05/09/16

Riflessioni mattutine sulla vita nell’Universo*

Una semplice chiacchierata basata su pensieri mattutini. Tuttavia, sufficiente a farvi capire perché mi occuperò sempre meno di altre terre, quasi-terre, super- terre e cose del genere.

La quasi-scoperta (potrebbe anche non esserci il pianeta) di una Terra o super-Terra vicinissima a Proxima Centauri ha innescato una volta ancora i soliti discorsi vecchi, stantii e inutili sulla vita dell’Universo. Prendete un forum a caso e troverete discussioni infinite sui soliti argomenti: la vita potrebbe basarsi sul silicio o su altri elementi chimici, la vita potrebbe essere un forma di pura energia, sono troppo avanti per dedicarsi a noi, sono troppo indietro, siamo gli unici, le distanze sono enormi, ecc., ecc., ecc.

Il problema di fondo è che la faccenda ha un interesse veramente secondario (almeno per i nostri tempi).

Partendo pure dal paradosso di Fermi, la soluzione sembra abbastanza ovvia: è troppo poco tempo che abbiamo le orecchie per sentire e la bocca per urlare la nostra presenza. Cosa sono un paio di secoli rispetto ai tempi necessari ai segnali elettromagnetici per spostarsi da un mondo a un altro?

E’ come se tornassimo nel medioevo, quando i segnali venivano inviati otticamente da un castello all’altro. Sistema magnifico… ma avremmo recepito qualcosa se avessimo guardato solo per un centesimo di secondo? Ci vorrebbe una fortuna ultra sfacciata e probabilmente nemmeno saremmo (o sarebbero) in grado di capire se il “segnale” è realmente artificiale o frutto di una strana riflessione luminosa. Ma poi… servirebbe a qualcosa comunicare con una stella che dista centinaia o migliaia di anni luce? Le domande e le risposte, una volta trovata la strategia di comunicazione, sarebbero dilatate fino al limite del completo oblio.

Qualcuno potrebbe dire: “Sì, nessuna vera comunicazione… ma almeno sapremmo di non essere soli!”. Beh… per giungere a questa conclusione non c’è bisogno di aver la prova di San Tommaso. L’Universo ci ha mostrato che i mattoni della vita sono dappertutto e vengono preparati attorno alle grandi fabbriche stellari. Il loro viaggio è continuo e può raggiungere qualsiasi luogo.

Basta dare tempo al tempo…e non si può che essere sicuri che la vita esista ovunque, con le modalità legate alla casa cosmica su cui si è posata ed evoluta.

Quando mai il Cosmo ha preparato qualcosa per poi non usarlo adeguatamente? Sarebbe il primo caso di uno spreco inutile di reazioni chimiche e di trasporti quasi sena fine. No, le stelle hanno il compito innato di produrre elementi che poco servono a loro stesse, ma alle loro amiche lontane e ai piccoli figli rocciosi o liquidi o quello che siano. Non possiamo credere che miliardi di stelle abbiano lavorato e continuino a lavorare solo perché una sola di esse riesca in un processo che noi non conosciamo ancora con esattezza, ma che deve essere di una semplicità mostruosa.

Insomma, personalmente, penso che la vita sia molto comune, ma che le comunicazioni tra forme evolute (?) siano del tutto premature e forse impossibili del tutto.

Non parliamo poi di forme di vita in cui non sia il carbonio a farla da padrone… La chimica organica è quella basata sul carbonio. Non c’è lo dice solo la Terra, ma tutto ciò che si forma attorno alle stelle e che gli ultimi messaggeri (comete e/o asteroidi) portano alla loro ultima destinazione. La vita viene trasportata nel Cosmo come una fiaccola olimpica e l’ultimo tedoforo è un membro del sistema planetario in cui inizierà il ciclo evolutivo.

Non preoccupiamoci più di tanto… dovunque la troveremo essa avrà molte cose simili a quelle che caratterizzano la nostra biologia. Non crediamo, però, che questo sia un enorme vantaggio… Guardiamo quante forme di vita esistono nel nostro pianeta e in quale enorme intervallo di temperatura e condizioni geologiche possono sopravvivere. Noi, ormai, ci siamo abituati, ma alcune differenze sono talmente grandi che se le trovassimo, ovviamente del tutto dissimili, su altri mondi, faremmo fatica a classificarle come vita oppure no.

Abbiamo creato classificazioni e regole legate alla nostra vita, ma temo che esse si scioglierebbero come neve al Sole se volessimo applicarle alla vita esistente attorno a una nana rossa. Da noi la vita è iniziata subito, ma su una stella che ha davanti una vita quasi infinita le cose potrebbero avere tempi ben diversi.

