15/11/18

Quanto dobbiamo alla Groenlandia? *

Il presente articolo è stato inserito nella sezione d'archivio Pianeta Terra

 

La Groenlandia non nasconde solo preziosi minerali sotto la sua calotta di ghiaccio, ma forse un mistero che potrebbe aver deciso  l’evoluzione della vita in Europa, se non in tutto il mondo.

Il ghiaccio della Groenlandia è sempre stato molto ballerino e non solo nella propaganda pro-GW di oggi. I Vichinghi passavano tranquillamente attraverso il famoso passaggio a Nord Ovest (oggi bloccato per il ghiaccio, anche se avevano detto che si stava liberando…) e sapevano benissimo che la Groenlandia era già stata colonizzata. Insomma, in tempi nemmeno molto remoti la Groenlandia era veramente molto più VERDE di adesso e senza alcun riscaldamento dovuto all’azione dell’uomo.

Il fatto che il ghiaccio non sia di origine molto antica, apre uno scenario particolarmente interessante sulla vita non solo dell’Europa, ma di tutta la Terra. E’ dal 1997 che si studia una zona particolare vicina alla costa settentrionale, proprio dove un grande ghiacciaio lascia il campo al terreno scoperto. Un “qualcosa” si era già intravisto a una profondità di circa 1000 metri sotto il ghiaccio, ma solo i radar di ultima generazione hanno mostrato nel 2016 un cratere quasi perfettamente conservato, con tanto di picco centrale.

Non è facile studiare una struttura coperta da 1 km di ghiaccio, ma qualcosa si poteva fare comunque. Innanzitutto ricordarsi di quel meteorite di ferro da 20 tonnellate esposto al museo di Copenhagen e trovato proprio nella zona del cratere e poi andare a studiare il materiale che i canali di scolo del ghiacciaio portavano in terreno scoperto: frammenti di quarzo che provenivano in parte dall’impatto.

meteo
Il meteorite da 20 tonnellate esposto al Museo di Copenhagen

E’ bastato studiare un bel po’ di materiale per avere la certezza che vi erano segni di shock ottenibili solo da impatti di violenza inaudita che solo la velocità un oggetto alieno può produrre. Il cratere si vedeva benissimo e manifestava il metamorfismo che solo un impatto di questo tipo può generare. Ma c’è anche di più… il cratere è sorprendentemente ben conservato e questo è molto difficile da ottenere se il ghiaccio l’avesse tenuto nascosto per tempi molto lunghi, dato che la sua azione erosiva è molto rapida ed efficiente.  In poche parole non deve aver sopportato a lungo il mantello ghiacciato non molto antico e questa limita di molto la sua probabile datazione che potrebbe anche essere molto recente, dell’ordine dei 12 000 anni.

A sinistra una mappa aerea, dove si nota appena una possible struttura circolare. A destra una mappa radar dove si evidenzia perfettamente lìil cratere. Kurt H. Kjær et al., Science Advances, 4, 11, 2018
A sinistra una mappa aerea, dove si nota appena una possible struttura circolare. A destra una mappa radar dove si evidenzia perfettamente il cratere. Kurt H. Kjær et al., Science Advances, 4, 11, 2018

Gli studiosi sono all’opera per cercare segni che possano permettere una qualche datazione, non potendo raggiungere la struttura direttamente. Personalmente gli ho comunicato che basta aspettare pochi anni e poi, come dicono i grandi climatologi con o senza cravattino, la Groenlandia sarà sgombra da ghiacci e il cratere sarà completamente allo scoperto. Non capisco come mai, gli scienziati coinvolti in questo studio mi hanno fatto una… pernacchia (forse perché hanno letto QUESTO...).

No, non credeteci, sto solo scherzando, ma sicuramente nessuno di loro pensa di aspettare la fusione di mille metri di ghiaccio per effetto dell’ipotetico riscaldamento globale…

Non vi ho ancora detto la cosa più importante… il cratere ha un diametro di 31 km, il che comporta che l’oggetto impattante (probabilmente ricco di ferro e nichel come indica il meteorite di Copenhagen) abbia avuto un diametro anche superiore al chilometro. Un chilometro è proprio il limite oltre il quale si considera l’evento come catastrofe globale. Povero uomo delle caverne… non solo le grandi glaciazioni, ma anche un impatto di potenza incredibile. Chissà che non sia proprio questo impatto ad aver deciso il destino delle varie migrazioni e della sopravvivenza degli uomini odierni.

Seguiamo con interesse i nuovi studi sul grande cratere, sperando che il ghiaccio ci permetta di andarlo a studiare, con o senza riscaldamento globale.

Articolo originale QUI

 

Se pensate che un'impatto del genere possa verificarsi solo in un lontano futuro, forse vi ricrederete dopo aver letto QUI... quindi dobbiamo aver paura o no degli asteroidi? L'argomento lo approfondiamo QUI e QUI.

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