11/11/21

Stelle al guinzaglio *

Una stella si muove in modo anomalo? Perché non pensare a un buco nero? MUSE lo dimostra.

Osservare i buchi neri è impresa molto difficile. Innanzitutto, perché sono... neri, ossia non emettono luce in quanto il loro campo gravitazionale con permette a niente di valicare l'orizzonte degli eventi. Pertanto, per poterli avvistare, si spera che essi siano "affamati" e, quindi, vi siano segni di cibo attorno a loro. Per cibo si intende, ovviamente, il disco di accrescimento in cui la materia si inserisce rivolvendo attorno a lui, in attesa di essere ingoiata. Più ci si avvicina e più la materia del disco aumenta la sua velocità e si riscalda emettendo anche in lunghezze d'onda non visibili.

Poi, sappiamo anche che ormai si scoprono quando vi è l'unione di due di loro o la cattura di una stella di neutroni che prima di essere fagocitata invia onde gravitazionali. Tuttavia, poche speranze ci sono per i buchi neri tranquilli, a meno di non vederli passare davanti a qualche stella la cui luce venga deviata dal buco nero per effetto lente. Affidarsi al caso? Un po' poco, dato che la loro presenza potrebbe essere molto più significativa di quanto si sappia oggi. Ed allora, ecco che, finalmente, entra in campo lo spettrografo MUSE installato sul Very Large Telescope (VLT) in Cile. Cosa può fare? Raccogliere lo spettro di decine di stelle che entrano nel suo campo visivo e guardare se qualcuna di loro presenta strani movimenti.

In poche parole, se esse sembrano orbitare attorno a qualcosa che non si vede assolutamente, quel qualcosa deve avere una massa considerevole anche se non si riesce a vedere e, quindi, molto probabilmente è un buco nero. Con grande pazienza si sta quindi puntando il VLT verso gruppi di stelle e, attraverso il loro spostamento anomalo delle righe spettrali, cogliere il silenzioso e invisibile padrone che le tiene accanto a loro. Agendo in tal modo è possibile localizzare molti buchi neri sia nella nostra galassia sia in quelle vicine.

Il primo successo è stato ottenuto guardando un gruppo stellare molto giovane (100 milioni di anni) nella Grande Nube di Magellano. Il buco nero è stato individuato attraverso il movimento di una stella gigante, con una massa pari a 5 masse solari. Il buco nero che la tiene incatenata a sé dovrebbe avere una massa di 11 masse solari.

Sappiamo che i sistemi binari sono molto comuni e la speranza è che molte stelle abbiano come compagna una stella che si è già trasformata in buco nero. Sarà così possibile stabilire anche l'età del sistema e quindi del buco nero che, nel caso in esame, risulta veramente giovane. Osservarne, anche indirettamente, molti con età diverse può dare informazioni fondamentali anche sulla loro evoluzione.

Ecco un bel filmato dell'ESO che illustra come lavora VLT + MUSE.

Buona fortuna MUSE e aspettiamo tanti regali!

Articolo originale QUI

 

QUI troverete la spiegazione delle tecniche di rilevazione dei buchi neri comunemente adottate, oltre alla trattazione di alcuni casi specifici.

NEWS del 2/12/2021 - MUSE colpisce ancora (e non solo lui!)

3 commenti

  1. Mario Fiori

    Interessante caro Enzo. Tra l'altro in un'altra Galassia anche se satellite della nostra e relativamente vicina.

  2. Alberto Salvagno

    Mi pare comunque ci sia anche la possibilità che un vecchio buco nero, vagando nello spazio, sia andato a tuffarsi nel piatto molto fresco di queste stelle per farsene una bella scorpacciata. Per cui non ci giurerei che hanno la stessa età. O sbaglio?

  3. la probabilità che un buco nero vagante catturi una stella di certe dimensioni e questa si metta a orbitare attorno a lui è veramente insignificante. Se poi dovesse capitare sarebbe l'eccezione che confermerebbe la regola...

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