21/01/17

LA VERA STORIA DI VIN-CENSUS (3): IL VINO E CORIOLIS

Mettetevi comodi, cari amici lettori, in questa puntata della telenovela di Vin-Census scoprirete molto di lui! E non sto parlando solo della sua teoria (super-verificata sperimentalmente) su come vada ruotato il calice con il divino nettare e la giusta forza che ad esso vada impressa. No, no... sto parlando di qualcosa di molto più particolare e... personale. Allacciate le cinture di sicurezza alla sedia e arrivate fino in fondo, non ve ne pentirete! Cin cin! scherzy-2

 

 

Ormai sappiamo che il vino ha effetti estremamente benefici sulla salute. Sappiamo anche che il vino stimola l’amicizia, la voglia di comunicare, le relazioni sociali. Purtroppo stimola anche la nascita di personaggi che ne fanno una specie di “verbo” assoluto e lo impongono ai miseri mortali. E vi sono anche miseri mortali che preferiscono bere il “verbo” piuttosto che il vino. Ma sono di gran lunga le ricadute positive quelle che accompagnano la bevanda così benignamente diffusa sulla terra dal dio Dioniso. Cosa c’è di meglio di un brindisi con delle ottime “bollicine” per celebrare una lieta occasione, come un compleanno, un matrimonio, una promozione, una nascita, una vincita al lotto e via dicendo?

Però dobbiamo anche dare a Cesare quel che è di Cesare. Il vino non può e non deve essere bevuto come un’aranciata o un succo di frutta. Il vino va guardato con la luce giusta, va annusato, aspirato, sniffato adeguatamente con il naso, va sballottato, palleggiato, succhiato con la bocca, ed infine va deglutito con gli occhi chiusi, in attesa della sua ultima suggestione. Su questo siamo d’accordo tutti. Sia quelli che ne fanno una scienza pura, austera e compassata, sia quelli, come me, che ne fanno essenzialmente motivo di emozione, di piacere, di cultura. Ed allora bisogna saperlo degustare nel più modo adeguato: si deve poter estrarre tutta la ricchezza dal nettare divino, senza farci nascondere niente.

Ben vengano allora i bicchieri giusti, la temperatura più adatta, la concentrazione, il silenzio e tutto ciò che, a seconda del momento e dello spirito, può comunicare il massimo delle sensazioni. Seguite queste regole, in fondo abbastanza semplici, il nostro cervello riceverà le giuste informazioni per poter discriminare, confrontare, rallegrarsi, rattristarsi, rimpiangere, desiderare, ecc... ecc... Solo così si valuteranno veramente le qualità migliori del meraviglioso liquido e si capiranno le vere ragioni delle emozioni che abbiamo provato. Si comprenderà l’importanza del territorio, del microclima, del vitigno, dell’abilità del “maestro” di vigna, della giusta permanenza in cantina, dell’uso dei contenitori e così via.

In tutto questo contesto sensoriale ed emotivo, uno dei gesti fondamentali che ci dovrà sempre accompagnare sarà la rotazione del bicchiere. Questo semplice atto, darà il via, quasi per prodigio, al vortice impetuoso del vino che si avvolgerà a spirale e permetterà di inebriarci con tutte le sue più alte qualità o ci distruggerà con i suoi peggiori difetti. Il movimento deve essere deciso, fermo, anche violento, ma nello stesso tempo dolce, benevolo, appassionato. Ci vorrà un po’ di esercizio, ma poi i risultati saranno stupefacenti. La sintesi “bicchiere perfetto – movimento preciso – qualità innata del prodotto” sarà in grado di regalarci uno dei più grandi piaceri della nostra vita terrena. Ma è proprio così? Dipende dalle circostanze o, meglio, dalla latitudine...