La ricerca delle condizioni di vita su un pianeta anche vicino (per modo di dire) attraverso  misure a distanza dei gas biologici di scarico e delle condizioni atmosferiche e climatiche mi fanno abbastanza ridere. Chi l’avrebbe mai detto, pochi anni fa, che si sarebbe trovata la vita nei laghi salati sotterranei dell’Antartide o nella profondità degli oceani, dove l’energia solare deve inchinarsi e lasciare il compito alla chimica pura? E che dire dei batteri che sopravvivono al vuoto assoluto?

Una ricerca che sarà sicuramente sempre migliore, ma che vivrà sempre nel dubbio… almeno, per molto tempo ancora. Rispetto alla nostra, la vita su una nana rossa potrebbe differire come una metropoli americana differisce da un sistema di caverne trogloditiche (o viceversa). Sapremmo riconoscere le condizioni migliori o applicheremo comunque i nostri metri di giudizio che non vedrebbero ciò che è sotto gli occhi di tutti gli “alieni”?

Secondo me, c’è ancora molto da fare per conoscere tutte le sfaccettature della nostra vita, prima di cercare di interpretare le condizioni ideali su un altro pianeta in condizioni completamente diverse. E se anche conoscessimo perfettamente la nostra, avremmo molti altri “campi da gioco” su cui fare le nostre prove. E sarebbero campi da gioco molto più vicini e facili da studiare.

Conosciamo veramente bene la vita che non ha bisogno del Sole? Basterebbe andare su Europa e/o su Encelado e fare studi in loco, cercando veramente e finalmente altre forme di vita. Quasi-alieni rispetto a noi, ma già un passetto in avanti verso i … nanetti rossi. E che dire di Titano, dove l’acqua è sostituita dal metano? Se ci fosse vita (e ne sono quasi certo) avrebbe caratteristiche importantissime da comprendere e studiare. I meccanismi sarebbe forse simili, ma sicuramente non identici!

Non dimentichiamo, poi, l’attività geologica che vediamo su Tritone e su mondi ancora più lontani. La vita non ha paura del freddo o del caldo e nemmeno del vuoto quasi assoluto. Basta andare sul posto e studiarla con  le strumentazioni che potremmo avere in breve tempo (ma forse le abbiamo già). Invece di far girare robottini mediatici su Marte, dove la vita, se mai c’è stata, è ormai scomparsa da moltissimo tempo (lo dimostrano le condizioni geologiche fossilizzate: “Niente vita geologica, niente vita biologica”… mi sento di dire).

I fautori della vita nel Cosmo, che si aspettano i ragni saltellanti di Proxima Centauri o chissà quali altre meraviglie, dovrebbero invece pensare allo studio del nostro Sistema Solare. I suoi mondi sono abbastanza diversi da poterci già insegnare molto di più sulle diverse condizioni necessarie e sufficienti alla vita e alle sue possibilità evolutive. Non andiamo sempre all’estero per passare le vacanze… cerchiamo prima di conoscere meglio la nostra meravigliosa Italia…

Perché cercare la pagliuzza in un mondo troppo lontano, quando abbiamo dei tronchi a portata di mano? Nel Sistema Solare si possono quasi sicuramente trovare molti “alieni” in condizioni inaspettate che ci insegneranno molto per intraprendere, quando fattibili, i viaggi interstellari.

Le riflessioni continuano QUI

15 commenti

  1. Daniela

    Personalmente, Enzo, non credo che ci sia una volontà vera di scoprire la vita extraterrestre ma, soprattutto, non credo che siamo pronti per accettarla.

    Un conto è speculare in modo filosofico e statistico sulle enormi possibilità di vita nell'Universo, più o meno come fece Copernico che mise il Sole al centro solo per semplificare i calcoli del sistema tolemaico, tutt'altra cosa è puntare il cannocchiale di Galileo verso la vita, osservarla e annunciare "Signori e signore, esiste davvero!". Non a caso il "De revolutionibus" di Copernico potè essere letto per settant'anni, per poi essere messo all'Indice solo dopo il primo processo a Galileo (e rimanerci per più di due secoli).

    Forse, in fondo, è davvero meglio non scoprirla questa vita e lasciarla tranquilla a prosperare lontana da chi sta sprecando denaro ed energia intellettuale per coltivare insalata su Marte  in preparazione del tanto atteso sbarco che, nonostante tutti i pericoli, prima o poi di sicuro avverrà. Speriamo solo che il reality che verrà realizzato produca molti posti di lavoro sulla Terra... :-|

     

  2. cara Dany,

    non so se ci sia veramente una volontà di scoprire altra vita intelligente o se sia solo un incubo-speranza di non essere soli nel Cosmo. Tuttavia, così come continuiamo a studiare la vita sul nostro pianeta, nelle condizioni più estreme, mi sembrerebbe cosa ovvia e giusta analizzare la probabile vita sui nostri fratelli solari. Di sicuro potrebbe spiegarci molto sui meccanismi con cui nasce e si evolve... E' il minimo che dobbiamo alle stelle che hanno inseminato il Cosmo a costo della propria vita... :-|

  3. Paolo

    Su Papalla la vita è fondata sul papallonio ed ha assunto la nota forma ovoidale 8) ... ma questa è solo una delle possibili forme, delle possibili configurazioni, uno dei possibili incroci tra molteplici probabilità.... :roll:

    I papalliani non sono papallocentrici :-P e non hanno mai pensato di definire vita solo ciò che sembra assomigliargli...

