22/05/22

A proposito di "fake news". 1: ignoranza, ironia, paradossi *

Questo breve articolo vuole essere l'introduzione a un argomento che caratterizza sempre più la nostra esistenza: le fake news. In un mondo in cui l'ignoranza sta diventando sempre più un pregio piuttosto che un difetto, la capacità di distinguere le notizie vere da quelle false è sempre più arduo. Noi, però, vogliamo trattare l'argomento da un punto di vista "scientifico", ossia occuparci dei cosiddetti "paradossi" che potremmo facilmente trattare come fake news, dato che, in fondo, inseriscono "errori" o "ambiguità" all'interno di processi apparentemente logici e realistici.

E' inutile illudersi: il mondo attuale vive di fake news, un termine che, in italiano, può essere tradotto in modo ancora più stringato come  "bufale". Innanzitutto non capisco perché dobbiamo continuare a chiamarle con un termine inglese  quando "false notizie" sarebbe ben più comprensibile e altrettanto sintetico. Probabilmente, la parola inglese le rende meno ignobili e pericolose. Abbiamo una lingua ricchissima e meravigliosa e dobbiamo continuare ad attingere all'inglese. proprio noi che siamo uno dei popoli che meno conosce le lingue estere. Forse l'utilizzo (a volte senza nemmeno capire cosa si sta dicendo) di vocaboli inglesi ci illude di essere al passo con i tempi.

Comunque sia, chiamiamole pure fake news... resta il fatto che ormai esse sono costruite con scopi che tanto ricordano quelli di 1984 di Orwell. Perché il gioco del pallone è il più seguito? Perché chiunque riesce a illudersi di poter "copiare" (e quindi anche emulare) i campioni ultra pagati. Ben più difficile sarebbe pensare di poter avvicinare le imprese di un saltatore in alto, di un centometrista e via dicendo. In poche parole, chiunque può inventarsi una fake news e poco importa che il livello di credibilità sia praticamente ridicolo: ci sarà sempre qualcuno che seguirà con passione la falsa notizia... come è successo alla leggenda sull'origine del nome del vino Timorasso, inventata dal sottoscritto per scherzare con gli amici, e ripresa come "vera" in un sito di un ristorante e addirittura in un libro (QUI la mia fake news e le prove della sua divulgazione; sul sito del ristorante, dopo tanti anni e nonostante la mia smentita che inviai per email, ancora oggi la finta leggenda sta facendo bella mostra di sé https://ristorantesolferino.com/la-leggenda-del-vino-nato-dal-timor-del-sasso/)!

In realtà, le fake news potrebbero essere figlie di una grande potenzialità del cervello umano: l'ironia. Inventarsi qualcosa in modo che il risultato venga interpretato come alternativa divertente, capace di smitizzare certe noiose "serietà". Purtroppo, però, per apprezzare l'ironia bisogna che il cervello risponda adeguatamente, con senso critico e con la dovuta elasticità... elasticità che è certamente mancata a chi prese sul serio un'altra mia fake news alla quale non avrebbe creduto neanche un girino neozelandese (i girini neozelandesi sono noti per la facilità con cui credono nelle bufale, come dimostrato dal celebre etologo Tadpole Newzealander che ha dedicato la sua vita all'osservazione di questi simpatici anfibi e, per ingannare la noia, passava il tempo a raccontargli bufale!).

Oggi siamo talmente maltrattati dai media - e non solo - che dell'ironia si sono perse ormai tutte le tracce. Una fake news "ironica" verrebbe subito considerata come un modello alternativo "serio" da seguire. Qualsiasi argomento si tratti, dalla politica all'economia, dalla sanità alla tecnologia, esso è intriso di fake news, ormi indistinguibili dalle "notizie vere", che diventano sempre più merce rara e -forse- molto meno seducenti di quelle false.

Nella storia della Scienza si sono avute molte fake news, che, però,  miravano a far comprendere meglio la realtà dei fatti, potendo dimostrare in modo logico e razionale i punti in cui si introducevano false ipotesi o visioni alternative. In fondo, tutta la meccanica quantistica assomiglia a una gigantesca fake news, comportando risultati tuttora incomprensibili e inspiegabili. Perché crederci allora? Beh, per il semplice fatto che riproducendo ciò che appare assurdo si ottengono risultati oltremodo reali. "Non capisco, ma mi adeguo", insomma.

Ricordiamo ancora "Alice nel Paese delle Meraviglie": una favola sconvolgente e assurda. A prima vista un insieme di fake news che, però, sono state considerate da sempre come improntate all'ironia e quindi irreali, ma ricche di fantasia. Oggi forse, lo stesso racconto istigherebbe qualcuno a voler imporre come reali molte delle irrazionalità in esso contenute (e molti , purtroppo, ci crederebbero). Tuttavia, questa visione irrealistica della realtà è proprio quella che si incontra nella meccanica quantistica. Una fake news che diventa realtà, anche se non viene compresa. Ben vengano le fake news, allora? Sì, può darsi, ma solo se esistono cervelli capaci di studiarle e valutarle con rigore scientifico. Oggi, purtroppo, questi cervelli latitano e l'uomo medio preferisce seguire illusioni di cui non comprende il significato attraverso atti di fede (ad esempio la biodinamica e i cambiamenti climatici antropogenici, dove si acclama come portatrice di verità una ragazzina ignorante e chiaramente manovrata dai poteri forti).

Lasciamo da parte la meccanica quantistica e dedichiamoci ai cosiddetti paradossi "normali"... primo fra tutti quello dei gemelli. La conclusione finale, considerata assurda nell'ambito della relatività ristretta, si spiega semplicemente con l'introduzione di un cambiamento di sistema non plausibile con le ipotesi in cui si opera . Una fake news oltremodo didattica e utile per meglio comprendere le regole del gioco relativistico. Non una ragione ironica, ma soprattutto decisamente scientifica.

Ma gli esempi sarebbero molteplici. Chi va a nozze con questo tipo di apparente assurdità presente in processi apparentemente corretti o plausibili è senza dubbio la matematica. Per accontentare un po' tutti voglio presentarvi tre "paradossi" di difficoltà crescente, in cui il punto critico che li trasforma in fake news è sempre più nascosto e sottile. Il primo è essenzialmente un gioco molto semplice, alla portata di chiunque. Il secondo è decisamente più complesso, anche se può dividersi in una parte più semplice e una più difficile. L'ultimo è decisamente difficile, soprattutto perché è diretto a chi conosce molto bene il campo e le regole dei numeri complessi.

Un mondo, questo, affrontato con grande perizia e precisione negli articoli a riguardo del nostro mai dimenticato Umberto. Consideriamolo, quindi, come un omaggio a lui dedicato.

continua...

 

Prima di continuare, però, è altamente consigliata la lettura di questa fake news scritta da Vin-Census tre anni prima della presunta fine del mondo prevista dai Maya per il 21 dicembre 2012. Scommettiamo che se fosse pubblicata oggi sui social (e se la fine del mondo fosse prevista fra tre anni), diventerebbe subito virale?

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