08/11/16

Il Sole è una mamma da non trascurare *

Questo articolo potrebbe sembrare un racconto di fantascienza, anzi di fantapolitica. Potrebbe anche essere il soggetto di un film pieno di tensione e colpi di scena, di quelli che ti lasciano col fiato sospeso fino all’ultimo minuto. E, invece, è tutto vero e ancora una volta sembra insegnarci che la conoscenza del nostro Sole non è fondamentale solo per la Scienza, ma anche per l’intera Società.

Il 23 maggio del 1967, il mondo è stato vicinissimo a una guerra nucleare globale e solo la fortuna di aver trovato alti funzionari militari, pronti a riflettere su comunicazioni scientifiche, ha evitato un disastro inimmaginabile.

Eravamo in piena guerra fredda e la tensione tra USA e URSS era sempre al massimo, nell’incubo di non riuscire a contrattaccare efficacemente al primo assalto nemico. Il celebre bottone rosso si aspettava di venire schiacciato da un momento all’altro. Tuttavia, mentre le tensioni politiche erano ben conosciute e la diplomazia cercava giorno per giorno di evitare la catastrofe (la crisi di Cuba insegna), ben poco si sapeva sui fenomeni naturali capaci di simulare qualcosa di riconducibile ad azioni umane improvvise.

Il Sole e i suoi improvvisi cambi d’umore cominciarono a essere seguiti con una certa continuità alla fine degli anni ’50 e le conseguenze pratiche delle tempeste solari prese in giusta considerazione. Tra l’altro, si potevano avere interruzioni e guasti anche molto seri alle attrezzature elettroniche. Gli USA pensarono di mettere in piedi un Istituto semi-militare che potesse fare da interfaccia tra gli studi scientifici e le azioni militari. Un qualcosa di estremamente utile, teoricamente, per la prevenzione di gravi conseguenze, ma che doveva essere tenuto nel dovuto conto nei momenti veramente critici. In questi casi, la teoria e la pratica possono differire di molto…

Pochi giorni prima del 23 maggio, il Sole mostrò macchie tali da far pensare a una mostruosa tempesta solare, i cui effetti avrebbero potuto essere del tutto imprevisti. Quando avvenne, per valutarne le dimensioni, basta dire che le aurore polari nordiche si videro fino nel Nuovo Messico.

Come appariva il Sole nella lunghezza d’onda dell’Idrogeno-alfa, il 23 maggio 1967. La grande macchia chiara in alto mostra l’area interessata dal gigantesco flare che aveva preceduto la tempesta solare. Fonte: National Solar Observatory historical archive.
Come appariva il Sole nella lunghezza d’onda dell’Idrogeno-alfa, il 23 maggio 1967. La grande macchia chiara in alto mostra l’area interessata dal gigantesco flare che aveva preceduto la tempesta solare. Fonte: National Solar Observatory historical archive.

Un evento eccezionale, utilissimo per la conoscenza sempre più accurata del nostro Sole? Sicuramente sì, tranne che per gli effetti subiti da tre radar di controllo per possibili azioni sovietiche attraverso missili intercontinentali o  attacchi aerei di massa. Situati in posizioni strategiche nell’emisfero nord, essi ebbero la sfortuna di essere tutti e tre in pieno sole quando si scatenò la tempesta. In un niente essi vennero distrutti e si spensero. Un silenzio repentino e globale, estremamente sospetto per i capi militari.

Tutto faceva pensare a un’azione di sabotaggio sovietica, che anticipasse di pochissimo un attacco nucleare globale. Che fare? L’idea di base, allora, era: “Meglio commettere un errore che muoversi per secondi”. La rappresaglia avrebbe portato una grande distruzione nel territorio nemico, ma non avrebbe potuto salvare il proprio. Meglio primi, anche se per una errata valutazione, che secondi per colpa di un colpevole ritardo.

Dire che si fu all’orlo di una catastrofe nucleare globale è un’ovvia constatazione, confermata dai responsabili delle varie azioni che solo poco tempo fa hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali e senza censure. Fortunatamente (ed è giusto parlare di fortuna, oltre che di razionalità e responsabilità), i capi militari ascoltarono gli avvisi dell’istituto scientifico e accettarono la spiegazione senza scatenarsi in qualche sogno di gloria disastrosa, come è magnificamente rappresentato in chiave ironica nel celebre e meraviglioso film di Kubrick, il Dottor Stranamore (chi non l'ha mai visto, lo faccia subito!).