    In fin dei conti anche la vita sembra muoversi come un'onda di probabilità, un pò qui un pò là anche dove non te lo puoi aspettà!

    Paolo

    PS: certo che i terricoli tra di loro se la suonano e se la cantano...Anche se non sono ancora sicuri dell'esistenza di un pianeta che ruota intorno a Proxima Centauri, già si discute della  sua forma, densità e caratteristica...

    I terricoli sembrano avere il brutto vizio di giudicare l'ampiezza di probabilità solo in base alla presunta distanza tra quella specifica stella e quello specifico pianeta... la chiamano fascia di abitabilità (dove l'acqua in teoria potrebbe esistere allo stato liquido)....

    Poco importa se poi il pianeta che ruota intorno a una nana rossa sembra avere una veloce rotazione sincrona, per cui mostra sempre la stessa faccia rivolta verso la stella... poco importa se nel loro sistema solare l'acqua sembra diffusa ben al di là della "fascia di abitabilità" e che per esempio sotto la superficie di Encelado o Di Europa o di altre lune  l'acqua sembra esistere allo stato liquido...  A volte certi terricoli assomigliano un pò ad alcuni miopi che pur facendo fatica a guardar vicino pretendono di distinguere lontanissimi dettagli... :mrgreen:

     

  4. sai Paolo... mi piacerebbe venire a vivere un po' su Papalla... me la trovi una sistemazione decorosa? :roll:

  5. PapalScherzone

    Nessun problema!

    Ho giusto uno stanzino per le scarpe inutilizzato (chissà perché  :roll: ) a casa mia...  :mrgreen:

  6. Paolo

    Non ti fidare Enzo, quello è  il magazzino di PapalScarpone ! :mrgreen:

    E poi su Papalla sarebbero lieti di una tua visita...

    Paolo

  7. PapalScherzone

    Terricolo di poca fede! Come puoi dubitare del mio senso di ospitalità?? :evil:

    Devi sapere che i nostri papalbisnonni avevano dei bei piedoni, più o meno corrispondenti al vostro numero di scarpe 62! Poi, una volta sparito l'attrito dal pianeta a causa dell'attraversamento di una nube di cera cosmica, abbiamo perso i piedi perché non ci servivano più (i nostri tempi evolutivi sono un pochino più veloci dei vostri  :-P ), ma tutte le case ereditate dai bisnonni sono ancora dotate di ENORMI stanzini per la scarpe! Il mio, per esempio, si disloca su 5 vani e 120 mq!!!   :-D

  8. uno cerca di riflettere seriamente sui grandi problemi dell'Universo... e guarda con chi deve avere a che fare!!!!

    :evil: :cry:  :-?  :-P  :mrgreen:

  9. Daniela

    Davvero... mi stupisco solo che una persona seria come te possa ancora sopportarli! :mrgreen:  :mrgreen:

  10. Mario Fiori

    Carissimo Enzo il probleme non è l'osservazione e lo studio di stelle lontane e dei loro dintorni, ben vengano strumenti che affinano la vista e magari fanno qualche vera scoperta, il problema è proprio quello che dici tu e cioè lo studio attento del nostro Sistema Solare. Perchè certi robottini (poveretti loro non hanno colpe) , visto che si cerca di farne alcuni sempre più sofisticati, non vengono inviati su Tritone, Europa, Encelado, Titano, Plutone ecc.? Forse perchè i media non troverebbero vita facile con tritoniani, Enceladiani ecc. Per non parlare di Europa che oggi è un nome che al sapore di crisi , Brexit, immigrazione, estremismi...insomma non andrebbe proprio di moda , meglio Marte ed i "buoni" e storici marziani che fanno sempre audience.

    Insomma Enzo di vita, sono convinto anche io, ce ne è tanta nell'Universo ma noi la vogliamo solo come e dove interessa a noi.

     

  11. dici bene Mario... la penso anch'io così.

    Ah... facciamo finta di non sentire Papalscherzone e le sue solite buffonate. Lui mette sempre tutto in "caciara"...

