg/m3  e il fatto di essere in buona parte “vuote” è un’ipotesi già ben consolidata.

La maggior parte dell’emisfero nord è coperto di polvere. Come mai? Beh… il ghiaccio si trasforma direttamente in gas e forma la ben nota chioma. La polvere viene trascinata insieme al gas, ma, ovviamente, a velocità minore tanto da non riuscire a superare la velocità di fuga e ricadere sulla superficie.

Si sono identificate sorgenti di emissione di gas “a getto”, dalla forma a pozzo (come i geyser), la maggior parte delle quali è nella zona del “collo” tra i due lobi, anche se ne sono stati visti un po’ ovunque. Anche questi getti possono aver sparpagliato la polvere creando dune di sabbia soprattutto in corrispondenza dei macigni. Qualcosa di ben conosciuto anche sulla Terra, nei deserti, dove soffia spesso un vento impetuoso. Un processo non certo inaspettato…

La polvere che copre la cometa può essere spessa anche parecchi metri (in modo simile al megaregolite asteroidale) e può isolare sufficientemente bene le zone più interne proteggendo il ghiaccio sotterraneo.  Alcune macchie di ghiaccio, di 15-25 m, “potrebbero” anche trovarsi in superficie. Tuttavia, la maggior parte della superficie è polverosa e ricca di molecole ricche di carbonio. Si presuppone che le possibili macchie di ghiaccio siano state esposte da crolli o collassi di materiale. Il carbonio non è certo un elemento inatteso…

Su scala maggiore, si notano grandi fratture nelle pareti più scoscese. Si pensa che ciò sia principalmente dovuto alla brusca variazione di temperatura che si ha durante il periodo rotazionale di 12.4 ore e quello orbitale di 6.5 anni. Processo ben noto su molti satelliti dei pianeti esterni e non solo.

Rimane, comunque, un mistero la forma a doppio lobo della cometa. Potrebbe essere dovuta all’erosione di una parte della cometa o all’unione di due nuclei cometari separati o a un sistema binario collassato. Insomma: “nessuna idea, buona idea”.

Le immagini finora raccolte hanno mostrato una crescente attività cometaria, da 0.3 litri di acqua al secondo a 1.2 litri. E ciò si nota in funzione della decrescente distanza dal Sole. Sono convinto che andando ancora più vicino al Sole la quantità aumenterà ancora. Scommettiamo?

L’acqua è accompagnata da monossido di carbonio e anidride carbonica, con variazioni nella loro abbondanza. Ah… dimenticavo… si dice anche che la cometa è molto scura, con un albedo di circa 0.06. Insomma, risulta essere più nera del carbone. Quanti anni sono che lo si dice in tutte le salse?

Poi, ovviamente, si conclude, dicendo che il bello deve ancora venire. Basta aspettare, anche se forse Philae non si sveglierà e -se si sveglierà- avrà ben poca energia per trasmettere. Comunque si conferma ancora una volta che, anche così, Philae è stato un  successo.

Va bene, non ci resta che aspettare ed evitare di pretendere chissà che cosa.

Fatemi, però, fare una riflessione non tanto personale, ma generale…

I dati ottenuti finora, più che svelarci un mondo sconosciuto, stanno confermando in pieno ciò che già si sapeva sulle comete. Basta andare a leggere la descrizione dei modelli cometari più moderni. Per cui mi chiedo: “Era proprio necessaria una missione così difficile, costosa e rischiosa per avere conferme di ipotesi già solidamente stabilite?” Inoltre, conoscere con grande precisione le dimensioni, la forma e il terreno di “singoli” oggetti piccoli e soggetti a brusche variazioni morfologiche, è qualcosa di estremamente “particolare” e non “generale”. Ogni asteroide o cometa ha una sua fisionomia scolpita dalla vita passata, ogni oggetto ha una vita diversa. Si voleva questo da Rosetta? Una dettagliata analisi di uno qualsiasi degli innumerevoli corpi minori vaganti nello spazio interplanetario?A me sembra che ci si aspettasse una nuova pietra di Rosetta per capire tutto o quasi sull’origine del Sistema Solare e della vita. O mi sbaglio? Invece di gridare continuamente alla meraviglia bisognerebbe essere onesti e dire: “Finora niente di nuovo e -tanto meno- sconvolgente. Speriamo che la futura attività possa risolvere misteri ben più interessanti”.

Intanto Cerere sta per essere raggiunto… Se ne parlerà e si studierà altrettanto bene? Spero proprio di sì, dato che potrebbe rappresentare un VERO salto di qualità sulla conoscenza delle prime fasi del Sistema Solare, quando i planetesimi avevano appena finito il loro compito di aggregazione. Cerere si è sicuramente preservato meglio di una cometa a corpo periodo. Forse un lander su di lui, capace di scavare e mostrarci le zone sotterranee meno esposte alle radiazioni, sarebbe stato essenziale. Cerere, inoltre, ha una gravità non indifferente e l’ancoraggio sarebbe stato sicuramente più facile…

Continuano, comunque, spunti mediatici su Rosetta. Essa deve essere la più importante missione dell’uomo a tutti i costi e la mancanza di serietà e di sincerità nel non volere ammettere la relativa scarsità di novità ottenute finora ne dà, purtroppo, una visione molto ambigua e poco scientifica. Nessun oggetto del Cosmo può trasformarsi in quello che vorremo che fosse, solo per accontentare media, concorsi e carriere varie…

Alla prossima, mentre il Sole si avvicina…

Le immagini sono ovviamente bellissime, ma avremmo ottenuto un risultato analogo visitando con una spesa risibile un qualsiasi asteroide NEA…

 

1 commento

  1. Mario Fiori

    Che vuoi fare Enzo siamo così, ci piace il sensazionalismo, lo abbiamo sempre detto. Non è che abbiamo fantasia, immaginazione, voglia di scoprire e curiosità, no di certo.
    Sarebbe bello fosse così, e invece pensiamo solo ed esclusivamente ad apparire bravi e se qualcosa va' storto, come può accadere, mistifichiamo, inventiamo e facciamo fessi (scusa la parola) tutti o almeno così pensiamo.
    Comunque sia onore e meriti a Rosetta ed al povero Philae, loro ce l'hanno messa tutta.

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