Sembra che le rampe di lancio si fossero già attivate e così pure le flotte aeree di contrattacco.

Quell’episodio è stato utilissimo per migliorare sempre più gli studi solari e per capire sempre meglio come disastri sociali potrebbero essere nelle mani di eventi che con l’uomo non hanno niente a che fare. Lo sappiamo, la Natura è una mamma severa (come, per esempio, questa “Rosetta”) e molte sue azioni possono sembrare gesti di cattiveria, mentre sono solo piccoli gesti più che trascurabili (per Lei).  D’altra parte è difficile, anche per il magnifico Universo, rendersi conto delle conseguenze, su un piccolo mucchietto di fango, causate da azioni di normale routine. Devono essere gli abitanti di quella “pallina sporca e bagnata” a capire, a preoccuparsi e a prendere le giuste precauzioni.

La lezione è servita? Temo proprio di no…

Forse non si rischia proprio una guerra globale, ma la mancanza di conoscenza e/o il boicottaggio delle ricerche scientifiche di un certo tipo, malviste dalle lobby politiche e finanziarie, possono farci cadere verso disastrosi drammi sociali. Ancora una volta è il Sole che potrebbe riservarci delle sorprese. Continua a essere studiato scientificamente, ma l’ignoranza più o meno voluta dei politici e delle grandi multinazionali fa orecchio da mercante.

Sappiamo che il Sole sta andando verso un periodo di minimo, che potrebbe essere notevolissimo. Sappiamo anche che questo tipo di evento ha portato, in passato, a periodi di piccola glaciazione e di freddo estremo (estati senza raccolti agricoli).

Cosa si sta facendo? Si cercano di nascondere, sia in modo ufficiale che fraudolento, le ricerche che potrebbero gettare una luce più chiara e potrebbero prevenire e/o limitare le conseguenze. Tutto ciò per riuscire a mantenere in auge il Riscaldamento Globale, fonte di lucrosi guadagni e di ottusità politica (nei casi migliori).

Saremo preparati a fronteggiare gli effetti di un riposo prolungato di mamma Sole? Teoricamente si potrebbe, ma se continuiamo a dire di preparare i costumi da bagno piuttosto che i cappotti, la faccenda potrebbe prendere una piega terribilmente grave. Poi ci saranno i soliti pianti e i consueti: “Io l’avevo detto”. Intanto, i potenti riusciranno, comunque, a rimanere in sella e a non patire gli effetti, che ricadranno come sempre sulla gente comune, rincretinita da anni e anni di dottrina catastrofica unidirezionale.

Oltretutto, i periodo di stanca del Sole, non vogliono dire rischio minore di tempeste solari, anzi… Proprio in questi periodi si verificano le grandi tempeste. Non solo, però… un Sole al minimo crea uno scudo sempre minore per i raggi cosmici, che  -è stato ufficialmente stabilito- sono in continua crescita. Invece di pensare a come difendere gli astronauti marziani, sarebbe bene pensare ai miliardi di terrestri. E, infine, ci pensate se oggi ci fosse un blocco totale dei marchingegni elettronici? Quanti suicidi dovremmo aspettarci?

Insomma, il Sole è una mamma calda, paziente e amorosa, ma può avere momenti di nervosismo o di stanchezza (chiedete a Copernico se non ci credete). Proprio in questi momenti bisogna starle vicini e non trascurarla. Ha una certa età e bisogna curarla, coccolarla e studiarla con molta attenzione.

Articolo originale QUI (da leggere, anche se gli USA devono uscirne come i migliori, sempre e comunque)

3 commenti

  1. Mario Fiori

    Caro Enzo leggendo via via il tuo articolo mi sorgevano continue domande a cui però tu hai risposto subito e pertanto che dire? Il rincretinimento umano va avanti e quindi ci autodistruggiamo sempre più. Nonostante le esperiemnze e gli studi siamo poi sicuri che non ci possa essere anche un nuovo episodio come nel 1967?

  2. Assolutamente NO, Mariolino... Fortunatamente, per adesso almeno, non c'è guerra fredda... ma un colpo duro all'elettronica potrebbe scatenare una corsa al massacro... Come se ci togliessero quella scala più o meno solida che ci ha portato così in alto... E se non fossimo più capaci di vivere al piano terra??? :roll:

  3. Mario Fiori

    Ehh già caro Enzo.

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