    Lo "caciarei" veramente, ma è troppo simpatico :mrgreen:

  12. Supermagoalex

    Volevo riassumere un ragionamento che ho preso da un libro scritto da un noto astrofisico americano, che potrebbe far vacillare, e non di poco, la classica risposta alla domanda "Siamo soli nell'Universo?", e con esso l'affannosa ricerca di simil-Terre popolate da omini verdi:

    Date le enormi incertezze sull'evoluzione della vita e dell'intelligenza (su questo penso non ci siano dubbi), possiamo dire che non abbiamo la più pallida idea di quanti siano i pianeti che ospitano forme di vita "intelligente" (il virgolettato è riferito alla nostra razza).

    Quando gli scienziati devono modellizzare un sistema caratterizzato da un'incertezza così elevata ricorrono alla "probabilità a priori logaritmica uniforme": in questo caso vuol dire che la frazione di pianeti con forme di vita intelligente ha all'incirca la stessa probabilità di essere uno su mille, uno su un milione, uno su un miliardo e così via...

    Nel nostro caso, le ricerche astronomiche dirette non hanno fornito indizi favorevoli all'esistenza di intelligenze extraterrestri e non ci sono prove dimostrate dell'arrivo degli alieni sulla Terra.

    Quindi visto che: 1) La colonizzazione interstellare è fisicamente possibile ed è un obiettivo raggiungibile da una civiltà evoluta come la nostra che abbia a disposizione un milione di anni per sviluppare la tecnologia necessaria; 2) Nella nostra galassia esistono miliardi di pianeti abitabili alcuni dei quali si sono formati milioni/miliardi prima della del nostro pianeta; con ogni probabilità non esistono forme di intelligenza avanzata nel raggio di 10^21 metri dalla Terra (nella nostra galassia e nelle vicinanze). Se esistessero la Via Lattea dovrebbe accogliere una quantità di civiltà evolute così grande che probabilmente ce ne saremmo già accorti.

    Se tutto questo è corretto, la civiltà più vicina alla Terra si trova a 1000.........000 metri dalla Terra, dove il numero totale di zeri ha la stessa probabilità di valere 21, 22, 23, 24....... 100, 101, 102... ecc... con poche probabilità di essere minore di 21. Ma se vogliamo che sia all'interno del nostro Universo il numero di zeri non può essere maggiore di 26, e la probabilità che sia tra 22 e 26 è piccolissima.

    Quindi è probabile che siamo soli nell'Universo  :)

     

     

  13. Gianni Bolzonella

    Alex ha letto un articolo condivisibile.Io sono stato colpito da una trasmissione in cui i parlava tra le altre cose di supercomputer del futuro,che imparano da soli,e che in molte cose ci supereranno e modificheranno la nostra esistenza in maniera drastica.Non credo che siamo noi che modifichiamo l'universo,ma siamo solo una manifestazione.Più che la vita cercherei l'intelligenza che opera in innumerevoli ambienti e modalità,come si manifesta ,con che fine,se qualcosa è nata e si è sviluppata in maniera più avanzata è già qua tra noi,ci osserva o ci guida per i suoi fini come noi sfruttiamo le pecore o modifichiamo i batteri.

  14. Lorenzo

    Ciao Enzo, ho riletto questo tuo vecchio articolo e mi ha particolarmente emozionato la frase: Non possiamo credere che miliardi di stelle abbiano lavorato e continuino a lavorare solo perché una sola di esse riesca in un processo che noi non conosciamo ancora con esattezza, ma che deve essere di una semplicità mostruosa. Subito mi è venuta in mente un'altra frase simile, del film "Contact": non so se esistano forme di vita intelligenti nel cosmo, ma se cosi non fosse sarebbe un gran spreco di spazio.

    Secondo me  è questo il modo giusto di affrontare la questione, che è filosofica prima che scientifica. Certo, vedere le super-terre e le sette sorelle sui tg è affascinante per tutti, ma noi (la gente di questo blog, o gli appassionati di astronomia in generale) si stupirebbero veramente se venisse trovata la vita, anche "intelligente", fuori dalla Terra? E' una cosa talmente ovvia che fa sorridere. Non c'è bisogno di Hubble o di New Horizons, chi queste cose le ama e ci è dentro sa benissimo che l'universo pullula di vita in tutte le forme possibili ed immaginabili, e il vero interesse sarebbe vedere come la vita in modo multiforme si fa strada negli ambienti più diversi, come peraltro già vediamo nel nostro piccolo.

    E' quello che vediamo nel cosmo, la sua natura stessa, che ci parla della vita..non abbiamo certo bisogno di scoprirla! E forse è proprio questo che da il senso ultimo a tutto.

     

  15. caro Lorenzo,

    ti ringrazio per la bella riflessione che condivido in pieno. L'Universo pullula di vita, soprattutto se consideriamo vita tutto ciò che esiste, comprese le gigantesche stelle o i microscopici elettroni... :wink:

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