Purtroppo sembra che le leggi fisiche complichino di molto le cose. Uno studio accurato dei corpi in movimento e delle forze cui sono soggetti, ha dimostrato che la triade descritta precedentemente viene notevolmente influenzata da un quarto effetto, subdolo, ma fondamentale: la forza di Coriolis. E’ questa una forza spesso sconosciuta o male interpretata, anche se sotto gli occhi di tutti. In realtà più che una vera forza è solo un effetto, dovuto al movimento di un oggetto (e quindi anche di un liquido) in un sistema rotante. L’osservatore che gira con l’intero pianeta intorno al suo asse vedrà il liquido cadere verso il basso non in maniera rettilinea ma lungo una linea curva. Ciò è dovuto al fatto che l’uomo si muove di moto circolare, mentre il liquido “cade” per effetto della sola gravitazione.

Non voglio certo fare una lezione di fisica o di meccanica razionale, ma basta aprire un rubinetto e questo risultato salterà agli occhi di tutti. Il liquido non scenderà direttamente verso il foro dello scarico, ma girerà a spirale prima di infilarsi nel condotto di sfogo. Provate a riempire un lavandino e poi guardate l’uscita dell’acqua. Oppure – scusate l’azzardo – provate a tirare l’acqua del water… (detto tra noi, la forza di Coriolis è anche quella che causa una perdita di equilibrio quando il tram fa una curva). Ma torniamo a noi, al nostro amato nettare di Bacco.

Come può influire questa maledetta forza di Coriolis sulla nostra splendida bevanda? Sembrerebbe impossibile ed invece è vero. E lo fa anche in maniera macroscopica. La prima ed inconfutabile conseguenza è che difficilmente chi abita nell’emisfero boreale (ossia a nord dell’equatore) potrà apprezzare a pieno i vini dell’Australia, del Cile e della Nuova Zelanda. Analogamente gli appassionati di queste ultime nazioni non riusciranno ad assaporare le sfumature dei nostri capolavori quali il Barolo, il Brunello, il Pinot Nero, ecc. Proprio per colpa di Coriolis ci sarà sempre una frattura, un’incomprensione difficilmente sanabile, a meno che i consumatori non bevano i prodotti nel luogo di produzione.

bisonte-canguroIn altre parole, se volete capire uno Syrah australiano vi toccherà andare a Sidney. E se, invece, siete cittadino neozelandese, dovrete venire a Barbaresco per gustare uno dei più grandi vini a base nebbiolo. Ma neanche così si otterrà un risultato soddisfacente. Come mai? Torniamo allora alla forza di Coriolis per capire come tutto questo sia possibile. Ebbene (dovete credermi sulla parola, ma basterà cercare sul web o su un libro di fisica per avere la conferma), nell’emisfero nord il liquido, il vino ad esempio, scende spiraleggiando in senso ANTIORARIO, mentre nell’emisfero sud in senso ORARIO. E tutto ciò è massimo vicino ai poli per poi diminuire verso l’equatore dove non vi sarà alcuna rotazione. Avete già capito il problema? Non è difficile…

Fateci caso e vedrete che i veri grandi esperti europei ed americani gireranno sempre il vino in modo antiorario. Perché? Ma è ovvio. Per assecondare la forza di Coriolis! Al nostro movimento, infatti, si sommerà l’effetto naturale, ed il vino riuscirà a creare il mulinello perfetto per esprimersi al massimo. In Nuova Zelanda invece dovremo girare il nettare divino in senso orario per avere le perfette sensazioni. Sembrerebbe un problema facilmente risolvibile, a parte la spesa del viaggio. Purtroppo però, pure andando nell’altro emisfero, chi è abituato a vivere a nord non riuscirà mai a compiere questo movimento in modo opposto a quello profondamente radicato nella propria tradizione: la rotazione riuscirà scomposta e scoordinata (è una reazione nervosa involontaria che la medicina sa spiegare molto bene). Ma allora perché non portare la bottiglia da noi e seguire la nostra regola?

