05/02/20

Il cuore di Plutone batte ancora **

Plutone è vivo, ha un cuore che batte e che permette, al suo corpo planetario, di cambiare il vestito e di riscaldare alcune zone. Non è poi così male per un viaggetto: i Plutoniani ci aspettano!

No, non sto parlando della parte più interna di Plutone (ancora tutta da scoprire), ma della estesa regione superficiale dalla forma a "cuore". Proprio grazie a lei si originano venti e si possono modellare e colorare altre aree di un mondo così lontano e sorprendente.

Chi si aspettava un corpo planetario uniforme, privo di una marcata topografia, è rimasto a bocca aperta. Un pianeta (o pianeta nano, cosa che a noi importa poco) sa vivere benissimo anche in condizioni estreme: il suo cuore batte ancora e lo tiene giovane.

Il cuore pulsante di Plutone non è altro che la Tombaugh Regio, che -probabilmente- ha assunto la tipica forma di un "cuore" umano per farci capire dove dovevamo accentrare il nostro interesse per spiegare una sua superficie così variegata. Non prendetela alla lettera, ma sapete bene come io ami "personalizzare" i corpi celesti, sperando che l'homo stupidus odierno torni a guardare verso l'alto e impari a capire come si risolvono i veri problemi (anche senza gare di appalto, ovviamente truccate...).

La Tombaugh Regio è composta essenzialmente di azoto ghiacciato, Chissà come mai l'atmosfera di Plutone è così ricca di azoto? Bene, la risposta è facile: perché esiste una specie di ciclo dell'azoto che, come il ciclo dell'acqua sulla Terra, fa vivere l'intera superficie.

E, cosa abbastanza sorprendente, riesce a generare un vento in direzione opposta alla rotazione del pianeta. Il battito del cuore è più forte del trascinamento "banale" della lenta rotazione (poco più 6 giorni terrestri). Siamo di fronte al fenomeno della retro-rotazione (un meccanismo più unico che raro). Questo vento trasporta e deposita, ma crea anche scontri tra materiale sotto forma di granelli di ghiaccio e particelle della nebbia (aerosol atmosferico) che modellano le strutture superficiali.

L'origine del vento è anche strettamente collegata alle caratteristiche del "cuore".

Il vento sopra i 4 km d'altezza viaggia verso ovest. L'azoto vaporizza nella parte nord del "cuore" e diventa ghiaccio nella parte meridionale. Questo movimento determina la direzione del vento, come confermato da un accurato  modello, basato sui dati osservativi. Solo Tritone (tutto da scoprire come ho già detto più volte) potrebbe comportasi in modo analogo e mostrare una retro-rotazione.

Inoltre, è stata notata una forte corrente nella bassa atmosfera lungo il bordo occidentale della Sputnik Planitia, molto simile a quella che osserviamo sulla Terra e detta Kuroshio, lungo il bordo orientale dell'Asia. La condensazione dell'azoto nell'atmosfera guida questa peculiarità. Le zone più alte della Sputnik Planitia, intrappolando l'aria più fredda, la fanno ruotare e diventare molto più forte.

In poche parole, si può parlare proprio di condizioni climatiche variabili da regione a regione.

Il fatto, perciò, di osservare pianure scure e  strisce evidenti non deve sorprendere. Il vento può sia trasportare calore (che riscalda la superficie) sia erodere e sporcare la superficie attraverso le particelle di aerosol che trascina con sé. Se il vento soffiasse in un'altra direzione, l'aspetto di Plutone sarebbe completamente diverso.

Tutto ciò è veramente sorprendente... un corpo celeste a 6 miliardi di chilometri dal Sole riesce ancora a stabilire un ciclo (in questo caso dell'azoto) capace di modificare la sua struttura esterna. E non stiamo dicendo niente del possibile lago tiepido sotterraneo...

Forse, alla prossima missione, vedremo un gruppo di Plutoniani che salutano mentre mangiano ricchi e gustosi cristalli di ghiaccio d'azoto e si rimpinzano di idrocarburi cotti a bagnoria...

E noi, arroganti, ignoranti e ipocriti  siamo ancora convinti di "uccidere" un pianeta in una situazione mostruosamente più favorevole, prima che lui stesso ci fermi in modo anche violento? Plutone e i suoi meccanismi riesce a vivere e a trasformarsi godendosi un panorama maestoso con a fianco il suo enorme satellite (o meglio compagno) Caronte.

Come diceva il grande Totò: "Voi, voi... voi, ma non voi voi... voi -intesi come umanità- mi fate schifo!"

Articolo originale QUI

QUI trovate molti degli articoli dedicati all'avventura della sonda New Horizons: dal fuggevole ma intenso incontro col sistema Plutone - Caronte, a quello con l'oggetto transnettuniano Ultima Thule.

2 commenti

  1. Guido

    Buongiorno. C'è ancora tanto, tantissimo da scoprire e di cui meravigliarsi a due passi da casa (non proprio due ma astronomicamente parlando son davvero pochi, i passi). Basta pensare a quello che sapevamo dei pianeti del sistema solare anche solo 30 anni fa! C'è davvero tanto, tantissimo lavoro da fare....e ce n'è per tutti...persino per i geologi (se ce ne saranno, almeno in Italia, perchè gli iscritti ai corsi di laurea, che già eran pochi, scendono sempre).

  2. Mario Fiori

    Carissimo Enzo è sorprendente quanto sia sempre più interessanti i corpi più lontani dal Sole di quanto lo siano meno i più vicini compresa questa meravigliosa Terra con sopra dei , molto meno meravigliosi, terricoli.

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