24/02/24

Un Sole al giorno: una dieta niente male! **

Questo articolo è inserito nella pagina d'archivio "Record cosmici"

 

Scoperto, quasi casualmente, il quasar più luminoso mai osservato. Un record assoluto che è capace di divorare l'equivalente di un Sole al giorno!

I buchi neri affamati sono tra gli oggetti più luminosi dell'Universo: la materia che cade spiraleggiando al loro interno produce, prima di essere inghiottita, una luce intensissima a causa delle mostruose temperature raggiunte. In particolare si evidenziano i getti espulsi lungo l'asse di rotazione.

Questi oggetti sono chiamati quasar e non è banale riconoscerli dalle comuni stelle senza la strumentazione adeguata. E così è capitato per il quasar  J0529-4351.

Quest'oggetto si conosceva da tempo, ma l'identificazione si affidava, in qualche modo, all'intelligenza artificiale o a qualcosa di molto simile. Tale oggetto, alla mente tecnologica, appariva troppo luminoso per i dati in suo possesso e non poteva che trattarsi di una stella relativamente vicina. Senza dati sufficienti l'IA è come un povero idiota che non sa che pesci pigliare, ma non può ammetterlo. C'è voluta la caparbietà del cervello umano e la sua fantasia a valutare una soluzione ben diversa, e anche un po' di fortuna...

L'anonimato del quasar è stato  risolto l'anno scorso attraverso le osservazioni di un telescopio da 2.3 metri di diametro dell'Osservatorio australiano di Siding Spring. Scelti gli strumenti più adatti, quali, ad esempio, il VLT, le peculiarità di J0529-4351 sono risultate evidenti. No, non era una stella (e al diavolo l'IA), ma un quasar, estremamente lontano (circa 12 miliardi di anni luce), capace di sprigionare un'energia mai incontrata prima. In poche parole, dell'oggetto più luminoso mai osservato nel Cosmo, ben 500 trilioni di volte quella del Sole.

I numeri che lo contraddistinguono sono a dir poco spaventosi: la massa del buco nero è pari a 17 miliardi di volte quella del Sole. Proprio la massa del Sole è il suo cibo quotidiano, che gli viene fornito dal disco di accrescimento che lo circonda. Un disco che ha un diametro di sette anni luce, pari a 15 000 volte la distanza tra il nostro Sole e Nettuno. Anche le dimensioni del disco sono un  record assoluto.

Visione artistica del quasar più luminoso mai scoperto. Fonte: ESO.

Chissà quanti altri quasar giganteschi si nascondono tra le stelle... Purtroppo per scoprirli è necessaria sicuramente l'aiuto di un computer, ma anche - e soprattutto- la capacità umana di valutare e pensare al di fuori degli schemi troppo conservativi.

Un bel filmato dell'ESO che riporta uno zoom verso l'oggetto dei record:

Articolo originale QUI

4 commenti

  1. Alberto Salvagno

    Beh,AI adesso ha imparato anche questo e la prossima volta lo riconosce. Dai tempo al tempo...

  2. Caro Alberto,

    La Scienza ci ha insegnato (la vera Scienza) che la soluzione di un problema ne comporta sicuramente altri non previsti. Se ci affidiamo solo a chi sa ciò che è stato fatto e non ha intuizione creativa sui risvolti non prevedibili diventerà scienza con la s minuscola. Cosa che sta già. in parte, succedendo... Fidarsi solo di una tecnologia "idiota" per definizione (una specie di Pico della Mirandola non pensante) avrà ripercussioni nefaste. Non riuscirò ad averne la prova, ma sono pronto a scommetterci (magari pagando con i numeri al lotto :-P ).

  3. alberto salvagno

    Sapevo che mi avresti risposto im questi termini, sono un po' provocatore :-), ma dove starei io attento è sull'uso del "non pensante". A parte che penso che anche una gran parte dell'umanità lo sia sempre meno, perché definire non pensante un aggeggio che a domanda risponde sempre meglio? AI non potresti considerarlo un bambino che si sts attrezzando per diventare adulto? E se riuscisse a diventare anche autonomo nell'elaborare i suoi logaritmi, sarebbe ancora un "non pensante"? E se arrivasse a riprodurre, a nostra insaputa, "menti" simili alle sue, magari con tanto di stimolante orgasmo elettronico :-) ? E se ad un certo punto scattasse in lui anche una sorta di "intuizione creativa", magari dedotta dai complessissimi, ma io credo esistenti ed analoghi, logaritmi del nostro cervello? Ancora una volta sarà frutto del caso. A proposito, dammeli subito  'sti  cinque numeri del lotto. Non si sa mai ;-)

  4. caro Albertone,

    ci sono troppi "se" nella tua risposta. Non basta immagazzinare nozioni per diventare Einstein. Magari, prima di tartassarci con l'IA, potrebbero capire come funziona il cervello di un genio, ma di questo passo non ce ne saranno più: sono tutti in attesa di una risposta "artificiale". E la popolazione crede sempre più in queste risposte basate solo su dati messi insieme da programmi che si basano su freddi e anonimi archivi.

    Comunque... 25, 60, 38...

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