23/07/17

E’ facile dire vita aliena, ma… **

Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "Quanta vita sulla Terra e (forse) oltre..."

 

In realtà, è molto facile parlarne e discuterne per ore e ore, ma -come sempre- senza nessun risultato. Molto meno facile trovarla per davvero e ancora meno facile riuscire a identificarla. Si sta, perciò, preparando la strumentazione adatta per avere le prove, raccolte direttamente nel luogo più facile da investigare, con la minima spesa.

Sembra proprio che la NASA ci abbia ascoltato e si stia dando da fare per preparare una missione “a basso costo” verso Encelado, l’oggetto celeste che, insieme a Europa, è sicuramente il più attraente (sarei pronto a scommettere che ospita la vita!) e anche il più… comodo. Non vi sarebbe nemmeno il bisogno di fare atterrare una navicella con tutti i rischi e i costi che comporterebbe, ma basterebbe sorvolarlo nel punto giusto parecchie volte (insomma, mettersi in orbita attorno a lui) e raccogliere un po’ di vapor d’acqua che il piccolo satellite spara verso l’esterno attraverso i suoi geyser. Ciò che avviene in profondità è simile a ciò che capita nelle sorgenti idrotermali ed è molto facile che la vita microbica abbondi e che possa essere trascinata verso l’esterno dai suoi getti così potenti.

Raccogliere l’acqua e ciò che contiene non sarebbe difficile, passando e ripassando nel punto giusto e al momento giusto. Il problema inizia quando si considera l’esperienza passata dai possibili “abitanti” cellulari: riusciranno a sopravvivere al lancio e alla raccolta?

Ciò che si è visto durante tanti esperimenti eseguiti con microbi terrestri (QUI un esperimento sulla resistenza del DNA nello spazio) sembra far pensare che questi organismi abbiano una capacità veramente fantastica di resistere alle condizioni più estreme (sono loro, forse, i veri padroni del Cosmo?). Ammettiamo perciò che molti di loro riescano a sopravvivere. Tutto risolto? Purtroppo no…

Non è assolutamente facile distinguere un granello di polvere da un microbo e bisogna anche sapere bene come mettere a fuoco ciò che si vuole studiare. Insomma, l’avventura sarebbe solo all’inizio. Sperare solo nelle analisi chimiche sarebbe poco utile. A quel livello si dovrebbe già sapere se si sta studiano un corpo vivente oppure no. Insomma, un gatto che si morde la coda, a meno di non stabilire la “vita” attraverso un metodo alternativo. Bene, questo metodo esiste, anche se è ancora da sviluppare completamente.

Un granello di polvere si muove di moto browniano, ossia in modo del tutto casuale; un microbo, invece, si muove secondo una linea prestabilita. Basterebbe perciò evidenziare i granelli che seguono itinerari assolutamente non casuali. La faccenda non è banale e si stanno testando dei microscopi olografici in grado di creare un’immagine tridimensionale dell’oggetto sotto studio. Si sono già ottenuti risultati incoraggianti su acqua raccolta nei posti più inospitali della Terra. Inoltre, si possono anche stuzzicare le cellule, agendo sui loro elettroni, stimolandoli a muoversi più velocemente. Resta ancora il problema di riuscire a utilizzare un tale microscopio a più di un miliardo di chilometri di distanza dall’operatore… Movimento e chimica uniti insiemi sarebbero la strategia più sicura.

Insomma, cari ragazzi, se vogliamo trovare la vita sugli altri mondi è meglio che ci si rimbocchi le maniche e ci si dia da fare, dato che il lavoro è ancora lungo e complicato, malgrado Encelado faccia di tutto per regalarci acqua (e abitanti compresi), sputandola all’esterno. Speriamo che non si stufi della nostra lentezza…

Molto interessante questo filmato…

 

NEWS del 28/6/2018 - L'analisi dei dati della sonda Cassini rende sempre più probabile l'ipotesi di forme di vita su Encelado

A proposito di microbi terrestri molto resistenti, lasciatevi stupire dal Desulforudis audaxviator e dal Halorubrum lacusprofundi...

2 commenti

  1. Mario Fiori

    Però, caro Enzo , vedo che sotto sotto qualcosa si muove per fare le cose sul serio, con le dovute cautele e con i dovuti errori ovviamente, ma pian piano...

  2. incrociamo I DITI, come diceva il grande Fantozzi!

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