bicchieri-ed-emisferiPurtroppo nemmeno questo si può fare! Tutto in natura, sia esso un minerale, un vegetale o un animale, ha acquisito nei milioni e milioni di anni di evoluzione una memoria storica, geologica e biologica del suo luogo di formazione od origine. Se qualcosa o qualcuno è abituato alla forza di Coriolis antioraria, avrà nei suoi atomi, nelle sue molecole, nel suo DNA, una predilezione per quello stato fisico. E lo stesso succederà per un vino nato a nord. La sua uva, i suoi polifenoli, i suoi antociani, i suoi lieviti, “ricorderanno” perfettamente dove sono nati e la loro struttura avrà caratteristiche antiorarie. Se portati a sud, non riusciranno mai ad esprimersi, anche se imponessimo la giusta rotazione: un vino nato in zona antioraria non potrà essere bevuto nel suo luogo di origine girando in modo orario, ma nemmeno se bevuto con movimento orario in una nazione oraria.

Tutto molto semplice direi… Questa è proprio la nuova frontiera dei vitigni “autoctoni”. Ed è anche per questo che essi hanno attualmente un successo incredibile, anche se compreso solo in maniera empirica e non scientifica. Ma qualora si affrontasse la problematica con la giusta umiltà culturale e con un po’ di sforzo intellettuale, la vera motivazione apparirebbe in tutta la sua evidenza.

Allora si capirebbe perché i migliori vini si fanno nelle zone temperate. Non certo per le condizioni climatiche. Nemmeno per sogno! Solo e soltanto perché la forza di Coriolis raggiunge un valore medio che si accoppia perfettamente alla forza media di un uomo medio. Un bevitore gigantesco dovrebbe bere un vino nelle zone più vicine all’equatore per trarre lo stesso piacere di un esperto di piccole dimensioni (e quindi con minore forza nel polso) che centellina il suo nettare in Finlandia. In qualche modo la memoria biologica del vino si è adattata all’uomo medio (o il viceversa, ma è lo stesso), ed ecco perché ha avuto il suo più grande sviluppo proprio nelle zone medie. Un vino della Groenlandia avrebbe avuto successo solo se gli abitanti del luogo fossero stati “mediamente” dei pigmei. Gli sfortunati dell’equatore, dovrebbero essere stati giganti (come i Watussi, che in realtà sono ampiamente riconosciuti come i migliori degustatori africani) per sperare in una coltivazione locale.

Come si è visto il vino è pur sempre scienza e frutto della complessa fatica della natura. Io spero ardentemente che i più grandi esperti abbiano nel loro bagaglio culturale queste semplici leggi fisiche. In caso contrario comincerei ad avere qualche dubbio sui loro giudizi, specialmente quando le degustazioni di vini molto diversi per origine e latitudine si effettuino nella stessa sala.

Quest’articolo è un invito a migliorarsi sempre e comunque: meditate gente, meditate …

P.S. Ieri pomeriggio, poco prima dell’uscita di questo articolo, nella cantina di un caro amico produttore si è presentato un rappresentante per vendergli un ADAC (Agitatore Degustativo Anti-Coriolis), ossia un agitatore per degustazioni programmabile per qualunque parallelo. Accidenti! La tecnologia enologica è sempre un passo avanti a noi…

P.P.S. Accidenti! La notizia si sta allargando a macchia d’olio… Non solo un altro rappresentante si è presentato sempre dallo stesso produttore, ma con un macchinario ancora più sofisticato: l’ADACCERMB (Agitatore Degustativo Anti-Coriolis Cancellatore E Riscrittore Memoria Biologica), che sembra si basi sul fatto che una certa sequenza di inversioni di polarità del campo magnetico induca la materia a “dimenticare” la propria memoria accettando quella suggerita dall’operatore. Eccezionale!!

