15/12/21

La Parker Solar Probe ha superato Icaro *

Icaro non ce l'aveva fatta e le sue ali di cera si erano sciolte miseramente. La Parker Solar Probe è invece riuscita a "toccare" il Sole e a contemplarlo per cinque ore!

La sonda Parker Solar Probe è riuscita a raggiungere la corona solare, dove la temperatura si stima essere di circa un milione di gradi e vi è restata per cinque ore. Un fantastico risultato, anche se dobbiamo sempre ricordarci la differenza tra calore e temperatura, come avevamo già raccontato QUI.

Un successo veramente incredibile, che merita di essere raccontato più attentamente. Facciamone un po' la storia e vediamo anche perché era così importante visitare quella zona non certo confortevole.

Nel nucleo solare, la meccanica quantistica si diverte e riesce a fare unire due nuclei di idrogeno per crearne uno di elio, liberando un'energia più che sufficiente a fronteggiare la gravità che tenderebbe a fare collassare la nostra stella. La temperatura in quella zona raggiunge i 15.7 milioni di gradi. Dopo un lungo e travagliato viaggio la radiazione così ottenuta raggiunge la superficie dove la temperatura è ormai scesa a soli 5500 K. Sempre molto caldo, ma ancora sopportabile...

Attorno al Sole, però, si estende la sua atmosfera. Stiamo parlando della corona solare, proprio quella che si riesce a vedere nella sua magnificenza durante le eclissi totali (come quella osservata da Eddington nel 1919, grazie alla quale si ebbe la prima prova sperimentale della Relatività Generale). Bella, veramente bella! Tuttavia, pone un problema ancora non risolto del tutto: la sua temperatura, invece di essere più bassa di quella superficiale, è decisamente più alta, ben un milione di gradi. Sicuramente, questa stranezza è legata al campo magnetico solare che, in qualche modo, aumenta l'agitazione delle particelle dell'atmosfera e quindi la sua temperatura. Una descrizione precisa del fenomeno, però, aveva veramente bisogno di un osservatore che si recasse "in loco": proprio la Parker Solar Probe.

Una navicella che riuscisse a fronteggiare quella temperatura non è certo  impresa da poco. Doveva avere uno scudo particolarmente efficace che potesse mantenere la strumentazione al... freddo, ossia a circa 32°C. Dirlo è facile, ma ottenerlo molto meno. Oltretutto, mentre la navicella sta all'interno della corona, le comunicazioni con la Terra sono impossibili e deve fare tutto da sola. Se, appena appena, la sua posizione rischia di non avere uno scudo orientato perfettamente, essa deve autocorreggerla, controllando continuamente la posizione delle stelle.

Tuttavia, anche se sembrerebbe impossibile, questo non è forse il problema più grande per una missione di questo tipo. L'idea che avvicinandosi al Sole, la sua gravità faccia cadere l'intruso rapidamente verso di lui è del tutto sbagliata. Abbiamo trattato l'argomento in una nostra ciliegina ma basti dire che la Terra gira attorno al Sole a una velocità non indifferente e quindi la sonda deve riuscire a rallentare in modo enormemente dispendioso in termini di energia. Il mezzo più comodo per riuscire a farlo  è quello di sfruttare parecchi passaggi ravvicinati con Venere, in modo che questi incontri agiscano come dei "rallentatori".

Alla fine, tutto è andato bene e la missione è riuscita a fare tutte le sue misure e ad uscirne intatta. La faccenda ha anche dei risvolti pratici enormi, tra cui la possibilità di prevedere con grande precisione le esplosioni solari in grado di danneggiare profondamente i nostri sistemi elettronici e quella di fornirci informazioni essenziali per l'ottenimento della fusione nucleare su scala molto più piccola (l'unica vera grande rivoluzione per arrivare a una fonte di energia pulita e poco dispendiosa).

Bene, la Parker Solar Probe ha superato di gran lunga Icaro e ha raggiunto uno dei punti massimi della tecnologia umana.

Articolo originale QUI 

5 commenti

  1. Mario Fiori

    Grandissima missione che, a  mio parere, non ha avuto, non H e non avrà il risalto che dovrebbe avere. Purtroppo non è un robottino di Marte che in confronto se ne passeggia comodo mentre la Parker letteralmente se l'è sudata veramente la missione.

  2. hai ragione Mario, una missione veramente eccezionale.

  3. Alberto Salvagno

    Aghios Kirikos è il capoluogo ed il porto principale di Ikaria. Si dice che il nome dell'isola derivi dal mito di Icaro precipitato in mare di fronte all'isola. Più interessante per gli amanti della scienza la proposta del cartografo ed enciclopedista veneziano Vincenzo Maria Coronelli. Nel suo Isolario (1696) egli infatti propone una spiegazione razionale della leggenda attribuendola all'invenzione delle vele. Insomma sembra che Dedalo fabricasse due navigli, sopra i quali esso, ed Icaro suo giovinetto figliolo fuggissero da Creta, ma perseguitati dalle triremi del Re Minos, Dedalo aggiungesse a remi delle sue navi le vele, da poeti raffigurate nell'ale, che da nessuno prima d'all'hora erano state usate. In tal guisa di gran lunga avanzando nella velocità i legni di Minos, hebbe modo di salvarsi in Pergamo, che così, a riferta di Pausania, chiamavasi all'hora l'isola. Ma Icaro, che contra i documenti del genitore, volle colla sua nave tenersi troppo in alto mare, sopragiunto da fiera burrasca, corse naufragio e gettato anch'esso dal mare a Pergamo. Questa in memoria dell'infausto successo, fu d'indi in poi chiamata Icaria, ed Icario il mare, dove seguì il naufragio.

    Monumento a Icaro, porto di Aghios Kirikos

    monumento a Icaro, Aghios Kirikos, isola di Ikaria, Grecia

    monumento a Icaro, Aghios Kirikos, Ikaria, Grecia

    La scritta dice solo: "Benvenuti nell'isola di Icaro"

  4. grazie Alberto. Notizia interessante, anche se a me, almeno, il monumento non piace tanto..

  5. Alberto Salvagno

    Nemmeno a me

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