28/08/18

Hayabusa 1 non vuole essere da meno della sorella più giovane *

Forse qualcuno ha giudicato la sonda Hayabusa 1 una specie di fallimento, a causa dei vari problemi intercorsi nelle sue azioni eseguite sull’asteroide Itokawa nel 2005. Tuttavia, era riuscita, comunque, a portare a terra un po’ di materiale raccolto e oggi ci stupisce con un vero “scoop”. Ci ha portato indietro fino alla nascita del Sistema Solare

Le polveri prelevate da Itokawa sono state studiate in tanti modi per anni, ma solo recentemente si sono analizzate particelle contenenti fosfati (elemento molto raro sull’asteroide). Questo ha permesso di valutare le età in cui sono stati subiti dei metamorfismi termici e di shock.

I primi, dovuti sicuramente all’atto di formazione, risalgono a 4.6 (+/- 0.2) miliardi di anni fa. A quel tempo risale il lontano “padre” dell’odierno Itokawa che, quindi, al pari delle comete (sicuramente anche con maggiore facilità), ci ha portato indietro fino alla nascita del Sistema Solare. Ma non basta…

Sappiamo, infatti, che gli asteroidi collidono molto volentieri tra di loro e che se un oggetto è diventato un NEA (asteroide che passa vicino alla Terra) è stato molto probabilmente lanciato in una risonanza, direttamente o attraverso evoluzioni dinamiche molto più lente, che lo ha poi inserito in un orbita caotica tipica dei NEA. Per subire questa evoluzione è stato necessario frammentare l’asteroide “padre” e scagliare i frammenti tutt’attorno.

Il nostro Itokawa è sicuramente uno di questi frammenti e porta ancora il segno dello shock causato dalla collisione. La data di questa piccola tragedia asteroidale (ma è stata una tragedia? In fondo Itokawa sta visitando tutto il sistema dei pianeti interni) è stata stabilita in 1.5 (+/- 0.5) miliardi di anni fa. Forse deriva da una piccola famiglia ormai invisibile oppure è stato l’unico pezzo a salvarsi dagli impatti contro il Sole o i pianeti terrestri.

Una delle particelle “scioccate”dall’impatto di 1.5 miliardi di anni fa. Fonte: Osaka University
Una delle particelle “scioccate” dall’impatto di 1.5 miliardi di anni fa. Fonte: Osaka University

 

Non lo sappiamo e non lo sapremo mai, ma sapere che esiste sulla Terra una micro particella che ha vissuto in prima persona uno scontro catastrofico e il cui orologio ne segna la data, per chi ha studiato la loro evoluzione teoricamente per tanti anni, è un’emozione che fa venire la pelle d’oca.

Grande Hayabusa 1 e aspettiamoci meraviglie dalla sorella più giovane ormai in dirittura d’arrivo!

Articolo originale QUI

 

QUI potrete seguire gli aggiornamenti via via disponibili sulla missione Hayabusa 2

Questo articolo è stato inserito nella pagina d'archivio dedicata alle missioni spaziali

 

3 commenti

  1. Mario Fiori

    Queste sonde, cosiddette minori, sono i veri avamposti umani nel Sistema Soklare, altro che robottini.

  2. Daniela

    A proposito di robottini & co... proprio stamani, mentre ascoltavo la radio in macchina, durante una delle consuete rubriche del tipo “accadde oggi”, è stato detto che “...nel 1976 la sonda Viking 2 ATTERRÒ su Marte ed inviò a Terra le prime foto di quel pianeta”!  8-O

  3. Daniela

    Chiedo scusa, il commento soprastante è basato su un equivoco: le mie orecchie hanno sentito "Viking", ma il mio cervello (?) ha recepito "Voyager" :oops: ! Ecco perché mi sono scandalizzata che avessero detto che la sonda era atterrata su Marte.

    In realtà la sonda Viking 2 ha lanciato un lander che il 3/9/1976 è atterrato sul pianeta rosso ed è rimasto operativo per cinque anni https://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/viking.html

     

     

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