P.P.P.S. Porca miseria! Qualcuno è già passato all’azione. Una grande e famosa azienda americana, tanto per cambiare, ha modificato geneticamente i suoi vigneti con una molecola (messa a punto dai suoi laboratori e sulla quale detiene i diritti esclusivi planetari) che contrasta chimicamente l’effetto Coriolis, in modo che l’altissima qualità dei suoi vini possa essere apprezzata compiutamente, a prescindere dall’emisfero e dal parallelo sul quale ci si trova: è questo che fa la differenza tra un grande vino internazionale ed i nostri piccoli vini locali…

Nota dell’autore: Signori cari, non perdiamoci comunque d’animo… Il dibattito è ancora aperto. Vi invito a commentare estesamente questo articolo e cercare soluzioni alternative e fantasiose (l’Italia in questo non è seconda a nessuno…)

(21 Novembre 2008)

 

 

QUI trovate i libri scritti da Vincenzo, compreso "Vini dell'altro mondo" che descrive l'eNoica avventura di Vin-Census nella galassia di Andromeda. QUI la telenovela a puntate della sua vera storia, QUI i suoi racconti di fantascienza e QUI un'intervista al Prof. Zappalà

QUI le lezioni serie sulla forza di Coriolis

11 commenti

  1. maurizio

    Gentile Professor Vin-Census, la sua illuminante spiegazione di come la forza di Coriolis, o meglio, l'effetto di Coriolis come giustamente lei ha precisato, possa interagire significativamente nel momento che prelude alla degustazione, mi ha emozionato.

    Saper leggere il libro della natura è privilegio di pochi e voler condividere con gli altri le scoperte è segno di grande nobiltà d'animo. Venire a sapere che per noi è fondamentale il giusto senso di rotazione, assecondando questo dono di Coriolis che il pianeta ci offre (gratis), è una manna per tutti i degustatori, professionisti, dilettanti, abituali e occasionali.
    Ma io la voglio anche ringraziare a nome di VINEGYPT, l'associazione nazionale dei vitivinicoltori d'Egitto, di IDO, Istituto di Danze Orientali, nochè di CAC, il Circolo Archeofilo di Cuneo, di cui sono presidente, perché la sua dissertazione ha risolto un millenario dilemma legato al vino e alla danza, un mistero che noi, archeologi di Cuneo, abbiamo studiato a fondo e che, ora grazie alle sue spiegazioni, siamo in grado di svelare al mondo.
    Per motivi di privacy preferisco non mettere foto, ma le posso assicurare che in molti siti archeologici egiziani, che noi di Cuneo abbiamo studiato veramente a fondo, è stata riscontrata la presenza di tracce precise che collegano il vino alla danza del ventre, tipo quella di Salomè.
    Ci sono cappelle funerarie decorate con soggetti “vicini” al vino in 29 tombe datate all’Antico Regno, tra cui si trovano anche quelle famose di Niankhkhnum e Khnumhotep (V dinastia) e Mereruka (VI dinastia) a Saqqara. Come certo lei saprà  la città di Saqqara si trova alla latitudine di circa 30°.
    La vendemmia, la pigiatura e la spremitura, l’imbottigliamento, l’immagazzinamento, il servizio e l’offerta ed il consumo sono immagini così vive da sembrare reali. Proprio il momento, cosiddetto del consumo, viene raffigurato da danzatori del ventre, uomini e donne, in pose plastiche, quasi tridimensionali che suggeriscono una dinamica rotatoria manifestamente e costantemente volta in senso antiorario.
    La cosa che sorprende è che da studi statistici che abbiamo condotto, noi di CAC, in collaborazione con VINEGYPT e IDO, i destrimani tendono regolarmente a ruotare per istinto, nella danza, in senso orario. Provi lei stesso e veda se non le viene naturale...
    Ebbene le teorie che si erano andate sviluppando fornivano una spiegazione molto opinabile: i danzatori ruotavano in senso antiorario perché erano tutti mancini. Si sa bene che la percentuale di mancini è una costante in tutto il pianeta ed in tutte le epoche, si sa anche che sono una netta minoranza, il 4 o 5% della popolazione. La spiegazione non era del tutto convincente, ma fino ad oggi non si era trovato di meglio.
    Adesso, finalmente tutto torna: mancini o destrimani che fossero, tutti i danzatori-bevitori ruotavano nel senso antiorario per assecondare l'effetto di Coriolis. Certamente per  i mancini la cosa era facile e spontanea, ma per un buon 85% della popolazione era un risultato raggiungibile solo con un lungo e faticoso training e con una ferma determinazione e inflessibile autodisciplina. A 30° di latitudine si è più vicini all'equatore di quanto lo siamo noi, qui a Cuneo, ma il fenomeno è ancora ben evidente e non va trascurato. Mistero finalmente risolto!
    Grazie Professore. E molti auguri per la sua campagna promozionale a cui noi di CAC, saremo certo tra i primi ad aderire.

