12/03/18

I Racconti di Vin-Census: EPIDEMIA

Se è vero che, se qualcosa può accadere, è certo che prima o poi accadrà, allora non abbiamo scampo... prepariamoci all'inevitabile!

 

Prima o poi doveva succedere. Le innumerevoli missioni spaziali che avevano portato l’uomo a visitare la maggior parte dei pianeti e satelliti del Sistema Solare erano alla fine riuscite a contaminarne uno. Se da un lato la ricerca di altre forme di vita, anche estremamente elementari, aveva dato risultati completamente negativi sia su Marte, che su Titano ed Europa, dall’altro non era riuscita ad evitare che alcuni batteri terrestri trovassero finalmente un habitat favorevole al di fuori della Terra.

Ciò era successo nelle lagune di metano di Titano. Si sapeva che l’atmosfera del satellite di Saturno e gli idrocarburi che ne impregnavano le distese liquide ed il terreno creavano una situazione in qualche modo simile a quella presente sul nostro pianeta miliardi di anni fa. Tuttavia durante la spedizione “Titan” si pensava di aver preso tutte le precauzioni per evitare un inquinamento. E invece alcuni batteri riuscirono a sfuggire ed a trovarsi perfettamente a loro agio sul satellite, iniziando a proliferare in modo abnorme. Nel giro di pochi anni la vita elementare invase il nuovo mondo e le mutazioni e le trasformazioni genetiche si moltiplicarono a ritmo incalzante. Sembrava quasi che i nuovi “abitanti” di Titano volessero recuperare il tempo perduto. Bisognava intervenire subito ed in modo drastico. Il danno era stato fatto, ed anche molto grave: ora si doveva porre rimedio senza alcun indugio. Fu immediatamente creato il programma “Epidemia”, a cui parteciparono tutte le maggiori agenzie spaziali ed i centri medici, chimici e biologici più prestigiosi. Lo scopo era ovviamente quello di cercare di bloccare la dilagante crescita di vita su Titano e di distruggere tutto ciò che l’uomo aveva maldestramente creato.

batteri3Quando la missione Epidemia 1 raggiunse il satellite per avere una chiara idea della situazione, si vide che le più allarmistiche previsioni erano state superate. I batteri avevano dato già origine a forme di vita più complesse, multicellulari, e l’evoluzione sembrava non avere momenti di pausa. Si intervenne fin da subito spargendo gas letali su aree selezionate per analizzarne la risposta. Ma, purtroppo, quello che era prevedibile sulla Terra, non lo era più su Titano. Anzi, le forme di vita sembravano trarre beneficio dalle sostanze riversate e si moltiplicavano con ancora maggiore velocità. Erano ormai degli “alieni”, difficilmente controllabili.

La missione Epidemia 2 portò su Titano un vero e proprio laboratorio di analisi ed i più insigni luminari di chimica e di epidemiologia furono batteri7letteralmente “costretti” con le buone o le cattive a recarsi sul posto ed a collaborare senza indugi. Nelle limacciose pozzanghere di Titano si vedevano ormai ad occhio nudo le forme di vita più complesse. Alcune a forma di grossi lombrichi marrone scuro, altre a forma di piccoli polpi pieni di minuti tentacoli. Furono presi molti campioni, si analizzarono le acque, si sezionarono le piccole creature e si cercò di intervenire sulle loro principali funzioni vitali. Con gli esemplari di laboratorio si otteneva un relativo successo, ma poi, una volta che si cercava di agire sul campo, le cose andavano diversamente. In qualche modo c’era un immediato “tamtam” di informazione, che innescava mutamenti quasi immediati tali da creare nuove generazioni resistenti ai veleni che gli si propinavano. Gli alieni stavano lottando con tutte le loro forze contro il tentativo di distruggerli. Avevano acquisito l’istinto di sopravvivenza e agivano in maniera rapida e perfetta.

batteri9La terza spedizione, Epidemia 3, fu costretta a passare a mezzi ancora più drastici. Si usarono esplosivi sia convenzionali che nucleari. Un errore micidiale. Le radiazioni, dopo un primo momento di limitato successo, dettero nuovo vigore all’evoluzione delle forme aliene. Ormai le loro dimensioni superavano anche alcuni centimetri ed essi sembravano concordare in modo coerente le loro reazioni. Sicuramente avevano un sistema di comunicazione biologico e si comportavano sempre più come un organismo unico e coordinato. Non ci furono mai segni di offesa, ma sempre più rapide e veloci azioni di difesa globale.

 

Ormai senza più un piano veramente logico ed in preda al panico, Epidemia 4 cercò di sconfiggere l’epidemia scaturita in Titano immettendo microbi e batteri capaci di lottare ad armi pari con gli evoluti alieni. Tutto si svolse nella più assoluta calma. Ma un po’ alla volta si vide che gli organismi terrestri venivano facilmente re-indirizzati dagli alieni e diventavano parte integrante della loro struttura sempre più complessa.

L’equipaggio di Epidemia 4 tornò sulla Terra col morale sotto le scarpe. Sembrava proprio che Titano fosse diventato incontrollabile. Molti di loro erano profondamente colpiti nello spirito e nel fisico e si ammalarono addirittura. Ma era soltanto lo scoramento e la delusione? I sintomi sembravano molto strani, ma estremamente gravi. In poco meno di una settimana morirono tutti. Nel giro di un mese la popolazione della Terra si ridusse del 50%. Non era passato ancora un anno e nessuna creatura vivente era rimasta sul nostro pianeta.

Su Titano, la moltitudine delle ormai progredite forme di vita riuscì a stabilire il contatto elettro-biologico che riusciva a legarle tra loro come un unico essere pensante e formulò all’unisono:

 

titaniani

 

 

Sì... forse Vin-Census ha calcato un po' la mano sulle ipotetiche conseguenze di un evento del genere, in fondo questo è solo un racconto di fantasia. Ma siamo sicuri che l'ipotesi sia da confinare alla sfera della fantascienza? Parliamone...

Tutti i racconti di Vin-Census sono disponibili, insieme a quelli dell'amico Mauritius, nella rubrica ad essi dedicata.

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