    Vin-icio Barbareschi

  2. E' bello essere compresi a fondo ed essere utili nella nostra faticosa missione continua. Viva il CAC !!!!

  3. PapalScherzone

    Cari amici lettori,

    lo so che sembra impossibile, ma questi due sono davvero così! 8-O

    E io non so più se ridere o piangere, se premiarli con un magnum di Barolo o con una camicia di forza a quattro maniche, se lasciarmi andare al divertimento o saltare sul primo razzo in partenza per Papalla!

    Ma forse una soluzione c'è... entrambi sono pensionati e la riforma dell'Inps ipotizzata da Mauritius potrebbe essere la soluzione giusta!

    Rimanete sintonizzati, non potete perdervela... al massimo perderemo di vista per un po' di tempo Vin-Census e Mauritius, ma ce ne faremo una ragione e, soprattutto, sarà per una buona causa!!! :mrgreen:

    :lol:

     

  4. PapalScherzone

    Ecco fatto, l'ho pubblicata davvero! :mrgreen:  :-P

    E ora speriamo che le ritorsioni non siano troppo severe :-?

  5. Gianni Bolzonella

    Il mio medico mi ha detto che gli ubriachi,in Italia,cadono a terra sempre in senso orario.

  6. PapalScherzone

    Ovvio, caro Gianni!

    Come previsto dal terzo principio della dinamica, ogni cellula del corpo ubriaco reagisce con una forza uguale e contraria a quella di Coriolis che imprime il movimento antiorario alle molecole di vino e, poiché le cellule del corpo sono più numerose delle molecole di vino, alla fine vincono loro e l'ubriaco cade in senso orario!  C'è sempre una spiegazione logica!

    :mrgreen:

     

  7. maurizio

    Vedi come tutto torna? Se avessero continuato a girare in senso antiorario certamente sarebbero rimasti in piedi. Abbiamo la prova provata che se uno sbaglia il giramento cade per terra! La fisica non ha pietà di nessuno...

  8. Frank

    Poi mi venite a dire che qui siamo terzo mondo................

  9. PapalScherzone

    Noto con piacere, caro Frank, che sei stato contagiato anche tu dal virus che imperversa in questo Circolo... batti cinque! (Se trovo un modo di farlo senza mani, lo batto anch’io!! :mrgreen:  )

     

    P.S.

    Visto che hai mostrato interesse per la marea, non puoi assolutamente perderti l’accurato studio degli effetti della marea luni-solare sulla molecola dell’alcol...

    http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2017/01/27/la-vera-storia-di-vin-census-4-come-spezzare-la-nefasta-catena-dellalcol/

     

  10. Frank

    Non ci voleva molto. Faccio girare questo link, aspettati una chiamata da NG ma ti avviso che loro ti prendono sul serio.

    Hai notato la gradazione del bianco a destra? Non è un caso particolare, qui trovare vini sotto 13° è praticamente impossibile, che siano bianchi o rossi.

    Mi fiondo a leggere l'articolo.

  11. caro Frank...

    mi stai facendo tornare voglia di ributtarmi nel vino "parlato"... sapessi quante "balle" ho inventato e quanti ci hanno creduto. Comunque uno chardonnay del SA me lo gusterei volentieri (anche se è ancora un po' giovane...): stasera mangiamo pasta con pesce... :mrgreen:

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